TRIA SI DIVERTE E MANDA UN MESSAGGIO A SALVINI: “REDDITO DI CITTADINANZA ANDRA’ ANCHE AGLI STRANIERI”
UNA COSA OVVIA, NON SI PUO’ DISCRIMINARE CHI E’ IN REGOLA, MA NON FARA’ PIACERE AI RAZZISTI…”IL PROGRAMMA DI GOVERNO DEVE MARCIARE COMPATIBILMENTE CON I SOLDI A DISPOSIZIONE”
“Sono in corso da tempo approfondimenti tecnici delle amministrazioni coinvolte sulla configurazione della misura e sulla definizione della platea dei destinatari in linea con le indicazioni del contratto di governo”.
Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, al question time al Senato.
La proposta di reddito di cittadinanza presentata in Parlamento nella scorsa legislatura da M5S prevede che il sostegno vada anche agli stranieri.
“Oltre agli italiani che versano in condizione di bisogno” il reddito di cittadinanza, secondo il ddl presentato nella scorsa legislatura dal M5s, spiega il ministro Tria in aula al senato, è rivolto anche agli stranieri.
Quella proposta era destinata “anche a residenti di paesi dell’Unione Europea sul territorio nazionale e di paesi terzi purchè i rispettivi paesi di origine avessero sottoscritto intese bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia”.
Il reddito di inclusione prevede che “il richiedente debba essere cittadino dell’Ue, titolare del diritto di soggiorno o cittadino di paesi terzi con permesso di soggiorno di lungo periodo nell’Unione”, spiega il ministro.
Infine il richiedente deve essere “residente in Italia in via continuativa da almeno 2 anni”.
Citando alcune sentenze della Consulta, Tria ricorda inoltre che “resta ferma la possibilità di definire altri indici di radicamento territoriale a cui subordinare benefici di welfare nei limiti della non discriminazione”, conclude.
Il ministro ha aggiunto: “L’obiettivo del governo è assicurare una graduale realizzazione del contratto di governo, compatibilmente con l’esigenza di garantire i saldi strutturali di finanza pubblica”.
E poi: “Si sta operando con la presidenza del consiglio nel pieno rispetto delle risoluzioni del def approvate a giugno dal parlamento”.
(da agenzie)
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