TUTTE LE BUGIE DEL “SOTTOSEGRETARIO A GETTONE” SGARBI
BREVE RACCOLTA DELLE BUGIE A RAFFICA
Raccolta breve e parziale delle bugie a raffica del “sottosegretario a gettone” Sgarbi Vittorio.
– Sgarbi brandisce a casaccio pareri dell’Antritrust e dell’Anticorruzione. Esempio: nella relazione dell’Agcm relativa allo scorso giugno, i pareri da lui citati non c’entrano nulla, perché si riferiscono solo alle cariche in fondazioni ed enti culturali e al giornalismo.
– Sgarbi, prima dell’inchiesta del Fatto, non aveva mai segnalato le attività che gli garantiscono ingenti entrate.
– Sgarbi dice di avere un ottimo rapporto con il ministro Sangiuliano, che però rivela di stare bene quando non lo vede. Come tutte le persone sane di mente, peraltro.
– Sgarbi gattona sugli specchi anche sui rimborsi. Prima nega di averli mai chiesti perché viaggia con il suo autista, poi dice che erano legittimi. Oppure, come per il rimborso per la trasferta di Messina, li annulla subito dopo l’inchiesta del Fatto. A conferma di quanto fossero regolari.
– Sgarbi non dà spiegazioni convincenti sulle società del capo segreteria e della compagna che fatturano al suo posto, nonché sui 54 mila euro di “regalie” arrivati dal principe Pallavicino.
– Sgarbi dice di non fare expertise (incompatibile con la legge Frattini), ma il Fatto ha documentato che il 22 luglio era impegnato in casa di un privato a farne una per 1.500 euro, cui non è mai seguita fattura.
– Sgarbi dice di essere “tranquillo”, perché il conflitto di interessi va dimostrato con un atto che abbia prodotto un vantaggio patrimoniale a lui e un danno allo Stato. Quella però è la parte della legge che riguarda il conflitto: il suo problema è la compatibilità (“non può svolgere attività professionale gratuita o a pagamento”). O non ci arriva o fa il furbo (Ma nel suo caso, visto il suo stato e quel che ne rimane, potrebbero essere anche entrambe).
– Sgarbi dice che non fa attività di impresa, ma di diritto d’autore. Questa però andrebbe fatturata direttamente, per stare sotto l’ombrello costituzionale art. 21 che supera la Frattini. Lui invece la fa tramite le due società di cui sopra, mai dichiarate all’Agcm.
– Sgarbi dice che non viene pagato con soldi pubblici. Il Fatto ha dimostrato che non solo lo pagano direttamente anche i comuni, ma spesso avviene con fondi sovra-comunitari (sempre pubblici).
Il “nullatenente” (quando perde le querele) Sgarbi dichiara di guadagnare 4.500 euro al mese. No: sono 8.700, di cui 4.500 di stipendio base e il resto di diaria.
– Sgarbi dice di non chiedere rimborsi: lo fa il suo staff, che lo segue nelle missioni e che spesso riceve pure contestazioni per irregolarità.
– Sgarbi dice che ha abbandonato alle tre di notte il suo autista perché aveva mangiato e bevuto troppo. Com’è umano lei!
– Sgarbi dice che la figlia della colf portata nel suo staff al ministero non è figlia della sua colf, ma di quella della compagna. Peccato che lui e Sabrina Colle vivano insieme.
– Sgarbi dice che Stefano Passigli lo ha chiamato dicendogli che è tutto a posto. Macché: è stato Sgarbi ad averlo chiamato e invitato in tv, senza ovviamente dirgli delle due società che fatturano al suo posto, dando all’attività di conferenziere la struttura e la forma giuridica dell’impresa (che non ha mai dichiarato).
– Sgarbi, non avendo argomenti, cerca di delegittimare l’autore dell’inchiesta Thomas Mackinson, inventando accuse di sana pianta. Non solo: intervistato (si fa per dire) dall’amico (suo) Porro, Sgarbi ha diffamato “L’Infetto Quotidiano”, dileggiato Travaglio e il sottoscritto, storpiato i cognomi come fanno i bambini scemi all’asilo (“Scarsi”, “Macintosh”). Sgarbi ha poi sostenuto che chi lo attacca lo fa per invidia. Ed era pure serio. Come dargli torto: tutti, in effetti, vorrebbero quel suo fisico decaduto e decadente da sollevatore morto di coriandoli ipotetici. Daje Vitto’!
(da Il fatto Quotidiano)
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