UN PAESE INCREDIBILE
UN ROMANZO AGGHIACCIANTE AMBIENTATO NEL VENTUNESIMO SECOLO
Ho appena finito di sfogliare un romanzo agghiacciante, ambientato in una società distopica del ventunesimo secolo dove una persona su dieci vive sotto la soglia minima di povertà, il ceto medio si assottiglia ogni giorno di più, un lavoratore dipendente che può contare solo sul proprio stipendio non riesce a sbarcare il lunario e un laureato su tre si deve accontentare di un impiego per il quale non è richiesta la laurea.
La fantasia morbosa dell’autore si è spinta a immaginare che in questo luogo irreale i giovani siano diminuiti di cinque milioni nel giro di trent’anni e la parte più istruita di loro si divida tra chi è andato all’estero e chi non vede l’ora di andarci.
Per dare una patina di coerenza alla sua delirante ricostruzione, il narratore lascia intendere che a causa della mancanza di soldi e di lavoro due trentenni su tre vivono ancora in casa con i genitori, i fidanzamenti si sono allungati a dismisura, come l’adolescenza, e per strada è più facile avvistare un ufo che una culla.
Quando ho scoperto che su quella landa di risparmiatori storici, dove nessuna famiglia riesce più a risparmiare alcunché, grava oltretutto un debito pubblico di 2.894 miliardi di euro che rende praticamente impossibile mettere dei correttivi alle disuguaglianze, ho chiuso il libro con un certo fastidio per la letteratura di fantascienza.
Si intitola «Rapporto Italia 2024», lo ha scritto l’Istat e ho il tremendo sospetto che stia parlando di noi.
(da corriere.it)
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