VOTO DI SCAMBIO, INDAGATO IL SINDACO LEGHISTA CHIAPPORI A DIANO MARINA
“COMPRATI” I VOTI DEI CALABRESI
La Procura di Imperia ha indagato per voto di scambio in concorso il sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori.
Il primo cittadino ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini.
Assieme a lui, nello stesso procedimento, per il reato di voto di scambio sono indagati: il vice sindaco, Cristiano Za Garibaldi, l’assessore alla protezione Civile, Ambiente ed Ecologia, Demanio, Sport ed Igiene Urbana Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta (che si era dimesso dalla carica lo scorso dicembre a seguito di un altro procedimento penale), il rappresentante unico della società Gm spa, Domenico Surace, suo padre, Giovanni Surace, e Giovanni Sciglitano, titolare di un banco al mercato di Diano Marina.
Secondo l’accusa, Chiappori, durante la campagna elettorale per le elezioni comunali del 2011, avrebbe promesso, in cambio di voti, alcuni incarichi alla famiglia Surace. Secondo l’accusa, a seguito della vittoria della lista di Giacomo Chiappori, Viva Diano, Domenico Surace è stato nominato amministratore unico della società partecipata dal comune GM, società che gestisce gli stabilimenti balneari oltre ad alcune attività turistiche.
Per poter nominare Surace il sindaco, secondo l’accusa, aveva dovuto modificare lo stato societario che prevedeva tre amministratori e non uno.
Dalle indagini è emerso che Domenico e il padre Giovanni Surace controllavano un bacino di voti di famiglie calabresi.
Il fascicolo per voto di scambio era da prima stato trattato dalla direzione distrettuale antimafia di Genova, e un anno fa, la stessa DDA aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo per le infiltrazioni mafiose ma aveva trasmesso per competenza tutti gli atti alla Procura di Imperia ravvisando l’ipotesi di un voto di scambio.
Chiappori è indagato anche per abuso d’ufficio per aver detto a un vigile urbano di annullare una multa a un ristoratore che aveva mantenuto un dehors oltre il tempo della concessione, e per finanziamento illecito per fatto tagliare alcune piante in una sua proprietà da una cooperativa che ha appalti per il Comune che avrebbe emesso una fattura inferiore al valore dei lavori compiuti.
«Rifarei tutto quello che ho fatto – ha commentato Domenico Surace – ammetto di aver appoggiato queste persone in campagna elettorale, visto che con loro ho condiviso da 10 a 15 anni di attività politica».
Maurzizio Vezzaro
(da “La Stampa“)
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