Agosto 19th, 2009 Riccardo Fucile
SI METTE IN MOTO LA MACCHINA DA GUERRA PER IL CONGRESSO E LE PRIMARIE: 50.000 EURO DAL PARTITO PER CIASCUNO DEI TRE CANDIDATI… IL RESTO DOVRANNO CERCARSELI DA SOLI E NON SFORARE I 250.000 EURO A TESTA… MA C’E’ CHI PARLA DI QUOTA 500.000
Abbiamo dato un’occhiata alla delibera della commissione nazionale del Pd che, sulla base della disciplina della campagna elettorale e sentito il tesoriere, ha stabilito che a ciascun candidato alla segreteria ( Bersani, Franceschini e Marino) spettino 5 collaboratori da scegliersi tra i dipendenti del partito e 50.000 euro a testa per propagandare la loro candidatura: 25.000 euro per le spedizioni di materiale cartaceo e di sms, altri 25.000 come contributo per attività dei singoli candidati.
Il tutto sia per il congresso che per le primarie, il resto dovranno trovarselo da soli.
Il regolamento prevede però un tetto massimo di 250.000 euro per le spese di ciascun candidato: in pratica ognuno dovrà cercarsi da solo altri 200.000 euro senza sforare quota 250.000.
Ma molti prevedono che si andrà ben oltre, fino a 500.000 euro a capoccia.
Peppino Calderola, ex direttore dell’Unità , dice infatti che “50.000 euro non bastano neanche per la campagna di un candidato al consiglio comunale di una media città , le spese sono tante, a cominciare dall’appoggio dei circoli”.
E i circoli che ti appoggiano, in cambio ti chiedono di pagare l’affitto della sede o i computer nuovi. Il che non depone molto a favore del “rinnovamento”, ma si chiamerebbe in altre sedi “voto di scambio”. Continua »
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Agosto 19th, 2009 Riccardo Fucile
PER ACCEDERE ALLO STADIO TRA POCO CI VORRA’ PURE L’ESAME DEL SANGUE, UNA POLITICA DA REGIME POLIZIESCO ….DICE ZAMPARINI: “SI TOGLIE LA LIBERTA’ A UN MILIONE DI PERSONE PERCHE’ SI E’ INCAPACI DI COLPIRE 100 FACINOROSI”… IL SOLITO SPOT RIDICOLO DI MARONI: IL MONDO ULTRA’ MERITA RISPETTO, LE RESPONSABILITA’ SONO INDIVIDUALI
E siamo riusciti a giocarci una bella fetta del tifo: Maroni ha colpito ancora, a
vanvera ovviamente, come sempre.
L’importante è far credere a chi allo stadio non va e non ci andrà mai che ora lo Stato garantisce la sicurezza, come se le norme previste dalla “tessera del tifoso” potranno un domani mai impedire fatti come quelli di Catania, dove fu ucciso l’agente Raciti.
Ma la mania di prendere impronte, schedare, segnalare, misurare tra poco anche le casse da morto e fare l’analisi del sangue, ha ormai preso campo ovunque: dagli ospedali allo stadio, tutti devono lasciare qualcosa. Peccato che spesso sia lo Stato a lasciare l’intelligenza.
Il mondo ultras è già mobilitato, manifesti a Roma campeggiano con la scritta “No alla tessera del tifoso” e il 5 settembre è prevista una manifestazione in piazza, così rompiamo le palle anche alla gente normale che vuole andare a lavorare o a passeggio.
Vediamo di cosa si tratta intanto.
Con l’inizio del campionato, tutte le società di A, di B e Lega pro dovranno garantire il rilascio della tessera del tifoso. Continua »
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Agosto 19th, 2009 Riccardo Fucile
LA LEGA NON E’ COLPITA DA COLPI DI SOLE, MANIFESTA SOLO IGNORANZA STORICA E DEMAGOGIA PER OTTENERE QUALCHE POLTRONA ALLE PROSSIME REGIONALI… BERLUSCONI SOTTO RICATTO CERCA DI TENERE A FRENO UNA BASE CHE NE HA LE SCATOLE PIENE DI UN ALLEATO IMPRESENTABILE
Lo storico Dino Cofrancesco ha scritto in questi giorni: “La storia che Bossi conosce in maniera diciamo approssimativa (forse è lui che dà ripetizioni al figlio) gli gioca qualche brutto tiro mancino. L’Inno di Mameli? E chi lo conosce? – si è chiesto a Pontida, suscitando gli applausi dei lumbard. Beh il suo amato Giuseppe Verdi lo conosceva così bene che nel 1846 lo inserì nel suo ‘Inno delle Nazioni’ assieme alla Marsigliese e al God Save the King. L’autore delle parole è quel Goffredo Mameli che nel marzo 1848 combattè sul Mincio contro gli austriaci e l’anno dopo morì a Roma in difesa della Repubblica”.
Conclude il prof. Cofrancesco “So bene che della genesi dell’Inno di Mameli come della bandiera tricolore a Bossi e ai suoi non gliene frega nulla: se potessero farebbero passare entrambi per merce d’importazione terronica”.
Ora è evidente che molti anni fa il “Va pensiero”, simbolo dell’italianità e dell’Unità d’Italia, era usato politicamente giusto dal Msi come colonna sonora dei comizi di Almirante, come ha ricordato Gasparri ( ogni tanto si ricorda qualcosa anche lui).
A quei tempi il buon Senatur e il suo zelante Maroni erano più abituati a intonare l’Internazionale alla Statale di Milano, coi loro amichetti del Movimento Studentesco, non essendo stati ancora folgorati sulla via di Pontida e della fonte inquinata del Po che fa brutti scherzi al sistema nervoso. Continua »
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