TESSERA DEL TIFOSO: UNA SCIOCCHEZZA PENALIZZARE TUTTI GLI ULTRAS
PER ACCEDERE ALLO STADIO TRA POCO CI VORRA’ PURE L’ESAME DEL SANGUE, UNA POLITICA DA REGIME POLIZIESCO ….DICE ZAMPARINI: “SI TOGLIE LA LIBERTA’ A UN MILIONE DI PERSONE PERCHE’ SI E’ INCAPACI DI COLPIRE 100 FACINOROSI”… IL SOLITO SPOT RIDICOLO DI MARONI: IL MONDO ULTRA’ MERITA RISPETTO, LE RESPONSABILITA’ SONO INDIVIDUALI
E siamo riusciti a giocarci una bella fetta del tifo: Maroni ha colpito ancora, a vanvera ovviamente, come sempre.
L’importante è far credere a chi allo stadio non va e non ci andrà mai che ora lo Stato garantisce la sicurezza, come se le norme previste dalla “tessera del tifoso” potranno un domani mai impedire fatti come quelli di Catania, dove fu ucciso l’agente Raciti.
Ma la mania di prendere impronte, schedare, segnalare, misurare tra poco anche le casse da morto e fare l’analisi del sangue, ha ormai preso campo ovunque: dagli ospedali allo stadio, tutti devono lasciare qualcosa. Peccato che spesso sia lo Stato a lasciare l’intelligenza.
Il mondo ultras è già mobilitato, manifesti a Roma campeggiano con la scritta “No alla tessera del tifoso” e il 5 settembre è prevista una manifestazione in piazza, così rompiamo le palle anche alla gente normale che vuole andare a lavorare o a passeggio.
Vediamo di cosa si tratta intanto.
Con l’inizio del campionato, tutte le società di A, di B e Lega pro dovranno garantire il rilascio della tessera del tifoso.
Entro il 31 dicembre in ciascun settore degli stadi con capienza superiore a 7.500 posti ci dovranno essere corsie preferenziali per i possessori della tessera. I controlli saranno concentrati sui tifosi senza tessera agli ingressi.
Dall’1 gennaio le società potranno vendere i biglietti riservati al settore ospiti esclusivamente ai possessori della tessera. Dalla stessa data le società potranno accettare la sottoscrizione di un abbonamento solo da chi è possessore della tessera.
La mancata attuazione di queste misure potrà portare alla chiusura dello stadio.
Questo l’editto di ferragosto di Maroni che non ha raccolto molti consensi nè tra le società nè tra le tifoserie.
Fermo restando che la sicurezza negli stadi va garantita e che siamo per una linea di totale fermezza, ritenendo che allo stadio possano e debbano tornare le famiglie per un momento di sport, la via seguita è ridicola.
E’ noto, infatti, che in tutte le questure esiste l’elenco dei facinorosi o violenti che si vogliano chiamare: sono poche centinaia di persone in tutta Italia, non identificabili a tutti i costi col mondo ultras che ha alla base altri valori.
Non a caso a Genova, pur in presenza di un’accesa rivalità , i tifosi delle due squadre cittadine vanno allo stadio insieme per il derby senza creare problemi, sfottò a parte.
Questione di educare al tifo sportivo, ma anche di isolare i potenziali violenti con una politica preventiva.
Gli incidenti poi avvengono ormai in prossimità degli stadi e non all’interno, magari a qualche centinaia di metri o durante il deflusso, quindi una “tessera del tifoso” in quei casi farebbe fresco, non serve a una mazza.
Condividiamo in pieno le parole del presidente del Palermo Maurizio Zamparini, che non è di sinistra, per capirci, anzi, e che è stato molto duro: ” Tutte le iniziative che vanno contro la libertà individuale sono da regime poliziesco: togliere la libertà a un milione di persone per controllarne cento fa ridere. Solo in tempo di guerra si fa il coprifuoco. Parlo a livello di libertà personale: non è possibile limitarla schedando milioni di persone per andare a colpire cento facinorosi. Uno Stato civile li colpisce lo stesso, senza bisogno di provvedimenti liberticidi. Io sono un uomo libero e mi rifiuto di dover andare in uno stadio fuori dalla mia città con una tessera che mi scheda perchè senza quella non posso entrare”.
Diciamo che è il solito fumo negli occhi per i gonzi: basterebbe neutralizzare chi allo stadio va con altri scopi e che, anche senza la “tessera del tifoso”, spaccherà lo stesso la testa a qualcuno a 200 metri dello stadio e nessuno saprà mai chi è stato.
Salvo poi sentire le giustificazioni patetiche tipo quelle di Alfano che si lamentava che il 40% dei detenuti nelle nostre carceri sono stranieri e che l’Europa dovrebbe pagarci dei nuovi istituti di pena: ma se anni fa gli stranieri erano anche il 60% del totale dei detenuti, che ci stai a fare Alfano al Ministero della Giustizia?
Sei capace a costruire qualche carcere in più o dobbiamo girare per l’Europa a fare la colletta? Se dobbiamo darci all’accattonaggio basta che ce lo dici, sempre che non sia vietato anche quello.
Questa sarebbe la politica del fare? O del fare solo chiacchiere? Come la tessera del tifoso insegna.
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