Ottobre 14th, 2018 Riccardo Fucile
“EPISODI DI INTOLLERANZA PERICOLOSI, A RISCHIO IL TESSUTO DELLA SOCIETA'”
“Varese è una città tollerante e accogliente e ho voluto incontrare il giovane che ha subito questo brutto episodio per mostrargli la mia vicinanza”: il sindaco di centrosinistra di Varese, Davide Galimberti, ha fatto visita sul luogo di lavoro a Emanuel, il 28enne cassiere di colore del supermercato Carrefour varesino che è stato aggredito da una cliente, la quale ha chiesto di essere servita da un bianco e poi gli ha scagliato addosso alcune lattine di birra.
“Questi gravi gesti nascono da una pericolosa confusione che la gente continua a fare tra due temi che vanno invece ben distinti: un conto è la questione dell’immigrazione e della sicurezza, che va gestita con rigore, e un altro è l’intolleranza che purtroppo nel nostro Paese si sta ultimamente manifestando anche nei confronti di persone integrate da tempo – continua Galimberti, che ha scelto proprio la cassa di Emanuel per pagare la sua spesa – Ho parlato con i dirigenti del supermarket e mi hanno confermato che il ragazzo è un gran lavoratore, una persona che vive in Italia da anni. Questo dimostra che la politica dell’accoglienza ha prodotto anche ottimi frutti”.
Secondo il primo cittadino di Varese, fatti come quello denunciato dal cassiere e dai suoi datori di lavoro – che ricorda l’episodio di razzismo subito dal medico Andi Nganso a Cantù lo scorso gennaio, quando una paziente si era rifiutata di farsi visitare da lui – sono pericolosi “perchè mettono a rischio il tessuto stesso della nostra società . Tutte le istituzioni dovrebbero unanimemente condannarli. Gli ultimi decenni di democrazia non devono a nessun costo farci dimenticare la storia passata del nostro Paese, per evitare di ritrovarci in quelle stesse situazioni. A questo proposito, invito chi fa demagogia su argomenti così delicati e importanti ad abbassare i toni”.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2018 Riccardo Fucile
CENA, CONCERTO E CONCORSO ARTISTICO: SUCCESSO DELLA MOBILITAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI CHE AIUTANO LE PERSONE IN DIFFICOLTA’
Scrittori e senza tetto insieme, per cacciare il freddo e la solitudine. Ieri, nella
centralissima piazza Santo Stefano a Milano, dietro la sede dell’università Statale, è andata in scena “La notte dei senza dimora”, evento organizzato da Terre di Mezzo editore.
Una giornata e una notte che hanno raggruppato associazioni che si occupano di persone in difficoltà , volontari e clochard che vivono in città . Cena, concerto, testimonianze di strada oltre a una notte passata a dormire all’aperto sul sagrato della chiesa che ha visto la partecipazione di normali cittadini.
Nel pomeriggio, finalissima di un concorso a premi inconsueto: sono state premiate le opere realizzate dai senza fissa dimora. Il “Premio Isacchi Samaja” ha tre sezioni, in totale 21 partecipanti: narrativa, arte figurativa e fotografia. Con una giuria d’eccezione, formata tra gli altri da Paolo Cognetti, premio Strega 2017, e Giorgio Fontana, Campiello 2014. Per i vincitori premi in servizi dai 100 ai 400 euro.
In piazza Santo Stefano sono arrivate le tante facce della “Milano solidale”.
Accanto al lavoro delle associazioni, ecco i cittadini, che hanno contribuito portando saponi, dentifrici, spazzolini, prodotti per l’igiene.
Il momento della cena, subito dopo la premiazione, è stata l’occasione per incrociare storie ed esperienze tra chi vive la vita di strada e chi aiuta. Davanti a un vassoio con pasta, zuppa, contorni e macedonia, c’è anche chi si è sfogato.
Come Marco, che non è riuscito a nascondere il vuoto della depressione che lo divora: «Ogni giorno mi sento senza una direzione, da quando ho perso la famiglia mi è crollato il mondo addosso e non riesco più a tirarmi su. Questi eventi mi aiutano certo, ma andare avanti è dura».
Dopo mangiato, un breve concerto con musica e balli. Tutta la sera i tendoni delle associazioni – da Caritas a Croce Rossa, da Fondazione Fratelli di San Francesco, a Sos Milano, dal Progetto Arca agli Avvocati di strada – sono rimasti aperti e a disposizione dei senza tetto.
E c’era ancora voglia di raccontarsi, prima di tirare giù i sacchi a pelo e condividere anche l’asfalto come materasso.
Carlos di anni ne ha 53, arrivato in Italia dal Venezuela in cerca di un modo per far vivere la sua famiglia, dorme alla Casa Jannacci e fa le consegne in bicicletta per mandare a casa qualche soldo. Sa che le persone in piazza con lui vengono da storie complicate, disperate e anche la sua non è da meno: «Ma giornate come questa ci ridanno un po’ di vita, o quasi».
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2018 Riccardo Fucile
ENNESIMO ATTO DI RAZZISMO, LA VITTIMA HA OTTO ANNI
Cento metri dividono la casa del professore dove va al doposcuola e lo studio professionale di sua madre: Antonio (il nome è di fantasia) li percorre ogni giorno da quando si è riaperta la scuola.
Un piccolo spazio di libertà e di autonomia fra il dovere dei compiti e l’abbraccio di sua madre. Eppure in quei cento metri, due giorni fa, è accaduto qualcosa che rischia di rubargli la spensieratezza dei suoi otto anni e mezzo: un gruppo di ragazzi poco più grandi lui lo hanno preso di mira e lo hanno coperto dalla cintola in su con la schiuma di una bomboletta spray.
È stata una ritorsione. Mentre tornava nello studio della madre, Antonio aveva notato il gruppetto di ragazzi che con quella bomboletta spray si divertiva a imbrattare le auto parcheggiate lungo la strada. Non ragazzi qualsiasi: Antonio li conosceva e per questo si sentiva in grado di metterli in guardia, di farli desistere.
Ma la reazione è stata diversa da quella che era, per lui, lecito aspettarsi. Anzi di più, perchè è diventata una bomba emotiva per come quei ragazzi che considerava amici lo hanno apostrofato in dialetto (siamo in un paese dell’hinterland di Bari): “Sei nero, ora ti facciamo diventare bianco”.
Antonio improvvisamente si è sentito diverso. Lui, figlio di genitori separati (la madre italiana, il padre ivoriano) e nato in Italia. A raccontarci la storia è la mamma: “È arrivato allo studio spaventatissimo, lo hanno rincorso dopo quella minaccia di farlo diventare bianco. Si è calmato dopo ore e tende a giustificarli”.
“‘Loro fanno così, mi hanno detto che bianco è meglio che nero’, mi ha detto ” – racconta Annamaria (anche questo nome di fantasia).
Così nasce il razzismo, ma Annamaria tende a non considerarlo un atto di bullismo. E proprio per questo non vuole denunciare l’aggressione, ma vuole ricevere aiuto. “Non ho fatto nulla, ho un’attività professionale e devo tutelare me e mio figlio. Volevo fare una sensibilizzazione attraverso i social, ma sappiamo che cosa accade con insulti e parolacce. Ho lasciato stare, meglio una sensibilizzazione”.
In passato si è verificato un altro episodio, ma questa volta è accaduto tra le mura scolastiche. È lei stessa a raccontarlo: “Mio figlio ha i capelli molto ricci. E in prima elementare questa sua particolarità induceva i suoi amichetti a tagliare i ciuffetti dei suoi capelli. Tornava a casa, spesso, con questi spazi vuoti in testa – dice Annamaria – Lui l’ha sempre preso come un gioco. Ma quando ho visto che la cosa diventava frequente, ne ho parlato con la maestra e la risposta che ho avuto è stata sconfortante: “Ne ha tanti di capelli, gli ricresceranno”. Allora ho capito che sarebbe stato meglio fargli cambiare scuola. E così è stato: a convincermi è stato mio figlio, che a un certo punto mi ha esplicitamente detto che non voleva più andare a scuola in quell’istituto. Così l’ho iscritto a un’altra scuola in un altro paese. Adesso va molto meglio “.
Tranne l’episodio dell’altra sera, che scaraventa lei e Antonio in quel tunnel che proprio bullismo non è. Annamaria non vuole crederci ancora: “Alla sua età mi fa domande quando in televisione vede le storie di migranti e le parole d’odio contro di loro. Nonostante con suo padre siamo separati, siamo riusciti a fare arrivare in Italia anche le sorelle, avute da un precedente matrimonio in Costa d’Avorio, con un ricongiungimento familiare. L’ho fatto volentieri perchè nel loro Paese non stavano affatto bene. Antonio è sempre molto felice di incontrarle, anche se ora non vivono più in Italia”.
Avrà bisogno anche di loro ora che, a otto anni e mezzo, ha scoperto come anche il peso leggero della schiuma di uno spray possa trasformarsi in macigno pesante che fa male.
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 14th, 2018 Riccardo Fucile
IMPONENTE RISPOSTA DOPO LA MARCIA NEONAZISTA DI CHEMNITZ DI POCHE SETTIMANE FA
Come risposta alla marcia neonazista che ha invaso Chemnitz poche settimane fa,
250.000 persone hanno manifestato oggi a Berlino contro il razzismo che sta pericolosamente rialzando a testa in Germania.
Tanti i gruppi a partecipare, tra cui quelli pro-immigrati, le associazioni lgbt e le organizzazioni mussulmane, che hanno sostenuto la protesta “Indivisibili” nel cuore della capitale tedesca con lo slogan: “solidarietà anzichè esclusione e democrazia per una società aperta e libera”.
Almeno 250.000 persone hanno preso parte alla manifestazione, tra cui il ministro degli Esteri, Heiko Mass
È un “grande segnale”, “la dimostrazione che la maggior parte delle persone nel nostro Paese è a sostegno della tolleranza e dell’apertura”, ha detto Mass.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2018 Riccardo Fucile
IL MINISTERO DEGLI INTERNI PREOCCUPATO PER LA RETE DI CONTATTI INTERNAZIONALI… ATTIVITA’ PRO ASSAD
Una notizia che dovrebbe allarmare le autorità italiane e che viene dalla polizia tedesca: neonazisti bavaresi stringono sempre più legami con altri estremisti di destra all’estero, sia in Italia che nell’Europa orientale e in Siria.
E’ quanto è stato affermato da una risposta del ministero regionale degli Interni a un’interrogazione
A inizio 2017 un funzionario del partito di estrema destra “Der III. Weg” (La terza via) si è recato ad esempio in Libano, dove ha incontrato un delegato del Partito Nazionalista Sociale Siriano.
Nel maggio del 2016 un attivista della sezione di Monaco di “Der III. Weg” si è recato, insieme ad altre persone provenienti da Belgio e Polonia, in Siria, dove ha condotto dei colloqui con rappresentanti del regime di Assad e dell’esercito siriano. Nell’organizzazione del viaggio è stata coinvolta anche l'”European Solidarity Front for Syria” (Esfs), una sigla a sostegno di Assad.
“Tra l’Esfs e il movimento italiano di estrema destra Casa Pound esiste uno stretto collegamento”, si legge nella risposta del ministero.
Nel testo è stata citata poi la presenza di alcuni estremisti di destra italiani a una marcia neonazista organizzata nel novembre del 2013 a Wunsiedel, in Baviera.
A febbraio di quest’anno, continua il documento, sono inoltre comparsi sul sito di “Der III. Weg” degli articoli relativi a un viaggio a Roma di alcuni attivisti, che sono stati ospitati in una casa occupata da Casa Pound.
(da Globalist)
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Ottobre 14th, 2018 Riccardo Fucile
LA MARCIA DELL’UGUAGLIANZA A LUBLINO, DUE AGENTI FERITI DALLA SASSAIOLA NEONAZISTA
La prima “Marcia dell’Uguaglianza” per i diritti Lgbt in Polonia si è svolta ieri a Lublino,
importante città univesitaria dove in 1500 hanno sfilato per le strade. Ma il Pride è stato interrotto da alcuni manifestanti nazisti e di estrema destra, che hanno cercato di bloccare il corteo.
Contro di loro è intervenuta la polizia, che ha disperso gli estremisti usando gas lacrimogeno e idranti, per poi permettere ai manifestanti di continuare a sfilare, vigilandoli con attenzione. Due agenti di polizia sono rimasti feriti dalla sassaiola scatenata dai nazisti.
La rabbia dei nazisti si è scatenata dopo che il divieto imposto alla marcia dal sindaco Krzysztof Zuk era stato revocato dalla Corte d’Appello di Lublino.
Zuk aveva giustificato il divieto sostenendo che la manifestazione poteva essere un rischio per la popolazione, dato il possibile rischio di scontri.
Ma in realtà , Zuk era stato spinto ad annullare il Pride non dall’annunciata contromanifestazione dell’estrema destra, ma da un video di PrzemysÅ‚aw Czarnek, presidente del voivodato -distretto- di Lublino, che aveva definito i partecipanti alla manifestazione come deviati, pervertiti e pedofili.
Ma la giudice Ewa Popek della Corte d’Appello ha dichiarato che “la libertà di espressione è essenziale per lo stato di diritto e fa da condizione per l’esistenza della società democratica”.
(da agenzie)
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