Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
DANIELA CANTAMESSA: “SALVINI SA COME E DOVE SONO SPARITI I SOLDI”
Una ex dipendente di alto livello della Lega, Daniela Cantamessa, storica ex segretaria di Umberto Bossi, ha accettato di parlare a volto scoperto per la prima volta in esclusiva a TPI dei 49 milioni della Lega svaniti nel nulla.
Come documenta una video-intervista, la donna racconta che, finchè c’era Bossi, le casse della Lega erano piene (circa 40 milioni di euro).
Quando arrivò Roberto Maroni le finanze del Carroccio furono letteralmente dilapidate in poco più di due anni.
Il tutto con l’assenso di Matteo Salvini, che non mosse un dito nonostante la stessa Cantamessa gli avesse espressamente chiesto spiegazioni su cosa stesse accadendo alla Lega, allarmata perchè le casse si stavano svuotando.
“Fino a quel giorno ero convinta che Salvini fosse uno di noi”, ricorda la donna. “Gli dissi ‘fai qualcosa che qui stanno sparendo tutti i soldi’. Lui mi ascoltò ma non si sbilanciò…”.
A partire dal 2012 buona parte delle attività contabili e amministrative — fino a quel momento gestite internamente al partito — furono esternalizzate con subappalti costosissimi a società terze spesso proposte dallo stesso Maroni.
I militanti ex dipendenti della Lega, come la donna che oggi ha deciso di vuotare il sacco parlando a TPI, furono licenziati o messi in cassa integrazione proprio in quegli anni della grande abbuffata maroniana.
(da “The Post Internazionale”)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
DI MAIO: “DOMANI DENUNCIO LA COSA IN PROCURA”… PD E FORZA ITALIA LO IRRIDONO: “LE MANINE LO PERSEGUITANO”… CHE SIA UNA MOSSA DOPO CHE E’ EMERSO IL COLPO DI SPUGNA SUL RICICLAGGIO?
“Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perchè non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato” sulla pace fiscale.
Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio durante la registrazione di Porta a Porta.
Secondo il numero uno pentastellato “nel testo che è arrivato al Quirinale c’è lo scudo fiscale per i capitali all’estero. E c’è la non punibilità per chi evade. Noi non scudiamo capitali di corrotti e di mafiosi. E non era questo il testo uscito dal Cdm”.
E ancora: “Io questo testo non lo firmo e non andrà al Parlamento. Questo è un condono scudo fiscale come quello che faceva Renzi io questo non lo faccio votare”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico precisa però di non avere sospetti sull’alleato leghista: “Non ho ragione di dubitare della Lega, ci siamo stretti la mano”.
Intanto però è già arrivata la smentita del Quirinale.
Secondo fonti del Colle infatti nessun testo approvato dal Cdm di lunedì scorso sarebbe giunto negli uffici del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Pronta la replica di Di Maio: “Ai miei uffici risulta che il testo sia andato. Se non è ancora arrivato al Quirinale allora basterà lo stralcio” della parte non condivisa “e non sarà nemmeno necessario riunire il Cdm”.
Ma a cosa si riferisce Di Maio?
In effetti, il condono si allarga fino a diventare ‘tombale’. Non solo Irpef, Irap e contributi previdenziali, ma anche Iva e attività detenute all’estero.
E visto che il tetto di 100.000 euro può essere applicato per ogni anno d’imposta, per un totale di 5 anni, e che riguarda ogni singola imposta, cioè 5, si arriva a un totale di 2,5 milioni di euro.
Nella bozza del decreto fiscale collegato alla manovra che sta circolando si legge che “l’integrazione degli imponibili è ammessa nel limite massimo di 100.000 euro per singola imposta e per periodo d’imposta”.
Sul maggior imponibile, si legge nella bozza, “si applica, senza sanzioni, interessi o altri oneri accessori un’imposta sostitutiva del 20% ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, dei contributi previdenziali, dell’imposta sul valore degli immobili all’estero, dell’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
In un’altro paragrafo si aggiunge anche l’Iva, su cui sarà applicata “l’aliquota media per l’imposta sul valore aggiunto, risultante dal rapporto tra l’imposta relativa alle operazioni imponibili, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume d’affari dichiarato, tenendo conto dell’esistenza di operazioni non soggette ad imposta ovvero soggette a regimi speciali. Nei casi in cui non è possibile determinare l’aliquota media, si applica l’aliquota ordinaria”.
Le opposizioni irridono Di Maio: “Le manine lo perseguitano”
“Le manine perseguitano Di Maio, dopo il decreto disoccupazione, ora anche sulla manovra. Si inventano i gialli, per coprire la porcata sul condono. Comiche a 5stelle”. Lo scrive su Twitter il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.
Sulla stessa linea anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: “Prima la ‘manina’ del Mef contro il #decretodignità , poi il decreto #Genova con i puntini al posto delle cifre, oggi addirittura il testo della #manovra ‘manipolato’ prima di arrivare @Quirinale. Sono vittime di un perenne complotto #ridicoli”.
Prima della dichiarazione di Di Maio in tv, erano emersi segnali di grave malumore nel Movimento. Con fonti parlamentari che facevano trapelare: “La pace fiscale sopra i 100mila euro non si può fare, non la faremo passare”.
Insomma, la questione della pace fiscale voluta fortemente dalla Lega – da sempre nota dolentissima per il Movimento – è diventata sempre più un caso con il passare delle ore.
La senatrice 5S Elena Fattori ha accusato: “L’accordo tra M5S e Lega sulla pace fiscale si può definire un condono. I condoni non erano nel programma del Movimento”.
Un malcontento, quello dei grillini sulla sanatoria, che si aggiunge al malessere su Tap, migranti, legittima difesa.
“Approvano un condono tombale per gli evasori. E ora cercano manine e nemici. Imbroglioni. Un grande paese come l’Italia non merita tutto questo”, scrive su twitter il segretario del Partito democratico Maurizio Martina. E Matteo Renzi, chiamato in causa da Di Maio: “È un uomo disperato. Vota a sua insaputa un condono, poi grida allo scandalo. Attacca me. Non capisce il senso dei testi che vota”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
TETTI PIU’ ALTI, SANATORIA ANCHE PER L’IVA, CANCELLATI REATI TRIBUTARI E LA DISCIPLINA DEL RICICLAGGIO DEL DENARO SPORCO
Il condono è sempre più ad alta intensità .
L’ultima bozza circolata del decreto, peraltro già approvato dal consiglio dei ministri, allarga le maglie della maxi sanatoria fiscale e contributiva: tetti più alti, possibilità di sanare anche l’Iva e, soprattutto, colpo di spugna su una serie di reati tributari e sulla disciplina del riciclaggio e dell’autoriciclaggio.
Tutto nell’articolo 9 del testo dedicato alla celebre “dichiarazione integrativa speciale”, la porta d’ingresso che, una volta varcata, porta al condono tombale.
Il rischio, almeno stando alle prime bozze circolate, è che il tetto di 100 mila euro massimo dell’imponibile che si può fare emergere nella misura del 30 per cento, non valga per l’intero pacchetto di imposte condonate, ma per ciascuna singola imposta con relativo effetto moltiplicativo.
Medesimo effetto anche dal passaggio dell’articolo 9 che specifica come il tetto di 100 mila sia inteso per ogni singolo anno d’imposta, visto che gli anni recuperabili potrebbero essere cinque, si arriverebbe ad un tetto complessivo di imponibile emerso pari a 500 mila euro. Su tutto si paga il 20 per cento invece del 43 per cento.
Imposta comunitaria è solitamente esclusa dai condoni, la sanatoria gialloverde invece la prevede: con l’accortezza di far pagare il 20 per cento, come per tutte le altre imposte se si riesce a determinare una media dell’imponibile evaso.
Altrimenti si paga l’aliquota ordinaria del 22 per cento: la soluzione permette comunque di sanare anche l’Iva e di evitare che chi fosse emerso per l’Irpef si trovasse un accertamento Iva.
L’elenco delle imposte che si potranno condonare entro il 31 maggio del 2019 sono le seguenti: “imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive delle imposte sui redditi, ritenute e contributi previdenziali, imposta sul valore degli immobili all’estero, imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero, imposta regionale sulle attività produttive e imposta sul valore aggiunto”.
Per chi partecipa alla dichiarazione integrativa si “esclude la punibilità delle condotte previste dagli articoli 648-bis e 648-ter del codice penale” commesse in relazione all’evasione.
Si tratta di due reati gravi come il riciclaggio e l’autoriciclaggio che prevedono pene da 2 a 8 anni. In particolare il reato di autoriciclaggio, introdotto recentemente nella normativa italiana, colpisce chi “avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa”
(da “Huffingtonpost”).
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
LA LEGA LO AVEVA PROMOZIONATO COME UN “VOLTO NUOVO DELLA POLITICA A NOLA”… LA FOTO CON IL DEPUTATO CAMPANO DELLA LEGA CANTALAMESSA
L’Italia del cambiamento? Un trafficante di droga entrato a far parte del “rinnovamento della classe politico-dirigente” della Lega in un paesino del nolano, area metropolitana di Napoli.
E’ un caso che imbarazza il partito di Salvini, l’arresto di Bartolomeo Falco, classe 65, un passato di centrista, tanta voglia di rimettersi in gioco e ripulire l’immagine.
Gli hanno rovinato il progetto la Procura di Napoli e i carabinieri di Santa Maria Capua Vetere.
Portato via all’alba, nell’ambito del blitz battezzato White Stone, omaggio alle intercettazioni in cui i capi si parlavano in codice. E ordinavano con modi spicci ai soci: “Portami una pietra bianca”.
Falco, per la Direzione distrettuale antimafia è un affiliato del gruppo specializzato nell’acquisto e vendita di cocaina.
Per gli inquirenti “acquista e vende ingenti quantitativi di cocaina”, soprattutto nella zona di Tufino, e ha contatti con vari spacciatori che la distribuiscono a loro volta.
Per la Lega era invece un nuovo acquisto, addirittura promozionato – come ricorda il sito on line il24.it – con una nota ufficiale, insieme ad altri nomi, come nuovo volto della politica nei territori del nolano, il comprensorio a nord di Napoli: era ormai ritenuto il referente della Lega a Comiziano, paesino di 2mila anime.
Una pessima sorpresa, quella cattura: un provvedimento su cui il partito del Ministro dell’Interno ha preferito non dire una parola fino ad oggi.
Ma adesso che esplode il caso, Gianluca Cantalamessa, segretario campano e deputato, prova ad arginare i danni. “Falco non ha mai avuto da noi alcuna nomina”, alza le mani con Repubblica.
Però proprio il nome di Falco e di altri, lo scorso giugno, venivano citati in un comunicato della Lega come nuovi referenti e raccontano in paese che Falco si comportava come il vostro segretario
“Alt. Non c’è mai stata alcuna nomina da parte mia, e d’altro canto sarebbe stata una competenza della segreteria provinciale , ma non lo dico per scaricare su nessuno sia chiaro – replica Cantalamessa – Non voglio negare che questa persona si fosse avvicinata, lui ed altri erano stati difatti citati in quella nota come persone che si erano fatte avanti.
Ma c’è una foto in cui lei, Cantalamessa compare col segretario provinciale Biagio Sequino e con Falco.
“Io conosco e riconosco solo Sequino. Onestamente, Falco non lo conosco e non ho mai avuto contatti diretti”.
Per il pm Luigi Landolfi che ha condotto l’inchiesta sul gruppo di trafficanti e spacciatori , e la gip Isabella Iaselli che ha emesso l’ordinanza di custodia in carcere, Falco era invece un “elemento pienamente inserito” nell’organizzazione criminale.
Il bersaglio degli inquirenti sono i due gruppi che lucrano sulla droga nelle aree interne del nolano, dell’avellinese e del casertano e sono in contatti con i gruppi più importanti di narcos del napoletano. Nel mirino i due capi: Vincenzo Di Palma e Vincenzo Papale, rispettivamente Pallone e ‘o Vikingo. detto u’Viking.
Un ruolo determinante era esercitato dalle donne, come Bruna Tiglio, compagna di Di Palma , molto operativa nelle zone di santa Maria Capua Vetere. Tra gli arrestati, anche famiglie già falcidiate dalle faide: come Giuseppe Pitirollo, la cui moglie, Adelaide Porzio, aveva già visto il marito Giuseppe ucciso dalla camorra nel 2003 ed il figlio, il 21enne Raffaele, ucciso con una coltellata, solo una settimana fa, dopo una lite in discoteca. Tra i referenti dei boss finiti in carcere c’è Biagio De Vattimo, con i quali è in strettissimo contatto il leghista Falco.
Era Di Palma, nelle intercettazioni, a usare più spesso l’espressione “pietra bianca”. Così la coca diventa il nome del blitz che, oltre a fermare un’organizzazione criminale, svela l’incauta – se non inquietante – campagna acquisti della Lega in alcune aree del Paese.
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
I VARI PASSI FORMALI CHE PORTERANNO ALLA BOCCIATURA E TRA DIECI GIORNI ARRIVERA’ IL GIUDIZIO DELLE AGENZIE DI RATING
La Commissione UE rigetterà la legge di bilancio italiana: il commissario al Bilancio Ue, Guenther Oettinger, lo dice apertamente allo Spiegel on line mentre il magazine aggiunge che una lettera del commissario Pierre Moscovici dovrebbe arrivare a Roma giovedì o venerdì.
La lettera con cui la Commissione europea intende avviare la consultazione con l’Italia per contestare formalmente la manovra dovrebbe essere inviata entro un paio di giorni.
Secondo quanto apprende l’AGI a Bruxelles, l’esecutivo comunitario dovrebbe chiedere “chiarimenti” al governo sulla deviazione rispetto agli impegni assunti dall’Italia.
Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, sarà a Roma domani e venerdì per incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco.
Prima di una eventuale bocciatura o di una eventuale richiesta di modifica della legge di bilancio — scrive invece oggi Le Monde — l’esecutivo comunitario dovrebbe chiedere in un primo tempo “spiegazioni supplementari” al governo guidato dal premier, Giuseppe Conte, attraverso una missiva ufficiale.
Per Le Monde il fatto non è tanto di sapere se ma quando quando questa lettera verrà inviata.
E cioe’ “prima” dell’arrivo domani e dopodomani, del commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, a Roma, “per lasciare ancora spazio al dialogo?” Oppure “subito dopo?”.
Secondo il giornale parigino, “tutto dipenderà dalle reazioni del premier, Giuseppe Conte, ma anche dai suoi omologhi nel summit odierno a Bruxelles, in quanto l’esecutivo comunitario spera “in un sostegno quasi unanime dei leader dell’Unione alla sua linea senza concessioni”. Quanto al presidente Emmanuel Macron, “non dovrebbe, almeno in teoria, “alzare i toni”.
Dopo l’invio della missiva, Bruxelles avrà una settimana di tempo per bocciare eventualmente la manovra italiana o chiedere una modifica.
Ma prima di compiere un tale passo, conclude Le Monde, l’esecutivo Ue “spera, senza dirlo” che siano i mercati a far “indietreggiare il governo Conte”.
L’idea che possano essere i mercati a costringere l’Italia a un dietrofront serpeggia anche in Italia, dove si guarda con paura al giudizio delle agenzie di rating sul debito, che potrebbe innestare un effetto domino sulle banche e sull’economia italiana, costringendo così i gialloverdi a un passo indietro prima del baratro.
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
L’EDITORIALE: “IL GOVERNO ITALIANO STA VIOLANDO I DIRITTI UMANI”
Dalle pagine del The Independent, Sean O’Grady si scaglia contro il sistema politico italiano e, in particolar modo, contro Matteo Salvini.
L’editoriale del sito britannico ha un titolo eloquente: “L’italia sta diventando un paese fascista, davanti ai nostri occhi”. Il principale argomento di discussione, da cui parte l’analisi politica del Paese, è uno degli ultimi provvedimenti del leader leghista, quello sui “negozietti etnici” che dovranno chiudere alle 21:00 perchè secondo il Ministro degli Interni: “Diventano ritrovo di spacciatori e di gente che fa casino”.
I lettori potrebbero ricordare il boicottaggio dei negozi e delle attività commerciali ebraiche perseguiti da Hitler negli anni ’30 e i vari coprifuoco imposti alle minoranze razziali dai tiranni nel corso della storia. Il bizzarro coprifuoco al dettaglio in Italia è solo l’ultimo di una serie di misure volte a trasformare l’intero paese in quello che potrebbe essere definito un “ambiente ostile” per rifugiati, richiedenti asilo e migranti.
Le manovre di Matteo Salvini, secondo l’Independent, oltre a creare un clima ostile, sono un vero e proprio “attacco ai diritti umani”.
Il sito britannico pone l’accento su quella che è la questione più spinosa per la storia recente italiana: il rapporto con il suo passato.
“.Spesso pensiamo che il fascismo sia un affare da cinegiornale, in bianco e nero, con leader deliranti che, in ridicole uniformi, vanno in giro per un tempo lontano. I fascisti di oggi sono piuttosto diversi, con le loro camicie a collo aperto e profili social. Eppure la filosofia è identica. C’è lo stesso disprezzo per la democrazia, oggi etichettata come “l’establishment”
Il denominatore comune è l’offesa nei confronti dei politici tradizionali, trattati come “falliti corrotti” alla stregua della propaganda anni ’20 e ’30. L’unica soluzione diventa il protezionismo, il libero scambio è frainteso e disprezzato. Le organizzazioni internazionali, come l’ONU e l’UE, sono attaccate per la loro “interferenza” negli affari interni
Il sito britannico cita il “censimento dei Rom” e il caso Domenico Lucano come esempi degli “attacchi ai diritti umani” messi in atto dal governo del Paese.
O’Grady non teme un’altra campagna d’Africa, ma il crollo dell’armonia europea.
In Polonia, in Ungheria, nella Repubblica Ceca, i razzisti gestiscono interi paesi. In posti come l’Austria e la Danimarca condividono il potere o vi sono vicini. In Francia il Fronte Nazionale si sta reinventando
Il problema, conclude O’Grady, è che Salvini non è solo. Ha amici, alleati e fotocopie in tutto il continente. Ecco perchè conta il folle coprifuoco imposto ai negozi etnici italiani
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DEL SURREALE INCONTRO CON IL PREMIER, LEZZI E CIOFFI
Squilla il telefono. Il sindaco di Melendugno, Marco Potì, seduto dietro la sua scrivania, dove si perde il conto di quanti fascicoli ci siano con su scritto “Tap”, risponde tra lo speranzoso e il rassegnato.
“Va bene – dice – mandatemi una pec e ci vediamo domani a Roma”. Il primo cittadino del Comune dove approderà il gasdotto Trans Adriatic, è stato convocato insieme ai tecnici per un nuovo incontro.
Dopo quello di lunedì sera con il premier Giuseppe Conte, questa volta l’appuntamento è al ministero dell’Ambiente, ma il ministro Costa non ci sarà e dal dicastero precisano che si tratta solo un incontro informale, dunque senza grandi speranze.
Il primo cittadino riattacca e sembra non sappia proprio cosa aspettarsi: “Boh, la riunione a Palazzo Chigi è stata surreale, speriamo che adesso vogliano davvero esaminare le carte che gli abbiamo mandato”.
Un fascicolo di 49 pagine, più gli allegati. “Ma forse – è il sospetto di chi ha quasi perso le speranze – i 5Stelle hanno solo bisogno di lavarsi la faccia perchè qui, in Salento, hanno tutta la base contro”.
I parlamentari grillini e il ministro del Sud Barbara Lezzi, che da queste parti hanno fatto il pieno di voti garantendo lo stop del Tap, stanno vivendo ore buie.
Dalle promesse elettorali sono passati alla realpolitik di chi governa con la Lega che le grandi opere invece le vuole. Dicono di aver scoperto l’esistenza di penali da pagare ben più alte di quelle che immaginavano ed è per questo che la strada per bloccare l’opera “è stretta” se non sbarrata. Parlano di venti miliardi che peserebbe sulle casse dello Stato.
“Ma com’è possibile? Ora racconto cosa è successo quella sera a palazzo Chigi”, dice il sindaco con al polso il bracciale ‘No Tap, nè qui nè altrove’.
“Intanto la relazione tecnico amministrativa sulle penali è stata fatta dal sottosegretario Andrea Cioffi del Movimento 5 Stelle, che appartiene all’associazione ‘Amici dell’Azerbaigian’ e noi sappiamo che l’Azerbaigian tiene tantissimo al Tap perchè la società di Stato, la Socar, è dentro il consorzio Tap e dentro il consorzio proprietario del gas.
Per cui il sottosegretario ha fatto questa relazione contestabile sia nel merito sia nell’attendibilità perchè lo stesso Cioffi ha detto che non aveva dati sufficienti a disposizione. Mi viene da pensare che i conti fossero influenzati da questi ‘amici'”.
Nel merito Potì fa riferimento alla Carta dell’energia.
Quando ci sono i contenziosi tra ditte e Stati si attiva un arbitrato internazionale e si discute.
“In vent’anni il 52% delle cause sono state vinte dalle ditte e il 48% dagli Stati. E sa quanti soldi in tutto hanno ricevuto le aziende? Tutte le aziende, intendo: 3 miliardi. E adesso vogliono farmi credere che l’Italia da sola dovrebbe pagare venti miliardi. È una fuga in avanti, fuori scala rispetto all’Europa”, sbotta il primo cittadino: “Il premier Conte ha tirato fuori le stesse argomentazioni di Renzi e sembrava quasi spazientito di avermi ricevuto una seconda volta”.
L’ufficio, con le bandiere No-Tap e gli stendardi delle manifestazioni contro il gasdotto, è un via vai di consiglieri e di sindaci del Salento, tutti in attesa di capire cosa succederà mentre la nave che dovrebbe riprendere i lavori davanti la spiaggia di Melendugno è ferma a Brindisi.
“Perchè non ricominciano i lavori dopo la pausa estiva? Perchè hanno bisogno di sapere che il governo è dalla loro parte. Hanno bisogno di essere protetti quando emergerà , come sosteniamo noi, che ci sono delle irregolarità “, è la teoria di Gianluca Maggiore, il capo dei No-Tap anche lui presente a Palazzo Chigi lunedì sera.
Di certo il Movimento 5 Stelle vuole scongiurare scene di protesta dei No-Tap, un tempo amici, molti dei quali anche elettori grillini che adesso però sono pronti a fare le barricate.
Infatti i cantieri Tap sono presidiati dalle Forze dell’ordine ventiquattro ore su ventiquattro. “Questo simpatico filo spinato è lo stesso che usano a Gaza”, dice ancora Maggiore indicando i due chilometri di recinzione rinforzata che delimitano il cantiere.
Poco più in là c’è un’area sotto sequestro: sarebbero stati espiantati 448 ulivi violando le regole. “Basterebbe questo per dimostrare che ci sono state irregolarità . Abbiamo consegnato anche questa documentazione al ministero dell’Ambiente insieme alla descrizione delle irregolarità che riguardano l’impatto sugli habitat marini, come la posidonia, alga protetta da normative europee, e sul territorio”, dice ancora il sindaco Potì, che chiede ai 5Stelle “un po’ di coraggio politico. Andiamo all’arbitrato”, dice.
E poi ancora, mentre ricorda i comizi di Beppe Grillo, Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista, torna a chiedere “coraggio.
Qualcuno tra i 5Stelle vede, anche tra i vertici, vorrebbe far credere che il sì del Movimento alla Tap abbia come contropartita l’Alta velocità Torino-Lione.
Ma nel l’analisi dei costi benefici che si sta facendo sulla Tav, i grillini riusciranno al massimo ad ottenere dalla Lega una diminuzione delle cubature.
Intanto gli occhi sono puntati sulla Tap, in un territorio dove i 5Stelle hanno ottenuto il 65% dei voti. Le 24-36 ore, annunciate da Barbara Lezzi per esaminare la regolarità dell’opera e prendere quindi la decisione di bloccare o meno il Tap, non sono state sufficienti.
Ma il timore a Melendugno, dove su ogni portone e in tutti i bar ci sono gli adesivi No-Tap, è che il nuovo incontro di domani serva solo a far mandare giù il boccone amaro. E la delusione.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
MOLTI SENATORI GRILLINI PREMONO PER UN VIA LIBERA
Il MoVimento 5 Stelle è al governo, ed è notoriamente un governo del cambiamento. Ma dove sta scritto che questo cambiamento non debba coinvolgere anche lo stesso M5S? Non si tratta di speculazioni giornalistiche.
Qualche giorno fa Massimo Bugani, consigliere comunale a Bologna (al secondo mandato) socio di Rousseau e vicecapo della segreteria personale del presidente del Consiglio Conte ha dichiarato che alle prossime amministrative il partito di Grillo potrebbe allearsi con le liste civiche.
Sì, proprio quelle “accozzaglie” che il M5S ha sempre attaccato quando ha perso le elezioni (dicendo che siccome si presentava da solo le aveva vinte).
C’è poi una seconda importante riflessione.
La questione qui è quella sulla quale a quanto pare si si interrogano alcuni senatori pentastellati che chiedono che «ai fini del computo dei due mandati non vengano considerati quelli eventualmente svolti come consigliere comunale, soprattutto se di opposizione, così distinguendo tra mandato amministrativo e mandato legislativo».
A chiederlo su Facebook è il senatore Emanuele Dessì, famoso per essere finito nella lista degli impresentabili e che guardacaso ha già svolto un mandato da consigliere comunale (di opposizione) al comune di Frascati.
Come è noto una delle regole più importanti del MoVimento 5 Stelle è quella che riguarda il limite dei due mandati. Una regola che è stata più volte messa in discussione ma che nessuno fin’ora ha pensato di modificare anche perchè i pentastellati ricordano ancora le parole di Gianroberto Casaleggio che disse «ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli».
Dopo quasi dieci anni di vita però nel partito fondato da Grillo sono molti gli eletti al secondo mandato che alla prossima tornata elettorale dovranno tornare — novelli Cincinnato — a coltivare il proprio orticello.
Il regolamento e lo statuto del M5S parlano di “due mandati elettivi”
Secondo Dessì però alcuni senatori ritengono che sia necessario distinguere tra mandato legislativo e mandato amministrativo (soprattutto se svolto all’opposizione). La deroga proposta sembrerebbe valida solo per quei portavoce che hanno fatto il “salto di qualità ” e che dalle aule dei consigli comunali e regionali sono passati in Parlamento.
In questo senso quindi personaggi politici come Virginia Raggi continuerebbero a dover sottostare al limite del doppio mandato anche se il primo è stato svolto all’opposizione.
Viceversa chi ha svolto un mandato da consigliere d’opposizione (ma non solo) e ora si trova alla Camera o al Senato vedrebbe azzerare il mandato precedente e avrebbe a disposizione due legislature parlamentari invece che una.
La distinzione tra mandato amministrativo e mandato legislativo pare pretestuosa visto che nello Statuto del M5S si parla espressamente di divieto a presentare la candidatura qualora siano già stati esperiti “due mandati elettivi”.
Lo Statuto rimanda però ad un apposito Regolamento per la definizione del concetto di mandato elettivo.
Nel regolamento per le parlamentarie 2018 (che riguarda sia i parlamentari candidati al plurinominale che all’uninominale) invece al punto g dell’articolo 6 (e al punto g dell’articolo 2 relativamente ai collegi uninominali) è scritto che il candidato «non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura». In poche parole: un mandato elettivo è un mandato elettivo, dovunque questo venga svolto.
Quando Fabio Fucci chiese di abolire la regola dei due mandati e venne sfiduciato dalla sua maggioranza
C’è ovviamente la possibilità di modificare il Regolamento; il comma b dell’articolo 9 dello Statuto che prevede che il Comitato di Garanzia possa proporre al Capo Politico eventuali modifiche al regolamento.
Ma anche in quel caso le modifiche — per venire incontro alle richieste dei senatori pentastellati — dovrebbero essere retroattive. Cosa che complicherebbe le cose perchè sarebbe come dichiarare che alcuni portavoce “contano” più di altri.
Non è certo la prima volta che qualcuno mette in discussione la regola più sacra del MoVimento. Già dopo le elezioni di marzo quando sembrava impossibile dare vita ad un governo che durasse un’intera legislatura c’è stato chi aveva avanzato l’ipotesi di intendere la regola dei due mandati come “due mandati pieni” in modo da tutelare (e tenere in riga) gli eletti della XVIII legislatura.
A dire il vero ci fu anche chi propose di distinguere tra un mandato svolto all’opposizione e un mandato “di governo”. A farlo fu l’ex sindaco pentastellato di Pomezia Fabio Fucci (proprio alla scadenza del suo secondo mandato elettivo) che chiese di abolire la regola perchè mal si conciliava con il buon governo
All’epoca però Di Maio ribadì che il limite dei due mandati non si doveva toccare. Fucci uscì dal MoVimento e decide di correre per conto proprio, con una lista civica, non dopo aver rivelato che gli era stato offerto «l’incarico di capo di gabinetto di un importante ente pubblico fuori Pomezia quando dovessi terminare l’esperienza da sindaco, per rimanere nel M5S».
Ma al di là di questi episodi sono proprio i commentatori del post di Dessì a non gradire la proposta di abrogare la regola del doppio mandato elettivo facendo notare che sia il ruolo di parlamentare che quello di consigliere comunale sono incarichi elettivi e che non c’è alcuna differenza ai fini del regolamento.
Rimane un dubbio: perchè proprio ora che per il governo del Popolo sta andando tutto bene (se si escludono le promesse rimangiate su Tav, Tap, Ilva e condono fiscale) i senatori del M5S si mettono in testa di chiedere l’abrogazione della regola dei due mandati con una deroga per i parlamentari?
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 17th, 2018 Riccardo Fucile
“IL TEMPO TI DARA’ RAGIONE, TI HANNO TRATTATO COME FOSSI UNO CHE RUBATO 49 MILIONI ALLO STATO”
“Sei stato scomodo Mimmo perchè hai il volto della Calabria giusta, nuova, libera e felice”.
Beppe Fiorello ha dedicato su Facebook un post a Domenico Lucano.
L’attore, che già dopo l’arresto aveva preso apertamente posizione per difendere il sindaco di Riace, ore che è stato disposto il divieto di dimora, torna a utilizzare i social per testimoniare la sua solidarietà .
Fiorello non ha dubbi, “il tempo ti darà ragione, hai regalato un sogno al mondo e presto lo faremo vedere a tutti, io ti conoscono come pochi al mondo, io ho visto con i miei occhi una favola moderna che dava speranza, io so come tutti coloro che ti hanno voluto annientare che tu vivi per gli altri, tutti sanno che non hai mai toccato un centesimo per arricchimento personale, hai commesso l’errore di non volerti tutelare ma di agire con il cuore senza perder tempo dietro alle lentezze burocratiche, hai commesso l’errore della buona fede, hai commesso l’errore di non aver rispettato la legge, ecco questo è il punto cruciale in cui molti si sono improvvisamente trasformati in integerrimi accusatori”.
“Molti giornalisti che per anni hanno difeso a viso aperto i corrotti, politici che hanno conosciuto e collaborato spalla a spalla con i peggiori evasori e truffatori dello Stato”, ha continuato, “Ti hanno isolato e fatto fuori come fossi il peggiore dei mafiosi, come fossi uno di quelli che ha rubato 49milioni di euro allo Stato, come fossi stato un evasore, come fossi stato un sindaco che separa bambini di colore da quelli Italiani nella mensa di una scuola italiana, come fossi uno di quei politici che hanno trattato con la mafia negli anni di fuoco in cui furono uccisi Falcone e Borsellino, ecco tutti questi amico mio sono liberi, liberi di tornare a casa e vivere insieme a noi onesti”.
(da agenzie)
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