ARRESTATO ESPONENTE DELLA LEGA PER TRAFFICO DI DROGA
LA LEGA LO AVEVA PROMOZIONATO COME UN “VOLTO NUOVO DELLA POLITICA A NOLA”… LA FOTO CON IL DEPUTATO CAMPANO DELLA LEGA CANTALAMESSA
L’Italia del cambiamento? Un trafficante di droga entrato a far parte del “rinnovamento della classe politico-dirigente” della Lega in un paesino del nolano, area metropolitana di Napoli.
E’ un caso che imbarazza il partito di Salvini, l’arresto di Bartolomeo Falco, classe 65, un passato di centrista, tanta voglia di rimettersi in gioco e ripulire l’immagine.
Gli hanno rovinato il progetto la Procura di Napoli e i carabinieri di Santa Maria Capua Vetere.
Portato via all’alba, nell’ambito del blitz battezzato White Stone, omaggio alle intercettazioni in cui i capi si parlavano in codice. E ordinavano con modi spicci ai soci: “Portami una pietra bianca”.
Falco, per la Direzione distrettuale antimafia è un affiliato del gruppo specializzato nell’acquisto e vendita di cocaina.
Per gli inquirenti “acquista e vende ingenti quantitativi di cocaina”, soprattutto nella zona di Tufino, e ha contatti con vari spacciatori che la distribuiscono a loro volta.
Per la Lega era invece un nuovo acquisto, addirittura promozionato – come ricorda il sito on line il24.it – con una nota ufficiale, insieme ad altri nomi, come nuovo volto della politica nei territori del nolano, il comprensorio a nord di Napoli: era ormai ritenuto il referente della Lega a Comiziano, paesino di 2mila anime.
Una pessima sorpresa, quella cattura: un provvedimento su cui il partito del Ministro dell’Interno ha preferito non dire una parola fino ad oggi.
Ma adesso che esplode il caso, Gianluca Cantalamessa, segretario campano e deputato, prova ad arginare i danni. “Falco non ha mai avuto da noi alcuna nomina”, alza le mani con Repubblica.
Però proprio il nome di Falco e di altri, lo scorso giugno, venivano citati in un comunicato della Lega come nuovi referenti e raccontano in paese che Falco si comportava come il vostro segretario
“Alt. Non c’è mai stata alcuna nomina da parte mia, e d’altro canto sarebbe stata una competenza della segreteria provinciale , ma non lo dico per scaricare su nessuno sia chiaro – replica Cantalamessa – Non voglio negare che questa persona si fosse avvicinata, lui ed altri erano stati difatti citati in quella nota come persone che si erano fatte avanti.
Ma c’è una foto in cui lei, Cantalamessa compare col segretario provinciale Biagio Sequino e con Falco.
“Io conosco e riconosco solo Sequino. Onestamente, Falco non lo conosco e non ho mai avuto contatti diretti”.
Per il pm Luigi Landolfi che ha condotto l’inchiesta sul gruppo di trafficanti e spacciatori , e la gip Isabella Iaselli che ha emesso l’ordinanza di custodia in carcere, Falco era invece un “elemento pienamente inserito” nell’organizzazione criminale.
Il bersaglio degli inquirenti sono i due gruppi che lucrano sulla droga nelle aree interne del nolano, dell’avellinese e del casertano e sono in contatti con i gruppi più importanti di narcos del napoletano. Nel mirino i due capi: Vincenzo Di Palma e Vincenzo Papale, rispettivamente Pallone e ‘o Vikingo. detto u’Viking.
Un ruolo determinante era esercitato dalle donne, come Bruna Tiglio, compagna di Di Palma , molto operativa nelle zone di santa Maria Capua Vetere. Tra gli arrestati, anche famiglie già falcidiate dalle faide: come Giuseppe Pitirollo, la cui moglie, Adelaide Porzio, aveva già visto il marito Giuseppe ucciso dalla camorra nel 2003 ed il figlio, il 21enne Raffaele, ucciso con una coltellata, solo una settimana fa, dopo una lite in discoteca. Tra i referenti dei boss finiti in carcere c’è Biagio De Vattimo, con i quali è in strettissimo contatto il leghista Falco.
Era Di Palma, nelle intercettazioni, a usare più spesso l’espressione “pietra bianca”. Così la coca diventa il nome del blitz che, oltre a fermare un’organizzazione criminale, svela l’incauta – se non inquietante – campagna acquisti della Lega in alcune aree del Paese.
(da agenzie)
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