Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
NELLA CONFERENZA STAMPA IL GOVERNO AMMETTE LE DUE MISURE VOLUTE DALLA LEGA E ACCETTATE DAL PARTITO DEGLI HONESTI
Quando scatta la domanda “ma allora c’è la possibilità di dichiarare il nero?” Giuseppe Conte ci gira attorno ma Matteo Salvini annuisce soddisfatto.
E quando viene chiesto “ma allora il massimo condonabile arriva a 500mila euro?” Luigi Di Maio annuisce a fatica, alza gli occhi al cielo come per pensarci su, per poi quasi sussurrare il suo sì.
Sta qui il cuore di un lunghissimo sabato di passione per la maggioranza di governo. Convogliatasi a Palazzo Chigi per risolvere l’affaire decreto fiscale.
E conclusa con quello che al massimo può essere definito un armistizio.
Una fonte presente a palazzo nelle concitate ore pre e post Consiglio dei ministri spiega: “È tutt’altro che una pace fatta. Diciamo che ci hanno messo una pezza”. Al punto che non è affatto escluso che domenica si tenga un altro vertice tutto politico tra i due leader.
Il buco da tappare nell’immediato è quello del decreto fiscale. Il capo politico 5 stelle deve cedere sul testo ideale che si era immaginato appena lunedì scorso. Ma sostanzialmente incassa una vittoria.
Via lo scudo penale per chi evade, via la possibilità di far rientrare capitali dall’estero. Ottiene lo scalpo da sventolare a Italia 5 stelle, la festa del Movimento che si sta svolgendo in linea d’aria appena a un chilometro dall’ufficio del presidente del Consiglio.
Il segretario della Lega ha mostrato per tutta la giornata i muscoli. Fin dalla mattina. “Non c’è nessun bisogno di fare vertici politici”, ha ribadito in pubblico. “Noi facciamo un passo indietro, ma dovranno pagare un prezzo salato”, il ragionamento fatto i suoi.
Ma che la volontà fosse quella di chiudere senza drammatizzare la situazione portandola sull’orlo della rottura lo si è capito
A Palazzo Chigi prima delle 11 ci sono già Di Maio e Laura Castelli, parlano con Giuseppe Conte e Giovanni Tria, convenuti anche loro per far quadrare il cerchio. Salvini passa a casa, si cambia. Arriva con tutta calma verso le 12.30. A chi lo accoglie con la battuta “amici ritrovati?” Risponde a tono: “Non ci siamo mai persi”. Si riunisce con i suoi, e solo alle 14 si chiude in conclave con l’altro vicepremier e il presidente del Consiglio.
Fuori gli staff si mescolano in armonia per pranzare, dentro la situazione è tesa. Perchè il confronto sulle franchigie è serrato. E perchè il leader del Carroccio allarga il campo. “Luigi, io sono disposto a venirti incontro, ma tu devi venire incontro a me”. Il leader 5 stelle apre, ma senza offrire certezze, sul decreto sicurezza: “Non ho visto gli emendamenti dei miei, parliamone”.
I 5 stelle sarebbero disposti a ritirare la norma sull’Rcauto che tanto ha fatto arrabbiare le camicie verdi. Mentre un punto di caduta sul condono per il post-terremoto a Ischia ancora non ci sarebbe.
Un cantiere aperto in un clima elettrico, nel quale tutti guardano con sospetto quei famosi tecnici, che per un giorno non sono nell’occhio del ciclone, ma vi torneranno presto.
Al vertice si unisce Giorgetti, il principale indiziato della manina secondo i 5 stelle. Significativa l’assenza di Tria, nonostante qualunque tipo di accordo incida in qualche misura le coperture della manovra.
Alla fine la quadra. C’è il saldo e lo stralcio per chi ha effettuato le dichiarazioni dei redditi ma non ha saldarto il dovuto. C’è il condono tombale delle piccole cartelle sotto i 1000 euro. Sparisce lo scudo per capitali esteri. E sparisce qualsiasi salvacondotto penale a coprire presunti riciclatori di denaro.
Rimane però la possibilità di un rientro dal nero. Sui i cui tetti la discussione è stata aspra.
Alla fine il punto di caduta è quello che Conte chiama con indulgenza “piccolo ravvedimento operoso”. Si potrà effettuare una dichiarazione integrativa fino al 30% del non dichiarato sul totale dell’imponibile per un massimo di 100mila euro per anno per gli ultimi 5 anni (totale 500.000 euro)
Compromesso che fa stringere i denti a Di Maio (che però incassa lo stralcio di scudo estero e penale, oltre all’abbassamento delle soglie rispetto alla bozza corrotta dalla “manina”) come a Salvini.
E fa sorridere Conte, vero protagonista della conferenza stampa post Cdm. È stata proprio la sua forzatura nel convocare il Consiglio dei ministri a sbloccare la situazione, e si gode la giornata.
Certo, solo una battaglia vinta, perchè complessivamente lo scontro fra gli alleati è tutt’altro che risolto, al punto che le loro strade potrebbero tornare a incrociarsi a meno di 24 ore di distanza. E su cui incombe come una spada di Damocle lunedì.
Con una lettera di risposta alla bocciatura di Bruxelles da mandare. E con una botta da spread e mercati da assorbire.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
RIMANE IL RAPPORTO DEFICIT-PIL AL 2,4% : FINCHE’ MORTE NON LI SEPARI
Lega e Movimento Cinque Stelle hanno trovato l’accordo per sopravvivere sulle modifiche al decreto fiscale.
Dal testo saranno cancellati lo scudo fiscale e il condono penale per il rientro dei capitali all’estero. Resta invece il rapporto deficit-pil al 2,4%.
L’annuncio è stato dato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dai vicepresidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini in una conferenza stampa dopo una riunione del Consiglio durata circa due ore.
Occasione colta al balzo per Salvini e Di Maio per tentare di rassicurare i mercati: “Non c’è e non ci sarà nessun proposito di uscire dall’Unione europea o dal sistema della moneta unica”
“”Finchè resterò capo politico del M5S e finchè ci sarà questo governo non c’è nessuna volontà di lasciare Ue o la zona euro, c’è la volontà di sedersi con le istituzioni Ue”, conferma il capo dei grillini.
Salvini, Di Maio e Conte hanno anche escluso anche che ci sia un’ipotesi di introdurre una patrimoniale per sanare i conti pubblici. E, anche in questo caso all’unisono con Di Maio, il ministro dell’Interno ha detto una pietosa bugia: “nessuno di noi aveva intenzione di scudare, regalare. Ci sarà il saldo e lo stralcio delle cartelle di Equitalia che era quello su cui ci eravamo impegnati non solo eliminando sanzioni e interessi ma anche intervenendo sul capitale. Si chiuderà il contenzioso scontando l’ammontare complessivo”.
Di fatto lo scandaloso condono fiscale agli evasori rimane.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
IL CASO DEI TRE MIGRANTI DEL CLAVIERE, LA REPLICA DELLA FRANCIA NON SMENTITA DALLA POLIZIA DI BARDONECCHIA E LE BUFALE DI SALVINI
Il video postato ieri da Matteo Salvini sui migranti lasciati alla frontiera italo-francese “mostra una procedura di non ammissione alla frontiera del tutto conforme alla prassi concordata tra la polizia francese e la polizia italiana, nonchè al diritto europeo”.
E’ quanto scritto in un comunicato della Prefettura della regione francese delle Hautes-Alpes.
Si legge, quindi: i tre migranti lasciati “sulla linea esatta di demarcazione della frontiera franco-italiana sulla strada statale Rn 94”, come si vede nel video postato da Matteo Salvini, “erano stati controllati al punto di attraversamento autorizzato di Monginevro, 500 metri più lontano sulla Rn 94. Provenienti direttamente dall’Italia e sprovvisti di documenti di viaggio, si sono visti notificare il rifiuto di ingresso sul territorio francese. Conformemente alla procedura, il commissariato di Bardonecchia è stato immediatamente informato”.
“Contrariamente a quanto accade su altri segmenti della frontiera franco-italiana”, aggiunge la nota, “la polizia italiana non ha la capacità di prendere in carico le persone non ammesse in territorio francese per cui le forze di sicurezza francesi riconducono queste persone fino al punto visibile sul video, che è l’unica posizione sicura in prossimità immediata della linea di demarcazione della frontiera. I poliziotti francesi controllano sistematicamente che i non ammessi prendano il passaggio protetto che li conduce verso la località situata dal lato italiano”.
Nel pomeriggio è arrivata la riposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Questa: “Non c’è alcun accordo bilaterale Italia-Francia, scritto e ufficiale, che consenta questo tipo di operazioni. Se Parigi parla di prassi ne deve rispondere il governo precedente. L’ennesimo abuso transalpino, che ha approfittato anche della buonafede della nostra polizia, avrà conseguenze: per nostra iniziativa a Claviere sono già state inviate delle auto di pattuglia per controllare e presidiare il confine”.
Salvini finge di non sapere:
1) che non è necessario alcun accordo bilaterale, in quanto il respingimento nel primo Paese di approdo è stabilito dal trattato di Dublino
2) La prassi è reciproca per tutti i Paesi di confine
3) Da quando Salvini è ministro sono migliaia i casi di immigrati che hanno tentato di raggiungere la Francia e che ci sono stati riportati indietro, con il consenso delle autorità di polizia italiane
4) Se gli duole il dente con Macron, Salvini trovi migliori argomenti di polemica, almeno evita figure barbine
5) Invece di presidiare il confine pensi a identificare e denunciare le migliaia di delinquenti razzisti che istigano all’odio sui social, è pagato dagli italiani per quello.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
IL TRIBUNALE DEI MINISTRI STABILISCE CHE NELLA PRIMA FASE NON VI FU REATO, INFATTI AVVENNE DOPO CHE LA NAVE FECE ROTTA SU CATANIA E FU IMPEDITO PER 5 GIORNI LO SBARCO DEI PROFUGHI
Nella prima fase della vicenda Diciotti, quando la nave con 190 migranti a bordo non aveva ancora fatto rotta sul porto di Catania e il no allo sbarco non era stato pronunciato da Salvini, “nessun reato fu commesso”. Anzi, venne “tutelato l’interesse nazionale”.
E’ quanto scrive il tribunale dei ministri di Palermo, che ha trasmesso la pratica alla procura del capoluogo siciliano: di lì gli atti sono stati inviati ai pm etnei.
Il collegio palermitano, in una relazione di 60 pagine, si sofferma solo su quanto accadde dal 15 al 20 agosto, da quando la “Diciotti” prese a bordo i migranti al largo della Libia a quando ne fece sbarcare 13 – ammalati – a Lampedusa.
In quei giorni, scrive il tribunale dei ministri, nessuno intimò un divieto alla sbarco nè fu negata l’autorizzazione all’approdo.
Anzi, secondo i magistrati, fu “meritorio” il lavoro della Guardia Costiera – che dipende dal ministero delle Infrastrutture – che si spese per indurre Malta a rispettare gli accordi internazionali e accogliere i profughi.
Non c’è un’archiviazione ma la palla passa ora ai pm catanesi che dovranno decidere loro sull’aspetto anche politicamente più importante, dovranno stabilire se è fondata l’ipotesi di sequestro di persona a carico del ministro dell’Interno Matteo Salvini: la “Diciotti” rimase cinque giorni nel porto di Catania senza che il Viminale autorizzasse lo sbarco.
La posizione del leader della Lega, insomma, resta in sospeso.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
ALLA FESTA DEL CINEMA IL GRANDE REGISTA NON HA PELI SULLA LINGUA: “CHIAMATELO CON IL SUO NOME, BASTA ESSERE GENTILI”
“Salvini ? Un razzista e un bigotto. Dovete smetterla di essere gentili con lui e chiamarlo col suo nome. Non gli piacciono i matrimoni gay ? Gli consiglio di non sposarsi con uno del suo sesso e di lasciare liberi gli altri. Pensi agli affari suoi”.
Scandito da applausi scroscianti- platea giovanissima- l’incontro ufficiale di Michael Moore col pubblico della Festa del Cinema di Roma ha fatto il pienone.
Incita i ragazzi del pubblico, come i loro coetanei Usa, a candidarsi in politica- lui lo ha fatto a 18 anni – “perchè siete molto più intelligenti di chi ci guida”.
“Sono in Italia da 5 giorni e ho visto molta tv italiana- dice – qui da voi la gente sembra divertirsi con Salvini e Di Maio. Non c’è niente di divertente. E’ colpa di una sinistra che lo ha permesso. I vostri liberal, come i nostri, si sforzano di essere non troppo socialisti, non troppo di sinistra, praticamente la linea è ‘non sappiamo bene cosa siamo, però votateci!'”
L’escalation di Berlusconi prima e Salvini poi in Italia si spiega, per Moore, come il trionfo ” a sorpresa” di Trump.
“Mi dicevano: la gente è troppo intelligente per votarlo. La gente NON E’ troppo intelligente, se vieni da tre decenni in cui hai raso al suolo le scuole, se fai pagare 150 mila dollari per una laurea, se chiudi le biblioteche e consenti la concentrazione proprietaria dei media. Così si rincretinisce una Nazione, e si sfrutta l’ignoranza per governare”.
I molti errori di Obama, scintilla di tante speranze – errori che per Michael Moore hanno favorito l’avvento di Trump – dovrebbero essere di monito anche ai nostri ‘liberal’: “Se abbandonano i loro valori la gente li abbandona, non li rispetta più”.
Ricorda una sinistra italiana che nel 1990, al suo primo sbarco nel nostro Paese, portava in piazza un milione di persone contro la guerra in Iraq: “La vostra sinistra deve decidere cosa vuole essere, perchè nelle democrazie non esiste un sistema di autocorrezione automatica, come nelle automobili. Il fascismo del 21° secolo si presenterà con una faccia sorridente e uno show televisivo”.
Aggiungo una personalissima testimonianza. Ho intervistato la prima volta Michael Moore venticinque anni fa, quando era un documentarista scalcinato, sovrappeso e occhialuto, un Nessuno irricevibile per i nostri Tg.
Ma per me, che a un Tg lavoravo, una forza della natura. Non è cambiato di una virgola, in pubblico come in privato. Non conosco un complimento migliore.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
ASCOLTATA DAI GIUDICE: “IL RUOLO DI MARRA ERA ATTIVO E SOSTANZIALE, NON ERA UN PASSACARTE, INFLUIVA SUGLI INCARICHI DEI DIRIGENTI”
La funzionaria della sezione anticorruzione della squadra mobile capitolina Maurizia Quattrone è stata ascoltata ieri davanti al giudice che si occupa del caso di Virginia Raggi e dell’accusa di falso nella vicenda della nomina di Renato Marra a capo dell’ufficio turismo e del ruolo di suo fratello Raffaele.
Il ruolo di Raffaele Marra, ex numero uno del personale del Campidoglio, nella nomina del fratello Renato a capo dell’Ufficio Turismo fu «attivo e sostanziale, non solo compilativo, non ha svolto un ruolo di mero passacarte», ha detto la Quattrone davanti ai giudici.
Rispondendo alle domande del pubblico ministero Francesco Dall’Olio, la dirigente di polizia ha ricostruito le varie fasi dell’interpello svolto tra l’ottobre e il novembre di due anni fa e che ha portato al varo della nuova macrostruttura del Campidoglio con le nomine di oltre 100 dirigenti.
Tra questi, appunto, il fratello del capo delle Risorse Umane del Campidoglio nonchè uomo di fiducia dell’avvocata grillina, che da comandante della polizia locale si trovò a dirigere l’Ufficio turismo con un aumento di stipendio da 20mila euro l’anno.
«Marra non si limitò a svolgere un ruolo di pura compilazione degli incarichi, ma fu attivo nell’intera procedura di interpello per la nomina dei dirigenti comunali nell’autunno del2016», ha detto Maurizia Quattrone.
«Marra è stato un punto di riferimento. Presidenti di municipio, assessori e persone che facevano parte degli uffici di diretta collaborazione della sindaca si sono rapportati con lui per fornirgli nominativi di persone di loro gradimento e incarichi che gli venissero assegnati».
Inutile dire che la testimonianza contraddice integralmente quanto sostenuto dai difensori della sindaca e quanto detto proprio dalla prima cittadina in un documento ufficiale di risposta alla responsabile dell’anticorruzione del Campidoglio, Maria Rosaria Turchi, che fu lei ad occuparsi in prima persona delle nomine e che il capo del personale si limitò ad una «mera e pedissequa esecuzione delle sue determinazioni, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie e decisionali».
Il processo è agli sgoccioli e Raffaele Marra potrebbe anche essere sentito come ultimo teste due giorni dopo Virginia Raggi, che sarà ascoltata martedì in Aula in quello che sembrava essere l’atto finale di un processo pronto ad andare a sentenza, forse direttamente a novembre.
Una sentenza che potrebbe chiudere, in caso di colpevolezza, la carriera politica di Raggi con il MoVimento 5 Stelle, anche se alcune voci dal sen fuggite in Campidoglio raccontano della possibilità di andare avanti senza simbolo, come fece Pizzarotti a Parma.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DI ILARIA: “HO PAURA PER LA MIA FAMIGLIA, NESSUNO PERSEGUE QUESTE PERSONE”… IL MINISTRO DEGLI INTERNI CON CHI STA?
“Stiamo ricevendo una serie impressionante di insulti, minacce ed auguri di morte da profili di simpatizzanti della Lega, che è partito di governo, e da (mi auguro) sedicenti appartenenti a polizia e carabinieri. Confesso che ho paura, per me, per la mia famiglia e per Fabio (Anselmo, il legale della famiglia Cucchi – ndr) poichè nessuno persegue queste persone ma pare ci si debba preoccupare solo di Casamassima, Rosati e Tedesco. Io e Fabio non sappiamo più cosa pensare”.
Lo scrive Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, in un post su Facebook, allegando il profilo di una delle persone dalle quali dice di aver ricevuto minacce e che, da quanto si legge, lavorerebbe “presso la Polizia di Stato”.
Ilaria Cucchi ha anche allegato un commento dallo stesso profilo che sarebbe indirizzato a lei: “Spero che ti facciano fare la stessa f…”
Oltre ad una serie di post segnalati da Ilaria Cucchi, ieri è stata recapitata all’abitazione dei genitori di Cucchi a Roma, che era la stessa di Stefano e Ilaria, una lettera anonima scritta a mano con insulti alla sorella del geometra morto. “Dovreste essere voi, e non Salvini, a scusarvi per tutte le persone che suo figlio ha rovinato con la droga. Mi spiace abbia pagato con la vita, ma se l’è cercata”, si legge in un parte del testo della missiva, indirizzata a Giovanni Cucchi, il padre di Stefano.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
GLI ORGANIZZATORI PUNTAVANO A 100.000 SE NE SONO PRESENTATI MEZZO MILIONE… I BRITANNICI HANNO CAPITO CHE IL SOVRANISMO E’ UNA PATACCA
È un’incredibile marea umana quella che a Londra oggi ha sfilato a favore dell’Europa e per chiedere un secondo referendum sulla Brexit.
Secondo gli organizzatori sono accorse 550mila persone, nonostante in contemporanea ci fosse un classico del calcio come Chelsea-Manchester United.
Alla vigilia, se ne attendevano al massimo centomila. E’ la più grande manifestazione di questo secolo sul suolo britannico, dopo quella contro la guerra in Iraq nel 2003 alla quale partecipò un milione di persone.
Ma il momento è critico per questo Paese sempre più vicino a un bivio capitale per il proprio futuro e così, in un sabato di un ottobre straordinariamente caldo, centinaia di migliaia di britannici, da tutto il Regno, sono accorsi in massa.
Tra cartelli e striscioni pro-Europa, i manifestanti chiedono un secondo referendum sull’opportunità di avere l’ultima parola sull’accordo di divorzio dall’Ue che il governo di Theresa May e le autorità europee stanno da mesi cercando di raggiungere con una certa fatica soprattutto a causa della questione irlandese e del ritorno delle frontiere tra nord e sud dell’isola.
In caso di intesa entro la deadline di marzo 2019 (il rischio di “no deal”, nessun accordo, è paurosamente cresciuto negli ultimi giorni), è previsto per ora solo un (rischiosissimo) voto parlamentare alla Camera dei Comuni.
Ma i manifestanti non ci stanno. Per molti, come Alaistair, 22 anni, insegnante, i termini sono radicalmente cambiati.
“Nessuno ci aveva detto del rischio di no deal, questo governo screditato non ha la capacità nè il diritto di decidere il futuro di un intero Paese”.
Ci sono giovani, vecchi, stranieri, mamme, bambini, giovani coppie che vedono il loro futuro e quelli dei propri figli in pericolo, laburisti delusi dalle ambiguità¡ di Corbyn, lo scrittore Ian McEwan (che insieme ad altri vip come l’ex calciatore Jamie Carragher ha pagato anche gli autobus ai manifestanti più distanti), la star della musica britannica Jarvis Cocker.
Oggi qui a Londra c’è stato un inno all’unità e a un europeismo altrove sempre più sbiadito.
E in uno dei Paesi storicamente più euroscettici, è stato travolgente, appassionante, clamoroso.
Molto probabilmente non servirà a nulla perchè non ci sono i tempi tecnici nè le cornici legali nè i voti in Parlamento per un secondo referendum sulla Brexit.
Ma il cuore dell’Europa ancora batte forte oltre la Manica. Milioni di persone, in strada e a casa, hanno ribadito oggi che non vogliono abbandonare il continente e rimanere isolati per sempre. Ma il loro destino oramai pare essere segnato.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2018 Riccardo Fucile
LA PREFETTURA DELLE HAUTES-ALPES FORNISCE I DETTAGLI… PAZIENZA UN PRIVATO CITTADINO, MA UN MINISTRO DEGLI INTERNI NON POTREBBE INFORMARSI PRIMA DI DIFFONDERE BUFALE?
Il video postato ieri da Matteo Salvini sui migranti lasciati alla frontiera italo-francese “mostra una procedura di non ammissione alla frontiera del tutto conforme alla prassi concordata tra la polizia francese e la polizia italiana, nonchè al diritto europeo”.
E’ quanto scritto in un comunicato della Prefettura della regione francese delle Hautes-Alpes.
Si legge, quindi: i tre migranti lasciati “sulla linea esatta di demarcazione della frontiera franco-italiana sulla strada statale Rn 94”, come si vede nel video postato da Matteo Salvini, “erano stati controllati al punto di attraversamento autorizzato di Monginevro, 500 metri più lontano sulla Rn 94. Provenienti direttamente dall’Italia e sprovvisti di documenti di viaggio, si sono visti notificare il rifiuto di ingresso sul territorio francese. Conformemente alla procedura, il commissariato di Bardonecchia è stato immediatamente informato”.
Insomma, una polemica sul nulla.
(da agenzie)
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