Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
CONTE AUTORIZZA IL GASDOTTO, CERTIFICATO IL TRADIMENTO, I NO TAP CHIEDONO LE DIMISSIONI DEI PARLAMENTARI GRILLINI
“Tap si deve fare, bloccare l’opera comporterebbe costi insostenibili”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte dopo aver ricevuto il dossier dal ministro dell’Ambiente che considerava l’opera legittima. Cade così un’altra promessa elettorale dei Cinque Stelle che prima delle elezioni avevano assicurato al Salento che avrebbero bloccato il gasdotto che porterà in Italia il gas dall’Azerbaigian. Alessandro Di Battista si spinse oltre promettendo: “Lo facciamo in due settimane”.
Invece è arrivato il comunicato di Conte: “Ad oggi non è più possibile intervenire sulla realizzazione di questo progetto che è stato pianificato dai governi precedenti con vincoli contrattuali già in essere” è la resa del premier. “Gli accordi chiusi in passato ci conducono a una strada senza via di uscita. Non abbiamo riscontrato elementi di illegittimità . Interrompere la realizzazione dell’opera comporterebbe costi insostenibili, pari a decine di miliardi di euro. In ballo ci sono numeri che si avvicinano a quelli di una manovra economica”, conclude Conte sancendo così il via libera al gasdotto.
Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, aveva inviato al premier Conte la valutazione sul Tap, considerando l’opera legittima sul piano formale. Il ministro ha tenuto comunque a sottolineare che tale giudizio esula dal suo “pensiero personale” e dal “convincimento politico, se l’opera sia giusta o no”. Subito dopo si sono scatenate le reazioni dei comitati e dei partiti che contestano l’opera.
Il Movimento No Tap ha chiesto subito “le dimissioni di tutti i politici che in campagna elettorale hanno fatto promesse sulla possibilità di bloccare il gasdotto Tap”: la nota stringata arriva dopo il dossier presentato da Costa. La richiesta di dimissioni riguarda gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, che proprio sul tema Tap hanno giocato le campagne elettorali degli ultimi anni in Salento.
“La battaglia continua su tanti tavoli – hanno scritto gli attivisti – dal territorio all’Europa”.
Già per domenica è in programma una prima manifestazione di protesta, sotto la sede della delegazione della Capitaneria di porto a San Foca, la marina di Melendugno in cui approderà il gasdotto. I lavori di costruzione dell’opera potrebbero ripartire con alcuni interventi in mare, autorizzati proprio dalla Capitaneria.
“Non abbiano chiesto a Conte o alla ministra Lezzi di essere i dottori dei nostri dolori. Ci cureremo da soli le nostre ferite, sapremo rialzarci e continuare a combattere. Conte con questo atteggiamento avalla quella che sarà una follia ingegneristica e la distruzione di un intero territorio. Nel Salento se lo ricorderanno bene”. Così il del sindaco di Melendugno, Marco Potì, dopo l’annuncio del premier Conte che il gasdotto Tap si farà , promettendo sostegno alle comunità locali.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
TUTTI I DATI DA GIUGNO AD OGGI DELLE VIOLENZE CRIMINALI RAZZISTE
Sacko Soumaila era un bracciante maliano di 29 anni. Il 3 giugno scorso a San Calogero viene ucciso a fucilate mentre raccoglie delle lamiere abbandonate assieme ad altri due migranti.
Pochi giorni dopo a Sarno, un giovane camerunense di 27 anni, mentre è in sella alla sua bici, viene picchiato brutalmente con una mazza da baseball da due ragazzi.
Sono decine i casi di aggressione o discriminazione di stampo xenofobo, se non apertamente razzista, che scuotono il Paese.
Emma Bonino, assieme a Carla Taibi, ha provato a contarli (da giugno ad oggi) e raccontarli.
Il risultato? Il dossier «Scusate se non siamo affogati»: un elenco di fatti di cronaca, più o meno conosciuti, che non pretende di avere alcuna base scientifica o statistica, ma che letto tutto d’un fiato restituisce l’immagine impressionante di una quotidiana “caccia allo straniero”, che percorre il Paese da Nord a Sud
Omicidi e discriminazioni. Il dossier fotografa i casi più gravi, come l’omicidio di Sacko, assieme ai tanti episodi di discriminazione.
Come l’ultimo, in ordine di tempo: «21 ottobre, Milano: Shanti, 23enne italiana di origini indiane. Domenica sale sul Frecciarossa Milano-Trieste e si accomoda accanto a una signora, che prima le chiede se ha il biglietto, poi, ricevuta risposta affermativa, guardando la ragazza dice ad alta voce: “Se è così, io accanto a una negra non ci sto”. E cambia posto. A denunciare il gesto razzista, è stata la mamma della giovane, presidente del Ciai (Centro italiano aiuti all’infanzia, con un post su Facebook)».
Quattro attacchi in un solo giorno. Ci sono poi giornate in cui è difficile tenere la conta degli attacchi xenofobi. Il 17 giugno, la Bonino registra infatti ben quattro casi di aggressione.
«A Roma tre ragazzi italiani, tutti minorenni, aggrediscono un gruppo di lavoratori indiani, con le loro famiglie, dapprima insultandoli con frasi razziste, lanciando sputi su donne e bambini presenti, poi picchiando un giovane indiano che cercava di capire le ragioni di quell’aggressione gratuita nei loro confronti.
A Erba (Como), un italiano picchia uno straniero di 42 anni che rimane ferito alla testa.
A Palermo, tre migranti, un nigeriano di 32 anni, un ivoriano di 48 anni e un minorenne della Costa d’Avorio vengono aggrediti al mercato Ballarò riportando varie ferite lacerocontuse alla testa e al volto.
Infine a Cagliari, un giovane dominicano, fermatosi con il suo scooter prima delle strisce pedonali, viene aggredito da tre ragazzi sardi che lo hanno malmenato perchè straniero».
Cronologia aggressioni razziste da inizio giugno ad oggi
3 giugno, San Calogero (Vibo Valentia): mentre raccolgono delle lamiere, tre migranti vengono sorpresi da quattro spari e rimane ucciso il bracciante maliano 29enne Sacko Soumaila.
8 giugno, Sarno (Salerno): un giovane extracomunitario camerunense di 27 anni, mentre era in sella alla sua bici, viene picchiato brutalmente con una mazza da baseball da due giovani.
10 giugno, Ventimiglia: i volontari della Croce Verde Intemelia hanno soccorso un extracomunitario aggredito nel pomeriggio. L’uomo, che si è rivolto anche ai carabinieri, aveva una ferita di striscio da arma da taglio e lamentava dolore al costato
11 giugno, Caserta: due ragazzi maliani, ospiti di un centro Sprar, vengono avvicinati da una Fiat Panda, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani i quali hanno sparato alcuni colpi con una pistola ad aria compressa, al grido “Salvini, Salvini”.
12 giugno, Napoli: algerino protesta contro un’auto che non si ferma sulle strisce pedonali e viene accoltellato da tre giovani napoletani
12 giugno, Sulmona (Aquila): due uomini armati di coltello hanno fatto irruzione ieri sera nel centro di accoglienza migranti di Sulmona. Un richiedente asilo di origine nigeriana, ospite del centro è stato aggredito e ferito a colpi di arma da taglio.
16 giugno, Catania: aggredisce lavavetri perchè insistente e lo insegue fin dentro a un supermercato minacciandolo con una spranga di ferro.
17 giugno, Roma: tre ragazzi italiani, tutti minorenni hanno aggredito un gruppo di lavoratori indiani, con le loro famiglie, dapprima insultandoli con frasi razziste, poi lanciando degli sputi su donne e bambini presenti, poi picchiando un giovane indiano che cercava di capire le ragioni di quell’aggressione gratuita nei loro confronti.
17 giugno, Erba (Como): Aggressione in piazza Padania a Erba. Un italiano ha picchiato uno straniero di 42 anni che è rimasto ferito alla testa.
17 giugno, Palermo: tre migranti, un nigeriano di 32 anni, un ivoriano di 48 anni e un minorenne della Costa d’Avorio sono stati aggrediti al mercato Ballarò riportando varie ferite lacerocontuse alla testa e al volto.
17 giugno, Cagliari: un giovane dominicano, fermatosi con il suo scooter prima delle strisce pedonali, è stato aggredito da tre ragazzi sardi che lo hanno malmenato perchè straniero.
20 giugno, Napoli: Bouyangui Konate, cuoco maliano di 21 anni, rifugiato, viene colpito da due ragazzi con un fucile a piombini e rimane ferito.
22 giugno, Palermo: 21enne gambiano, a Palermo ormai da anni, dove studia al Commerciale e lavora come mediatore, viene colpito da pomodori da due sessantenni perchè uno straniero non può sostare davanti a un portone.
22 giugno, Sassuolo (Modena): tre italiani hanno aggredito un ragazzo straniero dopo una lite. Secondo alcune testimonianze, un membro del gruppetto di italiani avrebbe colpito in volto con un pugno il giovane straniero mentre un altro trattenendolo gli impediva di fuggire
23 giugno, Palermo: un branco di violenti si è accanito contro un ambulante di 33 anni originario del Bangladesh che viene picchiato fino a perdere i sensi.
29 giugno, Torino: Ahmed, un giovane sudanese, rifugiato fuggito dalle persecuzioni nel Darfur, seduto su una panchina nel quartiere Mirafiori, viene aggredito da due uomini di mezza età , con insulti, botte, pugni e calci a raffica. Scappato il ragazzo le seguono nel ristorante dove si era rifugiato e continuano a picchiarlo, insultando e picchiando anche il titolare del ristorante e il cuoco, intervenuti a difesa della vittima.
30 giugno, Trento: un lavoratore marocchino, che ha registrato le conversazioni col suo datore, viene minacciato di morte da quest’ultimo, che cita anche Salvini. Il principale, alla richiesta del lavoratore di poter prendere un giorno di malattia risponde “ti brucio vivo, brutto islamico”.
2 luglio, Sassari: Una giovane nigeriana è stata aggredita, malmenata e insultata con frasi razziste da un uomo.
3 luglio, Spotorno (Liguria): Aizzano il cane contro un ambulante nero e insultano la donna che lo difende insultandola e facendole delle intimidazioni su Facebook quando ha pubblicato il post per denunciare l’accaduto.
3 luglio, Forlì: una donna nigeriana viene avvicinata da un motorino, con due persone a bordo, dal quale parte un colpo da una pistola ad aria compressa che la ferisce a un piede.
4 luglio, Val di Susa: al rifugio autogestito di Chez Jesus sono arrivate 6-7 persone residenti di Claviere, poi raggiunte da altre, con lo scopo iniziale di far togliere le bandiere No Tav e No Borders, si sono imposti con violenza verbale, offendendo i presenti con insulti razzisti e sessisti quali “negra di merda”, “a voi non darei neanche venti euro sulla strada”, “avete solo bisogno di un po’ di cazzo”, “pompinari e zecche di merda”.
5 luglio, Forlì: un uomo di 33 anni originario della Costa d’Avorio viene colpito all’addome con colpi esplosi da pistola ad aria compressa.
10 luglio, Venezia: un porteur abusivo di origine ghanese viene picchiato dai colleghi “regolari” che gli gridano “Vai via brutto negro abusivo, ora qui c’è Salvini” Colpita anche la donna, spagnola, che da anni vive a Roma, a cui il porteur stava portando i bagagli.
11 luglio, Latina: due uomini di origine nigeriana vengono raggiunti da proiettili di gomma esplosi da un’Alfa 155 nei pressi della fermata dell’autobus.
17 luglio, Roma: una bambina rom di poco più di un anno, viene raggiunta da un colpo di pistola ad aria compressa. Rischia di rimanere paralizzata.
22 luglio, Lercara Friddi (Palermo): un giovane ballerino di 23 anni, figlio di mauriziani ma nato in Italia e adottato dopo la nascita, è stato massacrato al grido di “Sporco negro vai via, non sei degno di stare con noi”.
23 luglio, Atena Lucana (Salerno): un giovane raggiunge una struttura di accoglienza per cittadini extra-comunitari richiedenti asilo politico, in evidente stato di ebrezza, e aggredisce un ospite, neodiciottenne, di origini egiziane e un’operatrice del centro, provocando ad entrambi lesioni, accompagnando l’aggressione con insulti razzisti.
24 luglio, Milano: un 42enne originario dello Sri Lanka è stato vittima di un brutale aggressione nella zona di Bruzzano. L’aggressore, un casertano di 55 anni, ha minacciato la vittima con un taglierino, prima di colpirlo ripetutamente al volto e alle braccia. La «colpa» del cingalese? Parlare al proprio cellulare non in italiano.
26 luglio, Partinico: un richiedente asilo senegalese di 19 anni Khalifa Dieng viene aggredito e picchiato, mentre girava in bicicletta per le vie di Partinico. Così ben presto dagli insulti si è passati ai fatti. Il ragazzo è stato spintonato e poi preso a schiaffi e a pugni. che gli gridano: “Tornatene al tuo paese, sporco negro”.
26 luglio, Vicenza: un operaio di origine capoverdiana che lavorava su un ponteggio viene colpito alle spalle dai colpi di una carabina sparati da un terrazzo. L’uomo che ha sparato si è giustificato dicendo di voler colpire un piccione.
26 luglio, Aversa: un richiedente asilo della Guinea viene avvicinato da due ragazzi in moto, che gli sparano con un’arma ad aria compressa, colpendolo al volto.
27 luglio, Torino: un ragazzo originario del Gabon, Hamed Musa, è stato aggredito e insultato come negro di merda da due uomini con un pitbull che ringhiava. Quando era serenamente seduto su una panchina, in zona Mirafiori.*
28 luglio, Napoli: due titolari di una pescheria hanno malmenato un nigeriano di 29 anni che chiedeva l’elemosina dinanzi al loro negozio
28 luglio, Milano: un uomo di origine cingalese viene aggredito in un parco. L’aggressore pretendeva che parlasse in italiano al telefono e lo ha minacciato con un taglierino sulla gola davanti alla figlia terrorizzata.
29 luglio, Moncalieri (Torino): In coda in un ufficio pubblico, squilla il telefono di un giovane arabo: è una preghiera musulmana. E una donna italiana lo aggredisce: “Quella suoneria è vietata, esci di qui e torna al tuo paese”.
29 luglio, Aprilia: un uomo di origine marocchina viene picchiato a sangue da due uomini e muore, abbandonato sulla strada.
29 luglio, Moncalieri (Torino): Daisy Osakue, nazionale di atletica leggera, aggredita a Moncalieri mentre rincasava: da un’auto in corsa le sono state lanciate contro delle uova. L’atleta è stata colpita a un occhio ed è stata operata per una lesione alla cornea.
30 luglio, Roseto (Teramo): alla ASL un italo-senegalese viene respinto, con la frase: “Vai via, questo non è l’ufficio del veterinario”.
30 luglio, Villaggio Mosè (Agrigento): un giovane diciottenne gambiano, Aggredito dal “branco” giovane migrante ospite di una comunità , ospite della comunità “La mano di Francesco”, viene aggredito mentre era sulla sua bici da un gruppo di ragazzi in scooter.
2 agosto, Ficovaro (Pistoia): un migrante è stato preso di mira da due giovani italiani che al grido ‘negri di merda’ gli hanno sparato uno o due colpi di arma da fuoco. Fortunatamente è rimasto illeso.
2 agosto, Napoli: un 22enne senegalese, venditore ambulante in Italia da diversi anni e con un regolare permesso di soggiorno, è stato ferito alla gamba da colpi di arma da fuoco che sarebbero stati esplosi da due persone. Il fatto è accaduto nel quartiere del Vasto. Non è in pericolo di vita: sarà sottoposto a un’operazione.
3 agosto, Pistoia: Dei colpi di pistola, forse con una scacciacani secondo i primi accertamenti della polizia, sono stati esplosi contro Buba Ceesay, migrante di 24 anni del Gambia, ospite della parrocchia di Vicofaro. Gli spari sono stati accompagnati da insulti razzisti. Il giovane è rimasto illeso.
14-15 agosto, spiaggia di Ciammarita a Trappeto (Palermo): viene attuato un pestaggio ai danni di sei minori stranieri non accompagnati. Le indagini coordinate dal pm e condotte dai carabinieri della compagnia di Partinico hanno portato all’arresto di sette persone, tra cui due donne. Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate e violenza privata e di avere agito con la “finalità dell’odio etnico e razziale”.
15 agosto, Partinico (Palermo): Quattro immigrati minorenni che erano in attesa del pulmino che li riportasse nella comunità che li ospita sono stati insultati e picchiati. Dopo gli insulti ai quattro immigrati, gli aggressori si sono scagliati contro due e poi sono fuggiti.
16 agosto, Aprilia: Ferito a un piede da un piccolo proiettile di piombo mentre passeggiava nel centro di Aprilia, vicino Latina. Vittima un cittadino di nazionalità camerunense, che camminava a piedi in una zona del centro della località pontina. L’uomo è stato giudicato guaribile in 5 giorni.
19 agosto, Terracina (Latina): Un cittadino indiano di 40 anni, mentre era in bicicletta sulla via Pontina, è stato colpito da tre pallini esplosi forse con un’arma ad aria compressa da uno sconosciuto a bordo di un’utilitaria. L’auto sarebbe poi fuggita.
3 settembre, Raffadali (Agrigento): un ragazzo tunisino di sedici anni, preso a calci e pugni a Raffadali, è stato ricoverato in ospedale con contusioni e ferite su tutto il corpo. Come ricostruito dagli inquirenti, il giovane, che vive a Raffadali da un anno in una struttura che si occupa dell’accoglienza dei minori, ha prima ricevuto una sportellata da un minorenne e poi è stato picchiato con calci e pugni al grido di “torna nel tuo paese”.
8 settembre, Bettola (Piacenza): In un crescendo di episodi di violenza nei confronti di un profugo, viene appiccato un incendio sul balcone della casa che ospita i richiedenti asilo nella cittadina. I carabinieri della compagnia di Bobbio, hanno deferito tre cittadini del paese della Valnure per violenza privata, danneggiamento a seguito di incendio, ingiuria e minacce aggravate da motivi razziali.
9 settembre, Mortara (Pavia): un operaio africano, passato con un monopattino di fronte a un bar cittadino, viene insultato e picchiato dal titolare del bar e da due clienti, che sono stati indagati.
11 settembre, Sassari: Un giovane guineano è stato aggredito durante la notte da cinque ragazzi. A fermare la furia del branco è stato un uomo che ha assistito al pestaggio ed è intervenuto facendo fuggire il gruppetto di razzisti.
12 settembre, Francavilla Fontana (Brindisi): un giovane migrante, un diciassettenne proveniente dalla Guinea, ha subito un violento pestaggio da parte di alcuni coetanei.
16 settembre, Piazza Armerina (Enna): un ragazzo gambiano di 23 anni, da due in Italia e ospite dall’associazione Don Bosco è stato pestato a sangue da tre ragazzi.
17 settembre, Catania: molotov contro il centro per richiedenti asilo di Grammichele. Danneggiata la porta d’ingresso. La coop che lo gestisce: “Speriamo non sia razzismo, ma solo una ragazzata”.
24 settembre, Castelfranco Emilia (Modena): Un 27enne pachistano che in quel momento stava camminando con alcuni amici, viene colpito da una pistola ad aria compressa da un’auto in corsa. Gli autori potrebbero essere indagati anche per odio razziale perchè avrebbero esultato una volta colpito il ragazzo.
26 settembre, Frosinone: Tre studenti universitari sono stati indagati e le loro abitazioni sono state perquisite dagli investigatori della Digos e della Squadra Mobile della questura di Frosinone. Secondo quanto emerso, i tre studenti, residenti a Ceprano, due di 22 e uno di 23 anni, avrebbero aggredito senza motivo richiedenti asilo politico in diverse regioni italiane e nel Frusinate, in particolare a Ceprano e Roccasecca. In otto mesi di indagini la polizia ha accertato almeno sette episodi di aggressione a sfondo razziale. Pesanti i capi di imputazione contestati ai tre: propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, minacce, stalking, lesioni personali, danneggiamento. Nelle abitazioni sono stati ritrovati opuscoli di “Blocco studentesco”, organizzazione dell’ultradestra attiva nelle scuole e nelle università , mazze da baseball, sfollagente, due coltelli e materiale propagandistico sulla superiorità razziale.
30 settembre, Roma: una donna nordafricana viene spinta e gettata a terra da un uomo italiano nei pressi di Piazza Bologna. All’origine dell’aggressione un diverbio per un parcheggio. La donna, infatti, occupava un posto auto in attesa del fratello, che stava arrivando in macchina. L’uomo, un cinquantenne romano, vedendo il posto vuoto le ha intimato di spostarsi immediatamente. Dopo una serie di offese a sfondo razzista come “tornatene al tuo paese”, la donna è stata colpita ed è caduta a terra.
2 ottobre, Napoli: un passeggero di origini asiatiche, probabilmente pakistano, viene insultato e minacciato da un uomo italiano seduto accanto a lui: “Io sono italiano e tu mi fai schifo, ti taglio la testa, fammi vedere il biglietto, voi facce di m… ci avete rovinato, mi fai schifo a pelle, ti ammazzo di botte”. Interviene solo una signora chiedendo all’italiano di smetterla. A quel punto l’uomo minaccia anche lei: “Tu a Napoli non ci arrivi, se ti incontro sei morta”. Poi si arrende.
4 ottobre, Montagnana (Padova): una coppia entrata in un ristorante, si è rivolta al cameriere di colore aggredendolo verbalmente e rifiutandosi di essere servita da lui. Una sua collega, Laura, ha difeso il ragazzo dicendo alla coppia: “Potete anche andare via — ha detto — qui noi non serviamo clienti razzisti”. Il fatto, segnalato su Facebook dalla stessa Laura, ha suscitato la solidarietà dei cittadini.
7 ottobre, Venezia: una ragazza haitiana di colore, adottata da due veneti, viene respinta a un colloquio di lavoro per fare da cameriera in un ristorante dal proprietario che vedendola le dice “Ah, ma sei nera? Scusa, non è per cattiveria — ha detto l’uomo — ma io non voglio persone di colore nel ristorante, potrebbe far schifo ai miei clienti, potrebbe far schifo che tocchi i loro piatti”.
12 ottobre, Lodi: la Sindaca leghista Sara Casanova, taglia fuori dal servizio mensa e scuolabus oltre 200 bambini tutti figli di stranieri, che sono così costretti a mangiare in stanze separate da quelle dei compagni e a percorrere ogni mattina molti chilometri a piedi per raggiungere la scuola.
12 ottobre, hinterland di Bari: un gruppo di ragazzi aggredisce un ragazzo di colore loro conoscente, spruzzando su di lui della schiuma bianca dicendogli “sei nero, ora ti facciamo diventare bianco”.
12 ottobre, Lucca: un ragazzo nato e cresciuto a Lucca da genitori dello Sri Lanka ha ricevuto insulti razzisti su un autobus della città toscana. Un autista della Città Toscana Nord prima avrebbe detto al ragazzo di stare in piedi perchè non c’erano posti a sedere. Poi, quando il giovane ha trovato un sedile libero, è arrivato l’insulto: “Ma vieni dal cimitero? Puzzi di morto! C’è un tanfo di morto! Che cosa ti sei messo? Non ti puoi sedere, puzzi di morto”. Nessuno dei passeggeri è intervenuto. Secondo il ragazzo — che ha raccontato ai giornali locali l’episodio — “Forse non hanno sentito o forse hanno preferito far finta di niente. Una cosa del genere non mi era mai successa”
13 ottobre, Morbegno (Sondrio): un senegalese di 28 anni è stato avvicinato alle 2 di notte da un gruppo di ragazzi, mentre andava al panificio in cui lavora, e hanno iniziato ad insultarlo per il colore della pelle. Poi calci e pugni fino a mandarlo in ospedale
14 ottobre, Varese: Emanuel, ventottenne di origini nordafricane che da 10 anni vive in Italia, fa il cassiere in un supermercato. Durante il suo turno di lavoro, si trova di fronte una donna quarantenne che gli dice: «Non voglio essere servita da un negro». Il ragazzo invita la cliente a concludere i suoi acquisti, ma lei insiste e continua a insultarlo con frasi razziste. Quando sente che i colleghi stanno chiamando la polizia, gli lancia addosso anche una lattina di birra, danneggiando la cassa.
16 ottobre: una giovane ragazza trentina denuncia su Facebook l’episodio di razzismo di cui è stata testimone su un autobus Flixbus diretto da Trento a Roma sul quale una donna italiana di circa 40 anni ha inveito contro un ragazzo senegalese di 25 anni impedendogli di sedersi nel posto assegnato, che era accanto al suo. “Qui no, vai via, vai in fondo, sei di un altro colore e di un’altra religione”. Davanti alle invettive della donna è scoppiato in lacrime dicendo: “Non faccio nulla di male. non sono cattivo. Voglio solo sedermi e riposare perchè sono stanco”.
17 ottobre, Trento: uno studente indiano, che frequenta l’università (a breve si laureerà ingegneria meccatronica), è stato fatto cadere e poi colpito a calci nei dintorni della residenza dove abita. Gli aggressori si sono limitati a picchiarlo senza portargli via nulla. Il ragazzo ha informato del fatto l’università , raccontando che il movente dell’aggressione è di tipo razziale.
19 ottobre, Castel Volturno (Caserta): un ragazzo ghanese di 29 anni si ritrova su una sedia a rotelle con gambe e braccia paralizzate a vita a seguito di un’aggressione di matrice razzista. È stato massacrato di botte mentre rientrava a casa dal lavoro come saldatore in autobus come ogni sera. L’aggressore, che non si spostava per farlo scendere, nonostante il ragazzo chiedesse di passare, ha sferrato un primo colpo, scagliando il giovane fuori dal pullman. Dopo essere caduto, il ragazzo ha subito un pestaggio da parte dell’uomo che lo ha costretto alla paralisi.
19 ottobre, Brindisi: un ragazzo di 20 anni originario del Senegal è una delle due vittime delle altrettante aggressioni violente a sfondo razziale perpetrate prima contro di lui e poi contro Elia, segretario della comunità cittadina del Ghana. Un terzo raid razzista è stato sventato dall’intervento di un cittadino, che ha minacciato di chiamare la polizia. Si presume che i due violenti che hanno preso a bastonate, calci e pugni le gli immigrati, abbiano voluto ergersi a vendicatori prendendo di mira degli uomini di pelle scura, a seguito di due episodi avvenuti la mattina: prima il danneggiamento di un’auto da parte di un cittadino della Guinea e poi una presunta violenza sessuale su cui la polizia sta ancora cercando di far luce.
21 ottobre, Milano: Shanti una 23enne italiana di origini indiane. Domenica sale sul Frecciarossa Milano-Trieste e si accomoda accanto a una signora, che prima le chiede se ha il biglietto, poi, ricevuta risposta affermativa, guardando la ragazza dice ad alta voce: “Se è così, io accanto a una negra non ci sto”. E cambia posto. A denunciare il gesto razzista, è stata la mamma della giovane, presidente del Ciai (Centro italiano aiuti all’infanzia, con un post su Facebook).
(da agenzie)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
GAFFE DEL MISE CHE CASCA NELLA TRAPPOLA DELL’ACCOUNT PARODIA, IRONIA SUI SOCIAL
Se un ministro cinguetta su Twitter inneggiando al condono fiscale e al condono edilizio di Ischia il suo ministero non può far altro che ritwittare.
Peccato che si trattasse del cinguettio di un fakeministro.
A inciampare nel fake tweet è stato il ministero dello Sviluppo economico che ha rilanciato il post del falso ministro «Lulgi Di Malo», inneggiante al condono fiscale e al condono edilizio a Ischia.
Il ‘fakeministro’ ha postato una foto del vero ministro con sopra la scritta «Whirlpool, Di Maio: rilocalizziamo, che bella parola!». E sotto: «La parola di oggi è #RILOCALIZZIAMO”».
A capo scrive ancora: «Riportiamo il lavoro in Italia #Whirlpool», ma anche «Riportiamo i soldi in Italia #condono fiscale» e «Riportiamo le case#condonoIschia». Il messaggio si riferisce all’accordo raggiunto ieri con l’azienda di elettrodomestici, che prevede tra l’altro il rientro in Italia di alcune linee produttive.
Si definisce un account parodia quello del fakeministro Lulgi Di Malo. La descrizione del profilo che ha rilanciato 433 tweet, ha 316 follower e segue 341 profili è riportata sotto la fake foto (vera) di Luigi Di Maio: «Il Fakeleader del MoVimento 5 Stelle. FakeVicepresidente del Consiglio dei Ministri e FakeMinistro dello Sviluppo Economico e del Lavoro». Il social media editor del Mise non se ne accorge e rilancia il tweet.
Il retweet del Mise viaggia alla velocità della luce. Max Stirling lo immortala per primo. «Il @MISE_GOV ritwitta @lulgidimalo invece di @luigidimaio, ed è subito festa per il #piddino che è in me #Whirlpool #M5s #luigidimaio».
La festa sul web impazza. «Complimenti al fake!», scrive Dani.
@ndmolle scrive: «Al #MISE è scappata la #manina …ahia». «Persino al mise fanno fatica a capire chi è reale e chi è fake» scrive sconsolato Franco Cibin. «Alarm fake ! Alarm fake!», twitta Tetrago.
«Il profilo ufficiale del Mise ritwitta il profilo fake di Di Maio, non so se ridere o piangere! », scrive Francesco Mulè.
Lorenzo Capezzuoli Ranchi vola più in alto. «Grande @MISE_GOV! Il ministero dello Sviluppo economico retwitta @lulgidimalo un FAKE, che fa tweet migliori dell’originale #DiMaio. Che meraviglia».
Ugo lancia l’alert in risposta a @lulgidimalo e @MISE_GOV: «@MISE_GOV state condividendo il profilo fake del vostro ministro, non male…». Dad O’Square: «Ehi @MISE_GOV tutt’apposto? Adesso retwittate anche i fake? ahahah».
C’è da chiedersi però come l’abbia presa Luigi Di Maio. Quello vero.
(da “IlSole24ore”)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
DA NORD A SUD, IL PAESE E’ PARALIZZATO
Le grandi opere come la Tav Torino-Lione, il Tap, il Terzo valico ancor più urgente dopo il crollo del Ponte Morandi. Ma anche strade, sottopassi, piste di aeroporto, ferrovie urbane, metropolitane, ponti. Tutti bloccati.
Tutti in attesa di approfondimenti, valutazioni, “project review”, analisi supplementari.
È l’Italia dei 5 Stelle che hanno giurato e spergiurato di bloccare i cantieri. Un’Italia che, da Torino a Messina, è come la Bella Addormentata.
Danilo Toninelli, il ministro ai Trasporti fresco di ultimatum dalla Francia sulla Torino-Lione, detta la linea comportandosi come se i cantieri non esistessero e ci fosse una carta geografica intonsa su cui decidere se aprirli o meno.
Ma non è il solo. Nei Comuni guidati da M5S, Roma, Torino, Livorno, piccoli Toninelli crescono.
NAPOLI
La Linea 6 della metropolitana di Napoli deve collegare Fuorigrotta a piazza Municipio. Ma una grata di ventilazione di quattro metri per quattro rischia di bloccarne i lavori. Il ministro M5S dei Beni culturali Alberto Bonisoli ha fermato il cantiere per la camera di ventilazione dopo un’interrogazione di alcuni parlamentari pentastellati. Il soprintendente di Napoli Luciano Garella, che aveva già dato parere favorevole alla realizzazione della grata, è stato convocato al ministero e, su input di Bonisoli, ha chiesto al Comune di sospendere i lavori e di valutare lo spostamento del cantiere nella vicina piazza Carolina, per evitare l’impatto della grata su piazza del Plebiscito. Ora il Comune lancia l’allarme sugli effetti della sospensione. Cantiere bloccato, lavori fermi, 98 milioni di fondi europei a rischio restituzione, pericolo risarcimenti da parte delle aziende, ritardi di almeno due anni che si accumulano sulla tratta della Linea 6 e allontanano le aperture delle stazioni pronte per il 2019
ROMA
Inaugurata l’archeostazione di San Giovanni, in realizzazione la gemella di Ambaradan, la talpa della metro C scava in direzione dei Fori Imperiali. Con l’avvento dei 5 Stelle in Campidoglio, però, non è ancora dato sapere con esattezza dove arriverà la tratta. I grillini, dopo mesi di silenzio, hanno promesso che la linea verde della metropolitana arriverà a piazzale Clodio. Forse oltre. Per ora, però, ci sono finanziamenti disponibili soltanto fino a piazza Venezia. Il M5S ha quindi cambiato idea: all’opposizione chiedeva di bloccare l’opera a San Giovanni per poi proseguire in superficie con un tram, ora propone di rispettare il programma originario. Fermi alle promesse, i romani attendono i primi atti formali della giunta grillina.
BRESCIA-VERONA
Il consorzio Cepav Due va avanti per la sua strada, seguendo l’iter tracciato nei mesi scorsi, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera Cipe che dà il via libera all’opera (24 marzo) e la firma del contratto con le Ferrovie per la realizzazione del primo lotto (6 giugno). Ma Toninelli in estate ha espresso dubbi su tutto quello che è alta velocità . E la pratica in questo momento è ferma al ministero per l’analisi costi/benefici. Si aspettava una risposta a breve ma non ci sono notizie e anzi sembra che tutto vada per le lunghe. Nel frattempo, Cepav Due continua ad andare avanti con i carotaggi, ha spedito lettere di esproprio ai proprietari dei terreni. Secondo il progetto preliminare, il tratto alta velocità Brescia-Verona prevede per la nuova opera circa 73 km di lunghezza e 2 interconnessioni con la linea esistente lunghe complessivamente circa 7 km.
VARESE, MILANO, BERGAMO
Opera voluta fortemente dalla Lega e portata avanti da Maroni, è stata ad un passo dal fallimento. Ora la nuova società , controllata da Milano Serravalle e quindi indirettamente dalla Regione, ha ribadito a metà settembre di voler portare a termine nel 2019 il tratto verso Bergamo e le due tangenziali di Como e Varese. Bisognerà trovare fondi e mutui privati, una ricerca che è attualmente in corso. Toninelli in commissione ambiente alla Camera non ha chiuso al completamento dell’opera difesa sempre dalla Lega ma non è prevista l’erogazione di ulteriori finanziamenti dallo Stato. La Pedemontana è un sistema viabilistico di circa 157 km, di cui 67 km di autostrada, 20 km di tangenziali e 70 km di viabilità locale.
TORINO
Si tratta di un sottopasso che deve collegare due corsi cittadini, Mortara e Vigevano, per alleggerire dal traffico l’incrocio con il nuovo passante ferroviario. Un tunnel profondo, che deve passare perpendicolare e sotto alla galleria dove passano i treni della linea ad alta velocità Torino-Milano. Una galleria che era prevista nel disegno pre-olimpico dell’area progettata, ma non realizzata per la mancanza di fondi. Il Comune a trazione 5 Stelle non vuole più chiedere i fondi.
TORINO
Si tratta di una galleria per alleggerire il traffico di uno degli accessi a Sud di Torino. Ora c’è una rotonda che nelle ore di punta e sovraccarica. Tra Torino e il Comune di Moncalieri c’era l’intesa, legata alla realizzazione di un centro commerciale nel Palazzo del Lavoro, di fare un sottopasso. Ora, con la giunta M5S, si torna indietro. Meglio una nuova rotonda a tre corsie con semaforo intelligente. Costo? 2,2 milioni.
VICENZA-TREVISO
È la superstrada a pedaggio di 94,7 km a nord dell’A4 che deve interconnettersi a tre autostrade (A4, A31, A27) attraverso le province di Vicenza e Treviso. Prevede 14 caselli. È la più grande opera a livello nazionale in cantiere – lavori affidati al Consorzio Sis – e interessa 36 comuni. La sua realizzazione è arrivata al 55% e i decreti di esproprio emessi e liquidati toccano l’80% del totale. Il M5S è contrario. Pochi giorni fa il ministro Danilo Toninelli, sfidando il potente governatore leghista Luca Zaia, ha ribadito di non aver mai dato alcun via libera a un’opera di quantomeno dubbia sostenibilità .
GENOVA
La Gronda è un nuovo tratto autostradale a Ponente di Genova fondamentale per liberare dal traffico il nodo autostradale cittadino, peraltro devastato dal crollo del Morandi e dunque, ora, anche interrotto. L’intervento comprende anche il parziale adeguamento dell’Autostrada A7 tra Genova Ovest e Bolzaneto. Ad agosto 2018 era prevista la conclusione del progetto esecutivo, ma non è ancora stato terminato. Da quel momento occorreranno 4 mesi per l’approvazione. Si prevedeva, per l’inizio del 2019, la pubblicazione del bando di gara. La durata dei lavori è stimata in dieci anni dall’apertura dei cantieri. Anche la Gronda è bloccata dal M5S per due motivazioni, oltre all’istruzione dell’indagine costi-benefici su questa grande opera, il M5S è di fatto contrario all’opera perchè a realizzarla doveva essere Autostrade con i denari derivati dall’allungamento della concessione e un lieve aumento dei pedaggi, ma il M5S ha avviato l’iter di revoca della concessione ad Autostrade.
BOLOGNA
Il progetto concordato tra le istituzioni locali e Autostrade prevede l’allargamento in sede portando le due carreggiate della A14 a tre corsie più emergenza, oggi 2 più emergenza, quest’ultima utilizzata come scorrimento in caso di traffico intenso (terza corsia dinamica regolata da pannelli). Il tutto da Borgo Panigale innesto con la A1 fino a San Lazzaro di Savena. Il M5S è contrario al progetto. Il confronto tra il ministro Danilo Toninelli e la Regione è in corso: il Mit ha chiesto tempo per le verifiche e l’acquisizione di documenti da Autostrade.
SASSUOLO
Questa superstrada a due corsie per senso di marcia deve collegare la dogana di Campogalliano sull’autostrada A22 del Brennero con Sassuolo cuore del distretto delle ceramiche. Lunga 14 chilometri. Danilo Toninelli si è riservato di decidere dopo aver esaminato il progetto esecutivo dell’opera nonchè il definitivo dell’annessa tangenziale di Rubiera.
PARMA
Un’autostrada di 85 chilometri che collegherebbe l’autostrada A15 Parma-La Spezia con l’autostrada del Brennero A22. Il corridoio, di cui è stato costruito un primo troncone in provincia di Parma, dovrebbe permettere di collegare il porto di La Spezia, l’Interporto di Parma e l’autostrada del Brennero. Il progetto è avversato da anni da M5S contrario. Lo stesso Danino Toninelli, quando non era ancora ministro, aveva sostenuto che un’alternativa seria e credibile, e molto meno costosa, c’è: la soluzione su rotaia.
ROMA
Opera strategica, pensata per fluidificare il traffico in entrata e uscita dalla Capitale in direzione di Fiumicino, cofinanziata dal Cipe e legata alla vicenda dello stadio della Roma (a sua volta bloccato dallàinchiesta della procura e dalle verifiche sull’iter richieste dalla sindaca Raggi al dipartimento Urbanistica e al Politecnico di Torino). Dopo quattro anni di rinvii, erano arrivati 28 milioni di euro dalla giunta capitolina. Poi l’esecutivo grillino ha ritirato la sua quota. La promessa è quella di reinserire i fondi in bilancio il prossimo anno. Un altro rinvio, in attesa di fare chiarezza sulla nuova casa dei giallorossi e sul business park di Tor di Valle.
TARANTO
Sull’Ilva i 5 Stelle promettevano la chiusura dello stabilimento e la riconversione dell’area. Luigi Di Maio da ministro dello Sviluppo economico ha invece confermato la vendita del più grande siderurgico d’Europa alla ArcelorMittal che si impegna a riassumere più di 10mila dipendenti dei 14mila attualmente impiegati nello stabilimento. Sono già state definite le procedure per l’esodo incentivato di parte dei dipendenti. Chi va via otterrà 100mila euro lordi. Quanto agli investimenti, serviranno tra l’altro per coprire i parchi minerali (380 milioni di euro) e ammodernare le cokerie (250 milioni di euro). Nello stabilimento si passerà da 6 a 8 milioni di tonnellate d’acciaio prodotte all’anno. 1,8 miliardi di euro (la cifra spesa da ArcelorMittal per rilevare lo stabilimento) — 2,4 miliardi di euro gli investimenti ambientali e industriali programmati.
SICILIA
A2A, colosso energetico delle municipalizzate della Lombardia, ha acquistato l’ex centrale elettrica di San Filippo del Mela, sulla fascia tirrenica del Messinese, e ha presentato un progetto di riconversione per realizzare un termovalorizzatore. La Sicilia da anni è in emergenza rifiuti e sono state realizzate solo discariche, in gran parte private, senza alcun impianto alternativo. L’impianto della A2A avrebbe consentito di smaltire circa 400mila tonnellate di rifiuti l’anno. Il Movimento 5Stelle ha guidato la protesta contro questo impianto e qualche settimana fa il governo Conte ha dato lo stop definitivo al progetto, nonostante il ministero dell’Ambiente avesse dato parere positivo nel 2017. “Lo stop del Consiglio dei ministri all’inceneritore della Valle del Mela è un fatto epocale e una vittoria del governo del cambiamento”, ha detto la capogruppo del Movimento all’Ars, Valentina Zafarana.
MELENDUGNO
Si tratta di un gasdotto lungo 900 chilometri che dalla frontiera greco-turca attraversa Grecia e Albania per approdare sulla spiaggia di Melendugno. Il gasdotto dovrebbe essere completato entro il 2020 e trasporterà fino a 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno in tutta Europa, quantità di energia necessaria per coprire i fabbisogni di 7 milioni di famiglie. Il gas arriverà dal giacimento azero di Shah Deniz. Attualmente circa l’80 per cento del progetto è stato portato a termine. Restano da completare i lavori sulla spiaggia di Melendugno e il relativo allaccio del gasdotto allo snodo più vicino della rete Snam (che fa parte del consorzio Tap, insieme a Bp, Socar, Fluxys, Enargas e Axpo) che si trova a Mesagne. Il Movimento 5 Stelle si è dichiarato da sempre contrario, anche in campagna elettorale. 4,5 miliardi di euro (costo del tratto che attraversa Grecia e Albania e approda in Italia).
FIRENZE
È almeno dagli anni ’80 che si discute di una nuova pista dell’aeroporto di Firenze in grado di evitare il problema dei dirottamenti causa vento e di liberare alcuni quartieri del capoluogo dai sorvoli a bassa quota. Ora il progetto, che prevede una pista parallela all’autostrada A11 e una nuova aerostazione con 2.200 posti di lavoro attivabili e un milione di passeggeri in più (da 2,5 a 3,5) è arrivato alla fase finale: il magnate argentino Eurnekian, che ha comprato lo scalo di Firenze e quello di Pisa nel 2014, attende solo l’ultimo ok della conferenza dei servizi per partire coi lavori, che lo Stato dovrebbe finanziare con circa 150 milioni. Il ministro Toninelli, d’accordo con i 5 Stelle toscani, ha però espresso dubbi: “Ci sono tante perplessità in relazione alle traiettorie di volo molto vicine al centro storico, occorre riflettere sulla migliore integrazione con lo scalo di Pisa” ha già avvertito. Anche un bel pezzo della Lega toscana è d’accordo. E la conferenza dei servizi prevista per il prossimo 9 novembre anzichè dare l’ok finale potrebbe sollevare altri problemi tecnici facendo slittare ancora l’opera.
LIVORNO
Grande caos anche sulla cosiddetta Darsena Europa, l’ampliamento del Porto di Livorno. «La Darsena Europa è un problema da risolvere. Come Movimento Cinque Stelle siamo favorevoli al porto di Livorno. Ma con un progetto di darsena “light”. La nostra idea? Spostare i finanziamenti di 12,5 milioni di euro all’anno previsti dalla Regione e dirottarli per gli interventi di messa in sicurezza idraulica del territorio e per gli interventi sulle strade provinciali che stanno franando” dichiarò la scorsa estate il capogruppo del M5S in consiglio regionale Giacomo Giannarelli. E la Darsena, che per più di metà dovrebbe essere finanziata da privati, è da allora finita nell’elenco della “project review” sulle grandi opere annunciata da Toninelli. Il sindaco grillino di Livorno Nogarin è però favorevole alla versione finale del progetto, per ora bloccato.
FIRENZE
Il progetto ha una storia decennale: l’idea di un tunnel ferroviario di 7,5 chilometri che attraversi Firenze da sud a nord, da Campo di Marte a Castello, con una nuova stazione interrata vicina al centro, risale alla fine degli anni ’90. E le prime gare d’appalto agli inizi degli anni 2000. Le indagini della magistratura e il crac delle ditte titolari dei lavori — anche l’ultima, Condotte — hanno fin qui rallentato enormemente i cantieri, che sono comunque partiti. Il Comune, la Regione e i pendolari sono favorevoli perchè se i treni ad alta velocità andassero sotto terra i binari di superficie potrebbero liberarsi per i treni metropolitani. Il nodo fiorentino dell’Alta velocità trova ora però al governo uno dei suoi primi e più fieri oppositori, l’avvocato e ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che iniziò la sua carriera politica proprio nei comitati No Tav con una class action. E ora Toninelli potrebbe suonare il de profundis: L’opera è vista da molti impattante sul punto di vista delle bellezze storiche e naturalistiche dell’area e consentirebbe un risparmio sulla tratta Roma-Milano di appena 5 minuti.
PIACENZA
Si tratta di 57 chilometri di galleria per collegare la Francia all’Italia, tunnel dove passerebbero i treni ad alta velocità tra i due Paesi. Dodici chilometri sono in Italia. Sarebbe il cuore della nuova linea ad alta velocità , tagliando i tempi di percorrenza e potendo incrementare il traffico che oggi passa dal tunnel del Frejus, realizzato nell’800 e non più adeguato. Congelata dai M5S: il Def prevede infatti il riesame da parte del governo.
BRENNERO
La Galleria di Base del Brennero è una galleria ferroviaria di 55 km in piano che collegherà Fortezza (Italia) a Innsbruck (Austria). In prossimità di Innsbruck si interconnetterà con la circonvallazione ferroviaria esistente ed assumerà un’estensione totale di 64 km, divenendo così il collegamento sotterraneo più lungo al mondo. I lavori, affidati all’Ati Strabag/Salini-Impregilo, sono iniziati nel settembre 2014. Attualmente sono operativi quattro cantieri: due in Italia e due in Austria. Il ministro Riccardo Fraccaro, plenipotenziario M5S in Trentino Alto Adige, ha chiesto il 20 ottobre di fermare i lavori del tunnel del Brennero perchè i costi superano i benefici dell’opera.
VERONA-PADOVA
La prosecuzione della linea ad alta velocità /alta capacità Brescia-Verona. Include il nodo di Vicenza. Fortemente voluta dalla Regione e dagli industriali veneti è parzialmente progettata e finanziata. L’iter più avanzato è quello della tratta Verona-Bivio Vicenza: il progetto definitivo, 2,7 miliardi di euro, è stato approvato. Ma il no di M5S è categorico. La Tav Verona-Padova è inutile. La soluzione alternativa è il potenziamento della linea esistente. Non vogliamo opere dai costi altissimi e che non servono ai cittadini ha dichiarato Luigi Di Maio. E Danilo Toninelli, nel Def, làha inserita tra le opere sotto esame.
GENOVA
Il Terzo valico dei Giovi è una nuova linea ad alta capacità veloce che consentirà di potenziare – anzi, dopo il crollo del ponte Morandi, di sbloccare – i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e dell’Europa. L’opera ha l’obiettivo di trasferire consistenti quote di traffico merci dalla strada alla rotaia. La linea, lunga 53 km, di cui 36 in galleria, interessa 14 Comuni delle province di Genova e Alessandria, e collegherà Genova a Tortona superando la cornice appenninica, con una galleria di valico di 27 km e con pendenza massima del 12 per mille. I lavori, iniziati nel 2012, dovrebbero terminare nel 2022. L’opera è stata realizzata per oltre il 30%, il ministro Danilo Toninelli ha bloccato i fondi per finanziare il quinto lotto, già stanziati, per istruire un’indagine costi-benefici dell’opera e valutarne il completamento o il blocco. I lavoratori (3000 posti a rischio tra Liguria e Piemonte) minacciano di occupare i cantieri. I 6,2 miliardi di euro sono suddivisi in 6 lotti, di cui 4 già finanziati (4,4 miliardi di euro).
FINALE-ANDORA
Il raddoppio ferroviario è necessario per supportare l’unico tratto della linea Genova Ventimiglia che viaggia su un unico binario. Per avviare i lavori occorrono, almeno, 300 milioni e la Regione Liguria chiede da tempo, al ministero delle Infrastrutture l’avvio dell’opera, per superare un collo di bottiglia nei collegamenti delle persone e delle merci verso il confine. A mettere l’opera sotto la lente d’ingrandimento del governo è stato, mercoledì, in commissione Infrastrutture della Camera, un documento che riportava un elenco di cinquanta opere infrastrutturali su cui si davano prescrizioni. Tra questi, come ha denunciato la parlamentare Raffaella Paita, Pd, c’è il raddoppio della ferrovia Finale-Andora, di cui, nel documento, il governo stabiliva di effettuare uno ìstudio di fattibilità e lo spostamento a monte dell’opera. Ma l’opera possiede già la progettazione definitiva e ha bisogno soltanto dei denari per partire. E, per di più, lo spostamento a monte è previsto dallo stesso progetto.
LIVORNO
Nel 2010 la Regione e il Comune firmarono un accordo per costruire un nuovo ospedale nella zona di Montenero. Il sindaco 5 Stelle Nogarin già in campagna elettorale e poi una volta nominato si è sempre opposto al progetto, facendo poi saltare la vecchia ipotesi. La sua idea era quella di ristrutturare il vecchio ospedale per padiglioni che si trova nella città . Dopo scontri e discussioni, ad agosto ci si è dati quattro mesi per “approfondire” di realizzare nell’area Ex Pirelli, attigua all’ospedale, un nuovo blocco di degenze e poi di ristrutturare i padiglioni più recenti del vecchio ospedale. L’idea è di far partire i finanziamenti nel 2020.
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
FINCHE’ SI TRATTA DI FAR AFFOGARE I PROFUGHI, SONO TUTTI D’ACCORDO, MA SE SI TRATTA DI FINANZIARE IL NOSTRO DEFICIT MANDANO SALVINI AFFANCULO (E LUI TACE, PARLA SOLO SE LO FA MOSCOVICI)
La geniale strategia internazionalista suggerita da Steve Bannon a Capitan Salvini per il lancio di una candidatura unica patridiota alle Europee del 2019 rischia di fare una brutta fine per aver trascurato un particolare: il sovranismo piace alle destre xenofobe solo se è gratis.
E sì, perchè fin quando si tratta di parlar male dei migranti, di caldeggiare campi di concentramento in Libia, blocchi navali, barconi che affondano, i neonazisti francesi, tedeschi e olandesi sono tutti lì che applaudono: non appena, invece, capiscono che il fine ultimo della cagnara gialloverde è avere quel 1,5% di deficit in più per mandare in pensione i dipendenti della municipalizzata di Brembate di Sotto, si incazzano e ci mandano a stendere.
Ha cominciato qualche giorno fa il Sebastian Kurz facendo notare che l’Austria non ha nessuna voglia di accollarsi i problemi italiani; ha continuato ieri Alice Weidel, leader del partito di estrema destra tedesco AFD, parlando esplicitamente di “manovra folle a spese dei tedeschi” e cavalcando i molti media tedeschi che da qualche settimana criticano esplicitamente di “ricatto italiano”.
Bocciature senza appello della nostra politica economica, che fanno tra l’altro trasparire senza troppi problemi la reale opinione che ha sempre avuto l’estrema destra germanofona dei popoli mediterranei: gente poco seria, pigra, inaffidabile, incapace di mantenere le promesse, che ama o’ sole, o’ mare e a’ pizza co a’ pummarola ‘ncoppa.
Curiosamente, al contrario di quanto accaduto ogni volta che un Juncker o un Moscovici hanno profferito parola sull’Italia, quando i sovranari sono subito corsi a precisare che trattavasi di soggetto “non eletto”, questa volta Salvini e Di Maio hanno fatto finta di niente.
E, a ben guardare, lo stesso hanno fatto i vari bulli no-euro: nessun difensore dell’italico blasone, nessun indignato, nessun intellettualino in cerca di posto in Rai che abbia sentito il bisogno di gridare alla congiura plutocratica o menarla da sinistra col “grazie a queste dichiarazioni Salvini governerà vent’anni”. Tutti zitti, tutti muti, tutti sull’attenti.
Perchè la verità è sempre la stessa, e vale ancora una volta la pena ribadirla: i gialloverdi non hanno alcuna strategia, non sanno cosa fanno e non sanno perchè lo stanno facendo; guardano il numero delle condivisioni dei post, i like, i re-tweet, i sondaggi, ma non hanno la più pallida idea delle conseguenze materiali delle proprie azioni, infoiati come sono dalla prospettiva di stravincere le elezioni europee.
Anche qui però abbiamo un problema.
Sia Di Maio, sia Salvini hanno più volte lasciato intendere che la strategia di questo Governo è mirata a “resistere” fino alle europee proprio perchè si spera che i nuovi equilibri all’interno di Parlamento e Commissione possano essere favorevoli alla linea venezuelana inaugurata con la finanziaria 2019; e questo perchè si crede che i vari partiti anti-establishment presenti in Europa possano rivelarsi in qualche modo solidali con l’Italia a guida patridiota.
Ma così, almeno ad ascoltare Weidel e Kurz non sarà .
O meglio lo sarebbe se e nella misura in cui la nouvelle vague del Salvimaio si limitasse al “No Invasione”, mentre appare evidente, ai limiti della banalità , che appena si toccano i soldi la musica cambia.
E del resto perchè Weidel o Kurz dovrebbero andare presso il proprio elettorato, xenofobo, anti-europeista, nibelungo, a chiedere solidarietà per i disastrati conti del nostro Paese o per mandarci in pensione prima?
Che interesse avrebbero a farlo?
E che interesse avrebbe quella Marine Le Pen — che oggi è ben felice di farsi fotografare con Salvini visto che le presidenziali francesi sono tra sei anni — a chiedere ai francesi di finanziare le nostre grandi campagne di redistribuzione by condono fiscale?
Nessuno.
Per paradosso anzi, i migliori alleati della nostra politica estera votata all’elemosina potrebbero essere proprio quei partiti “tradizionali” (PPE e PSE) che tutto sommato sino ad oggi hanno accettato di negoziare spazi di flessibilità sul deficit italiano, subendo per proprio questo la campagna elettorale ostile delle varie destre anti-europeiste.
Che Salvini e Di Maio, furbamente, hanno scelto come soli e unici alleati.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
“MI HA DETTO CHE UN GIORNO AVREMO BISOGNO DI UNA SEDIA A ROTELLE E MI HA FATTO SALIRE”… AL MONDO C’E’ ANCHE CHI HA LE PALLE E SA COME TRATTARE GLI INCIVILI
Una storia di quotidiana civiltà è accaduta a Parigi. Un conducente di autobus arrivato in prossimità di una fermata ha fatto scendere tutti i passeggeri una volta accortosi che nessuno si era scansato per far salire un uomo su una sedia a rotelle.
La vicenda è diventata subito virale dopo che è stata condivisa via Twitter dall’associazione “Accesible pour tous” che si occupa di garantire ai disabili una vita il più possibile senza ostacoli.
“Dopo che nessuno ha fatto salire l’uomo l’autista ha gridato ‘Scendete tutti’, poi rivolgendosi all’uomo ha detto ‘Lei può salire, gli altri si mettano dietro'” recita il post.
L’uomo sulla sedia a rotelle, contattato da Huffpost France, ha confermato la vicenda. “Stavo aspettando l’autobus con mio fratello — ha detto — e quando è arrivato nessuno voleva spostarsi per farmi salire, nonostante il mezzo fosse abilitato per il trasporto dei disabili” racconta l’uomo. Il conducente dell’autobus, racconta sempre l’uomo, si è poi avvicinato a lui e a suo fratello dicendo: “Tutti un giorno potrebbero aver bisogno di una carrozzina e ci ha fatto salire, lasciando a terra gli altri”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
NESSUNO METTE IN DISCUSSIONE L’OPERA DELL’ARMA, MA GLI SBAGLI STANNO DIVENTANDO TROPPI, QUALCOSA VA RIVISTO NEGLI ARRUOLAMENTI
“Sono pochissimi i carabinieri che non rispettano le regole che disciplinano l’Arma, e il loro operato non deve infangare la “virtù” dei 110mila che compiono ogni giorno il loro dovere.
Ne è convinto Giovanni Nistri, comandante Generale dell’Arma, che nel corso della cerimonia per i 40 anni del Gis, il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri, ha affermato: “L’Arma si deve ricordare che è nella virtù dei 110mila uomini che ogni giorno lavorano per i cittadini che abbiamo tratto, traiamo e trarremo sempre la forza per continuare a servire le istituzioni; 110mila uomini che sono molti ma molti di più dei pochi che possono dimenticare la strada della virtù”.
Le parole di Nistri arrivano poco più di una settimana dopo l’incontro del vertice dell’Arma con Ilaria Cucchi.
L’incontro era avvenuto dopo la svolta nel processo sulla morte del geometra romano: Francesco Tedesco, uno dei carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale ha, infatti, accusato due suoi colleghi, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro di aver pestato il ragazzo che era stato arrestato con l’accusa di spaccio, nell’ottobre del 2009.
Il giorno dopo l’incontro, al quale era presente anche il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, Ilaria Cucchi aveva accusato Nistri di aver fatto “uno sproloquio contro i carabinieri che hanno rotto il muro dell’omertà ” sulla morte del fratello.
E sui carabinieri che infrangono le regole dell’Arma è intervenuto anche il ministro Trenta, nel corso della cerimonia per i 40 anni del Gis: l’arma è sempre stata, ha sostenuto il vertice del dicastero della Difesa, “vicina al cittadino” e i Carabinieri sono un “punto di riferimento, esempio di rettitudine, integrità e senso del dovere”: ma nel caso in cui “si accerti l’avvenuta negazione di questi valori si deve agire e accertare la verità isolando i responsabili allo scopo di ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Arma”.
I casi recenti più eclatanti hanno visto però inaccettabili “coperture” dei vertici, come certificato nella aule di giustizia. E si moltiplicano i casi di carabinieri arrestati (ieri quattro in una inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti), un brutto segnale che richiede non solo parole di circostanza, ma atti concreti, a cominciare dal chiedersi chi si arruola. Ecco perchè ci saremmo aspettati impegni di cambiamento concreti, non solo parole di circostanza.
(da agenzie)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
RUOCCO E LANNUTTI GUIDANO LA FRONDA: “DEVE ESSERE CAMBIATO IN BASE AI VALORI DEL M5S, MOLTE DISPOSIZIONI SONO CONTRARIE AI NOSTRI PRINCIPI”
“Il decreto fiscale dovrà essere modificato rispettando i principi ispiratori del Movimento 5 Stelle. Molte delle disposizioni del provvedimento all’esame del Senato sono contrarie ai nostri valori” che sono invece “duri ed intransigenti nel contrasto alle pratiche evasive ed elusive soprattutto dei soggetti che reiterano condotte dannose per la società , frodando l’erario”.
Così la presidente della Commissione Finanze della Camera Carla Ruocco e il senatore, componente della Finanze al Senato, Elio Lannutti.
Il M5S, ricordano il senatore e la deputata, “da sempre si batte per un fisco equo, semplice, non vessatorio con gli onesti ed i piccoli contribuenti in difficoltà e, d’altro canto, duro ed intransigente nel contrasto alle pratiche evasive ed elusive soprattutto dei soggetti che reiterano condotte dannose per la società , frodando l’erario”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 26th, 2018 Riccardo Fucile
TUTTI SAPEVANO MA NESSUNO E’ MAI COLPEVOLE, E’ SEMPRE COLPA DI ALTRI
Dunque la prefettura conferma che da mesi, come ricostruito dall’HuffPost, la situazione di grave degrado di San Lorenzo era oggetto delle riunioni dell’Osservatorio per la sicurezza, l’organo che la Prefettura riunisce ogni tre settimane alla presenza delle forze dell’ordine, il gabinetto del sindaco e i dipartimenti di volta in volta coinvolti. Il che conferma una attenzione e una consapevolezza del problema.
È in quella sede che il presidente del Municipio Francesca Lo Bello, in tutte le riunioni a partire dal 27 marzo, più volte, sottolinea una situazione di allarme di un quartiere diventato una enorme area di spaccio.
Che rimaneva tale anche dopo gli interventi posti in essere di cui parla la prefettura: “i servizi straordinari di controllo” e “l’implementazione con l’utilizzo del personale interforze, del nucleo antisofisticazioni dei carabinieri e della polizia locale di Roma”. Perchè non sono serviti i video girati dai piani altri di via dei Lucani e portati alle forze dell’ordine nè gli sgomberi che pur sono stati effettuati dal commissario di zona in questi mesi.
Il giorno dopo gli sgomberi, hanno raccontato in questi giorni gli abitanti di San Lorenzo, ci si ritrovava punto e a capo: un quartiere diventato una casbah dello spaccio.
È chiaro che il degrado di un quartiere non è solo questione di sicurezza e polizia: c’è un problema più ampio e complessivo di “governo”, inteso come piano urbano, verde, riqualificazione degli spazi, ricostruzione delle reti sociali.
Questione che riguarda, a tutti i livelli, la politica, il sindaco in primis.
E, al tempo stesso, riguarda un rapporto virtuoso con le istituzioni e tra le istituzioni. In questa vicenda però c’è uno specifico drammatico che riguarda la sicurezza.
La documentazione pubblicata — i verbali dell’Osservatorio sulla sicurezza – racconta di una sequenza allarmi e segnalazioni alle autorità preposte alla sicurezza, in particolare Comune e Prefettura.
Ovviamente è una documentazione non completa. E sarebbe possibile completare questa storia con altri documenti.
L’incrocio con la versione fornita della Prefettura pubblicata da HuffPost lascia al momento immutate alcune domande su eventuali sottovalutazioni compiute.
In particolare su una richiesta specifica di un tavolo tecnico, firmata in data 10 maggio dalla presidente Del Bello e dall’assessore all’Ambiente Rosario Fabiano del 10 maggio
“Gentile prefetto,
nell’allegare alla sua cortese attenzione il verbale e i rilievi fotografici del sopralluogo congiunto svoltosi lo scorso 4 maggio 2018 alla presenza anche dei funzionari del Commissariato di P.S. San Lorenzo si chiede, riscontrati i seri motivi di ordine e sicurezza pubblica, di voler convocare con cortese urgenza, un tavolo tecnico al fine di pianificare ed organizzare tutti gli interventi ad una bonifica complessiva del sito in questione”.
La richiesta, che l’HuffPost ha pubblicato, nasce proprio dalla consapevolezza che gli interventi posti in essere fino a quel momento non sarebbero stati risolutivi.
Il 2 maggio era stato deciso il sopralluogo con le forze dell’ordine per pianificare un intervento di “bonifica”, perchè i “58 controlli strumentali hanno fatto emergere irregolarità a San Lorenzo” e per “attuare una bonifica complessiva per motivi di ordine e sicurezza”.
Proprio a seguito di questo sopralluogo, effettuato poi il 4 maggio con la polizia locale, si decide di scrivere alla prefettura affinchè sia convocato un tavolo tecnico. Sono chiari i termini della questione: la bonifica sarebbe stata fatta il 6 giugno, ma era chiaro si sin da maggio che non sarebbe stata sufficiente.
È una misura tampone, ma secondo la presidente di Municipio serve un intervento più strutturale che preveda un pieno coinvolgimento della prefettura. E del Comune. Ad esempio per procedere ad abbattimenti dei ruderi trasformati in giacigli di spacciatori.
Quel tavolo invece non viene mai convocato.
Il che rende legittima la domanda: perchè?
Forse si è ritenuto che non fosse lo strumento necessario, o forse perchè si riteneva fosse superfluo, o semplicemente per una sottovalutazione?
È comunque uno snodo importante da chiarire. Perchè, da questa ricostruzione, già emerge un diverso accento di responsabilità .
Il Municipio, di fatto, lamenta un deficit sul terreno della sicurezza. La Prefettura insiste sul degrado. E nella sua versione, molto istituzionale e prudente, non specifica come e quanto sia stato potenziata la sicurezza: gli arresti fatti, le pattuglie in più mandate, che cosa cioè significhi quell'”implementazione” accennata.
Si fa invece riferimento alla riunione del 24 ottobre, dopo la monte di Desirèe, alla presenza del ministro dell’Interno, del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che ha deciso l’avvio di un cronoprogramma per gli sgomberi degli immobili occupati a Roma e si è ribadita “la necessità di un lavoro sinergico tra l’amministrazione capitolina e la macchina della sicurezza”.
Alla riunione hanno partecipato il prefetto di Roma, i vertici delle forze di polizia, il sindaco di Roma accompagnato dall’assessore alle Politiche sociali e all’urbanistica.
“Lavoro sinergico”. Proprio questa formula lessicale rende legittimi interrogativi sulla sinergia che si è sviluppata finora, tra le strutture preposte alla sicurezza nel loro insieme e con l’amministrazione.
E, al livello superiore, col Viminale: il ministro era a conoscenza della situazione a San Lorenzo e dei ripetuti allarmi arrivati in prefettura e al Comune?
È una verifica di responsabilità che, in quanto ministro incarica, ora lo riguarda e lo investe.
(da “Huffingtonpost”)
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