Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
UN ALTRO ESPERTO DI PONTI, COME TUTTI I LAUREATI IN CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICA… MA COSA SI NASCONDE DIETRO LA RISSA? LAVORI E SOLDI A MILIONATE
Il copione della ricostruzione del ponte Morandi potrebbe prevedere nelle prossime ore un nuovo colpo di scena e un inaspettato protagonista: esce il commissario in quota Lega per la ricostruzione in pectore Claudio Gemme, entra il probabile commissario in quota Lega Marco Bucci, sindaco di Genova.
Il finale non è ancora stato scritto, ma sul primo cittadino genovese si stanno concentrando le attenzioni delle diplomazie di Lega e M5s, dopo che la candidatura di Gemme ha subito una brusca frenata per i pareri negativi dei 5 stelle.
Sul fronte della nomina del nuovo commissario i bastoni tra le ruote a Gemme, gradito a Salvini, li avrebbe messi il M5s.
I conflitti d’interesse a suo carico sarebbero dovuti al fatto che Fincantieri (società di cui è manager) potrebbe essere l’azienda che costruirà il nuovo viadotto e che i familiari hanno un’abitazione nella “zona rossa”, quella degli sfollati per il crollo.
Cerchiamo di dire qualche verità scomoda che difficilmente si legge sui giornali “alllineati”.
1) Buon senso vorrebbe che commissario alla ricostruzione venisse nominato un “tecnico” che almeno sapesse come va ricostruito un ponte, con relative conoscenze in campo giuridico, onde evitare che si schianti di fronte alle normative vigenti.
2) I nomi fin qui fatti non corrispondono a questi requisiti, essendo tutti legati a un partito, la Lega che, attraverso il sottosegretario Rixi (sotto processo per peculato), vuole designare un suo uomo. Inoltre nessuno ha competenze specifiche, basti pensare che Bucci è laureato in chimica e tecnologia farmaceutica e i ponti al massimo li conosce per esserci transitato sotto in barca a vela (di cui è specialista)
3) I fondi stanziati sono insufficienti per molti settori, questo è vero, ma è altrettanto vero che non si possono chiedere quattrini per interventi che con il ponte non c’entrano una mazza (tipo per il metro Brignole-Terralba che stanno a 20 chilometri di distanza).
4) Nessuno ci ha mai detto se il ponte poteva essere demolito senza danneggiare le case sottostanti e ricostruito altrove. C’è solo una corsa a demolire ponte e case.
5) I rimborsi proposti ai proprietari di case, sommando le varie voci, finiranno per triplicare il valore dell’immobile, tanto paga Autostrade, sembra la filofofia vigente.
6) Siamo sicuri che Autostrade verrà dichiarata responsabile del crollo o non emergeranno come logico anche quelle del ministero di Toninelli che avrebbe dovuto fare i controlli? E se così dice il buon senso, chi alla fine pagherà il conto?
7) A Genova arriveranno milionate e come sempre ci sarà chi ne beneficierà senza averne titolo e chi avrà di che lamentarsi perchè quantificare le perdite di aziende portuali e autotrasportatori non è facile, se non basandosi su autocertificazioni.
Quindi in primis andavano tutelati abitanti e aziende nella zona rossa, invece che richiedere troppi danni presunti. Questi andrebbero quantificati successivamente e, se reali, liquidati chash, non con i tempi della burocrazia statale.
8 ) Assegnare i lavori a Fincantieri è una forzatura, occorre una gara reale, altrimenti al primo ricorso si blocca tutto
9) Qualcuno vuole pure mettere in discussione il progetto di Renzo Piano: ringraziate Dio che abbiamo un architetto di fama mondiale che il mondo ci invidia e tenetevelo stretto il suo progetto gratuito. Che siano poi due fuoricorso a storcere il naso farebbe quasi ridere se non fossimo davanti a una tragedia.
E per oggi ci fermiamo qua.
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
“SERVE PERSONALE O CHIUDIAMO I REPARTI”… MA UNA SOLUZIONE C’E’: BASTA RESPINGERE I PAZIENTI CHE HANNO VOTATO LEGA E M5S: SONO CONTRO L’ACCOGLIENZA, NON PRETENDERANNO DI ESSERE ACCOLTI
Circa 25mila medici e dirigenti ospedalieri in meno nell’arco di un paio di anni, al massimo.
Significherebbe di fatto il collasso per il sistema sanitario nazionale.
È l’effetto perverso che rischia di diventare reale a causa del combinato di due provvedimenti, uno in via d’approvazione, l’altro vecchio di nove anni: quota 100 e blocco della spesa per il personale del SSN disposto nel 2010 dal Governo Berlusconi. Il grido d’allarme lanciato dall’Associazione dei medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale (Anaao) solleva ancora una volta il velo sullo stato disastrato degli ospedali italiani. Una condizione che, in una eterogenesi dei fini, rischia di trasformarsi in vera “paralisi” con l’approvazione della Quota 100 (somma dell’età anagrafica e contributiva) sul fronte pensionistico.
Grazie al provvedimento che il Governo Conte si appresta a inserire in Legge di Bilancio, anche i medici ospedalieri avranno la possibilità di andare prima in pensione, rispetto ai tempi stabiliti dalla legge Fornero.
Medici e dirigenti – che in media già vanno in pensione a 65 anni grazie anche ai riscatti di laurea e specializzazione – potranno così lasciare il lavoro in un momento in cui le condizioni sono già particolarmente precarie: “Il Conto annuale dello Stato – secondo Anaao Assomed – mostra che dal 2010 al 2016 i medici e i dirigenti sanitari in servizio sono diminuiti di oltre 7.000 unità . Questo ha permesso alle Regioni una riduzione delle spese per il personale che limitatamente al 2016 ammonta a circa 600 milioni di euro. Diversi miliardi, se il calcolo viene effettuato dal 2010 ad oggi”.
I tagli lineari adoperati negli anni nella sanità pubblica, imposto alle Regioni anche in ottica di un maggiore rigore fiscale, sono ormai noti. Ma secondo l’associazione dei medici “non è più sufficiente garantire che non ci saranno più tagli e taglietti alla sanità “.
In pratica, non c’è più nulla da tagliare, e da tempo. E’ il momento di invertire la rotta. “È necessario eliminare l’anacronistico blocco per la spesa per le assunzioni negli ospedali in legge di Bilancio e tornare ad assumere medici secondo le necessità “, dice il segretario Anaao Carlo Palermo all’HuffPost. Soprattutto se si vuole superare la Legge Fornero con la Quota 100. “La riforma determinerà in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di ben 4 scaglioni”. Circa 25mila medici e dirigenti ospedalieri, secondo Anaoo, che nell’arco del 2023 diventeranno circa 70mila su un platea di 110mila assunti.
Obiezione: non è detto che tutti i medici che maturino il diritto alla pensione lo esercitino subito. In realtà non c’è da farsi molte illusioni, spiega Palermo: “Viste le condizioni di lavoro sempre più difficili, richieste sempre maggiori di reperibilità , turni sempre più sacrificati e carenza di personale, i medici coglieranno la palla al balzo e lasceranno il lavoro. Resteranno i primari e gli alti quadri dirigenziali”.
La stato disastrato degli ospedali italiani, quando non invoglia alla pensione anticipata, induce i medici a dimettersi dal sistema pubblico per spostarsi a quello privato o all’esercizio della libera professione. “Questo effetto ‘fuga’ è determinato dal malessere evidenziato nella classe medica da uno stato di agitazione quasi permanente”, denuncia il Coas, sindacato dei Medici dirigenti.
“Un malessere cronico che umilia i medici, per un lavoro gestito da persone che sembrano non volerne capire nè la gravosità , nè la quantità , nè l’impegno per la necessaria qualità . Ma lo sconforto arriva quando l’impegno lavorativo va a ricadere sulla famiglia attraverso l’osservanza della turnazione nelle notti, nei festivi, nei fine settimana, con reperibilità incidente sulle poche giornate di libertà . Se a tutto ciò si aggiunge il blocco degli stipendi al 2010…”.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
ASSISTENTI COSTRETTI A FARLE IL TRASLOCO PRIVATO E A CONCEDERLE PRESTITI… INOLTRE MESSAGGI INTIMIDATORI E FRASI SCURRILI
“A norma dell’articolo 166 del regolamento, in base alle conclusioni del comitato consultivo competente per le denunce di molestie riguardanti assistenti parlamentari accreditati e deputati, e avendo preso nota delle osservazioni scritte della deputata interessata ho deciso di comminare una sanzione all’onorevole Giulia Moi (M5S) per la sua condotta nei confronti degli assistenti parlamentari, qualificata come molestia psicologica”.
Lo ha annunciato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
“La sanzione consiste nella perdita del diritto all’indennità di soggiorno per un periodo di 12 giorni – ha aggiunto Tajani -. La decisione è stata notificata alla deputata interessata che può presentare un ricorso interno dinanzi all’ufficio di presidenza. Tale ricorso ha carattere sospensivo della sanzione”.
L’europarlamentale del movimento 5 stelle Giulia Moi presenterà ricorso all’ufficio di presidenza del Pe contro la sanzione che le è stata inflitta per la sua condotta, qualificata come ‘molestia psicologica’, nei confronti degli assistenti parlamentari.
Fonti del M5S al Parlamento europeo rendono noto che l’eurodeputata Giulia Moi si era autosospesa tempo fa e che la questione verrà presa in carico dai probiviri.
Secondo le accuse, Moi avrebbe sfruttato i suoi collaboratori facendosi aiutare in un trasloco privato a Bruxelles e più di una volta avrebbe chiesto loro soldi in prestito. In più, sempre stando ai fascicoli delle accuse, avrebbe obbligato i due a farle un resoconto puntuale e quasi al secondo di tutte le attività da loro svolte, e inviato messaggi intimidatori e scurrili.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
“AL DI SOPRA DELLE REGOLE MA NON SI E’ ARRICCHITO CON I FONDI”: CADONO LE ACCUSE DI CONCUSSIONE, TRUFFA E ABUSO D’UFFICIO… COSA ASPETTA BONAFEDE A MANDARE UN’ISPEZIONE A LOCRI?
Da un lato c’è l’ordinanza del gip di Locri. Restituisce l’immagine di un sindaco che vive al di sopra delle regole, che nonostante sappia di essere indagato sostiene strenuamente il suo dissenso nei confronti quelle che definisce “leggi balorde” sui migranti, che favorisce l’immigrazione clandestina e non rispetta le regole sull’affidamento della gestione del servizio di raccolta di rifiuti.
Per tali ragioni merita gli arresti domiciliari, ma da tutto questo sistema non intasca un euro, non si arricchisce in alcun modo.
Dall’altro lato, invece, ci sono gli atti della procura, di cui il gip Domenico Di Croce ha accolto solo una minima parte: i magistrati inquirenti dipingono Mimmo Lucano come un uomo che, per attuare il modello d’accoglienza pensato per il suo paesino della Locride, compie abusi d’ufficio, truffe aggravate e si macchia di concussione.
La vicenda dell’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di illeciti nell’affidamento diretto della raccolta dei rifiuti, spacca la magistratura di Locri.
La procura, infatti, si scaglia contro il gip, ‘colpevole’, di aver accolto solo due dei nove capi di accusa – i meno gravi – contenuti nel fascicolo e di aver, di conseguenza, ammorbidito la posizione di Lucano.
Dal canto suo il magistrato che ha disposto l’arresto di Lucano evidenzia come negli della procura ci siano “marchiane inesattezze”, “congetture” sulla distrazione di fondi per altri fini, definisce “inattendibili” i testimoni – non a caso il provvedimento di arresto si basa sulle intercettazioni – e parla di testimonianze raccolte sommariamente e senza le garanzie di legge.
La procura aveva chiesto l’arresto di altre 14 persone, oltre a Lucano, e i soggetti iscritti nel registro degli indagati erano 31. Il gip, però, come è evidente, ha ridimensionato di molto l’impianto accusatorio.
Mimmo Lucano, conosciuto in tutto il mondo per aver creato un modello di accoglienza diffuso con il quale ha ripopolato il suo paese, avrebbe, insomma, commesso degli illeciti, ma senza arricchirsi. Un concetto, questo, messo in evidenza dal gip nella sua ordinanza: “il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”, si legge nel documento.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
ALLO SQUALLORE NON C’E’ MAI FINE PER I SERVI DELLA LEGA E DI PUTIN
Anche i Cinque Stelle si schierano contro Mimmo Lucano. “Riace non era un modello, è finita l’era del business dell’immigrazione”, si legge in un post sul Blog delle Stelle, in cui il sottosegretario all’interno M5S Carlo Sibilia conferma lo stop ai fondi per la città calabrese:
Tuttavia, fino a pochi mesi fa, i pentastellati sembravano di tutt’altro avviso.
Solo lo scorso 23 giugno, in un post su facebook l’europarlamentare grillina Laura Ferrara definiva Riace “il Paese dell’accoglienza, conosciuto in tutto il mondo per la vera inclusione sociale basata su un forte senso di comunità e di appartenenza ai valori della solidarietà e dell’aiuto reciproco”.
La Ferrara commentava inoltre le indagini già avviate sul sindaco della città calabrese: “La magistratura farà il suo lavoro, intanto porto con me un’esperienza di accoglienza che mi auguro venga replicata in sempre più realtà locali e il rispetto di quei valori, principi e diritti che appartengono a tutti, senza distinzione alcuna, e che devono essere la bussola dell’agire politico”.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
IL DISEGNO E’ EVIDENTE: COLPIRE CHI FA ACCOGLIENZA E AUMENTARE I CLANDESTINI PER FORNIRE MANODOPERA A BASSO PREZZO ALLA ‘NDRANGHETA
La meritoria azione di Mimmo Lucano rappresenta uno dei maggiori contributi espressi, a livello italiano e internazionale, per l’integrazione dei migranti e contro la clandestinità .
Evidente il nesso tra l’azione propagandistica di stampo nettamente razzista che ha costituito in questi mesi il principale carattere di questo governo e l’improvvida azione di alcuni settori della magistratura.
Ordinando l’arresto di Lucano questi settori danno un colpo, non decisivo ma pesante, alla lotta contro la clandestinità che può essere condotta solo in un modo ed cioè dando un’alternativa di vita degna a migranti e richiedenti asilo.
E’ quanto ha fatto Mimmo Lucano da anni a questa parte.
Accogliendo i migranti e i richiedenti asilo e consentendo loro di dare un contributo lavorativo alla vita della comunità nella quale venivano inseriti, Lucano ha promosso lo sviluppo del territorio e contrastato l’azione criminale delle cosche mafiose.
Il modello Riace costituisce tuttora un punto di riferimento per una politica migratoria all’altezza delle sfide in essere. L’unica politica in grado di contrastare efficacemente la clandestinità .
Chi, come me, ha letto il bel libro di Tiziana Barillà su Mimmo Lucano e l’esperienza di Riace — Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace — ha un’idea abbastanza precisa degli ostacoli incontrati e superati con entusiasmo per restituire dignità e futuro non solo e non tanto ai migranti ma anche e soprattutto a un territorio degradato da emigrazione, mafie e secolari trascuratezze governative.
Dello stato di bisogno e di illegalità in cui vivono i clandestini si avvantaggiano le mafie che determinano la riduzione in schiavitù dei migranti, mediante il lavoro servile in agricoltura, la prostituzione e il reclutamento dei clandestini come manodopera dello spaccio e di altre attività criminose.
Contrastare la clandestinità significa pertanto combattere le mafie. E la clandestinità si contrasta mediante politiche che riconoscano il ruolo e il contributo dei migranti.
Ecco perchè Lucano era ed è così inviso alle mafie.
Al tempo stesso era ed è inviso al governo e sono note le frasi sprezzanti con le quali Matteo Salvini aveva inteso liquidarlo.
Il decreto che porta il nome dell’attuale ministro dell’Interno determinerà del resto un’enorme crescita della clandestinità . L’attacco allo Stato di diritto si somma a quello contro la vita e l’esistenza stessa dei migranti.
Tutto torna, quindi.
Il modello di accoglienza diffusa basato sugli Sprar è sottoposto a sua volta a un violento attacco. Il governo vuole promuovere al suo posto i Cie, in molti casi veri e propri lager nei quali, per effetto del decreto Salvini, i migranti potranno essere ora costretti a trascorrere fino a trenta giorni solo per esigenze di identificazione.
E’ evidente come strutture dove è consentita la detenzione massiccia in condizioni disumane di molti migranti, costituiscano un’occasione di intervento per la mafia e la corruzione, come dimostrato dalle vicende di Mafia Capitale, del Cara di Mineo e di altre.
L’intento di affossare l’esperienza positiva ed esemplare compiuta da Mimmo Lucano e dalla sua amministrazione a Riace rappresenta, quindi, un contributo oggettivo al rafforzamento delle logiche emergenziali che hanno consentito il prosperare di mafia e corruzione.
L’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina si conferma imputazione suscettibile di essere piegata a vari fini e finisce per colpire quanti promuovono l’integrazione dei migranti.
Nella gerarchia di valori della Procura di Locri la salvaguardia delle leggi sull’immigrazione, ammesso e non concesso che Lucano e la sua compagna le abbiano violate, prevale su quella dei diritti umani e ciò è del tutto inammissibile.
Ad ogni modo esagerato è il ricorso alla custodia cautelare.
Probabile che questa improvvida iniziativa faccia la fine dell’inchiesta di Zuccaro contro le ong ma nel frattempo sarà stata portato un ulteriore colpo alla cultura dell’accoglienza e della solidarietà .
Se pure i risultati giudiziari di quell’inchiesta sono pressochè nulli, infatti, essa ha contribuito a smantellare l’intervento umanitario di salvataggio nel Mediterraneo.
Si teme che altrettanto possa avvenire con Riace ed esperienze analoghe
Davvero sconcertante, quindi, risulta l’atteggiamento di una magistratura che si presta, per riprendere il comunicato di Progetto Diritti, “all’ennesimo attacco a quel mondo che ogni giorno è impegnato sul fronte dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani e dei valori che sono alla base del nostro ordinamento e delle convenzioni internazionali cui l’Italia ha aderito”.
Una magistratura che si adegui agli imperativi di una pessima politica rappresenta in effetti, come denunciano i giuristi democratici, l’anticamera di una pessima dittatura. Che non riguarderà solo gli “stranieri”, ovviamente.
Occorre sperare che la parte maggioritaria e dominante della magistratura italiana non voglia prestarsi ad operazioni di questo tipo ma anzi avversi lo spregiudicate operato del governo.
A proposito del quale si attendono le decisioni sulle imputazioni di Salvini per sequestro ed altri reati in relazione alle note vicende della nave Diciotti.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
L’ATTORE SOLIDALE CON IL SINDACO DI RIACE: “CREDERO’ IN TE ANCORA PIU’ DI PRIMA”
“Siamo tutti in pericolo, punto. Il sindaco #domenicolucano è stato arrestato per aver accolto non per aver favoreggiato, allora #arrestatecitutti”.
Lo scrive in un tweet Beppe Fiorello in difesa del sindaco di Riace Domenico Lucano, arrestato questa mattina per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “@Pontifex_it a lei la parola – continua l’attore siciliano – la spieghi lei a questa politica la differenza tra accogliere i bisognosi e favorire le mafie”.
In un precedente tweet Fiorello si era rivolto direttamente al primo cittadino: “Crederò in te più di prima”.
Secondo l’attore “qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario. Io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”.
Fiorello è il protagonista della fiction Rai ‘Tutto il mondo è Paese’ ispirata proprio alla figura del sindaco di Riace, sospesa dal palinsesto circa un mese fa dopo che a Lucano è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della Procura di Locri.
“Non appena la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine – aveva sottolineato la Rai in una nota – il Servizio Pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
LA RAGAZZA ERA RIUSCITA A FUGGIRE UNA PRIMA VOLTA E A CHIAMARE LE FORZE DELL’ORDINE CHE AVEVANO PENSATO BENE DI RICONSEGNARLA ALLA FAMIGLIA
Segregata in casa dai genitori perchè lesbica.
E’ una denuncia shock quella di una diciassettenne italiana di Albano Laziale che la scorsa settimana, grazie all’aiuto del Gay Center e delle forze dell’ordine, è riuscita a liberarsi dopo mesi di prigionia.
A tenerla segregata in casa, in un paesino della provincia di Roma, i suoi stessi genitori, due impiegati di 50 anni, che hanno reagito in questo modo dopo aver scoperto l’omosessualità della figlia leggendo dei messaggini WhatsApp tra lei e la sua compagna, una coetanea.
Sulla vicenda è stata aperta un’indagine affidata alla polizia di Albano e agli agenti del commissariato di Anzio, coordinata dalla procura di Velletri che ha iscritto la mamma della piccola sul registro degli indagati con le accuse di maltrattamenti e sequestro di persona.
A rendere nota la storia il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo. «La ragazza viveva in un clima di continua violenza ed era sequestrata in casa, dove i familiari non la facevano più uscire – ha spiegato Marrazzo – inoltre i genitori, quando rimaneva sola in casa, chiudevano la porta a chiave con lei dentro».
La giovane, dopo essere scappata una prima volta da casa e aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, è stata riconsegnata alla famiglia.
Solo a quel punto la giovane ha deciso di chiamare il Gay Center che ha a sua volta avvertito il supporto Oscad (Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni) e insieme sono riusciti a liberare nuovamente la giovane che ora si trova al sicuro in una struttura protetta per minori.
«Quanto accaduto è molto grave – commenta Marrazzo – E’ importante approvare al più presto una legge contro l’omotransfobia, che preveda anche la formazione per il personale pubblico per evitare episodi di discriminazione e pregiudizio anche da parte di funzionari pubblici come accaduto alla giovane ragazza».
«Se non verrà approvata una legge contro l’omotransfobia inviteremo i sindacati e la comunità lesbica, gay, bisex, e trans a fare uno sciopero generale dei lavoratori il 17 maggio, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia a sostegno della richiesta di legge», ha concluso Marrazzo.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
PER UN MESE PARENTI, VICINI E CONOSCENTI NON SI SONO PREOCCUPATI DELL’ASSENZA DELL’ARCHITETTO COLTO DA MALORE
Era morto da qualche settimana, quando è stato ritrovato sdraiato sul suo letto dalla polizia, con indosso solo l’accappatoio.
Il corpo di Francesco Ciotti, 70enne di Brescia architetto in pensione, era in avanzato stato di decomposizione. Sono in corso d’accertamento le cause del decesso, ma si presume sia stata colpa di un malore.
A dare l’allarme sono stati i vicini, che hanno sentito un forte odore provenire dall’appartamento dell’uomo.
Quando i Vigili del Fuoco hanno sfondato la porta, in casa hanno trovato il corpo senza vita di Ciotti e il suo gatto vicino al letto.
Divorziato e senza figli, l’ex architetto è stato descritto come un uomo molto solitario
Si legge su Brescia Today:
Si sarebbe sentito male appena uscito dalla doccia, ancora nella seconda settimana di agosto: un forte dolore al petto, o forse un mancamento, sta di fatto che si sarebbe trascinato a fatica fino in camera, per raggiungere il letto e sdraiarsi, con la testa all’insù. Così avrebbe esalato il suo ultimo respiro. Nessuno si è accorto di nulla, nessuno. Lunedì in zona sono arrivati i parenti, che hanno ammesso di non sentirlo da almeno un mese.
(da agenzie)
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