Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
ORFINI PREPARA LA SUA MOSSA PER ESSERE DECISIVO IN ASSEMBLEA
In un angolo del Transatlantico, attorno a Matteo Orfini si forma un capannello di
parlamentari della sua corrente.
L’argomento è il Congresso del Pd: “È evidente — spiega scadendo le parole — che se, come pare, si candida Minniti, anche noi mettiamo un nostro candidato. A quel punto nessuno raggiunge il 50 per cento e il segretario lo elegge l’assemblea…”.
La notizia è che pressochè tutti, ormai, danno per scontata la candidatura dell’ex ministro dell’Interno. Chi ha parlato con Renzi racconta: “È fatta. Matteo è molto soddisfatto, se la ride sotto i baffi. Volevano un Congresso vero? Adesso c’è un Congresso vero con un frontrunner forte. Certo non possono dire che è un clone o uno al guinzaglio di Renzi”.
L’ex ministro dell’Interno sta riflettendo. Perchè è complicato essere presentato come il candidato di Renzi e interpretare una discontinuità , nell’ambito della campagna congressuale.
Sono questi margini di azione l’oggetto della valutazione di queste ore. Il come presentare la candidatura e i suoi margini di autonomia politica.
Sia come sia al Nazareno danno la cosa per fatta. Ed è in atto un pressing sempre più stringente, da parte del mondo renziano, per metterlo in campo già nei prossimi giorni. L’appello dei sindaci renziani pubblicato dall’HuffPost potrebbe essere solo il primo di una lunga serie di richieste all’insegna del “Marco candidati”.
Magari proprio a ridosso di Piazza Grande, la due giorni organizzata a Roma a Nicola Zingaretti, questo fine settimana. Perchè Minniti è una candidatura che “sposta”, sia a livello di opinione pubblica sia nella dinamica interna del partito: “A quel punto — sussurrano quelli vicini a Renzi — con Nicola resteranno forse Veltroni, Gentiloni, etc, ma non lasceremo il partito all’asse romano. La verità è che abbiamo scelto un candidato che si confronta con Salvini nel paese”.
Ecco, l’iniziativa di Zingaretti ha ufficialmente aperto il congresso del Pd, rianimando una discussione afona e priva di vitalità .
E mettendo all’ordine del giorno, senza tanti tatticismi, la ricerca di una candidatura forte da contrappore a quella del governatore del Lazio su cui si stanno spostando pezzi importanti del mondo democratico: sindaci, amministratori, associazioni.
A Roma, gli organizzatori di Piazza Grande prevedono una partecipazione di almeno 2500 persone, dato non irrilevante di questi tempi.
Si è ciò materializzata, per la prima volta da un po’ di tempo, l’eventualità che il gruppo dirigente che ha guidato il Pd in questi anni possa realmente perderne il controllo.
È una candidatura, quella di Minniti, che rivoluzione la geografia interna. Il suo profilo netto in materia di politiche di immigrazione rende non scontato il sostegno di Graziano Delrio e rende invece scontata la presenza di un candidato della corrente dei Giovani Turchi di Matteo Orfini.
La ragione è semplice: se nessuno raggiunge il 50 per cento dei voti alle primarie, cosa probabile in questa pletora di candidati, il segretario si elegge in assemblea, con un accordo tra le correnti. Chi arriva terzo, dunque, è decisivo al ballottaggio.
Nei giorni scorsi, raccontano fonti del Nazareno, Minniti ha già incontrato Lotti e tutti i big vicini all’ex segretario, da Guerini a Rosato, per una messa a punto della strategia congressuale.
L’idea di Renzi è quella di un ticket con una donna. Che non sarà Maria Elena Boschi, ma comunque sempre una figura di provata fede renziana. Perchè, alla fine, il regista dell’operazione se, come pare, andrà in porto è sempre Matteo Renzi.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
LE PAROLE CHIAVE PER LA BASE: UNITA’, FUTURO E GIOVANI
Nicola Zingaretti è ancora il favorito per la segreteria del Partito Democratico ma il reggente Maurizio Martina continua a mietere consensi ed è ormai vicino al sorpasso. E’ questo, secondo un sondaggio di GPF, lo scenario che va disegnandosi nella corsa al vertice dei Dem dopo la manifestazione del 30 settembre scorso a Roma.
Lo studio rileva che il governatore del Lazio è sceso dal 24,2% al 22,4% dei consensi mentre l’ex ministro delle Politiche agricole ha fatto un vero e proprio balzo in avanti passando dal 12,7% al 21,8%, con un incremento del 9,1%.
Lieve crescita nel gradimento per l’ex segretario Matteo Renzi, che passa dal 18,4% al 19,8%, e per l’ex premier Paolo Gentiloni, dal 12,2 al 13,7.
In netta flessione invece Carlo Calenda che passa dal 12,9% all’8,4%, con un calo del 4,5%. Male anche Dario Franceschini, al 5,8%, mentre Francesco Boccia e Matteo Richetti sono stabili poco sopra il 2%.
Quello che invece appare certo, dal sondaggio GPF, è che il popolo del Pd avesse davvero bisogno di quella manifestazione a Roma, giudicata un evento importante.
Il sentimento prevalente è stato quello di orgoglio e appartenenza per la maggioranza (53,5%) seguito da gioia e felicità (34,2%), stupore e incredulità (32,1%) e soddisfazione (27,1%).
E anche la spinta sulle intenzioni di voto sarebbe positiva: l’effetto Piazza del Popolo, infatti, ha incrementato del 24.1% la propensione a votare per il Pd
La parola chiave, scandita più volte in piazza, che deve rappresentare il partito è “unità “, seguita da “futuro, giovani, lavoro, solidarietà , Europa e cultura”.
Il popolo dem chiede che il congresso sia incentrato su un confronto costruttivo su idee, valori e futuro (67,2%) e che prevalga la figura di un segretario sostenuto dalla maggior parte dei “big” in un’ottica unitaria e non divisiva (45,8%).
Minoritaria la predilezione per un congresso di contrapposizione tra un candidato sostenuto da Renzi e uno sostenuto da un fronte antirenziano (8.2%) o di contrapposizione tra personalità forti per la leadership del partito (6,3%).
(da Globalist)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
NESSUNA TEMPISTICA NEANCHE SUL PAREGGIO DI BILANCIO PREVISTO DALLA COSTITUZIONE
Nessuna indicazione sui tempi. Mentre tra Lega e Movimento 5 stelle continua un braccio
di ferro carsico intorno ai 15 miliardi o giù di lì destinati a reddito di cittadinanza e riforma della Fornero, in Parlamento piomba la risoluzione sulla nota di aggiornamento al Def.
Traducendo: il sigillo della volontà del popolo sovrano alle algide tabelle sfornate dal Governo.
Un sigillo che viene sì posto sui principi della legge di bilancio, ma che si tiene lontanissimo dal definirne tempistiche e modalità .
D’altronde è stato il capogruppo M5s a Palazzo Madama Stefano Patuanelli a lasciarsi sfuggire che forse qualche conto non sta tornando, fissando per aprile i tempi di inizio della riforma della Fornero facendo emergere il torrente sotterraneo della tensione tra gli alleati di governo.
Così il Parlamento chiede un impegno all’esecutivo con una formulazione estremamente generica: “Il Senato (e la Camera) impegna il governo, nella prossima legge di Bilancio e con ulteriori provvedimenti di carattere economico finanziario”, segue lista dei desiderata.
Il bottino è equamente spartito. Ci sono tutte le misure di cui si è parlato negli scorsi giorni, con un’attenzione a porre nella stesura prima le misure di investimento e sviluppo, quelle più care all’Europa, poi quelle di spesa, a partire da reddito e pensioni.
Contestualmente arriva anche la richiesta di voto per lo scostamento del percorso di rientro sul deficit strutturale.
I capigruppo gialloverdi spiegano che quella che sarebbe una misura da adottare solamente in casi eccezionali è giustificata dalla crisi del 2008, e dalle politiche inadeguate messe in atto dai governi precedenti nel gestirla.
Contestualmente non viene indicata alcuna data, sia pur procrastinata, nella quale il governo Conte pensa di conseguire il pareggio di bilancio.
Una sottigliezza, che non è passata inosservata a chi calca da anni il legno cigolante dei pavimenti del Senato. “E dire che ieri Mattarella ha chiesto rassicurazioni sul quadro delle normative europee. Quell’omissis equivale a dire: noi facciamo come ci pare”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
SONDAGGI SWG E NOTO: PESA LA MANOVRA CHE NON CONVINCE… RISALGONO PD E FORZA ITALIA
Nei giorni scorsi sono arrivate delle bocciature riguardo al Def . Da più fronti sono pervenuti giudizi negativi sulla manovra del Governo, che ha conseguentemente influenzato l’opinione dei cittadini.
Inizialmente è stata Bankitalia, poi è toccato all’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Quest’ultimo ha reputato troppo ottimistiche le stime sul Pil, con Luigi Di Maio che ha prontamente contrattaccato e dichiarato di essere intenzionato a tirare dritto per la sua strada.
Questi recenti avvenimenti hanno così condizionato i Sondaggi politici, che mostrano già qualche scricchiolio per l’asse Lega-M5S a pochi giorni di distanza.
A riscontrarli è l’istituto Noto, secondo cui c’è stata una perdita dell’1% per il partito di Matteo Salvini, sceso al 33%, mentre il movimento pentastellato ha lasciato per strada lo 0,5% ed ora si attesta al 27,5%.
Nel complesso, le forze giallo-verdi raccolgono il 60,5% e, nonostante questa flession
Oltre ad aver riportato le intenzioni di voto per Lega e M5S, l’istituto Noto ha mostrato anche i consensi nei confronti degli altri partiti.
Nell’area di centrosinistra abbiamo il Partito Democratico con il 16%, mentre Più Europa raccoglie il 2%. Le altre liste sono attestate allo 0,5%.
Nell’area di centrodestra, invece, troviamo Forza Italia con il 9%, mentre FdI e Noi con l’Italia ottengono rispettivamente il 3,5% e lo 0,4%.
Al di fuori di questi schieramenti ci sono Liberi e Uguali con il 3% e Potere al Popolo con il 2%. I restanti partiti raccolgono il 3,1%.
Anche SWG riscontra una perdita di consensi per i partiti al Governo.
La Lega è scesa al 31%, registrando un calo dell’1,2%.
In perdita anche il Movimento 5 Stelle (-0,8%), che si porta al 29%.
A beneficiarne sono gli inseguitori. Primo su tutti il PD (+1,5%), che si attesta al 17,2%.
Resta ben lontano dai fasti di un tempo, ma potrebbe risalire la china dopo un lungo periodo di crisi.
Lo stesso prova a fare FI (+1%), che si porta all’8,3%.
Non recupera terreno Fratelli d’Italia (-0,5%), che scivola al 3,5%, mentre Più Europa incrementa leggermente il suo bottino (+0,1%), salendo al 2,7%.
Si prosegue con LeU al 2,3% (-0,1%) e Potere al Popolo al 2,1% (=).
Gli altri partiti sono attestati al 3,9% (=).
(da agenzie)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
DOPO L’ATTACCO A BANKITALIA, LA RISPOSTA A DI MAIO
“Le autorità indipendenti prescindono dalle scelte politiche “a garanzia di tutti”. Lo ha detto
il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando oggi al Quirinale alcune scuole secondarie di secondo grado.
Il capo dello Stato ha voluto intervenire così, pur senza riferimenti diretti, nello scontro fra Di Maio e Bankitalia che il vicepremier grillino aveva invitato a candidarsi in politica dopo le critiche al Def.
Rispondendo alla domanda su quanto sia difficile il suo lavoro in qualità di garante della Costituzione, il Presidente ha spiegato che la Costituzione “ha creato una condizione di equilibri”.
“La nostra Costituzione consente di superare difficoltà e di garantire l’unità della società anche perchè ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere – ha proseguito -. C’è un sistema che si articola nella divisione dei poteri, nella previsione di autorità indipendenti, autorità che non sono dipendenti dagli organi politici ma che, dovendo governare aspetti tecnici, li governano prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti. C’è un sistema complesso di pesi e contrappesi, come insegna la nostra Costituzione”.
(da agenzie)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
L’ALTRO CARABINIERE HA SCELTO IL RITO ORDINARIO, PROCESSO A MAGGIO 2019… CONFERMATA LA TESI DELL’ACCUSA, I DUE SONO STATI DESTITUITI DALL’ARMA
L’ex appuntato dei carabinieri Marco Camuffo, 48 anni, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi in abbreviato dal giudice del tribunale di Firenze, Fabio Frangini, al termine dell’udienza preliminare che si è svolta oggi, giovedì 11 ottobre, a Firenze.
Per lui la pm Ornella Galeotti aveva chiesto 5 anni e 8 mesi.
È accusato di violenza sessuale per aver abusato di una studentessa americana di 21 anni che aveva bevuto al punto di non essere in grado di opporsi, e per aver agito con violenza e con abuso di autorità .
Il suo collega di pattuglia, Pietro Costa, 33 anni, è stato rinviato a giudizio con le identiche accuse nei confronti di un’altra giovanissima studentessa americana. Per lui il processo inizierà il 10 maggio 2019.
“Il mio assistito non ha detto niente ascoltando la sentenza”, ha riferito il suo difensore, l’avvocato Filippo Viggiano che ha parlato di una “sentenza severa” contro cui ricorrerà in appello.
“C’è un’evidenza probatoria che non poteva essere messa da parte dal giudice, è una condanna che ci soddisfa”, il commento dell’avvocata Francesca D’Alessandro che assiste una delle due studentesse.
“Quella vicenda ha sconvolto la ragazza – ha riferito sempre lo stesso avvocato -. E’ tornata in Italia anche dopo l’incidente probatorio ma non è voluta andare a Firenze e ha preferito essere ospitata da me anzichè andare in albergo. Ora la contatto per comunicarle l’esito di questa prima condanna, che lei aspettava”.
Gli avvocati Gabriele e Marco Zanobini, che assistono la ragazza che accusa Costa di aver abusato di lei, l’hanno chiamata in America e spiegano che “è felice di essere stata creduta”.
I fatti risalgono alla notte fra il 6 e il 7 settembre 2017. I due carabinieri erano stati inviati alla discoteca Flo al piazzale Michelangelo per sedare un litigio e lì avevano incontrato le due amiche straniere, appena arrivate in Italia per un corso di studi, e si erano offerti di accompagnarle a casa sull’auto di servizio.
Al portone, invece di salutarle, erano entrati con loro e ciascuno dei due si era appartato con una delle ragazze. Ma pochi minuti dopo essere entrate in casa le due studentesse chiamarono disperate la loro tutor denunciando di essere state violentate. Lo scorso 12 maggio i due carabinieri erano stati destituiti dall’Arma
Marco Camuffo, difeso dagli avvocati Cristina Menichetti e Filippo Viggiano, aveva chiesto di essere giudicato in abbreviato, rito che prevede automaticamente lo sconto di un terzo della pena.
(da agenzie)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
UN REFERTO MEDICO CHE PARLA DI 15 E 30 GIORNI DI PROGNOSI MA NESSUNO HA COLPITO GLI AGENTI (ANCHE PERCHE’ GLI AUTORI SAREBBERO STATI ARRESTATI) … TESTIMONI: “LA VOLANTE E’ PARTITA A RAZZO E HA AVUTO UN INCIDENTE: GLI AGENTI SI SONO FATTI MALE IN QUEL FRANGENTE”
Abbiamo già parlato ieri dei tre video che smentiscono la presunta aggressione a due agenti
di polizia da parte di 50 immigrati che vivono sulla pista adiacente al Cara di Borgo Mezzanone:
Secondo il consolidato asse SAP (il cui segretario è diventato senatore della Lega)- Salvini venerdì scorso sulla pista adiacente al CARA di Borgo Mezzanone una cinquantina di persone avrebbe accerchiato due poliziotti impegnati ad inseguire un ragazzo, anche lui residente nella baraccopoli, ‘colpendoli ripetutamente con calci, pugni e oggetti contundenti’.
Il tutto per cavalcare la notizia atta a invocare espulsioni immediate e proseguire nella campagna di criminalizzazione degli immigrati
Questa comoda versione è diventata un autogol , in quanto non solo smentita dalle testimonianze dei presenti, ma anche dai numerosi video che diversi immigrati hanno avuto la prontezza di girare durante la concitata fase dell’arresto.
Da cui emerge che non c’e’ stata alcuna “vile aggressione”, ma semplicemente un tentativo di scongiurare l’arresto brutale di una persona trascinata per diversi metri, mentre era già ammanettata, e poi legata alla ruota posteriore della volante della Polizia.
I presenti protestano animatamente contro il trattamento inflitto all’arrestato, urlando “non è un animale!”
Nei video pubblicati non si vedono gli agenti aggrediti ma solo circondati da parecchie persone che però, al di là di urlare, non fanno altro.
Sono i due agenti a trascinare il gambiano (già ammanettato) e legarlo alla ruota dell’auto, precauzione totalmente inutile.
Secondo il Sap gli agenti sono rimasti feriti e hanno avuto dai 15 ai 30 giorni di prognosi (peraltro nessuno ha mostrato i referti).
Non solo: dai video successivi all’arresto, quando sono accorse altre due volanti, si vede chiaramente che i due agenti camminano tranquillamente senza accusare alcuna conseguenza della presunta aggressione. Uno ha la divisa intonsa, l’altro sporcata dal fango per aver costretto a terra l’arrestato e per averlo legato alla ruota posteriore della volante.
Ora emerge un’altra verità : secondo diversi testimoni la volante si sarebbe in un secondo momento allontanata a folle velocità e avrebbe causato un incidente, da qui la prognosi ai due agenti, accreditata come frutto di una aggressione che non c’e’ stata.
(da Globalist)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE: IL FAVORETTO AGLI ABUSIVI, SONO 28.000 LE RICHIESTE DI SANATORIA EDILIZIA … NEL DECRETO GENOVA CI SONO 10 ARTICOLI CHE RIGUARDANO PONTE MORANDI E ADDIRITTURA 20 PER ISCHIA
Nel decreto su Genova spunta una sanatoria edilizia che consentirebbe di definire pratiche per nuovi condoni nell’isola di Ischia pendenti dagli anni Ottanta (e con le regole degli anni Ottanta), collegandoli alla ricostruzione post sisma del 2017.
Questi edifici, che per le norme vigenti sono abusivi, non solo verrebbero sanati ma avrebbero il completo rimborso dallo Stato per la ricostruzione.
Una sanatoria che, nei giorni scorsi, i Verdi Angelo Bonelli e Claudia Mannino hanno definito incostituzionale “con tanto di contributi concessi dallo Stato a chi ha edificato abusivamente” e che ha spinto Legambiente a lanciare un appello al Parlamento e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
“Una follia riaprire il condono per edifici abusivi costruiti in aree a rischio idrogeologico e sismico — scrive Legambiente — con la beffa che sarebbero soldi pubblici a pagare la ricostruzione”.
ISCHIA NEL DECRETO SU GENOVA
Il Decreto su Genova, provvedimento urgente approvato dal Governo e che ora il Parlamento deve convertire in legge entro 60 giorni, prevede degli interventi da attuare nell’isola campana a seguito del terremoto che il 21 agosto 2017 fece tremare la terra provocando due morti, 42 feriti e 2.405 sfollati con 640 abitazioni rimaste completamente inagibili.
Nel decreto in questione sono ben 20 gli articoli che riguardano Ischia, quasi il doppio di quelli sul capoluogo ligure.
La sanatoria riguarda gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma per i quali è stata presentata istanza di condono alla data di entrata in vigore del decreto legge.
Come sottolineato da Sergio Rizzo su Repubblica, dovranno essere definite in sei mesi pratiche legate sia al condono del 1985 (era Craxi) sia a quelli dei governi Berlusconi, del 1994 e del 2003. L’articolo 24 dispone, infatti, che la concessione dei contributi sia sospesa “nelle more dell’esame delle istanze di condono” e che la loro erogazione sia “subordinata all’accoglimento di dette istanze”.
IL TERZO CONDONO CON LE REGOLE DEGLI ANNI OTTANTA
Grazie al decreto verrebbe applicato il terzo condono edilizio (finora non applicato sull’isola perchè area soggetta a vincolo) che verrà esteso agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma.
A destare clamore è soprattutto il contenuto dell’articolo 25 che, in pratica, prevede che tutte le pratiche vadano definite facendo riferimento alle sole disposizioni del primo condono, ossia quelle contenute nella legge 47/1985. Ciò significa che non varrebbero le norme in materia di tutela paesaggistica e idrogeologica introdotte successivamente e che si azzerano tutte le prescrizioni limitative introdotte con i due successivi condoni.
LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE
È quanto denuncia Legambiente definendo tale scelta “grave e inaccettabile, perchè consentirebbe di sanare edifici in aree a rischio in un’isola che, dal terribile terremoto del 1883 ad oggi, ha visto alternarsi tragedie per crolli legati alle scosse sismiche e per quelli dovuti alle frane”.
Questi edifici, tra l’altro, beneficerebbero del contributo al 100 per cento della ricostruzione post sisma.
“Il segnale — sottolinea l’associazione — per chi ha speculato costruendo abusivamente sull’Isola e vuole continuare a farlo sarebbe un via libera anche per il futuro”. Altro problema: l’articolo 23 dà la possibilità di avviare i lavori per danni lievi escludendo solo le costruzioni interessate da ordini di demolizioni. In pratica, potranno avviare i lavori anche gli edifici con abusi parziali a cui non si fa cenno nel testo. Sul decreto legge Legambiente è intervenuta in audizione alla Camera dei Deputati.
“In audizione — spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente — abbiamo descritto i pericoli di una norma che consentirebbe di sanare edifici che perfino le sanatorie approvate dai Governi Berlusconi del 1994 e 2003 vietavano, proprio perchè posti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, oltre che vincolate paesaggisticamente”.
LE PROPOSTE
Sono 28mila le richieste di condono ‘ufficiali’ nell’Isola di Ischia: nei soli comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, che contano circa 13mila abitanti, le pratiche di condono sono oltre 6mila, una su due abitanti. “Nell’agosto del 2017 — aggiunge Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania — sono stati spropositati i danni rispetto all’intensità del sisma di magnitudo 4.0, anche per via dei materiali scadenti usati negli edifici”.
Un aspetto che chiama in causa il tema dei controlli e della gestione della ricostruzione. Per questo l’associazione ha presentato delle proposte di modifica, in particolare all’articolo 25. “Si dovrebbero affidare al Commissario straordinario — spiega l’associazione — strumenti e risorse per aiutare i Comuni a smaltire le pratiche di sanatoria relative ai tre condoni, da valutare secondo le norme in vigore al momento della presentazione, ma anche responsabilità e poteri per eseguire le ordinanze di demolizioni pendenti nei comuni dell’Isola”. Tra le proposte Legambiente chiede l’istituzione di un Osservatorio Civico per accompagnare la gestione commissariale e che tra i compiti del Commissario deve essere previsto la stesura di un Piano di gestione delle macerie da redigere in collaborazione con la Regione Campania.
TERREMOTO E POST TERREMOTO
Una necessità per Ischia, che non dimenticherà quella notte a cavallo tra il 21 e il 22 agosto. Il primo corpo senza vita ritrovato fu quello di Carmela Balestrieri, mamma di quattro figli ed altri due adottati. Insieme al marito Antonio era arrivata a Casamicciola a bordo dell’auto, il cornicione della chiesetta del Purgatorio le crollò addosso uccidendola all’istante.
Il centro delle operazioni di soccorso divenne la palazzina di due piani crollata in via Serrato, poco distante dalla chiesetta del Purgatorio e da Piazza Maio. Nove le persone sepolte dalle macerie, tra cui 3 fratellini, ed è sotto queste macerie che perse la vita Marilena Romanini, 65 anni, nata a Brescia, ma residente a Monte San Giusto (Macerata) e per un periodo trasferitasi a Casamicciola, per stare lontano dall’altro terremoto, quello del Centro Italia. Il 29 agosto il governo deliberò lo ‘Stato di emergenza’ che lo scorso 2 agosto ha nuovamente prorogato per ulteriori 6 mesi. Sono 25,6 i milioni di euro stanziati dal governo per la gestione della fase di emergenza (2,5 milioni dalla Regione Campania). Ma la situazione è ancora difficile, tra polemiche, sfollati e incertezze sulla ricostruzione che rischiano di creare una spaccatura tra chi ha la necessità di un tetto e chi non dimentica il passato, chiedendo che quel tetto sia anche sicuro.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
“SULLA RICOSTRUZIONE IL CONTESTO ‘NDRANGHETISTA E’ GIA’ IN MOVIMENTO, LE ISTITUZIONI STANNO IGNORANDO IL NOSTRO ALLARME”
Le proposte che abbiamo avanzato come Casa della Legalità , con una lettera aperta al
Presidente della Regione Liguria, commissario per l’emergenza, sono state totalmente ignorate (e rimaste senza risposta).
L’allarme sul fatto che il contesto ‘ndranghetista fosse già in movimento è caduto nel vuoto.
Il dettaglio del Manager per l’Emergenza che si è occupato della nuova strada in area Ilva, “Geronimo” per il sindaco Marco Bucci (nuovo Commissario per la ricostruzione), ovvero il Gian Poggi, già noto per le ‘arbanelle’ dei Mamone (inchiesta “Pandora”) e gli affidamenti (quale soggetto attuatore del Commissario Straordinario per il Fereggiano, Claudio Burlando) alle imprese del Furfaro Antonio, non faceva notizia.
Le deroghe alle normative senza adeguate disposizione di prevenzione sono portoni spalancati con tappeti rossi per le organizzazioni mafiose che operano direttamente (con imprese delle famigliole) e indirettamente (con imprese intestate fittiziamente a terzi o con imprese in crisi delle quali hanno acquisito il controllo), con appalti, subappalti e – soprattutto e sempre di più – attraverso i noli a caldo e noli a freddo.
Ora Raffaele Cantone, con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, lancia l’allarme. Quelle deroghe previste nel Decreto del Governo rendono assolutamente permeabili i lavori per le organizzazioni mafiose.
Genova, e la Liguria più in generale, hanno già dato prova di penetrazioni pesanti di imprese del contesto ‘ndranghetista e di Cosa Nostra, in appalti e concessioni pubbliche.
In taluni casi anche nonostante misure interdittive, così come nell’omessa richiesta di Informative Antimafia.
Inoltre, assolutamente permeabile e sottratto a controlli preventivi, sono risultati gli affidamenti “in emergenza”, con somme urgenze o affidamenti commissariali, che finivano per vedere all’opera imprese emanazione, legate o controllate dalla criminalità organizzata di stampo mafioso.
Il passato avrebbe dovuto imporre di apportare gli accorgimenti minimi di prevenzione e così non è stato.
Le Pubbliche Amministrazioni (dal Comune alla Regione) hanno dimostrato la totale assenza di attenzione sulla questione, formulando richieste di modifica al Decreto che eludevano totalmente la necessità di adottare strumenti di prevenzione e contrasto seri e rigorosi. Il mondo delle imprese si è dimostrato totalmente distratto sul tema.
Il dato preoccupante, ancora una volta, risulta quindi l’appiattimento amministrativo e istituzionale, locale e nazionale, che continua a ripetere che la legalità è importante ma prima di tutto occorre pensare alla ricostruzione, arrivando così all’annullamento anche delle basilari norme antimafia in materia di lavori pubblici.
Un atteggiamento ed un operato ad oggi contornato, a Genova, da un pressochè assoluto silenzio, con una società civile che appare a sua volta distratta e che invece dovrebbe (e potrebbe) contestare e contrastare questa logica.
Per questo crediamo che sia più che mai necessaria una presa di posizione netta di sindacati, associazioni, comitati e cittadini, per dire che la priorità assoluta e necessaria deve essere il contrasto alle mafie anche di fronte alle emergenze.
Priorità su cui, quindi, non vi può essere alcuna deroga.
Casa della Legalità
Ufficio di Presidenza
Genova
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