REDDITO DI CITTADINANZA E PENSIONI, ORA IL GOVERNO NON SI IMPEGNA SUI TEMPI, NON SANNO PIU’ COME USCIRNE
NESSUNA TEMPISTICA NEANCHE SUL PAREGGIO DI BILANCIO PREVISTO DALLA COSTITUZIONE
Nessuna indicazione sui tempi. Mentre tra Lega e Movimento 5 stelle continua un braccio di ferro carsico intorno ai 15 miliardi o giù di lì destinati a reddito di cittadinanza e riforma della Fornero, in Parlamento piomba la risoluzione sulla nota di aggiornamento al Def.
Traducendo: il sigillo della volontà del popolo sovrano alle algide tabelle sfornate dal Governo.
Un sigillo che viene sì posto sui principi della legge di bilancio, ma che si tiene lontanissimo dal definirne tempistiche e modalità .
D’altronde è stato il capogruppo M5s a Palazzo Madama Stefano Patuanelli a lasciarsi sfuggire che forse qualche conto non sta tornando, fissando per aprile i tempi di inizio della riforma della Fornero facendo emergere il torrente sotterraneo della tensione tra gli alleati di governo.
Così il Parlamento chiede un impegno all’esecutivo con una formulazione estremamente generica: “Il Senato (e la Camera) impegna il governo, nella prossima legge di Bilancio e con ulteriori provvedimenti di carattere economico finanziario”, segue lista dei desiderata.
Il bottino è equamente spartito. Ci sono tutte le misure di cui si è parlato negli scorsi giorni, con un’attenzione a porre nella stesura prima le misure di investimento e sviluppo, quelle più care all’Europa, poi quelle di spesa, a partire da reddito e pensioni.
Contestualmente arriva anche la richiesta di voto per lo scostamento del percorso di rientro sul deficit strutturale.
I capigruppo gialloverdi spiegano che quella che sarebbe una misura da adottare solamente in casi eccezionali è giustificata dalla crisi del 2008, e dalle politiche inadeguate messe in atto dai governi precedenti nel gestirla.
Contestualmente non viene indicata alcuna data, sia pur procrastinata, nella quale il governo Conte pensa di conseguire il pareggio di bilancio.
Una sottigliezza, che non è passata inosservata a chi calca da anni il legno cigolante dei pavimenti del Senato. “E dire che ieri Mattarella ha chiesto rassicurazioni sul quadro delle normative europee. Quell’omissis equivale a dire: noi facciamo come ci pare”.
(da “Huffingtonpost”)
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