L’OMBRA DI CUCCHI SULLA FESTA DEI CARABINIERI: “GLI SBAGLI DI POCHI NON INFANGHINO LA VIRTU’ DI MOLTI”
NESSUNO METTE IN DISCUSSIONE L’OPERA DELL’ARMA, MA GLI SBAGLI STANNO DIVENTANDO TROPPI, QUALCOSA VA RIVISTO NEGLI ARRUOLAMENTI
“Sono pochissimi i carabinieri che non rispettano le regole che disciplinano l’Arma, e il loro operato non deve infangare la “virtù” dei 110mila che compiono ogni giorno il loro dovere.
Ne è convinto Giovanni Nistri, comandante Generale dell’Arma, che nel corso della cerimonia per i 40 anni del Gis, il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri, ha affermato: “L’Arma si deve ricordare che è nella virtù dei 110mila uomini che ogni giorno lavorano per i cittadini che abbiamo tratto, traiamo e trarremo sempre la forza per continuare a servire le istituzioni; 110mila uomini che sono molti ma molti di più dei pochi che possono dimenticare la strada della virtù”.
Le parole di Nistri arrivano poco più di una settimana dopo l’incontro del vertice dell’Arma con Ilaria Cucchi.
L’incontro era avvenuto dopo la svolta nel processo sulla morte del geometra romano: Francesco Tedesco, uno dei carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale ha, infatti, accusato due suoi colleghi, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro di aver pestato il ragazzo che era stato arrestato con l’accusa di spaccio, nell’ottobre del 2009.
Il giorno dopo l’incontro, al quale era presente anche il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, Ilaria Cucchi aveva accusato Nistri di aver fatto “uno sproloquio contro i carabinieri che hanno rotto il muro dell’omertà ” sulla morte del fratello.
E sui carabinieri che infrangono le regole dell’Arma è intervenuto anche il ministro Trenta, nel corso della cerimonia per i 40 anni del Gis: l’arma è sempre stata, ha sostenuto il vertice del dicastero della Difesa, “vicina al cittadino” e i Carabinieri sono un “punto di riferimento, esempio di rettitudine, integrità e senso del dovere”: ma nel caso in cui “si accerti l’avvenuta negazione di questi valori si deve agire e accertare la verità isolando i responsabili allo scopo di ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Arma”.
I casi recenti più eclatanti hanno visto però inaccettabili “coperture” dei vertici, come certificato nella aule di giustizia. E si moltiplicano i casi di carabinieri arrestati (ieri quattro in una inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti), un brutto segnale che richiede non solo parole di circostanza, ma atti concreti, a cominciare dal chiedersi chi si arruola. Ecco perchè ci saremmo aspettati impegni di cambiamento concreti, non solo parole di circostanza.
(da agenzie)
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