Maggio 7th, 2022 Riccardo Fucile
IL LEGHISTA FILIPPO SALTAMARTINI, ASSESSORE ALLA SANITÀ DELLE MARCHE: “IL VOLUME DEL CRANIO E L’INTELLIGENZA DIPENDONO DALL’ORGANO GENITALE FEMMINILE” (E SI OCCUPA ANCHE DI SANITA’)
L’oggetto del suo intervento doveva essere il traguardo delle 100
donazioni di cellule staminali emopoietiche, dal 1998 a oggi, del registro regionale dei donatori di midollo osseo. Ma hanno ben altro argomento le parole dell’assessore marchigiano alla Sanità Filippo Saltamartini che nelle ultime ore hanno sollevato polemiche con accuse di sessismo e conseguentemente creato qualche imbarazzo.
Parlando a Palazzo Raffaello, Saltamartini, esponente della Lega, ha citato una ricerca effettuata negli Stati Uniti, nella quale “è stato richiesto a un campione significativo di persone come volessero i figli. Uno può pensare: occhi azzurri, biondo, alto. bello. E invece le mamme hanno risposto che vogliono i figli con un altissimo grado di intelligenza”, ha iniziato l’assessore, che poi – come riportano le testate locali – è inciampato in argomenti e toni ben poco scientifici. “Il grado di intelligenza dipende anche dal volume della testa e del cervello. In un convegno internazionale di 5-6 anni fa l’idea che è stata palesata era proprio questa: il volume del cranio dipende dall’organo genitale femminile da dove le persone escono”.
“Che imbarazzo”, sintetizza la deputata marchigiana del Pd Alessia Morani. Le fa eco il consigliere regionale dem Romano Carancini: “Credo sia doveroso far conoscere ai cittadini marchigiani la ‘cifra’ e l’equilibrio politici del più importante assessore della nostra regione dopo il Presidente Acquaroli. Pur indipendentemente dal Partito in cui milita, possiamo affidare il governo della sanità ad una persona che esprime le considerazioni che ho evidenziato?”.
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2022 Riccardo Fucile
ERA DEDICATO AL POETA E COMPOSITORE SKOVORODA
Un bombardamento russo nella notte ha distrutto il Museo nazionale commemorativo letterario di Hryhoriy Skovoroda nella cittadina di Skovorodynivka, regione orientale ucraina di Kharkiv. A renderlo noto è stato il capo della comunità di Zolochiv ripreso dai media ucraini tra cui Ukrinform.
Secondo quanto riferito un missile avrebbe colpito il tetto dell’edificio del XVIII secolo provocando un incendio che ha inghiottito tutti i locali del museo. Il figlio del direttore del museo che era di guardia nella notte è stato estratto dalle macerie con diverse ferite. L’agenzia di comunicazione Nexta riferisce su Twitter che «la collezione è stata salvata e portata in un luogo sicuro prima dell’inizio delle azioni militari in città».
A confermare su Telegram anche Synegubov, secondo cui i locali del museo sono stati distrutti, «ma la collezione non è stata danneggiata perché spostata in anticipo in un luogo sicuro».
A diffondere il video, ancora da confermare, dell’incendio è il canale Telegram Kharkiv Public. Nella tenuta diventata poi un museo lavorò per gli ultimi anni della sua vita e fu sepolto Hryhoriy Skovoroda, filosofo del ‘700 di origine cosacca ucraina che visse e lavorò nell’Impero russo. Fu anche poeta, insegnante e compositore di musica liturgica. L’opera di Skovoroda ha contribuito al patrimonio culturale sia dell’odierna Ucraina che della Russia. Entrambi i Paesi lo rivendicano come un figlio nativo.
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2022 Riccardo Fucile
L’IRONIA DEGLI UCRAINI: “FESTEGGERA’ IL 9 MAGGIO IN FONDO AL MARE”
Le immagini arrivano dal ministero della Difesa ucraino e dunque,
al momento, non possono essere verificate in maniera indipendente. Ma dal video e dalla descrizione, così come riportati sul profilo Twitter della Difesa, si parla di un’altra nave russa (da sbarco) distrutta dagli ucraini, stavolta grazie al Bayraktar TB2, che non è un mezzo da guerra a caso. Si tratta dei droni bombardieri forniti a Kiev dalla Turchia che continuano ad avere, di fatto, un ruolo importantissimo in questa guerra, scatenata il 24 febbraio scorso da Putin. Questa volta il mezzo preso di mira è stato quello del progetto “Serna”. Il caso che aveva fatto più discutere, tre settimane fa, era stato quello dell’incrociatore missilistico russo Moskva, affondato nel Mar Nero. Ma anche due giorni fa la notizia dell’affondamento della nave Admiral Makarov è stata accolta tra i dubbi, soprattutto perché il Cremlino evita di dare conferma delle perdite più clamorose, specie in mare. Il ministero della Difesa ucraino ha condito il video dell’ultimo presunto affondamento con musica tecno e una frase sarcastica: «La tradizionale parata della flotta russa del Mar Nero il 9 maggio di quest’anno si terrà vicino all’isola dei Serpenti. In fondo al mare»
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2022 Riccardo Fucile
I RUSSI NON CONFERMANO, MA E’ LORO PRASSI NON AMMETTERE MAI DI AVER SUBITO UN ATTACCO… I MEDIA UCRAINI CONFERMANO: “COLPITA DA MISSILI NEPTUNE”
La fregata russa Admiral Makarov è stata colpita e affondata dall’esercito ucraino? A 30 ore di distanza dall’annuncio il Pentagono ancora non conferma l’attacco missilistico che sarebbe stato condotto con i Neptune. A bordo si sarebbe verificata un’esplosione seguita da un incendio, mentre dalla costa si scorgeva una colonna di fumo nero.
Per lo Stato maggiore di Kiev si tratta dell’undicesima nave persa dai nemici dall’inizio del conflitto. Il Cremlino ha affermato di non avere notizie di mezzi colpiti nell’area, dove secondo gli ucraini si sarebbero invece diretti mezzi di soccorso navali e aerei, mentre in serata proprio Odessa è stata bombardata con missili dalla Crimea.
Del resto Mosca non ha mai confermato nemmeno il raid che ha affondato l’incrociatore Moskva, riferendo soltanto di esplosioni a bordo e di marinai morti, feriti e dispersi. E soltanto ieri la stampa americana ha scritto che il Pentagono ha aiutato gli ucraini a localizzare il Moskva permettendo così l’affondamento sulla cui dinamica ancora non c’è certezza.
«Abbiamo seguito tutto il giorno, ma non abbiamo informazioni a conferma di quelle notizie», ha detto oggi il portavoce del Pentagono John Kirby a proposito dell’Admiral Makarov.
L’attacco sarebbe stato sferrato nello stesso tratto di mare nei pressi dell’isola dei Serpenti, già diventata uno dei simboli della resistenza dopo che i suoi difensori avevano rifiutato di arrendersi (con tanto di francobollo celebrativo).
«L’abbiamo colpita con un Neptune – hanno scritto i media ucraini, citando il deputato Oleksiy Honcharenko -. Brucia da ore e i russi stanno cercando di spegnere l’incendio con navi appoggio». Secondo fonti d’intelligence citate da La Stampa almeno due aerei da guerra la sorvolano costantemente.
Molto probabilmente le difese antimissile della fregata non sono operative così come era successo al Moskva. Un nuovo attacco potrebbe farla colare a picco. Anche in questo caso, secondo il quotidiano, i radar russi sarebbero caduti nella trappola del sorvolamento dei droni.
Per questo la difesa antiaerea della nave non sarebbe riuscita a intercettare i 3 (o 5) missili Neptune partiti dall’oblast di Odessa. Uno dei missili l’avrebbe colpita sulla murata di dritta, ovvero il fianco destro della nave. Scatenando l’incendio e il black out dei sistemi di difes
La nave, progettata nel 2012 e varata cinque anni dopo, era un simbolo per Putin. Aveva sfilato nella parata del porto di San Pietroburgo nel 2018. Poi era arrivata nel mar Baltico a Sebastopoli dove era stata usata come base per il lancio dei missili Kalibr. Lunga quasi 125 metri, con 4 mila tonnellate di stazza, la Makarov risulta armata con 24 missili terra-aria a medio raggio Buk e otto missili da crociera Kalibr.
Come le altre fregate della stessa classe, può scortare altri mezzi e attaccare obiettivi a terra. Ha un equipaggio di circa 200 persone. L’impiego di questo tipo di navi nel conflitto è apparso finora limitato. Anche perché sarebbero state prevalentemente tenute a una distanza dalla costa di oltre cento chilometri proprio per evitare rischi di attacchi.
Tra le prove dell’attacco all’Admiral Makarov ci sarebbero le immagini satellitari dell’app Sentinel, che mostrano un’esplosione al largo di Odessa.
Il Corriere della Sera scrive che in queste ore è stato registrato nella zona un drone da ricognizione Global Hawk dell’aeronautica americana. Il sospetto è che possa di nuovo aver fornito agli ucraini informazioni essenziali per colpire la Makarov, così come successo col Moskva. Tutte e tre le fregate della classe Admiral Grigorovich appartengono alla flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli. Possono scortare altre navi e anche attaccare obiettivi a terra.
(da Open)
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Maggio 7th, 2022 Riccardo Fucile
LO YACHT DA 140 METRI SECONDO NAVALNY E IL NEW YORK TIMES APPARTIENE A PUTIN; VALORE 700 MILIONI DI DOLLARI
Nel porto di Marina di Carrara è ormeggiato da diversi mesi lo
Scheherazade, yacht battente bandiera delle Isole Cayman e formalmente intestato all’oligarca russo Eduard Khudaynatov, ex presidente della compagnia petrolifera russa di proprietà del Cremlino Rosneft e proprietario di Villa Altachiara: ieri sera con un provvedimento del ministero dell’Economia ne è stato disposto il congelamento in attesa di una risposta dell’Ue all’Italia che avrebbe chiesto di inserire nella black list anche il magnate dei carburanti.
C’è più di un sospetto che lo Scheherazade rientri direttamente nel patrimonio di Vladimir Putin: alcuni membri dell’equipaggio citati da media americani lo hanno sempre chiamato “lo yacht di Putin”, poi dopo diverse smentite il team dell’oppositore russo Alexey Navalny aveva pubblicato i nomi dei soggetti in questione, facendo notare si trattasse di persone particolarmente legate al Cremlino.
Martedì scorso l’imbarcazione è stata messa in acqua e secondo il New York Times aveva iniziato a fare rifornimento di acqua e carburante.
Un ex membro dell’equipaggio ha affermato che poteva essere pronto a partire in qualsiasi momento. Un decreto ministeriale ai sensi dell’articolo 4-bis del d.lgs. 109 del 2007 firmato dal ministro Daniele Franco adesso glielo impedisce: “Gli accertamenti condotti dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza – recita il testo del provvedimento – hanno evidenziato la presenza di significativi collegamenti economici e di affari del soggetto che ha la disponibilità, anche come titolare effettivo, dell’imbarcazione con elementi di spicco del governo russo e con altri soggetti compresi nella lista dei cittadini russi colpiti dalle sanzioni”.
Lo Scheherazade è lungo 140 metri e il suo valore si stima in 700 milioni di dollari. È stato sottoposto ad alcuni lavori di manutenzione che vanno avanti dallo scorso settembre in un cantiere di Marina di Carrara, con un costo di circa sei milioni di euro. Inizialmente la sua partenza dall’italia era prevista entro la metà di giugno.
(da agenzie)
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Maggio 7th, 2022 Riccardo Fucile
NEGATA L’AUTORIZZAZIONE “PER MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO”
Da giorni a Zagarolo non si parla che del caso sollevato dal volantino della sezione locale del Pci intitolata ad Aldo Bernardini, che invitava a una manifestazione prevista per l’8 maggio per ricordare alcuni soldati ucraini uccisi durante la Seconda Guerra Mondiale mentre combattevano al fianco dei partigiani utilizzando la “Z” con i colori della Croce di San Giorgio divenuta simbolo di supporto all’invasione dell’Ucraina. L’evento avrebbe dovuto svolgersi però nel vicino comune di Palestrina, alla presenza di funzionari dell’ambasciata ucraina, mentre il giorno dopo a Zagarolo sarebbe stato replicato con esponenti russi.
Dopo diversi vertici in prefettura e in questura a Roma, intavolati per capire i rischi in vista di un evento ormai divenuto altamente mediatico, la sindaca Emanuela Panzironi (Pd) per ragioni di sicurezza ha negato l’autorizzazione alla parte di celebrazione che si doveva svolgere nella città da lei amministrata: “Ci sarebbero problemi di ordine pubblico, potrebbero venire contestatori, ma anche sostenitori filo Putin. E comunque ci dissociamo totalmente dall’uso del nome della nostra città in quel modo”. L’amministrazione comunale aveva già diramato una nota per prendere le distanze dal volantino.
Il Pci locale ha provato a minimizzare la vicenda: “La nostra è una provocazione – dice Daniele Baccarini, membro del direttivo, al Messaggero – mica siamo a favore di Putin, noi siamo per la Pace. Però il Dipartimento informazione e propaganda ha deciso di realizzare graficamente il volantino in quel modo per attirare l’attenzione. Oggi qui a Zagarolo è pieno di giornalisti e telecamere, non si sarebbero mai interessati di noi senza quella Z”. Lucia Addario, segretaria della sezione, aggiunge: “Ma mo’non si può più usare la Z? Allora diciamo che quella Z sta per Zingaretti, così va bene?”.
(da NextQuotidiano)
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