Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
“QUI PER VINCERE SERVONO ALMENO 600/800.000 UOMINI, ALTRIMENTI SARA’ UNA DISFATTA”
In uno dei paradossi di questa guerra di sterminio succede anche
questo, apparentemente impensabile: i canali Telegram del Wagner group – i mercenari russi dell’oligarca plurisanzionato Evgheny Prigozhin, noto come “cuoco di Putin”, in realtà capo della società militare privata più famosa di Russia, oltre che della troll factory IRA di San Pietroburgo, al centro dell’inchiesta del procuratore speciale americano Robert Mueller – stanno paradossalmente dicendo la verità su un pezzo di questa guerra: l’Ucraina ha sostanzialmente scacciato via i russi da Snake Island, colpendo elicotteri e navi russe. Disfatta russa, raccontata da russi.
Sia chiaro, a chi non ne ha mai sentito parlare, che il Wagner è composto – almeno in alcune sue parti – da alcuni soggetti inseguiti dalle accuse più terrificanti dei teatri di guerra sporca.
L’ultima in ordine temporale è che, secondo il Daily Beast, tre mercenari russi del Wagner avrebbero violentato donne che avevano appena partorito, dopo aver preso d’assalto una clinica per la maternità nella Repubblica Centrafricana (uno dei teatri di guerra dove intervengono – per lo più in Africa, e adesso in Ucraina).
Una volta chiarito con chi abbiamo a che fare, va notato che ieri, nel loro canale Telegram, i mercenari scrivevano imprevedibilmente la verità: la Russia ha subito affondamenti di navi d’appoggio e abbattimenti di elicotteri a Snake Island, considerando ormai «inutile» continuare a stare lì.
Mentre la Russia nei canali ufficiali tace, il canale del Wagner ammette che l’Ucraina ha distrutto infrastrutture militari critiche (e forze dei gruppi speciali Spetznaz) sull’isola, incluso un elicottero russo MI-8 (che invece veniva descritto dai russi ufficialmente come elicottero ucraino abbattuto).
Oltre all’MI-8 (nell’abbattimento non si registra nessun superstite) e alla distruzione della squadra di evacuazione Spetsnaz, Wagner ci fa sapere che l’Ucraina ha distrutto un numero imprecisato di sistemi antiaerei Tor-M2, due Raptor, basi russe e navi che portavano armi sull’isola.
Il portavoce dell’esercito russo aveva affermato che l’elicottero MI-8 era ucraino ed era stato colpito dalle forze russe: l’esatto contrario di ciò che viene ora comunicato dai mercenari russi. Nella sostanza, russi di Wagner smentiscono altri russi del governo di Putin.
Si tratta di una storia nella storia che ci consente di provare a capire anche il sentimento diffuso tra militari russi (tenendo presente che il Wagner fa parte di una milizia formalmente privata, anche se finanziata da un oligarca di stato e già utilizzata nelle guerre formali della Russia, per esempio in Siria).
Due giorni fa, sempre il canale Telegram Wagner (il cui acronimo è RSOTM, Reverse Side of the Medal), che, conviene ricordarlo, è gestito da contractor attualmente in Ucraina, ha affermato che «o ci sarà una mobilitazione o perderemo la guerra».
I contractor di Wagner pensano di aver bisogno di 600-800mila persone per sconfiggere l’Ucraina. E anche le loro considerazioni hanno dato luogo a diverse speculazioni, in Russia, sulla possibilità che proprio nella giornata del 9 maggio Putin possa annunciare una «mobilitazione generale». Cosa che appare improbabile ma non è esclusa alla vigilia, al punto che il morale nella Wagner rimane decisamente virato in negativo.
Per misurare il loro grado di paradossale sincerità si può ricordare che erano stati gli stessi soldati del Wagner a dire per primi, da parte russa, che la nave ammiraglia Moskva era affondata, molto prima che fosse pubblicamente segnalato altrove, e avevano anche comunicato, primi in assoluto, che Kiev aveva effettuato un’operazione di distrazione di successo usando dei droni, gli UCAV TB2, come poi venne confermato indipendentemente dal New York Times.
Un funzionario europeo, parlando a condizione dell’anonimato a Reuters, ha affermato che la Russia ha da 10mila a 20mila combattenti privati nel Donbass. Sono un mix di mercenari russi del gruppo Wagner e combattenti per procura russi provenienti da altri paesi, Siria e Libia. Nella contestata apparizione su Rete4, il ministro russo Serghey Lavrov disse – tra varie cose deliranti – che i mercenari della compagnia Wagner «non sono presenti in Ucraina», e che Kiev aveva bisogno di parlarne per distogliere l’attenzione dai mercenari occidentali. Come molte delle affermazioni lavroviane, qualcosa che bisogna costantemente mettere in dubbio “e contrario”.
(da La Stampa)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
ELENA OSIPOVA E’ UNA SOPRAVVISSUTA ALL’ASSEDIO NAZISTA DI LENINGRADO
L’attivista sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado, e simbolo delle proteste in piazza in Russia contro la guerra in Ucraina, è stata aggredita e scippata di due manifesti prima di prendere parte alla manifestazione contro la guerra
L’attivista 76enne Elena Osipova, sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado e simbolo delle proteste in piazza in Russia contro la guerra in Ucraina, è stata aggredita da due giovani davanti alla porta di casa a San Pietroburgo. I due giovani le avrebbero strappato dalle mani due manifesti contro la guerra, secondo quanto riferito da alcuni testimoni oculari presenti sul posto.
Secondo quanto riportato da Kevin Rothrock, caporedattore della testata russa Meduza, Elena Osipova non è stata l’unica persona a cui è stato impedito di organizzare e partecipare nel Giorno della Vittoria a svariate manifestazioni di protesta contro il Cremlino e contro la decisione di Putin di scatenare una guerra contro l’Ucraina.
Negli scorsi giorni, la polizia russa ha arrestato tre attivisti del movimento Vesna, perché avevano invitato i russi a unirsi alle proteste contro la guerra.
Altri attivisti, tra cui alcune esponenti del movimento femminista Eve’s Ribs, sono state arrestate dagli agenti russi perché sospettate di essere coinvolte nella presunta preparazione di attacchi terroristici e nella produzione di bombe. Secondo quanto riferito dai media russi, i vari arresti dei giorni scorsi sono stati legati alla presunta «minaccia di organizzazione di piani o azioni provocatorie per il 9 maggio», in occasione delle celebrazioni del Giorno della Vittoria.
(da Open)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
CONVERSAZIONE A TUTTO CAMPO CON KIRIL MARTYNOV
“La guerra della Russia in Ucraina è cominciata senza una ragione, e
finirà senza una ragione”. Kiril Martynov sorride amaro, mentre pronuncia questa frase.
Ex professore di filosofia poco più che trentenne, e a dispetto di un viso da studente che lo fa sembrare ancora più giovane, Martynov è stato per anni il vicedirettore di Novaja Gazeta, l’unico vero giornale indipendente nella Russia di Putin, quello per cui lavorava Anna Politkovskaja, assassinata il 7 ottobre di sedici anni fa, nel giorno del compleanno del presidente russo, quello il cui direttore Dmitrij Muratov, pochi mesi fa, è stato insignito del Nobel per la pace.
Oggi Martynov vive a Riga, in Lettonia, da dove dirige Novaja Gazeta Europe, giornale formalmente indipendente dal suo corrispettivo moscovita, ma che di fatto rappresenta una sorta di “piano b”, nel caso la censura russa contro la libertà di stampa dovesse farsi ancora più stringente, nei prossimi mesi di guerra in Ucraina.
Martynov, in questi mesi, è la voce della Russia che non sta con Putin. A Milano è ospite della Fondazione Feltrinelli, che ha organizzato per lui un incontro ristretto – di cui questa intervista è resoconto – cui ha partecipato anche Fanpage.it alla vigilia del 9 maggio, giorno della rievocazione della vittoria russa nella “grande guerra patriottica” contro i nazisti
“Questa è una guerra molto più banale di come la racconta la propaganda russa – spiega Martynov -. I soldati, o almeno buona parte tra loro, non combattono per la patria o per la restaurazione del grande impero russo, ma perché se sei un soldato hai accesso al credito agevolato per comprarti una casa. Capito? Sono morte decine di migliaia di soldati per un mutuo”.
E Putin, per cosa combatte?
Putin è in un vicolo cieco: vuole tornare a una situazione in cui partecipa al G8 e discute con Biden, con Macron, con Xi Jinping e con gli grandi leader internazionali. Il problema di Putin è che, a questo punto della storia, non sa più come arrivarci. Ancora di più, considerando il fatto che in Russia c’è un altissima aspettativa per una vittoria militare in Ucraina che giustifichi i sacrifici economici di questi mesi. Se non dovesse arrivare ci sarebbe una grossa crisi di consenso, per Putin.
Per l’appunto: di cosa parliamo quando parliamo di dissenso, in Russia?
È molto complicato esprimere dissenso in un Paese in cui buona parte dell’economia è controllata dalla Stato. Banalmente, se esprimi pubblicamente il tuo dissenso rischi di perdere il lavoro. Però ci sono milioni di persone in Russia che non condividono la politica di Putin.
Parliamo degli oligarchi?
No, parliamo soprattuto di giovani. Di quelli che frequentano università internazionali come quelle di San Pietroburgo ed Ekaterinburg. Il loro non è un dissenso politico manifesto, ma basato sulle piccole cose quotidiane. Molti di questi giovani vogliono semplicemente stare in pace coi loro vicini, o trovare il latte di soia al supermercato, o amare chi vogliono anche se è una persona del loro stesso sesso. È un dissenso che si fonda su tanti piccoli temi, e che finisce per disperdersi nell’immensità del territorio russo. Anche per questo fatica a coagularsi e a diventare proposta politica. Però c’è un’altra Russia, oltre a quella di Putin.
A proposito di vicini di casa della Russia: cosa ne pensa di Zelensky?
Zelensky è prima di tutto un eroe per il suo popolo. Ma è un eroe diverso dal solito. La sua capacità di usare i social media ha sorpreso Putin e lo ha messo in grande difficoltà. Putin, come ogni dittatore che si rispetti, ha una sola strategia sui social: chiuderli, o zittire chiunque non la pensi come lui. Zelensky è un’oppositore a cui non è abituato. Peraltro, Zelensky è un attore, un comico, che è la cosa più lontana che può esserci al mondo, da Putin. E questa sua capacità comunicativa è diventata un fattore cruciale, nel conflitto.
A Zelensky, Putin contrappone Vladimir Solovyov, l’anchorman della televisione russa che abbiamo imparato a conoscere anche in Italia
Solovyov è molto più vicino a Putin di quanto pensiate. Putin è il primo telespettatore dei talk show russi, che ripetono a pappagallo i suoi discorsi. Qualche settimana fa, era uscita la notizia che gli ucraini volessero uccidere Solovyov e Putin ha ordinato gli fosse data massima protezione: questo per far capire che legame ci sia tra i due.
Spesso nei programmi di Solovyov, così come in altri talk show russi, si parla della bomba atomica come inevitabile minaccia per chi intralcia i piani della Russia. Lei pensa sia una minaccia credibile?
Con Muratov discutiamo spesso della minaccia nucleare. Lui dice sempre che noi non possiamo in alcun modo evitare questa minaccia, o impedire a Putin di usare la bomba atomica. Però possiamo pubblicare i giornali. E dire ai russi che questa è una minaccia rivolta soprattutto contro di loro, non contro l’Occidente o i Paesi nemici. Noi possiamo solo spiegare quanto una guerra nucleare sia una prospettiva devastante soprattutto per i russi. Molti in Russia sottovalutano questo aspetto, perché la propaganda gliela racconta in un mondo molto diverso.
Anche il ministro degli esteri Lavrov ha raccontato, proprio in un talk show italiano, una storia un po’ diversa sulla Shoah, in cui ha parlato di Hitler ebreo e degli ebrei come i primi antisemiti. Come l’hanno presa, gli ebrei che vivono in Russia, queste affermazioni?
Nonostante tutta la propaganda sulla denazificazione, gli ebrei non si sentono per nulla sicuri in Russia. Io ho molti amici ebrei che abitano a Mosca, e che parlano sempre più spesso di andarsene dal Paese.
(da Fanpage)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
TUMORE ALLA TIROIDE? MORBO DI PARKINSON? LE VOCI SULLE CONDIZIONI DI “MAD VLAD” SI RINCORRONO DA ANNI, MA ORMAI SEMBRA SEMPRE PIÙ EVIDENTE CHE ABBIA QUALCOSA CHE NON VA
Come sta Putin? Non benissimo, e le immagini della parata della vittoria dalla Piazza Rossa di Mosca lo dimostrano.
Nei filmati si vede “Mad Vlad” zoppicare e, quando si è seduto, si è posato una coperta sulle ginocchia, mentre intorno a lui i veterani di guerra – tutti molto più vecchi – apparivano baldanzosi con le loro divise dell’esercito.
Presi singolarmente – fa notare il “Daily Mail”, questi episodi sarebbero facili da liquidare, ma messi insieme, e uniti alle numerosi voci sullo stato di salute del presidente russo, dimostrano che c’è qualcosa che non va. I rumors si rincorrono ormai da anni, tra tumori alla tiroide, operazioni chirurgiche tenute nascoste.
Di recente, il video del suo incontro con il ministro della difesa Shoigu, con Putin che si reggeva al tavolo per non far vedere il tremolio della mano, ha sollevato nuovi dubbi sulla possibilità che sia affetto da morbo Parkinson, voce diffusa già alla fine del 2020 da Valery Solovei, analista politico e critico del presidente.
Una teoria che sarebbe dimostrata dai numerosi video in cui si vede lo zar del Cremlino combattere per tenere a freno le mani iper-cinetiche.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
COSÌ IL CONFLITTO DIVENTA UNA LOTTA IN DIFESA DELLA “PATRIA” NEL DONBASS, RICONOSCE IL GRAN NUMERO DI SOLDATI MORTI, RIGETTA LA MINACCIA NUCLEARE
Il discorso di Vladimir Putin davanti alla Piazza Rossa, con la parata
organizzata per celebrare il 77esimo anniversario del giorno della vittoria dell’Unione sovietica sul nazismo, ha sorpreso gran parte degli analisti internazionali di geopolitica.
Ha sorpreso per il suo tono cauto, dimesso, al limite del sottomesso, al punto che non ha fatto alcun riferimento al nucleare, non ha dato inizio ad alcuna escalation, non ha trasformato l’Operazione militare speciale in guerra. Nessuna enfasi, nessuna mobilitazione generale, nessuna dichiarazione di guerra: il conflitto è diventato una lotta in difesa della “patria” nel Donbas.
Ha sorpreso perché ha riconosciuto il gran numero di soldati e ufficiali che sono morti: “un dolore per tutti noi e una perdita irreparabile per parenti e amici… Daremo un sostegno speciale ai figli dei compagni morti e feriti. In merito ho firmato oggi un decreto”.
Ha sorpreso perché lo scontatissimo attacco a Washington si è trasformato in un appello ai paesi europei di non farsi trascinare in un abisso di morte: “Gli Stati Uniti d’America, soprattutto dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, hanno curato solo la loro esclusività, umiliando così non solo tutto il mondo ma anche i propri Paesi satelliti che sono costretti a far finta di non accorgersi di nulla e a inghiottire tutto questo docilmente”.
Ha sorpreso perché ha spazzato via la minaccia nucleare spiegando che “l’orrore di una guerra globale non si deve ripetere” sottolineando che con l’attacco all’Ucraina Mosca ha risposto ad “una minaccia diretta vicino ai confini russi”, perché “una attacco era stato preparato, anche alla Crimea”. “Se ci fosse stata anche una possibilità di risolvere la questione ucraina pacificamente, la Russia l’avrebbe usata”, ha aggiunto.
Un discorso dimesso che, secondo gli analisti, denota che Putin ha difficoltà all’interno del suo regime. Uno spiraglio che potrebbe portare a una trattativa è stato subito percepito da Macron parlando a Strasburgo alla chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa: “Non siamo in guerra contro la Russia, lavoriamo per la preservazione dell’integrità dell’Ucraina, per la pace nel nostro continente. Ma sta solo all’Ucraina definire i termini dei negoziati con la Russia”.
Ha acutamente chiosato sul corriere.it Marco Imarisio: “Non sono volati neppure gli aerei di guerra in formazione a Z, bloccati dalle avverse condizioni atmosferiche, come ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Anche il suo presidente, tutto sommato, ha volato basso. Forse la vera novità è questa: quello di Putin è un discorso in tono minore, quasi sulla difensiva. Come se anche lui avesse voglia di farla finita. Ma questa è solo
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
IL BRACCIO DESTRO DI PUTIN ASSENTE ANCHE ALLA PARATA DEL 9 MAGGIO…. E’ STATO FERITO A UNA GAMBA A IZYUM DA UN ATTACCO UCRAINO
Fa discutere l’assenza del generale Valery Gerasimov, capo delle Forze armate russe e braccio destro di Vladimir Putin, alle celebrazioni del 9 maggio nella Piazza Rossa di Mosca. Le sue condizioni di salute non sono ancora state svelate, da quando il primo maggio l’ex ministro degli Interni Arsen Avakov – citato da Bellingcat – aveva dichiarato sul suo profilo Facebook che Gerasimov era rimasto ferito alla gamba destra durante un attacco ucraino al centro di comando russo di Izyum.
La Russia non ha mai smentito la notizia, né ha fornito ulteriori dettagli. Prima che venisse coinvolto della spedizione nel Donbass, di Gerasimov – teorico della dottrina di guerra non-convenzionale che prende il suo nome – si erano già perse le tracce: i giornalisti avevano riferito di non averlo più visto in pubblico dall’11 marzo scorso, data dell’incontro con la sua controparte turca Yasar Güler. A marzo, suo nipote Vitalij Gerasimov, a capo del 41esima armata dell’esercito russo, era stato ucciso durante dei combattimenti vicino a Charkiv. La notizia della morte del nipote era stata confermata sempre da Bellingcat, che aveva citato un’intercettazione telefonica e fonti russe.
Gerasimov era stato inviato a fine aprile nella base della città occupata dai russi, allo scopo di sovrintendere personalmente alla seconda fase della guerra, quella concentrata sull’assalto nel Donbass.
Il 2 maggio, il Pentagono aveva confermato la visita del generale al campo, non fornendo però certezze sulle voci di un suo ferimento per mano delle forze di Kiev. «Ciò che sappiamo è che è stato per diversi giorni nel Donbass la settimana scorsa», aveva detto un ufficiale ai giornalisti. «Crediamo che sia tornato in Russia».
La stessa intelligence ucraina aveva ammesso sia l’attacco che la presenza del generale nel campo – inusuale per un militare del suo livello – precisando però di non aver colpito Gerasimov, il quale, a detta loro, era riuscito a far ritorno in patria. Secondo quanto aveva riportato il New York Times, Kiev non aveva saputo per tempo del suo arrivo. Nell’attacco sarebbero morti comunque 200 militari russi, tra cui il maggiore generale Andrey Simonov.
L’attentato che ha coinvolto Gerasimov, comunque, non sarebbe stato compiuto in collaborazione con l’intelligence americana. Nell’articolo del New York Times che svela come gli Stati Uniti abbiano aiutato Kiev a individuare target russi da colpire, i giornalisti Julian E. Barnes, Helene Cooper e Eric Schmitt hanno precisato che, secondo diversi funzionari statunitensi, l’attacco a Izyum non era stato indirizzato dagli Usa.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
KIEV HA IMPIEGATO DRONI E CACCIA PER ATTACCARE OBIETTIVI SULL’ISOLOTTO, OCCUPATO DAI RUSSI … CHI HA IN MANO L’ISOLOTTO CONTROLLA ANCHE LE 12 MIGLIA NAUTICHE CHE LO CIRCONDANO
ùL’Isola dei Serpenti è un punto minuscolo nel Mar Nero, un nome
«avventuroso» accompagnato da nuovi lampi nel conflitto. Sviluppi raccontati da versioni diverse. Ripartiamo dagli ultimi giorni. Kiev ha impiegato droni e caccia per attaccare obiettivi sull’isolotto, a 35 chilometri dalle sue coste, un territorio occupato dai russi. Una «rocca» dalla forma quadrata e la scogliera alta, 0,17 km quadrati con pochi edifici, il faro e un molo. I raid hanno preso di mira alcune vedette russe Raptor, una piccola nave da sbarco, numerose postazioni anti-aeree, un elicottero.
Le incursioni sono documentate da alcuni video: l’ultimo – registrato probabilmente da un drone turco TB-2 – ha mostrato una coppia di aerei Sukhoi ucraini «entrare» sull’isola a bassa quota, quindi «uscire», poi è stato rilanciato quello di un elicottero vaporizzato da un’esplosione. Secondo fonti della compagnia russa Wagner era impegnato nell’evacuazione di militari che, sempre nel filmato, si vedono prendere posizione come si aspettassero di incontrare forze ostili. Eppure dovrebbe essere in mano loro.
Ieri Mosca ha reagito con la sua narrazione. Abbiamo respinto un assalto avversario – è la linea ufficiale – forse volevano disturbare i festeggiamenti della vittoria, siamo riusciti ad infliggere perdite: due Sukhoi 24, tre elicotteri, una corvetta Project 1241 al largo di Odessa. Sul terreno è apparsa quella che sembra una grande lettera Z, il simbolo dell’operazione speciale. La ricostruzione russa richiama le suggestioni di alcuni esperti che, nelle scorse ore, avevano ipotizzato che la resistenza stesse pianificando qualcosa: un’idea nata dall’osservazione dalle mosse recenti di Kiev.
Gli ucraini hanno neutralizzato le batterie man mano che venivano rimpiazzate, hanno messo fuori uso alcune unità navali e lo hanno fatto con la propria aviazione. Quattro i punti: i loro velivoli possono continuare a muovere; Mosca non è ancora riuscita ad imporre la superiorità nello spazio aereo; hanno messo in discussione il blocco aeronavale; le missioni comprendono sempre dei rischi per tutti.
La distruzione dei sistemi missilistici è stata ancora più significativa dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva. L’ammiraglia, colpita proprio al largo dell’isola, doveva creare un ombrello di protezione con i suoi apparati. La Flotta del Mar Nero, invece, è stata privata di una sentinella ed ha dovuto tenere al largo le unità allontanando, nell’immediato, lo scenario di uno sbarco a Odessa.
I missili Neptune hanno creato deterrenza. Che potrebbe aumentare se Kiev otterrà nuovi armi da parte della Nato. L’intensa attività ha dunque spinto gli osservatori a considerare l’opzione di un colpo di mano: una manovra ad effetto, anche se vi sarebbe l’ostacolo di doverla proteggere, con problemi logistici. Fin dall’inizio del conflitto l’isola ha conquistato i titoli dei giornali grazie alla storia dei 13 marinai ucraini che avevano preferito la morte alla resa. Nulla di vero. I militari sono stati catturati e scambiati con prigionieri russi. Episodi di propaganda, sortite intrecciate a battaglie reali.
Già da tempo gli analisti hanno tenuto d’occhio l’isola dei Serpenti – Ostriv Zmiïnyj in ucraino – per capire il vento che spirava nel Mar Nero. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, infatti, aveva assunto un’importanza strategica ancora maggiore per gli ucraini: secondo il diritto marittimo, infatti, la terra regna sul mare e chi controlla quell’isolotto controlla anche le 12 miglia nautiche che lo circondano, un corridoio che permette di preservare le rotte commerciali che i russi tentano di soffocare. Lo stesso Zelensky, mesi fa, aveva scelto di essere intervistato sulla rocca: «È terra ucraina, la difenderemo con tutte le nostre forze».
(da il Corriere della Sera)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
E’ IL TITOLARE DELL’AZIENDA CHE ASSUNSE UNA DONNA CHE AL COLLOQUIO AVVISO’ CHE ERA INCINTA
In risposta a Elisabetta Franchi, che ad un evento del Foglio aveva fatto un discorso riduttivo e discriminatorio sul lavoro femminile affermando che “quando metti una donna in una carica importante, se è molto importante, poi non puoi permetterti di non vederla arrivare per due anni, perché quella posizione è scoperta”, l’imprenditore Simone Terreni, titolare dell’azienda informatica di Empoli “VoipVoice” passato alle cronache lo scorso febbraio per aver assunto una donna che aveva dichiarato di essere incinta durante il colloquio, ha scritto un post sul suo profilo Facebook:
“Non entro nel merito delle sue affermazioni discriminatorie che si commentano da sole. Le faccio rilevare che se effettivamente si fosse comportata così sarebbe semplicemente fuori legge. C’è però una cosa non mi torna”.
Poi una “lezione” di imprenditoria: “Lei si definisce Imprenditrice. Io però non mi sento suo collega. Proprio no! Lei non è un’imprenditrice, ma una donna d’affari, abituata ad avere le persone al suo servizio H24. Un imprenditore invece è al servizio dei propri collaboratori e non viceversa. Un imprenditore assume le persone in base alle capacità e alle competenze e non in base al sexxo o all’età. Un imprenditore sa pianificare e non teme di perdere una collaboratrice per qualche mese. Un imprenditore crea una squadra di persone, non un’azienda piramidale”.
“Un bambino non può mai essere un problema”
Il messaggio di Terreni è tanto semplice quanto efficace: “Un imprenditore non ha paura di una gravidanza ma è felice se con la sua azienda aiuta giovani madri e giovani padri a dare la vita a delle creature. Perché un bambino, lo ridico, non può mai essere un problema”. Sull’argomento, Terreni si è detto disposto ad un dibattito pubblico con Franchi. La stilista che assume donne solo sopra gli “anta” perché “se dovevano sposarsi si sono già sposate, se dovevano far figli li hanno fatti, se dovevano separarsi hanno fatto anche quello” accetterà?
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2022 Riccardo Fucile
IL SOSPETTO E’ CHE SIA UN MODO PER SPOSTARE LE POLEMICHE PER LA PARTECIPAZIONE DI SANGIULIANO ALLA CONVENTION DI FRATELLI D’ITALIA
Ma la stella simbolo delle BR disegnata in un ascensore e che il TG2 ha
denunciato come un atto intimidatorio nei confronti della libertà di stampa, è la stessa che si vede in questo selfie postato più di un anno fa da Manuela Moreno sul suo Instagram?
Una stella a cinque punte, sulla falsariga del simbolo delle Brigate Rosse, è stata ritrovata da una giornalista incisa sulla parete di un ascensore alla palazzina che ospita la redazione del Tg2, la testata diretta da Gennaro Sangiuliano, nella sede Rai di Saxa Rubra a Roma. Dopo la segnalazione sono intervenute la Digos e la polizia scientifica per i rilievi e accertamenti del caso.
Nei giorni scorsi, il direttore Sangiuliano era stato fortemente criticato per aver partecipato alla convention milanese di Fratelli d’Italia. Nei giorni successivi alla conferenza di FdI, l’ad della Rai, Carlo Fuortes, dopo essersi confrontato con il direttore del Tg2, premettendo «che in azienda esiste una procedura per la richiesta di permessi per presenze esterne», durante l’audizione in Vigilanza Rai ha spiegato che «Sangiuliano ha fatto richiesta per la moderazione di un dibattito nell’ambito della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia».
Fuortes ha poi aggiunto di essersi confrontato con il direttore del Tg2, che gli ha riferito «che non era una moderazione». L’ad della Rai ha dunque annunciato di di aver aperto un procedimento nei confronti del direttore del Tg2: «Chiederanno spiegazioni a Sangiuliano e poi vedremo come procedere, perché c’è una differenza tra la richiesta e la prestazione eseguita».
(da agenzie)
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