LA CONTROFFENSIVA UCRAINA PARTE DALL’ISOLA DEI SERPENTI; E’ UN FAZZOLETTO DI TERRA, MA STRATEGICO, NEL MAR NERO
KIEV HA IMPIEGATO DRONI E CACCIA PER ATTACCARE OBIETTIVI SULL’ISOLOTTO, OCCUPATO DAI RUSSI … CHI HA IN MANO L’ISOLOTTO CONTROLLA ANCHE LE 12 MIGLIA NAUTICHE CHE LO CIRCONDANO
ùL’Isola dei Serpenti è un punto minuscolo nel Mar Nero, un nome «avventuroso» accompagnato da nuovi lampi nel conflitto. Sviluppi raccontati da versioni diverse. Ripartiamo dagli ultimi giorni. Kiev ha impiegato droni e caccia per attaccare obiettivi sull’isolotto, a 35 chilometri dalle sue coste, un territorio occupato dai russi. Una «rocca» dalla forma quadrata e la scogliera alta, 0,17 km quadrati con pochi edifici, il faro e un molo. I raid hanno preso di mira alcune vedette russe Raptor, una piccola nave da sbarco, numerose postazioni anti-aeree, un elicottero.
Le incursioni sono documentate da alcuni video: l’ultimo – registrato probabilmente da un drone turco TB-2 – ha mostrato una coppia di aerei Sukhoi ucraini «entrare» sull’isola a bassa quota, quindi «uscire», poi è stato rilanciato quello di un elicottero vaporizzato da un’esplosione. Secondo fonti della compagnia russa Wagner era impegnato nell’evacuazione di militari che, sempre nel filmato, si vedono prendere posizione come si aspettassero di incontrare forze ostili. Eppure dovrebbe essere in mano loro.
Ieri Mosca ha reagito con la sua narrazione. Abbiamo respinto un assalto avversario – è la linea ufficiale – forse volevano disturbare i festeggiamenti della vittoria, siamo riusciti ad infliggere perdite: due Sukhoi 24, tre elicotteri, una corvetta Project 1241 al largo di Odessa. Sul terreno è apparsa quella che sembra una grande lettera Z, il simbolo dell’operazione speciale. La ricostruzione russa richiama le suggestioni di alcuni esperti che, nelle scorse ore, avevano ipotizzato che la resistenza stesse pianificando qualcosa: un’idea nata dall’osservazione dalle mosse recenti di Kiev.
Gli ucraini hanno neutralizzato le batterie man mano che venivano rimpiazzate, hanno messo fuori uso alcune unità navali e lo hanno fatto con la propria aviazione. Quattro i punti: i loro velivoli possono continuare a muovere; Mosca non è ancora riuscita ad imporre la superiorità nello spazio aereo; hanno messo in discussione il blocco aeronavale; le missioni comprendono sempre dei rischi per tutti.
La distruzione dei sistemi missilistici è stata ancora più significativa dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva. L’ammiraglia, colpita proprio al largo dell’isola, doveva creare un ombrello di protezione con i suoi apparati. La Flotta del Mar Nero, invece, è stata privata di una sentinella ed ha dovuto tenere al largo le unità allontanando, nell’immediato, lo scenario di uno sbarco a Odessa.
I missili Neptune hanno creato deterrenza. Che potrebbe aumentare se Kiev otterrà nuovi armi da parte della Nato. L’intensa attività ha dunque spinto gli osservatori a considerare l’opzione di un colpo di mano: una manovra ad effetto, anche se vi sarebbe l’ostacolo di doverla proteggere, con problemi logistici. Fin dall’inizio del conflitto l’isola ha conquistato i titoli dei giornali grazie alla storia dei 13 marinai ucraini che avevano preferito la morte alla resa. Nulla di vero. I militari sono stati catturati e scambiati con prigionieri russi. Episodi di propaganda, sortite intrecciate a battaglie reali.
Già da tempo gli analisti hanno tenuto d’occhio l’isola dei Serpenti – Ostriv Zmiïnyj in ucraino – per capire il vento che spirava nel Mar Nero. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, infatti, aveva assunto un’importanza strategica ancora maggiore per gli ucraini: secondo il diritto marittimo, infatti, la terra regna sul mare e chi controlla quell’isolotto controlla anche le 12 miglia nautiche che lo circondano, un corridoio che permette di preservare le rotte commerciali che i russi tentano di soffocare. Lo stesso Zelensky, mesi fa, aveva scelto di essere intervistato sulla rocca: «È terra ucraina, la difenderemo con tutte le nostre forze».
(da il Corriere della Sera)
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