Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
“HA UNA GRAVE FORMA DI CANCRO, IN RAPIDA PROGRESSIONE. SOFFRE DI MAL DI TESTA E QUANDO VA IN TV HA BISOGNO DI CARTELLONI SCRITTI A CARATTERI CUBITALI. HA BISOGNO DI LEGGERE QUELLO CHE STA PER DIRE. LA SUA VISTA STA SERIAMENTE PEGGIORANDO. E ORA ANCHE I SUOI ARTI”
I medici hanno dato a Vladimir Putin al massimo altri tre anni di vita. E’ quel che sostiene una fonte dell’intelligence russa.
L’ufficiale dell’FSB ha detto che il presidente russo, che ha 69 anni, “ha una grave forma di cancro, in rapida progressione”. E ha aggiunto: “Non gli restano più di due o tre anni”.
La spia ha detto che la malattia sta facendo perdere la vista al presidente russo: “Ci è stato detto che soffre di mal di testa e quando va in tv ha bisogno di cartelloni con tutto scritto a caratteri cubitali. Ha bisogno di leggere quello che sta per dire. Questi fogli di carta sono così grandi che ogni pagina può contenere solo un paio di frasi. La sua vista sta seriamente peggiorando. E ora anche i suoi arti iniziano a risentirne: tremano in modo incontrollabile”.
(da Mirror)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
ARMI SOFISTICATE COME PROPAGANDA, PER NASCONDERE LE INEFFICIENZE
La Russia continua a mostrare i muscoli con lanci sperimentali di nuovi
missili «prodigiosi» anche per rispondere all’annuncio che Washington fornirà agli ucraini razzi a media gittata.
Ma non riesce a nascondere le sue difficoltà, compresa quella di reperire nuove reclute per sostituire gli effettivi persi nella guerra che non è guerra. Nell’armata russa si potranno arruolare per la prima volta ora anche i cinquantenni: il numero dei caduti, dei «soldatini» che tornano a casa nelle bare di zinco cresce e la leva obbligatoria non è sufficiente.
Servono più militari e c’è bisogno, se possibile, di uomini esperti. La nuova arma segreta di Putin, testata varie volte dal 2020, è stata lanciata da una nave nel Mare di Barents. L’obiettivo dello «Zircon» era stato posizionato a mille chilometri di distanza e, probabilmente non a caso, nel Mar Bianco, lo specchio d’acqua che si trova di fronte alla costa russa che dista un centinaio di chilometri dalla Finlandia.
Secondo quanto ha detto lo stesso Vladimir Putin che si è vantato più volte dei gioielli messi a punto dai tecnici, lo «Zircon» viaggia a più di otto volte la velocità del suono e può portare sia testate convenzionali che nucleari. Si affianca al «Sarmat», un ordigno a lunga gittata ancora più veloce. Questo raggiungerebbe nella stratosfera la velocità di Mach 15 e quindi impiegherebbe molto meno dei 25 minuti necessari ai tradizionali vettori balistici per arrivare negli Usa.
Ma la principale difficoltà russa oggi non è quella di non avere armi sofisticate, quanto piuttosto di disporre solo di numeri limitati di ordigni. Così in Ucraina le Forze Armate ricorrono a vecchi lanciarazzi che sono tutt’ altro che precisi. Riescono comunque ad arrivare lontano e quindi potranno essere bloccati solo dai nuovi pezzi promessi da Washington a Zelensky che possono colpire obiettivi distanti fino a 300 km.
Dall’inizio delle operazioni, il ministero della Difesa non ha più fornito aggiornamenti sulle perdite russe anche se calcoli occidentali dicono che sono molto alte. In un primo momento i centri di reclutamento hanno puntato sugli immigrati ai quali è stato offerto il permesso di residenza in cambio di un periodo al fronte.
Ma questo non è bastato. Così il Parlamento si è affrettato a passare una legge apposita. Fino a ieri chi voleva arruolarsi per la prima volta doveva avere meno di quarant’ anni. Ora si potrà firmare per la prima volta anche a cinquant’ anni. La Difesa spera così di recuperare veterani delle precedenti guerre.
In assenza di dati ufficiali sulle perdite, gli esperti guardano alle notizie che arrivano dalle regioni: funerali di giovanissimi, eccetera. E qualcuno inizia a lamentarsi, anche tra i politici di stretta osservanza putiniana. A Vladivostok sono stati due deputati comunisti a parlare: «Se non ci fermiamo, avremo più orfani nel nostro Paese». Ma subito tutti gli altri deputati locali si sono dissociati: «Provocazione politica».
(da il Corriere della Sera)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
IL LEADER DI AZIONE: “BASTA BUFFONATE, STA FACENDO CADERE L’ITALIA NEL RIDICOLO”
Basta buffonate: il leader della Lega, Matteo Salvini, «non ha il senso del limite» e rischia di «far cadere l’Italia nel ridicolo».
Così il leader di Azione, Carlo Calenda. «Ma basta. Basta. Dove vai a Mosca? Queste iniziative, anzi, queste bambinate sui morti, sulla guerra, non si possono accettare. Così fa cadere l’Italia nel ridicolo», ha detto Calenda commentando il possibile viaggio di Salvini in Russia per chiedere al presidente russo Vladimir Putin il cessate il fuoco.
«Non ha senso del limite. Si comporta come un adolescente irrequieto che fa solo casino», dice il leader di Azione ricordando anche la missione in Polonia del segretario leghista «preso a calci nel sedere dal sindaco. Che figuraccia. Si è già coperto di ridicolo una volta. Vuole andare a Mosca? Ci restasse allora, per sempre però», ha attaccato Calenda, che ha definito delle «bambinate» quelle di Salvini e ha quindi criticato il silenzio della Lega.
«Nessuno prende posizione è allucinante. Possibile che non c’è un Fedriga, un Giorgetti, che gli dicano basta?», domanda e provoca il leader di Azione.
Queste «bambinate», ha proseguito Calenda, «vanno bene quando parla di pensioni e tasse, non quando si parla della guerra e dei morti e quando l’Occidente è al lavoro per il cessate il fuoco. Così va oltre la spregiudicatezza. Siamo in piena campagna elettorale. Gli italiani sono stanchi, prima il Covid ora la guerra in Ucraina. Inquietudine e paura ancora non ci hanno abbandonato e molti politici le usano per fini squallidi, come prendere un voto in più. Lo fa (Giuseppe) Conte che chiude una risoluzione al governo, lo fa (Luigi) Di Maio con un piano per la pace che però non è condiviso da (Mario) Draghi. Salvini è disdicevole», ha aggiunto l’ex ministro.
«Così si passa il limite, come se tutto fosse un gioco. Dice Salvini che non è certo di partire, ma allora perché non te ne stai buono e zitto e fai campagna elettorale in tranquillità come stiamo facendo tutti noi. E invece lui gioca, sa benissimo che ci sono due adulti che sono (Sergio) Mattarella e Draghi e poi ci sono i bambini populisti e sovranisti, dove in questo non si inserisce Meloni che sta portando avanti un linea politica precisa. C’è però (Silvio) Berlusconi che se ne esce ancora con frasi ambigue su Putin, e c’è un ragazzino in mutande al Papeete che non ha ancora detto nulla contro il capo del Cremlino ma ebbe però il coraggio di dire anni fa che scambierebbe due Mattarella per mezzo Putin. Ma ci rendiamo conto?», ha detto Calenda, secondo il quale Salvini «si dovrebbe scusare con gli italiani per queste idiozie» e queste sceneggiate continue servono solo a nascondere i suoi legami di sudditanza con Putin. Ormai – ha aggiunto – è un leader allo sbando e mi stupisce questo silenzio della Lega”.
(da agenzie)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
“VA SANZIONATO COME GLI OLIGARCHI”
Un Patriarca amico della guerra e del lusso, omofobo, reazionario e
braccio armato di Putin, visto che ha usato il suo ruolo per benedire la criminale guerra di invasione del Cremlino.
Il capo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Epifanio Dumenko. ritiene insufficiente la presa di distanza della Chiesa russa in Ucraina dal patriarcato di Mosca: «Non si sono allontanati da Kirill nella misura che le circostanze avrebbero richiesto – afferma -. Hanno solo detto che `non erano d’accordo´ con le sue dichiarazioni e le sue azioni, senza spiegarne le conseguenze. Inoltre, non è stata detta una parola su cosa si aspettassero da Kirill».
A suo avviso l’occidente farebbe bene a sanzionare il patriarca di Mosca, come gli oligarchi: «Sebbene Kirill Gundyaev abbia un rango religioso – sottolinea -, in realtà è più un funzionario del governo russo che un pastore cristiano. È personalmente un uomo molto ricco» ed è «identico a tutti i propagandisti, oligarchi e funzionari già sanzionati, l’unica differenza è il vestito: lui indossa abiti religiosi», «perché dovrebbe evitare le sanzioni?»
Epifanio ritiene che l’obiettivo dei russi sia «una conquista politica e, se possibile, militare. L’occupazione» dell’Ucraina. Per la pace, «la Russia deve semplicemente adempiere ai suoi obblighi ai sensi degli accordi internazionali, fermare i bombardamenti e le uccisioni, ritirare le truppe dal territorio dell’Ucraina oltre i limiti che essa stessa si è impegnata a rispettare per iscritto» e «tornare a un modo civile di risolvere le controversie: attraverso la diplomazia. Ma la domanda è: Putin o Lavrov vogliono questo? No», quindi «il mondo deve continuare a combattere l’aggressione russa fino a quando non si fermerà»
(da agenzie)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
4 SU 10 SONO D’ACCORDO CON UNA REGOLAMENTAZIONE… NEI REGOLAMENTI DI ISTITUTO SI PARLA DI VESTIARIO CONSONO ALL’AMBIENTE E NON CI SONO INDICAZIONI DETTAGLIATE DEI CAPI DI ABBIGLIAMENTO
Canottiere, minigonne e calzoncini, scarpe aperte, sandali e infradito: il caldo si fa sentire ma vestiti così, in classe, non si può andare. Nelle scuole va rispettato il dress code ma sono tanti gli studenti che, in questi giorni, si scoprono con le alte temperature. C’è chi viola il regolamento scolastico e chi viene invitato a mantenere un abbigliamento consono.
Mancano pochi giorni alla fine della scuola e lo stesso problema, tra qualche settimana, si ripresenterà agli esami di maturità. La questione è spinosa, di quelle che negli ultimi tempi hanno provocato non poche polemiche, e per i dirigenti scolastici va trattata con il buon senso: la libertà nell’abbigliamento va mantenuta ma non si va a scuola come se si stesse in spiaggia.
I REGOLAMENTI
Nei regolamenti di istituto si parla infatti di vestiario consono all’ambiente, non ci sono indicazioni dettagliate dei capi di abbigliamento vietati ma un appello sottinteso a non esagerare. All’istituto Matteucci di Roma, ad esempio, nel regolamento viene posto il divieto per pantaloni corti o gonne e magliette succinte ma anche per l’abbigliamento eccessivamente trasandato, anche se trendy, così come per cappelli e cappucci.
In tante scuole, come al liceo Mamiani o all’Amaldi, si fa appello al buon senso, evitando quindi outfit adatti ad una festa o alla spiaggia. «In alcune scuole ci sono circolari sul dress code spiega Cristina Costarelli, preside del liceo Newton e presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio si tratta comunque di suggerimenti e consigli: il principio è che non si va a scuola vestiti come si andrebbe al mare».
Porre divieti perentori non è semplice anche perché significherebbe non far entrare a scuola uno studente vestito in maniera inadeguata e non sarebbe possibile. Ma i ragazzi sanno bene quali sono le regole: secondo un sondaggio di Skuola.net, infatti, per il 60% degli studenti sono banditi shorts, minigonne, bermuda e calzoncini.
Il 51% sa di non poter indossare canottiere e quasi il 70% non può portare ciabatte o infradito. C’è anche chi, pur sapendo di non rispettare le indicazioni, infrange comunque le regole: un ragazzo su 5 va a scuola scoprendo spalle, pancia e schiena, oltre uno su 10 indossa comunque pantaloni corti e gonne, in barba alle indicazioni della scuola di appartenenza.
Ma non tutti i ragazzi si schierano contro le regole del dress code, c’è anche chi invece ritiene necessaria l’esistenza di qualche regola. Il 13% degli intervistati da Skuola.net è assolutamente contrario ma il 35%, pur schierandosi contro i divieti, chiede comunque ai compagni di collaborare per evitare sanzioni e interventi dall’alto. Ben 4 ragazzi su 10 sono invece d’accordo con una regolamentazione anche se chiedono un po’ di flessibilità da parte di docenti e dirigenti scolastici, soprattutto quando, come in questi giorni, fa molto caldo.
E c’è chi, circa il 12%, in controtendenza ritiene assolutamente opportune le restrizioni. Il 28% degli studenti peraltro assicura che, con il caldo, anche i docenti hanno iniziato a scoprirsi di più adottando un abbigliamento inadeguato.
Certo nelle aule, in questa fase di fine anno, fa decisamente caldo. «Ma il buon senso è indipendente dal clima obietta Roberto Romito, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi della Puglia la scuola insegna a studiare ma anche a vivere: non con i divieti o con interventi duri ma con consigli appropriati.
L’abbigliamento deve essere adatto al luogo in cui ci troviamo: vale per l’aula ma anche, soprattutto, per un esame. Pensiamo alla maturità: a luglio farà sicuramente caldo ma consiglio ai ragazzi di mantenere una linea adatta alla prova che si sta sostenendo».
L’esame di Stato rappresenta, per i ragazzi e per la scuola, un momento importante: «Gli esami si svolgono in estate e il caldo si fa sentire spiega Mauro Zeni, preside del liceo Tenca di Milano e presidente dell’Assopresidi di Milano è giusto che i ragazzi adottino un abbigliamento fresco, ma ordinato. Evitate gli eccessi. Qualche anno fa molti ragazzi indossavano pantaloni a vita bassa: era una moda ma in diversi casi i dirigenti sono dovuti intervenire parlando con i singoli studenti. La comunicazioni è importante, per evitare scontri e arrivare a risolvere il problema».
GLI SCONTRI
Lo scontro esplode quando si usano interventi inappropriati, nel giudicare l’abbigliamento di un adolescente: tra i casi più recenti ci sono quello del professore di Genova che, riferendosi ad una studentessa di Roma sempre per un caso di dress code, commenta sui social «avrà quel che si merita quella zoccoletta».
L’inverno scorso fu la volta della professoressa del liceo Righi che, rivolgendosi a una ragazza con la pancia scoperta, le disse «Non stai sulla Salaria». Al Socrate, lo scorso anno, una professoressa parlando con le studentesse consigliò di non indossare minigonne troppo corte «Altrimenti poi al prof casca l’occhio».
(da il Messaggero)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
PER LA PRIMA VOLTA IL PRESIDENTE HA LASCIATO KIEV PER VISITARE UNA DELLE CITTA’ PIU’ COLPITE DALLA GUERRA
Volodymyr Zelensky si è recato nella regione di Kharkiv, una delle città
ucraine più danneggiate dalla guerra. È la prima vota dell’inizio del conflitto che il presidente ucraino lascia la regione di Kiev.
Il presidente ha visitato appostamenti militari vicini al fronte con la Russia e conferito premi di guerra ai soldati che difendono l‘oblast. Zelensky ha anche incontrato il capo dell’amministrazione militare di Kharkiv Oleg Synegubov e il sindaco della città Igor Terekhov.
Ai soldati ucraini il Zelensky ha dedicato un post su Facebook: «Provo un orgoglio sconfinato per i nostri difensori. Ogni giorno, rischiando la vita, combattono per la libertà per l’Ucraina. Grazie a ciascuno di voi per il vostro servizio!»
Nella regione, il 30,2% delle abitazioni è stato distrutto.
Degli edifici più alti, 2.229 sono stati danneggiati, e 225 completamente distrutti.
Dopo aver visto personalmente la devastazione del conflitto, Zelensky ha dichiarato: «Sistemeremo tutto, lo ricostruiremo e lo riempiremo di vita. Sia a Kharkiv che negli altri villaggi colpiti dalla malvagità».
(da Open)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
CI SONO MMOBILI DI CUI NON SI CONOSCE PIÙ IL REALE VALORE DI MERCATO: NE SONO UN ESEMPIO ALCUNE CASE NEL CENTRO DI ROMA CLASSIFICATE COME POPOLARI
La riforma del catasto una cosa positiva l’ha già ottenuta: aver sbloccato le risorse per il taglio dell’Imu (l’imposta municipale sugli immobili) le cui aliquote sono state ridotte grazie appunto al gettito derivante da cespiti fantasma e riclassamenti.
Immobili abusivi o dove vengono effettuati dei riclassamenti catastali (leggasi, qualche vecchia stalla trasformata in depandance di lusso ma ancora accatastata come fienile). Sono queste le principali novità contenute nella delega fiscale approvate dai partiti di maggioranza.
E se otto anni fa gli ispettori del Fisco avevano scovato un tesoretto di 2,2 miliardi di terreni sui quali sorgevano edifici di varia tipologia (dai negozi, alle abitazioni, passando per capannoni e magazzini) completamente invisibili per le banche dati catastali, oggi la situazione, stando a fonti dell’Agenzia del Territorio, non è certo molto diversa.
Se è vero, infatti, che una buona parte dei proprietari degli immobili fantasma ha regolarizzato e sanato la posizione con il catasto, è altrettanto vero che l’ultima edizione disponibile delle statistiche catastali (2021) delle Entrate ha calcolato ancora 1,2 milioni di immobili fantasma.
Insomma, ciò che balza all’occhio, in base ai dati Istat 2020, è che l’abusivismo prosegue senza sosta nel Belpaese anche sulle nuove edificazioni: su 100 case edificate, quelle abusive sono 6,1 al Nord, 17,8 al Centro e ben 45,6 nel Mezzogiorno.
Quindi facendo una media sono abusive il 17,7% delle nuove costruzioni che nascono lungo la Penisola. Ossia ogni 5 opere nuove, almeno una viene tirata su con qualche forma d’irregolarità. E tutto questo senza contare tutti quei terreni edificabili classificati invece come agricoli.
In più, con la riforma del catasto, contro la lotta al sommerso entra in gioco l’Agenzia delle Entrate che d’ora in poi avrà un ruolo chiave nel aumentare i controlli nei confronti della case abusive, di quelle non accastate e di quelle che sono classificate in una classe diversa dal loro effettivo valore di mercato.
In realtà, i Comuni hanno già il potere di farlo, ma il ruolo affidato all’amministrazione finanziaria avrà più peso e minori timori diperdere consenso se i controlli si intensificano.
SI ACCENDONO I RIFLETTORI
A questa situazione di abusivismo fuori controllo in ogni angolo dello Stivale, c’è poi un altra grossa grana per cui sembra quasi impossibile trovare una soluzione: gli immobili di cui non si conosce più il reale valore di mercato. E questo accade perché le abitazioni sono suddivise in categorie e classi che riflettono ancora la situazione di quando la rendita è stata attribuita, senza tenere conto di migliorie apportate negli anni.
In base alle banche dati del catasto oggi ci sono ben 3,5 milioni di edifici realizzati prima del 1940 ma la maggior parte di questo ha, ovviamente, subito importanti opere di riqualificazione.
In più, oggi sono registrati soltanta 70mila immobili di lusso, pari allo 0,2% del totale (attualmente il numero complessivo di immobili è di 64,4 milioni di unità, di cui 57,1 milioni di proprietà), una percentuale assolutamente non veritiera.
Soprattutto perchè avere una casa di prestigio significa pagare l’Imu anche se si tratta di prima casa, e quando si compra pagare un’imposta che sale dal 2 al 9 per cento.
Qui fa scuola il caso delle grandi metropoli come Roma dove ci sono ancora case in centro classificate come popolari ma che in realtà, dopo le ristrutturazioni, andrebbero inquadrate come di lusso. Considerando il monte immobili di 64,4 milioni, quelli appartenenti al gruppo catastale A (ovvero le abitazioni), esclusi gli uffici, sono 34,9 milioni, di cui 32,2 milioni di persone fisiche.
E con questi dati, stupisce che il gettito complessivo da immobili (40 miliardi di euro), che tiene conto di Iva, cedolare secca, imposta di registro e di bollo ed altro, sia piuttosto basso rispetto al volume delle tasse versate dai contribuenti italiani (800 miliardi).
(da Libero)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
LA CONDUTTRICE, ALL’ESULTANZA DEL PICCOLO PER LA VITTORIA DEL COSENZA SUL VICENZA, AVEVA DICHIARATO: “PRIMA O POI VERRETE TUTTI QUI A CHIEDERE LAVORO”
Una risposta impeccabile quella del papà del piccolo Domenico alla
giornalista veneta che – alla fine della partita Cosenza-Vicenza, conclusasi con la retrocessione di quest’ultima, – ha offeso il bimbo, i tifosi della squadra vincitrice e, manco a dirlo, tutti i meridionali.
Tutto è cominciato quando, fuori dallo stadio Marulla nel capoluogo calabrese, l’inviato della tv locale veneta Tva, Andrea Ceroni, ha dato la parola ai tifosi nel post partita.
Domenico e il suo papà si sono avvicinati al giornalista e il bimbo, in preda all’entusiasmo ha gridato: “Lupi si nasce” (in riferimento all’animale simbolo della squadra rosso-blu).
Ma l’affermazione non è piaciuta alla conduttrice in studio, Sara Pinna, che ha risposto: “E gatti si diventa. Non ti preoccupare che venite anche voi in Pianura a cercare qualche lavoro”.
Una frase che denota tutto il razzismo della giornalista, alla quale il padre di Domenico ha deciso di rispondere con una lettera pubblicata sulla pagina Facebook
“Domenico è figlio di due imprenditori calabresi che amano la propria terra e che certamente con non poca fatica dimostrano quotidianamente di voler contribuire per migliorarla e supportarla», ha scritto il padre del bambino. «In ogni caso, qualora nella propria terra mancasse lavoro non ci sarebbe comunque da vergognarsi a cercarlo altrove. Dovrebbe saperlo perché la storia lo insegna se lei avesse avuto modo di studiarla, che la Padania deve tanto anche ai meridionali».
E ancora: «Lei con la sua qualifica da giornalista dovrebbe ben sapere e dimostrare a coloro i quali si rivolge cosa sono etica e morale. Due qualità a lei a quanto pare sconosciute”.
E ancora: “La invito, senza rancore, a visitare la Calabria così che possa anche lei capire che terra meravigliosa è e quanta bella gente la abita, noi a differenza Sua, detestiamo i pregiudizi e il razzismo proprio non ci appartiene”.
(da Next Quotidiano)
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Maggio 29th, 2022 Riccardo Fucile
IL 51,5% BOCCIA L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA, IL 37,2% HA PAURA DI UN CONFLITTO MONDIALE… LE SANZIONI UTILI MA NON EFFICACI PER IL 40,7% DEGLI INTERVISTATI. PER IL 20,2% LE CONSIDERA MOLTO PERICOLOSE
La guerra in Ucraina ha messo in crisi la sicurezza economica di un italiano su due (47,2%), in maggioranza aderenti ad elettorati di centrodestra e over 45 anni.
Per i più giovani – invece – non è cambiato nulla.
Eppure, scomponendo e stimolando il pensiero dei cittadini su quanto accade nell’intero mondo si sono pungolate quelle paure strettamente legate all’inconscio delle persone che si dividono tra chi si sente immerso nelle importanti premesse per una guerra mondiale (37,2%), e chi no (36,7%).
Del resto, le immagini e i reportage giornalieri che giungono dal fronte sollecitano anche i pensieri più tetri di un terzo della popolazione (33,8%) circa la possibilità che anche in Italia alimenti come pane e derivati possano iniziare a scarseggiare nel nostro Paese.
Sorge così una domanda che ci dobbiamo porre: è tutto riconducibile al percepito dell’opinione pubblica o ci troviamo effettivamente di fronte ad una dura realtà di emergenza nazionale?
Sicuramente ogni atteggiamento e ogni risposta sono strettamente legati all’insistente conta giornaliera dei fatti della guerra che alimentano il nostro stress emotivo, che sommato ai messaggi “colpevolizzanti” del leader ucraino Volodymyr Zelensky e alle minacce dal fronte russo, creano un aumento delle tensioni e delle paure nella popolazione.
Gli italiani sono un popolo pro-attivo in tema di responsabilità e lo abbiamo dimostrato con le immediate raccolte di generi alimentari, vestiario, soldi. Abbiamo aperto le nostre case e il nostro cuore e siamo diventati subito solidali con un popolo che, dopo aver subito un’aggressione violenta e ingiustificata, si è trovato nella condizione di dover cercare e trovare aiuti. La maggioranza della popolazione si è commossa, soprattutto dopo le incredibili immagini della tragedia umana di Bucha e si è sentita turbata nell’impossibilità di agire e ancora una volta responsabile, ma assolutamente non colpevole.
Le sanzioni che i Paesi occidentali stanno infliggendo alla Russia sono – infatti – ancora ritenute utili ma non efficaci dalla maggioranza dei campioni intervistati (40,7%) e molto pericolose perché possibile causa di un inasprimento dei rapporti (20,2%). Il 46,1% degli italiani giudica irrilevante il ruolo della diplomazia italiana in questo conflitto. Solo il 15,2% lo ritiene considerevole, mentre il 18,8% è convinto che dopo la bocciatura del nostro piano di pace rischiamo di perdere anche la nostra – riguadagnata – credibilità su altri fronti.
Con l’affievolirsi della pandemia e l’eliminazione del Green Pass e dei vari obblighi legati al Covid, i cittadini avevano maturato il grande desiderio di navigare in acqua più tranquille – anche se molto “fredde” – con un grande desiderio di gratificazione se non immediata, almeno programmabile.
Così non ci si può stupire se di fronte alla insistente richiesta di nuovi armamenti da parte del leader ucraino il 51,5% degli italiani si dichiara sempre contrario dal 22 marzo ad oggi.
Oggi gli italiani si sentono impoveriti in maniera ricattatoria per l’energia, per il grano, per le materie prime.
Desiderano la pace pur essendo distanti, forse semplicemente perché è profonda la paura di poter perdere le proprie abitudini di vita appena riaffiorate.
Se la crisi ucraina preme sulla nostra qualità della vita ci sentiamo inermi. Quindi quello che sembra disorientare effettivamente l’opinione pubblica è l’impatto di nuovi possibili equilibri geo-economici che vanno affermandosi. Le conseguenze della guerra sono palpabili e mai come oggi è in gioco il ruolo stesso dell’Europa e dell’Occidente, e le future posizioni geopolitiche dell’Italia.
Non a caso in questo momento storico molte sono gli esperimenti e le suggestioni che gli uomini politici e i partiti cercano di introdurre per sopravvivere alle nuove soluzioni che si potranno profilare a breve. Nuove defezioni, nuove sigle di partito e nuove alleanze si studiano all’orizzonte di future elezioni.
Ad esempio, mentre nel campo del centrosinistra si studiano primarie allargate come primo passo di una nuova fase politica, nel centrodestra è contemplata l’ipotesi di una federazione tra Lega e Forza Italia che ad oggi potrebbe raggiungere il 20,1% a fronte di un 24,2% frutto della somma dei due partiti rilevati singolarmente.
Non manca la possibilità per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia di dare coerenza alla propria azione politica all’opposizione di questo Governo presentandosi al di fuori della coalizione di centrodestra aggiungendo valore nelle intenzioni di voto al primato già raggiunto dal suo partito in questi mesi. Rispetto al 22,2% rilevato in coalizione, potrebbe chiamare “il voto utile” raggiungendo il 24,9% in “solitaria” sottraendo consensi ai suoi attuali alleati. Del resto, non sono impossibili situazioni che semplicemente non abbiamo mai visto.
(da la Stampa)
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