Destra di Popolo.net

SPOT E PIATTAFORME: MEDIASET ORDINA E IL GOVERNO OBBEDISCE

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

CHIESTE MODIFICHE AL REGOLAMENTO SU PUBBLICITA’ E CONCENTRAZIONE, LA MAGGIORANZA ESEGUE

L’Italia si presenterà ai negoziati europei sul Media Freedom Act, il regolamento europeo sulla libertà dei media che sarà votato oggi dal Parlamento europeo e poi discusso nel trilogo insieme a Commissione e Consiglio, con una posizione precisa: parere positivo sul regolamento, ma richieste di modifica sullo strapotere delle piattaforme digitali, le Big Tech mondiali che stanno stravolgendo il mercato dei media. La richiesta a Bruxelles arriva dal Parlamento italiano che, tra febbraio e luglio, ha votato su proposta della destra il parere sul regolamento. Il tutto con un suggeritore speciale: Mediaset.
Le condizioni finali al parere favorevole approvato dalla commissione Cultura della Camera lo scorso 18 luglio infatti ricalcano, nella parte relativa al mercato dei media, una relazione consegnata ai deputati dall’azienda di Cologno Monzese che era stata audita dalla commissione, come altri competitor tra cui Rai e Sky. Il 22 febbraio scorso, i deputati avevano ascoltato il direttore delle Relazioni Istituzionali di Mediaset Stefano Selli che, alla fine della seduta, aveva consegnato ai componenti della commissione una relazione con le richieste del Biscione. Proposte di modifica del regolamento che riguardavano soprattutto un freno allo strapotere delle piattaforme digitali (da Netflix a Google, passando per Facebook) e che sono state accolte praticamente in toto dalla maggioranza di destra che le ha riportate nelle “condizioni” finali in vista della trattativa europea. Anche Rai e Sky hanno presentato relazioni, ma nessuno di questi ha chiesto modifiche così significative e soprattutto relative al mercato dell’informazione con un’attenzione particolare alla raccolta pubblicitaria.
Duopolio tv il terrore della concorrenza di Netflix
Il contesto è d’obbligo. Le televisioni italiane sono terrorizzate dall’ingresso delle piattaforme digitali nel mercato pubblicitario: colossi come Netflix e Prime Video hanno iniziato a raccogliere la pubblicità e questo sta provocando scompensi nel duopolio Rai-Mediaset. Meno introiti, bilanci più magri e quindi palinsesti da ripensare. Per questo le televisioni tradizionali stanno pressando il governo perché inizi a regolare il mercato delle piattaforme digitali imponendo loro gli stessi limiti dei media tradizionali. Una preoccupazione espressa da Mediaset nella relazione consegnata ai deputati in vista del parere finale al regolamento: “La pubblicità in forma audiovisiva – si legge nel documento letto dal Fatto – può essere, da tempo, efficacemente diffusa, oltre che dai broadcaster, tanto dai ‘nuovi’ fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta (Netflix, per limitarci a un esempio, ha da tempo annunciato la propria intenzione di entrare nel mercato pubblicitario), quanto dalle piattaforme ‘non editoriali’. Inoltre, non può essere sottaciuto il ruolo dei grandi motori di ricerca, partendo da Google, che assumono sempre più il ruolo di porta d’accesso dei contenuti, compresi quelli pubblicitari, all’utenza”. Questo, sottolinea il Biscione, “genera importanti e complesse questioni, tra cui, ad esempio, quella relativa alla misurazione delle audience, affrontate dalla proposta”.
Pur apprezzando molti temi della proposta di regolamento europea e lo strumento sovranazionale più idoneo rispetto alla legislazione interna, Mediaset chiede modifiche proprio su diversi aspetti relativi al potere delle piattaforme digitali. Il primo riguarda il ruolo delle piattaforme digitali che offrono servizi di intermediazione online ai media. I motori di ricerca e i social network, infatti, spesso mettono in collegamento i media tradizionali e il pubblico ma, si legge nel documento di Mediaset, “qualora questi soggetti non prestino i propri servizi a un determinato editore o li prestino in modo discriminatorio, l’effettiva capacità dei media di raggiungere il pubblico può essere seriamente compromessa”. Così il Biscione chiede di modificare l’articolo 17 della proposta che si ferma a stabilire una negoziazione in buona fede tra l’operatore Internet e i media introducendo misure di “salvaguardia” più stringenti.
Più limiti al web “misurare l’audience”
Tra i limiti alle piattaforme, inoltre, Mediaset nella relazione al Parlamento chiede anche nuove linee guida in merito “all’accessibilità dei servizi di media audiovisivi tramite l’interfaccia utente” (cioè le tv che riproducono un computer) ma soprattutto la specifica richiesta di cambiare l’articolo 23 della proposta per inserire modalità di misurazione dell’audience anche per i media digitali come per quelli tradizionali: “L’importanza di questo aspetto è evidente – aggiunge l’azienda di Cologno Monzese – poiché si tratta di un elemento chiave rispetto alle decisioni degli investitori pubblicitari”. E quindi, conclude l’azienda guidata da Pier Silvio Berlusconi, gli strumenti di misurazione dell’audience dovrebbero essere “oggettivi, trasparenti e verificabili, idonei, tuttavia, a tenere conto delle specificità di ognuno”.
Richiesta norme antitrust anche per le big tech
L’altra richiesta riguarda le norme anti-concentrazione. Il duopolio Rai-Mediaset rappresenta una specificità del panorama televisivo italiano dai tempi del conflitto d’interessi di Silvio Berlusconi e il Biscione non vuole che questo quadro venga messo in discussione. Per questo, dopo aver elogiato le norme sul pluralismo italiano, Mediaset chiede di modificare l’articolo 21 del regolamento che prevede norme stringenti anti-concentrazione: la richiesta è quella di non applicarla solo ai media tradizionali ma anche alle piattaforme online che raccolgono pubblicità “evitando, in questo modo, l’introduzione di regole specifiche limitate ai soli media, che potrebbero ostacolare il necessario consolidamento del settore, senza, al tempo stesso, introdurre una disciplina che consenta di valutare gli effetti sul pluralismo delle concentrazioni realizzate dagli operatori della Rete”. E quindi, si legge nella relazione, “si suggerisce di prevedere che, nella valutazione delle concentrazioni che coinvolgono imprese dei media, si tenga conto della concorrenza proveniente dai prestatori di servizi internet, compresi gli intermediari online di grandi dimensioni”.
Il parere la destra copia le “Condizioni” del Biscione
Richieste che sono state inserite sotto forma di “condizioni” nel parere favorevole approvato dalla commissione Cultura a larga maggioranza: la relatrice è stata la meloniana Grazia Di Maggio ed è stato votato da tutti i partiti, tranne che dal M5S che si è astenuto avendo espresso contrarietà alle richieste sulle norme anti-concetrazioni (proprio una di quelle di Mediaset). L’Italia dunque tratterà a Bruxelles a determinate condizioni, tra cui quelle chieste dal Biscione: ai punti 8 e 10 del parere si chiede esattamente di introdurre regole più stringenti per le piattaforme digitali su audience, interfaccia e servizi di intermediazione, dall’11 al 13 si propone di estendere le norme anti-concentrazione anche ai media digitali e forme di misurazione dell’audience.
(da IL Fatto Quotidiano)

argomento: Politica | Commenta »

“MARIA CHIUSANO UCCISA E DATA IN PASTO AI MAIALI”: DOPO SETTE ANNI RISOLTO IL GIALLO IN SEGUITO A UN BLITZ CONTRO LA ‘NDRANGHETA

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

GRATTERI: “NON LE FU PERDONATA LA SUA LIBERTA'”…. UNA DONNA IN CERTE PARTI D’ ITALIA NON E’ LIBERA DI RIFARSI UNA VITA, DI ESSERE INDIPENDENTE E DI GESTIRE UN’IMPRESA

Maria Chindamo aveva 42 anni quando fu rapita e scomparve il 6 maggio del 2016 a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia.
Dopo 7 anni, grazie al lavoro d’indagine dei carabinieri coordinati dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, è stato arrestato colui che si ritiene essere il suo assassino. «Oggi l’aria ha il profumo della giustizia», ha detto suo fratello, Vincenzo Chindamo, «avere perseguito per tutti questi anni la ricerca della verità sull’uccisione di mia sorella alla fine ha dato risultati. Non ho mai smesso di credere nell’operato della magistratura, anche quando ci poteva essere qualche momento di sconforto. E quanto è emerso oggi premia quella perseveranza».
La maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia nell’ambito dell’indagine Maestrale-Carthago ha portato oggi all’esecuzione di misure cautelare nei confronti di 84 persone del mondo della politica e dell’imprenditoria: 29 in carcere, 52 ai domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Tra loro anche Salvatore Ascone, indicato da diversi collaboratori di giustizia come uno degli assassini della donna. Un omicidio afferato, è quello che emerge dall’inchiesta. Maria Chindamo fu uccisa e il suo corpo fu dato in pasto ai maiali per far sparire ogni traccia. Insieme ad Ascone c’erano altre due persone, una minorenne all’epoca dei fatti e un’altra deceduta nel frattempo. Si tratta della seconda tranche di arresti: «Sono 170 i soggetti indagati con 200 capi d’imputazione. Ogni gruppo reclamava la propria quota estorsiva», ha detto il colonnello Luca Toti, «si è trattato di un importante sforzo investigativo che ha portato alla disarticolazione delle cosche».
La storia di Maria Chindamo
Maria Chindamo fu sequestrata il 6 maggio 2016, a un anno esatto dalla morte per suicidio di suo marito Vincenzo Puntoriero, avvenuto l’8 maggio 2015. Secondo gli inquirenti, l’imprenditrice fu uccisa perché aveva iniziato una relazione sentimentale dopo la morte del marito, e perché la donna aveva iniziato a occuparsi della proprietà di alcuni terreni appartenuti in precedenza al marito e finiti nell’interesse di alcune cosche di ‘ndrangheta.
Ma è il procuratore Gratteri, parlando dei passaggi dell’inchiesta che hanno condotto all’operazione di queste ore, a spiegare l’altro movente. Una punizione frutto del risentimento nei confronti della donna in quanto tale. «Non gli è stata perdonata la sua libertà, la gestione dei terreni avuti in eredità e su cui c’erano gli appetiti di una famiglia di ‘ndrangheta e il suo nuovo amore», ha spiegato insieme al colonnello Paolo Vincenzoni, della sezione Crimini violenti del Ros e del colonnello Luca Toti comandante provincia di Vibo Valentia, «tutto questo perché questa donna, Maria Chindamo, dopo il suicidio del marito avvenuto l’anno precedente alla sua scomparsa a maggio 2016, ha pensato di diventare imprenditrice e di curare gli interessi della terra e dei suoi figli e si è pure iscritta all’università. Questa sua libertà, questa sua voglia di essere indipendente, di essere donna non gli è stata perdonata e tre giorni dopo che aveva postato sui social la foto con il suo nuovo compagno è sparita. La sua uccisione è stata straziante. Oltre ad essere stata data in pasto ai maiali i suoi resti sono stati triturati con un trattore cingolato. Questo dà il senso e la misura della rabbia e del risentimento che chi ha ordinato l’omicidio aveva nei suoi confronti. Lei non si poteva permettere il lusso di rifarsi una vita, di gestire in modo imprenditoriale quel terreno e di poter curare e fare crescere i figli in modo libero e uscendo dalla mentalità mafiosa».
(da Open)

argomento: Politica | Commenta »

FEMMINICIDIO A TRAPANI: COSI ANGELO REINA HA UCCISO L’EX COMPAGNA MARISA LEO E POI SI E’ TOLTO LA VITA

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

L’HA UCCISA NELL’AZIENDA DI FAMIGLIA, POI LA FUGA IN AUTO, LO SPARO E IL SALTO NEL VIADOTTO

Sta scuotendo la comunità il femminicidio di Marisa Leo, uccisa da Angelo Reina, 42 anni, suo ex compagno, originario di Valderice, con colpi di arma da fuoco.
Dopo aver sparato alla ex 39enne, originaria di Salemi e dipendente di una cantina di Mazara del Vallo, Reina si è poi tolto la vita.
Secondo una prima ricostruzione l’uomo avrebbe dato appuntamento all’ex compagna nell’azienda di famiglia, in contrada Farla al confine tra Mazara e Marsala. Lì l’ha uccisa. Poi si è recato su un viadotto all’ingresso di Castellammare del Golfo e si è ucciso.
A trovare il corpo di lui è stata la polizia stradale, facendo scattare subito le ricerche su Leo, la cui scomparsa era stata denunciata dai parenti nelle ultime ore.
Sulla vicenda indaga la squadra mobile di Trapani. La coppia aveva una bimba di appena tre anni. Marisa Leo era responsabile marketing e comunicazione della cantina Colomba Bianca di Mazara del Vallo.
Molto amata e stimata in città, era in prima linea contro la violenza sulle donne.
La dinamica dell’omicidio suicidio
Emergono alcuni particolari sull’omicidio suicidio. Reina dopo aver dato appuntamento all’ex compagna l’ha raggiunta in azienda uccidendola. Poi con l’auto ha raggiunto il viadotto all’ingresso di Castellammare del Golfo è sceso e si è sparato con lo stesso fucile ed è precipitato giù dal viadotto da una cinquantina di metri. Nell’auto è stata trovata anche una pistola non legalmente detenuta.
Saranno gli esami balistici a chiarire meglio la dinamica dell’omicidio-suicidio. Marisa Leo aveva denunciato l’ex compagno nel maggio del 2020 per stalking e successivamente anche per violazione degli obblighi familiari. I due erano separati e lui non avrebbe provveduto a pagare gli alimenti per la figlia. Sul corpo della donna è stata disposta l’autopsia.
Lo sgomento dei colleghi di lei
«In azienda siamo tutti sconvolti per quanto è successo. Stamattina non abbiamo la forza di lavorare». Lo dice all’ANSA Giuseppe Gambino, il direttore della cantina ‘Colomba bianca’ dove lavorava Marisa Leo.
«Ieri abbiamo lavorato tutto il giorno insieme in azienda – racconta – poi ci ha detto che doveva incontrare l’ex convivente per prendere la bambina». Giuseppe Gambino stamattina ha pubblicato un post su Facebook, allegando una foto insieme a Marisa Leo: «Infinitamente grato per tutto ciò che mi hai donato», le sue parole.
(da Open)

argomento: Politica | Commenta »

MARISA LEO, ENNESIMA VITTIMA DI FEMMINICIDIO, PARLA L’AMICA: “AVEVA PAURA DI LASCIARE LA FIGLIA CON IL PADRE”

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

IL RICORDO DELLA COLLEGA: “ERA LUCE E LUI L’HA SPENTA PER SEMPRE”

«Marisa aveva paura, anche se non pensava certamente ad un epilogo del genere. Temeva più per la sua bambina, ogni volta che la lasciava col padre era in preda all’ansia».
A raccontarlo a LaPresse Roberta Urso, delegata per la Sicilia dell’Associazione Donne del Vino, amica e collega di Marisa Leo, la donna uccisa dall’ex compagno in Contrada Inchiapparo nel trapanese. Leo con l’ex compagno killer, poi suicidatosi, lascia una figlia di tre anni.
«Eravamo in una call, lui l’ha chiamata e lei ha deciso di uscire»
«Ieri pomeriggio alle 5 – spiega all’agenzia – eravamo in una call per programmare un evento proprio contro la violenza sulle donne. Poi lui l’ha chiamata. Non capisco perché sia uscita. Io l’ho conosciuta quando era incinta e già la relazione non c’era più: lei ha cresciuto la bambina da sola, ma non le ha voluto negare un padre. La bimba lo vedeva ma era evidente che Marisa non fosse tranquilla. Non perché lui fosse violento, anzi mi raccontava che era affettuoso con la piccola, ma non era comunque tranquilla. Come ha potuto farle questo? Non è degno di essere definito padre perché ha lasciato una bambina sola al mondo». Sull’account di Instagram l’Associazione Donne del Vino ha postato una foto di Marisa con la frase: ‘la mia essenza non è merce di scambio‘. «È una sua frase», spiega Urso.
Marisa «non voleva che altre donne si ritrovassero accanto a uomini sbagliati, per questo aveva inventato il format che noi Donne del Vino Sicilia portavamo avanti, ‘Calici di vita‘ contro la violenza sulle donne, Era una persona solare, sempre sorridente, estremamente intelligente. Lei guardava avanti», prosegue. «Era luce e lui l’ha spenta per sempre».
(da Open)

argomento: Politica | Commenta »

NUORO, I MALATI DI CANCRO DEVONO ATTENDERE 6 MESI PER LA RADIOTERAPIA: “ANDATE FUORI DALLA SARDEGNA”

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

LA DENUNCIA DI DUE ASSISTENTI SOCIALI DEL COMUNE DI FONNI

Un paziente malato di cancro che doveva sottoporsi a una seduta di radioterapia all’ospedale di Nuoro è stato invitato a recarsi fuori regione, perché in Sardegna non avrebbe ottenuto un appuntamento prima di sei mesi. A denunciare il caso sono state due assistenti sociali in servizio nel Comune di Fonni, Anna Gregu e Rosanna Veracchi, che hanno scritto all’assessore regionale della Sanità Carlo Doria per segnalare che “la radioterapia per i pazienti oncologici sardi non è più un diritto e il sistema sanitario dell’Isola consiglia a chi è affetto da tumore di cercare le cure radioterapiche fuori dalla Sardegna”.
Alla lettera le due assistenti sociali hanno allegato la risposta fornita a un paziente dal servizio di Radioterapia oncologica dell’ospedale nuorese: “Si fa presente al paziente che causa liste d’attesa, purtroppo non è possibile rispettare una tempistica oncologica corretta. Attualmente la lista d’attesa per la patologia nel nostro centro è di circa 6 mesi, pertanto si invita il paziente a recarsi in altro centro fuori regione”.
“Siamo abituati da tempo allo smantellamento della sanità sarda ma una cosa così non l’avevamo mai vista – scrivono nella missiva le due assistenti sociali – In questi giorni assistiamo sconcertate e impotenti nel servizio dove operiamo, alla disperazione dei numerosi malati oncologici che devono sottoporsi alle cure radioterapiche, di cui non possono usufruire in nessun presidio della Sardegna per vie delle lunghe liste d’attesa. In tutto questo il sistema sanitario sardo consiglia formalmente, per iscritto, agli utenti di recarsi in strutture della penisola per le cure di cui necessitano, insomma chi bussa alle porte della nostra sanità incontra uno scenario devastante. Chiediamo all’assessore Doria – concludono le due professioniste – che impedisca l’esodo dei malati oncologici sardi e delle loro famiglie con i relativi disagi, per cui molti sardi sono costretti a rinunciare alle cure”.Alle due assistenti sociali ha replicato la Asl di Nuoro, spiegando che effettivamente per alcune patologie la lista di attesa del San Francesco è lunga, “ma si tratta di visite per patologie differibili”. Ad esempio “il cancro alla prostata, considerato categoria “C”, tra quelle “che possono essere rinviabili anche oltre i 6 mesi e fino ad un massimo di 12 mesi”.
(da Fanpage)

argomento: Politica | Commenta »

BASTANO VENTI EURO PER DIVENTARE DOTTORI, SCOPPIA IL CASO DEL TEST DI INGRESSO DI LUGLIO ALLE FACOLTÀ DI MEDICINA. LE DOMANDE DELLE PROVE SONO STATE VENDUTE SU TELEGRAM

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

“SCRIVI IN PRIVATO MA PRIMA VERSA 20 EURO SU PAYPAL” – LA DENUNCIA DELLO STUDIO LEGALE “LEONE- FELL”: “DOPO IL TEST DI APRILE SONO NATI CHAT E GRUPPI PER RACCOGLIERE I QUIZ. È LO SCANDALO PIÙ GRANDE CHE ABBIA MAI COLPITO IL SISTEMA DEL NUMERO CHIUSO” – LA PROCURA APRE UN’INCHIESTA, IL MINISTERO INTERVIENE, SCATTA IL RICORSO SULLE GRADUATORIE

Prima l’esposto con cui centinaia di aspiranti medici denunciano irregolarità nella selezione per essere ammessi alle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Poi l’interrogazione depositata dalla senatrice M5S Dolores Bevilacqua, che chiede chiarimenti alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Infine l’iniziativa intrapresa dallo stesso ministero: «Chiederemo a Cisia, il consorzio che si occupa della gestione dei test, ulteriori rassicurazioni e chiarimenti sul regolare svolgimento delle prove di ingresso».
È bufera sulla graduatoria pubblicata martedì scorso. […] secondo lo studio legale Leone- Fell & C., la selezione è lo «scandalo più grande che abbia mai colpito il sistema del numero chiuso, la graduatoria appena pubblicata è falsa».
Parole sostenute da un’indagine, commissionata dai legali, che rivela i vulnus della nuova modalità d’esame. A differenza degli scorsi anni, quando il test avveniva in un unico giorno, quest’anno le prove sono state sostenute in più giorni e in due diverse sessioni: una ad aprile e una a luglio.
«Sono nate chat, gruppi su Telegram delle scuole di preparazione che invitavano ragazzi usciti dall’esame a postare domande appena ricevute — spiega l’avvocato Francesco Leone — Quindi le domande sottoposte a migliaia di persone che sono state esaminate ad aprile sono state inserite in una banca dati. Poi sono state condivise, vendute e rese disponibili per luglio».
La tempesta è iniziata su Telegram. Il 19 aprile 2023 un utente «ha riferito di essere in possesso della banca dati e di poterla vendere per 20 euro con pagamento PayPal». La chat è tanto breve quanto eloquente: «Manda in privato», scrive l’acquirente. «Si ma voglio 20 euro su PayPal», risponde il venditore.
«Ricerche su social di messaggistica e gruppi sui principali social network, hanno permesso di rilevare informazioni di rilevanza relativamente alla presenza di un documento contenente le risposte del Tolc di medicina della sessione 2023», dicono gli investigatori privati.
C’è il gruppo in cui si parla di «un file contenente le domande e risposte del Tolc di Medicina, sessione di aprile ». E le conversazioni in cui gli utenti riferiscono «di avere diverse prove e screenshot di questo documento » e di aver già avvisato il Cisia. «Abbiamo le prove che i rappresentanti del Cisia sono entrati nei gruppi social per controllare che questa condivisione di domande non avvenisse, ma era già fuori controllo», dicel’avvocato Leone.
Sulle chat si parla anche di un filmato «in cui uno elencava tutte le domande e risposte della sua prova pubblicato venerdì. E io avevo il Tolc lunedì con le stesse domande», ammette un utente. Inoltre il sistema è basato sul principio di equalizzazione, dove a ogni domanda viene attribuito un peso in base a quante persone abbiano risposto correttamente o meno. Ma «le domandeequalizzate di aprile sono state ripetute a luglio», dicono gli avvocati.
(da La Repubblica)

argomento: Politica | Commenta »

LA VERITA’ SUL JOBS ACT: HA GENERATO SOLO PIU’ LAVORO PRECARIO E A TERMINE

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

ECCO COSA DICONO I NUMERI DELL’INPS… UN MILIONE DI POSTI DI LAVORI? UNA BUFALA, NON HA AUMENTATO GLI OCCUPATI

È ritornato il dibattito sul Jobs Act, con Cgil e in parte il Pd che chiedono un referendum contro e Renzi che lo difende, dicendo che ha creato oltre un milione di posti di lavoro.
Sono stato fortemente critico di una parte del Jobs Act: quella che fa riferimento al Contratto a tutele crescenti (Ctc), che abolendo di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, permetteva il “licenziamento illegittimo”, attraverso un meccanismo sanzionatorio monetario che è stato già dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale; e quella che fa riferimento al decreto collegato della disciplina del lavoro a termine, il cosiddetto decreto Poletti. Ne ho scritto su articoli scientifici e su quotidiani (anche sul Fatto il 22 febbraio del 2017: “Jobs Act, le 5 verità sul flop: il precariato è peggio che nel 2014”) per evidenziarne le principali criticità, da quando nel 2017 si cominciavano a vedere gli effetti, dati alla mano, sul mercato del lavoro.
Obiettivi falliti: occupati, investimenti, produttività
Innanzitutto, il Jobs act fallisce, come tutti i decreti sul mercato del lavoro negli ultimi 30 anni, nei suoi tre obiettivi dichiarati: 1) aumento dell’occupazione; 2) aumento degli investimenti; 3) aumento della produttività. È noto a tutti che la nostra occupazione è sempre stata intorno a 23 milioni di lavoratori negli ultimi due decenni e nessuna riforma ha aumentato il tasso di occupazione, sempre intorno al 59%. Anche l’incremento recente del relativo tasso dal 59 al 61% è frutto solamente di un effetto statistico, dovuto alla riduzione della forza lavoro in età attiva, tra i 15 e 65 anni, per via del calo demografico pari a -800mila unità (come dice anche l’ultima relazione del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco). Gli investimenti, al netto di quelli previsti nel Pnrr, sono scesi del 25% negli ultimi due decenni, anche quelli dall’estero. E la produttività è stagnante da un quarto di secolo. Sarebbe velleitario sostenere veramente che un decreto aumenti l’occupazione.
Quello che succede in genere, dopo ogni riforma del mercato del lavoro in Italia, è la ricomposizione dell’occupazione, ovvero l’aumento o la diminuzione del lavoro a tempo indeterminato e del lavoro a termine. E questo è successo sia con il Jobs act (quando è aumentato il lavoro a termine) sia con il decreto Dignità (quando è aumentato il lavoro a tempo indeterminato), le ultime due riforme del mercato del lavoro.
Il Jobs act, un impianto composto da diversi decreti, aveva alcune contraddizioni, la più evidente era che se da una parte incentivava il nuovo contratto a tempo indeterminato, chiamato Contratto a tutele crescenti (Ctc), dall’altra liberalizzava il contratto a tempo determinato, togliendo qualsiasi causale per l’assunzione a termine, favorendo quindi la precarietà, attraverso il cosiddetto decreto Poletti, contestuale alle misure del Jobs act. In effetti, oggi non si può proprio dire che il Jobs act abbia creato 1 milione di nuovi posti di lavoro stabili, ma semmai ha aumentato l’occupazione a termine, che per definizione è di breve periodo, generando più precarietà, ma in totale con un numero di ore totali lavorate inferiore oggi rispetto a 20 anni fa.
Falso storico: nessun aumento di posti stabili
Sulla spinta degli esoneri contributivi pari nel primo anno alla cifra piena di 8.060€ euro annui per ogni assunto a tempo indeterminato (con il nuovo Ctc), nel 2015, primo anno di applicazione, si hanno 1,9 milioni di assunzioni a tempo indeterminato, e contestualmente 1,7 milioni di cessazioni, per una variazione netta di nuovi assunti a tempo indeterminato pari a 250mila lavoratori. Già nel 2016, quando l’incentivo si riduceva, il saldo tra assunzioni (1,2 milioni) e cessazioni (1,6 milioni) diventava negativo, pari a -391mila lavoratori. Contestualmente aumentava il tempo determinato, spinto dal decreto Poletti, determinando un saldo positivo per via dell’occupazione precaria, che era cresciuta dal 2015 al 2016 per circa 206mila unità (circa il 10% in più). Nel 2017, terzo anno del Ctc, con incentivo ulteriormente ridotto, i nuovi rapporti a tempo indeterminato erano pari a 1,1 milioni e le cessazioni sempre intorno a 1,6 milioni, quindi molto più alte, e il saldo dell’occupazione stabile era pari a -523 mila assunzioni (fonte: Inps, Osservatorio sul precariato, open data).
La crescita dell’occupazione fu trainata unicamente dall’occupazione temporanea che era cresciuta fino a 3,2 milioni (da 2,5 milioni nel 2016) e crebbe ulteriormente nella prima parte del 2018. Alla vigilia dell’introduzione del decreto Dignità, nell’estate del 2018, che di fatto aboliva il decreto Poletti introducendo le causali, il tempo determinato aveva raggiunto il suo picco con circa 3,5 milioni di lavoratori a termine (fonte: Inps, Osservatorio sul precariato).
Dalla seconda metà del 2018 in poi, grazie al decreto Dignità, avveniva l’inversione: cresceva il lavoro a tempo indeterminato e diminuiva il lavoro a termine, fino alla pandemia Covid, quando di nuovo si raggiunse il livello più basso di lavoro a termine, pari a circa 2,5 milioni nel 2020. Questo dicono i dati dell’Inps, pubblici, dell’Osservatorio sul precariato.
Regalo alle imprese: 17 mld di sgravi senza veri effetti
Il Jobs act è costato 17 miliardi in 3 anni in termini di incentivi alle assunzioni ed esoneri contributivi e non è stato capace di creare nuova occupazione stabile e di qualità. Del resto, l’occupazione non si crea con decreto e nemmeno con incentivi, ma solo con investimenti che aumentino i posti vacanti e accrescano la domanda aggregata. Tutto il resto è palliativo, flessibilità spuria, turn over, cambiamento della composizione del lavoro, precarietà e disuguaglianze tra lavoratori considerati di serie A e di serie B.
Anche un recente studio della Banca d’Italia, che prende a riferimento le liberalizzazioni del lavoro a termine introdotte nel 2001, arriva a conclusioni simili e dimostra che la flessibilità – per tanti anni è stata considerata, erroneamente, la panacea del mercato del lavoro italiano – non ha prodotto aumento di occupazione, ma ha solo aumentato il turn over, la precarietà, i profitti e le disuguaglianze.
Infine, e non meno rilevante, in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale Economic Policy, tre professori (De Paola, Nisticò e Scoppa) nel 2021 trovano un risultato sbalorditivo: il Jobs act ha anche ridotto il tasso di fecondità nelle donne dell’1,4% a causa di incertezza e instabilità. In un Paese come il nostro, caratterizzato dal declino demografico, questo forse è il più brutto dei risultati di quella riforma.
(da Il Fatto Quotidiano)

argomento: Politica | Commenta »

PAVIA, INSEGNANTE AGGREDITA PER AVER DIFESO QUATTRO RAGAZZE: “LUI GRIDAVA LESBICHE DI MERDA, VI AMMAZZO”

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

“HO RICEVUTO UN PUGNO IN FACCIA MA SONO ORGOGLIOSA DI QUELLO CHE HO FATTO”

Chiara Piccoli è un’insegnante di storia e filosofia nel pavese. È stata aggredita durante una festa di paese a Cava Manara per aver difeso quattro ragazzine. Un uomo le stava insultando chiamandole “lesbiche di m…” e minacciandole (“vi ammazzo”). Lei, che si è messa in mezzo, ha rimediato un pugno in faccia e dieci giorni di prognosi per uno zigomo e la lingua gonfi. «Fiera di trovarmi qui per aver preso le difese di un gruppo di ragazzine importunate da un adulto. E voi maschioni, che siete stati fermi e zitti, dovete solo vergognarvi», ha scritto sui social dal Pronto Soccorso. Oggi in un colloquio con La Stampa ribadisce: «Sono orgogliosa di ciò che ho fatto. Lo dico da madre, da insegnante e da persona che si batte per i diritti Lgbtq+».
La storia
Piccoli racconta a Francesco Moscatelli i dettagli dell’aggressione: «Domenica sera intorno alle 23 sono uscita a fare ungiro fra le bancarelle e le giostre della festa patronale di Cava Manara, il comune di 7 mila abitanti dellaprovincia di Pavia in cui abito. Per fortuna le mie figlie di 9 e 13 anni sono rimaste a casa. Dopo pochi minuti che passeggiavo, infatti, mi sono accorta che c’erano quattro ragazzine che avrebbero potuto avere all’incirca l’età delle mie alunne o di mia figlia più grande che cercavano di fuggire da un uomo. Questo tizio le stava spintonando e insultando con frasi omofobe. Io non lo conoscevo, mai visto prima. Se l’è presa con me soltanto perché mi sono messa in mezzo».
Il tizio «continuava a ripetere che io non sapevo nulla e la frase “quelle hanno importunato mia figlia”. Le ragazzine, impaurite, correvano e piangevano. Una situazione surreale. Non mi dava retta in alcun modo. Devo dire che anch’io a un certo punto ho perso le staffe e gli ho lanciato addosso un bicchiere di Coca Cola, sperando che si calmasse e si fermasse un attimo. Invece niente. Pure la figlia ha provato a fermarlo senza successo».
Il pugno
A quel punto ha ricevuto un pugno in faccia. «Dopo essere caduta sono stata avvicinata da un gruppo di ragazzi che ha chiamato la Protezione civile e la polizia municipale. Contemporaneamente io ho telefonato al 112. Solo a quel punto alcuni signori hanno accerchiato il mio aggressore e l’hanno tenuto fermo in attesa dell’arrivo dei carabinieri. Spero che anche i famigliari delle ragazze siano andati in caserma e che al più presto vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della procura». Infine, rivela: «Mi sono pure dovuta sentire una sgridata coi fiocchi da parte dei miei genitori. Li capisco, ma io sono incapace di stare ferma se vedo un’ingiustizia. A 18 anni, difendendo un’amica da un’aggressione, mi sono rotta un braccio. A 45 mi è capitata questa. Spero di rimanere così fino a 90 anni».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

DENIS VERDINI INDAGATO A ROMA: ACCUSATO DI AVER VIOLATO I DOMICILIARI PER ANDARE AL RISTORANTE DEL FIGLIO E INCONTRARE POLITICI E UOMINI D’AFFARI

Settembre 7th, 2023 Riccardo Fucile

AVEVA SOLO IL PERMESSO PER ANDARE DAL DENTISTA

Denis Verdini è indagato a Roma. L’accusa è di aver violato le regole della detenzione domiciliare. L’ex senatore di Forza Italia ha ricevuto una condanna definitiva a sei anni e mezzo nel processo per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino. Ma, scrive il Fatto Quotidiano, indagando su altro i pm di Roma hanno scoperto che Verdini era in posti in cui non avrebbe dovuto essere.
Per esempio nel ristorante del figlio “Pastation”, che si trova in pieno centro. Ufficialmente Verdini tra ottobre 2021 e gennaio 2022 usciva per delle visite mediche. Doveva andare dal dentista. Ma proprio quell’appuntamento, sospettano i pubblici ministeri, è diventato un’occasione per incontrare imprenditori e referenti politico-istituzionali. Come Vito Bonsignore, imprenditore ed ex amministratore delegato di Anas.
L’inchiesta
Verdini è in detenzione dal 3 novembre 2020. Si è costituito nel carcere di Rebibbia dopo la condanna in Cassazione. A gennaio 2021 ha ottenuto i domiciliari. Per motivi di salute prima, per questioni di età dopo.
A settembre 2021 la richiesta di cure odontoiatriche. L’ok dei giudici per andare dal suo dentista arriva da ottobre a dicembre. In quelle occasioni può dormire a casa del figlio, dove deve rientrare dopo le cure. Che vengono successivamente autorizzate fino ad aprile 2022. Ma intanto lui va al ristorante in piazza Campo Marzio. E ad ottobre incontra Simonini (anche lui ex Anas). Lo va a incontrare anche con il figlio Tommaso. Secondo le accuse dei pm, Verdini jr. e altri promettevano a pubblici ufficiali di Anas, come Simonini, «il loro intervento o comunque il peso politico-istituzionale delle loro conoscenze» per favorire la riconferma in Anas o in altri ruoli apicali di società private. Ottenendo in cambio la “messa a disposizione delle funzioni pubbliche rivestite all’interno di Anas da Simonini e altri. Allo scopo di «favorire la definizione di progetti e transazioni a cui erano interessati imprenditori a loro vicini (tra i quali Bonsignore)».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

« Previous Entries
Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.726)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Luglio 2025 (24)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Settembre 2023
    L M M G V S D
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    252627282930  
    « Ago   Ott »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • L’ESTATE DELLA DUCETTA È MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI; SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE
    • CIUFF CIUFF, È IN ARRIVO IL TAJANI-EXPRESS: IL MINISTRO DEGLI ESTERI HA DECISO CHE IL SUO PAESE D’ORIGINE, FERENTINO, IN PROVINCIA DI FROSINONE, DEVE AVERE UNA STAZIONE FERROVIARIA DELL’ALTA VELOCITÀ
    • CHI DOPO MACRON? IN FRANCIA È GIÀ INIZIATA LA CORSA ALL’ELISEO (SI VOTERA’ NEL 2027) : TRA I MACRONIANI SCALDANO I MOTORI IL GIOVANE GABRIEL ATTAL O EDOUARD PHILIPPE, EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
    • ACTIONAID SU ACCORDO ITALIA-ALBANIA: “MELONI PRETENDE DI INTERPRETARE IL DIRITTO COME LE FA PIU’ COMODO”
    • IN CISGIORDANIA UN CENTINAIO DI ISRAELIANI DEL DISTRETTO DI BINYAMIN, LA FRANGIA PIÙ ESTREMISTA DEI COLONI, HA ASSALTATO LA CASERMA DELL’ESERCITO DELLO STATO EBRAICO
    • USA, ALTRO CHE “ETA’ DELL’ORO”, CON TRUMP IL DOLLARO CROLLA
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA