Novembre 17th, 2023 Riccardo Fucile
UNA VERGOGNOSA ESCALATION DI MARCHETTE AI DISONESTI, UN AFFRONTO AGLI ITALIANI ONESTI
All’inizio è venuta la rottamazione delle cartelle esattoriali e delle
multe stradali. Poi il condono sui guadagni da criptovalute. Lo sconto sulle controversie tributarie e la rinuncia agevolata, le modalità agevolate per gli avvisi bonari la cancellazione delle irregolarità formali nella denuncia dei redditi. In seguito sono arrivate le sanzioni ridotte per gli atti di accertamento, la definizione agevolata delle liti pendenti e gli sconti con pagamenti a rate per i ravvedimenti operosi. Quindi la regolarizzazione dei versamenti, il Salva Calcio e il condono penale per i reati tributari. Infine, la riduzione delle multe per chi non emette fatture e scontrini. Ora ne arrivano altre due: gli sconti per chi aderisce all’adeguamento collaborativo e il pagamento per chiudere le liti fiscali. Oltre al potenziamento delle conciliazioni delle liti.
Le sanatorie
In tutto, conta oggi La Stampa, sono 17 le sanatorie fiscali approvate dal governo Meloni in 13 mesi. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha spiegato che un obiettivo del Pnrr è smaltire i contenziosi pendenti. Che arrivano fino a 100 mila contando le liti nelle commissioni tributarie. Il valore si attesta intorno ai 40 miliardi di euro. Uno dei due decreti su cui è arrivato l’ok di Palazzo Chigi rafforza anche l’informatizzazione del processo tributario. Mentre l’altro abbassa la soglia di accesso alla cooperative compliance. Ovvero l’adempimento collaborativo tra l’Agenzia delle Entrate e le imprese di grandi dimensioni. Nella bozza si scrive che le sanzioni sono dimezzate «se il contribuente adotta una condotta riconducibile a un profilo di rischio fiscale non significativo». Mentre restano escluse le violazioni fiscali caratterizzate da condotte simulatorie o fraudolente.
Le nuove soglie
Nel 2024 il regime di collaborazione varrà per le imprese con un fatturato non inferiore a 750 milioni di euro. Nel 2026 scenderà a 500 milioni. Nel 2028 a cento. Potranno anche aderire le imprese che presentano istanza di interpello per nuovi investimenti. Devono però avere un sistema di controllo del rischio fiscale chiamato Tax Control Framework. Il viceministro Leo ha fatto sapere che non vuole abbassare la guardia sulla lotta all’evasione.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2023 Riccardo Fucile
NUOVA INCHIESTA DELLA PROCURA DI CALTANISSETTA: UN TESTIMONE PARLA E SCATTANO LE PERQUISIZIONI
L’agenda rossa di Paolo Borsellino è rimasta nascosta in casa dei familiari di Arnaldo La Barbera. Ovvero l’ex capo della squadra mobile di Palermo morto nel 2022 a causa di un tumore.
La rivelazione ai magistrati di Caltanissetta è stata fatta proprio da una persona vicina alla famiglia. Mentre il mese scorso sono scattate alcune perquisizioni nell’indagine aperta dalla procura.
I carabinieri del Ros sono arrivati a casa della vedova e di una delle figlie, rispettivamente a Roma e a Verona. Ma non hanno ottenuto risultati. Dell’inchiesta che porta di nuovo al centro il caso dell’agenda rossa del giudice assassinato insieme alla sua scorta il 19 luglio 1992 in via d’Amelio parla oggi Repubblica.
Il decreto di perquisizione
Il decreto di perquisizione collega un nuovo fotogramma dei momenti della strage con la pista d’indagine che riguarda il colonnello Giovanni Arcangioli. Quest’ultimo è stato fotografato mentre teneva in mano la borsa del giudice. Arcangioli, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe consegnato la borsa a un ispettore di polizia. Poco dopo sarebbe finita nella stanza di un dirigente. Arcangioli scrisse la relazione soltanto cinque mesi dopo l’accaduto. Il tribunale di Caltanissetta ha scritto nella sentenza sul depistaggio che La Barbera «ha avuto un comportamento inqualificabile. Dapprima disse alla vedova che la borsa del marito era andata distrutta. Poi gliela restituì mesi dopo, negando la presenza dell’agenda rossa. All’epoca fu la figlia Lucia a discutere con La Barbera.
La sentenza
«A fronte dell’insistenza della ragazza, che usciva persino dalla stanza, sbattendo la porta il dottor La Barbera, con la sua voce roca, disse alla vedova che sua figlia necessitava di assistenza psicologica, in quanto delirava e farneticava», ha ricostruito il tribunale. «Un atteggiamento che rivelava non solo un’impressionante insensibilità per il dolore dei familiari di Paolo Borsellino, ma anche un’aggressività volta a mascherare la propria evidente difficoltà a rispondere alle domande poste, con grande dignità e coraggio, da Lucia Borsellino». Nella sentenza per il depistaggio scaturita dalle dichiarazioni del falso pentito Paolo Scarantino i giudici hanno scritto che rimane il dubbio se sulla vicenda della relazione ci sia stata negligenza o qualcosa di più.
(da Open)
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Novembre 17th, 2023 Riccardo Fucile
QUANDO I NODI DEL MES, PATTO DI STABILITÀ, PNRR, ARRIVERANNO AL PETTINE, LA PREMIER COATTA DI PALAZZO CHIGI SI TROVERÀ DAVANTI IL MURO. E SVANIRANNO NEL VENTO I POLVERONI (PREMIERATO, MIGRANTI IN ALBANIA, ETC.) SOLLEVATI PER DISTRARRE L’OPINIONE PUBBLICA DALLA PRIMA URGENZA DEL PAESE: LA GRAVE SITUAZIONE ECONOMICA
Bang! La Commissione Europea della Sora Ursula ha iniziato a
spingere Giorgia Meloni in un vicolo cieco dove non potrà più muoversi. L’Italia è stata infatti bacchettata da Bruxelles per due infrazioni: la normativa sulle concessioni balneari e quella sull’assegno unico. E ha inviato al nostro disgraziato paese un parere motivato, che dà all’Italia due mesi per rispondere e adeguarsi alle norme Ue.
Ma questo è solo l’inizio perché quando i nodi del Mes, Patto di Stabilità, il grave ritardo sul Pnrr, arriveranno al pettine, per la premier coatta di Palazzo Chigi si troverà davanti il muro. E svaniranno nel vento i polveroni (premierato, migranti in Albania, etc.) sollevati per distrarre l’opinione pubblica dalla prima urgenza del paese: la difficile situazione economica.
Una situazione aggravata, giorno dopo giorno, dai costi esorbitanti (e segregati) per sostenere la guerra in Ucraina per invio di armi ed equipaggiamento a Zelensky. Mentre il conflitto Israele-Gaza non impegna le casse dell’Unione Europea ma solo quelle degli Stati Uniti. Aggiungere che il suo alleato (si fa per dire) Matteo Salvini non vorrebbe più sopportare tali costosissime incombenze.
Ormai il conflitto tra la Ducetta e il Truce non è solo in modalità mediatica ma si sta aggrovigliando anche sulle piccole cose di governo: ad esempio, chiama i suoi amici del Viminale e Piantedosi s’incazza. Per non parlare della precettazione dello sciopero generale di domani.
Meloni non era per niente d’accordo sul braccio di ferro Salvini-Landini, ‘’Matteo teniamoci in disparte’’. Invece il capoccione leghista ha voluto sollevare il suo “polverone” mediatico in risposta allo scippo sulle questione migranti della Ducetta, e ha scelto lo scontro. Anche perché, sotto sotto, sogna di trasformare la Cisl in un “sindacato giallo” per poterla poi controllare.
Un duello tra megalomani, con Forza Italia di Tajani scomparsa dalla scena, mentre la Premier degli Anelli (al naso) è convintissima, tra la perplessità di tutti, di vincere il referendum sulla riforma costituzionale. La gente voterà per me! E ha già anticipato gli slogan del trionfo (la batosta di Renzi non è servita niente
(da Dagoreport)
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Novembre 17th, 2023 Riccardo Fucile
“IN ITALIA ANCHE I POVERI MANGIANO BENE IN TRATTORIA”. MA IN POCHI ISTANTI IL TEOREMA SCRICCHIOLA: “PER AVERE QUALITÀ BISOGNA PAGARE”
Il ministro Francesco Lollobrigida di dati reali proprio non ne vuole sapere. Ieri il suo intervento a un evento di Fipe Confcommercio sulla ristorazione s’è trasformato in una sequela di luoghi comuni e classismo.
Memore degli attacchi subiti qualche mese fa per aver detto che “in Italia i poveri spesso mangiano meglio, perché acquistando dal produttore cercano qualità”, stavolta Lollobrigida parte in difesa: “Nessuno dice che devi essere povero per essere contento”, però… Però anche chi ha meno da noi può pasteggiare in trattoria a prezzo contenuto, dice il ministro: “Prova a farlo in altre parti del mondo”. Le altre parti del mondo nella narrativa ministeriale sono soprattutto gli Stati Uniti, dove “per mangiare bene si pagano cifre che per noi si pagano in ristoranti stellati” e chi non è mediamente ricco “ha difficoltà a trovare un modo per mangiare bene”. Basta? Macché: “Noi diciamo mangio come a casa, pensando a come la nonna e la mamma ti hanno educato alla qualità, prova a pensare a uno statunitense che lo dice, anche no per carità”, lì mangiare è solo una “pompa di benzina per esseri umani”.
Ma in pochi istanti il teorema scricchiola: “Per avere qualità bisogna pagare”, passa a sostenere il ministro. Poi: “Se non si è informati sulla qualità si sceglie il costo più basso, sennò si sceglie sempre la qualità”. La massa di persone che stanno passando i questi mesi ai discount o alle mense dei poveri devono essere tutte molto disinformate.
C’è spazio anche a uno sfottò alle altre cucine già patrimonio Unesco: quella messicana “un po’ piccante”, quella coreana accompagnata da una smorfia dispregiativa. Da noi qualità diffusa, eppure i giapponesi, spiega, hanno paura degli albergatori e dei ristoratori italiani che truffano, a causa di notizie che rimbalzano sui nostri media: notizie da evitare, naturalmente.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Novembre 17th, 2023 Riccardo Fucile
CONTEMPORANEAMENTE, SI CHIAMA FUORI ANCHE IL FONDO EMIRATINO NEGMA, CHE ADDUCE “IPOTESI DI INADEMPIMENTO”. ORA LA SOCIETÀ PROVERÀ A RICORRERE ALLA “COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CRISI”, MA IL TEMPO SCORRE: CI SONO SOLO ALTRI 8 MESI PER EVITARE IL FALLIMENTO
La crisi di Visibilia Editore si acuisce e rischia la tensione
finanziaria. Da una parte, il socio di maggioranza Sif Italia si è di fatto sfilato, facendo «venire meno il sostegno al progetto di risanamento del gruppo», è scritto nell’ultimo comunicato della quotata. Dall’altra, si è tirato indietro anche il fondo emiratino Negma «adducendo ipotesi di inadempimento di previsioni contrattuali dell’accordo, riconducibili ai fatti oggetto di copiosa eco mediatica».
Così alla «creatura» della ministra Daniela Santanchè poi finita, fino al suicidio, nelle mani di Luca Reale Ruffino, non è rimasta altra strada che provare a ricorrere alla «composizione negoziata della crisi» (uno strumento […] che permette di tentare un piano di risanamento con la nomina di un esperto della camera di commercio senza passare dal vaglio del giudice) e di provare […] a ottenere le «misure di protezione» dal Tribunale. Che, in caso di proroga, possono proteggere la società al massimo per altri 8 mesi dal rischio di liquidazione giudiziale, il vecchio fallimento.
Se non arriva un cavaliere bianco sarà difficile risollevare le sorti di una azienda su cui indaga anche la procura di Milano per bancarotta e falso in bilancio.
Per «coprire «i costi di funzionamento ordinari e degli oneri» per l’avvio del piano di risanamento, Visibilia prova a chiedere mezzo milione di euro a Sif Italia. Ma non prova neanche a escutere i debiti infragruppo, garantiti dalla villa milanese di Santanchè da sei milioni di euro.
Il carico da novanta è il dietrofront di Negma, che rinuncia all’ultima trance di prestito obbligazionario convertibile.
Un copione simile quel che si legge in una clausola del contratto che l’altro fondo emiratino Geca ha stretto con Bioera (altra quotata in passato gestita dalla ministra): «La continuità dell’accordo sarà condizionata all’inesistenza di alcuna procedura di insolvenza, fallimento, concordato pendente o minacciata per iscritto».
(da La Stampa)
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