A DI MAIO LE CRISI AZIENDALI LE DEVE RICORDARE VIRGINIA SABA
I LAVORATORI DELLA SARDINIA GREEN ISLAND DA 5 MESI ASPETTANO CHE DI MAIO SI DEGNI DI RICEVERLI AL MINISTERO, ALLORA SCRIVONO ALLA PRESUNTA FIDANZATA
Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna. Il vicepremier e bisministro Luigi Di Maio “l’Onesto” ha la fortuna di avere al suo fianco Virginia Saba. Una donna che sa quando è il momento di incoraggiarlo, quando è il momento di difenderlo dagli attacchi di chi vorrebbe ostracizzarlo e quando invece è il momento di aiutarlo con il lavoro arretrato.
Sappiamo come al Ministero dello Sviluppo Economico Di Maio non riesca a seguire i tanti, troppi, tavoli e vertenze aperti.
Succede sempre più spesso che una crisi esploda sotto gli occhi di chi, al MISE, dovrebbe vigilare sulle aziende in difficoltà per tutelare i consumatori.
È successo ad esempio con Mercatone Uno ed è successo con Whirlpool. Ma ci sono anche Piaggio Aerospace e Pernigotti.
Quando il Capo Politico del M5S arrivo’ al Ministero erano 144 i tavoli di crisi aziendali aperti al MISE. Oggi secondo i sindacati le crisi sono arrivate a 158 e coinvolgono 300mila lavoratori.
In tutto questo però il ministro latita, impegnato com’è a fare il ministro del Lavoro e a seguire i numerosi eventi della campagna elettorale permanente (prima le regionali, poi le europee, poi i ballottaggi).
Qual è il problema? Il problema è che molti — anche dal M5S — accusano Di Maio di non essere in grado di ricoprire quattro ruoli così importanti (quello di vicepremier, quello di ministro del Lavoro, quello di ministro dello Sviluppo Economico e quello di Capo Politico) contemporaneamente.
I risultati si vedono: le crisi esplodono in tutta la loro drammaticità sotto il naso del ministro che cerca all’ultimo momento di risolvere situazioni che si sono trascinate per mesi senza il suo intervento. I sindacati si lamentano delle difficoltà di avere un’interlocuzione con il Ministero, una cosa che con i famigerati governi precedenti era data per scontata.
Cosa possono fare i lavoratori? Quello che fanno tutti i bravi credenti. Chiede l’intercessione della Virginia.
E così in uno degli ultimi post pubblicati su Instagram dalla fidanzata del Capo un utente chiede se gentilmente la Saba può in qualche modo ricordare a Di Maio una delle sue promesse.
Il vicepremier aveva promesso ai lavoratori della Sardinia Green Island una convocazione entro maggio ma quella convocazione non è ancora arrivata. Da brava fidanzata la Saba risponde “ci provo”. Del resto anche lei è sarda.
Ma non ci sarebbe invero nessuna necessità che la fidanzata di Di Maio ricordasse al suo Luigi le promesse che lui ha fatto.
Perchè dovrebbero essere gli uffici del MISE a farlo. Sono mesi che i lavoratori dell’azienda con sede a Macchiareddu (Cagliari) chiedono un incontro con il ministro. Sul tavolo c’è il rinnovo degli ammortizzatori sociali che però è finalizzato al rilancio della produzione e dell’area industriale di Assemini.
Ma Di Maio non risponde e sindacati e dipendenti rimangono appesi ad una delle tante promesse da campagna elettorale fatte dal vicepremier.
La prima richiesta di incontro risale al 23 ottobre 2018, un nuovo appello era stato lanciato a febbraio di quest’anno, seguito a quanto pare dalla promessa di un incontro a maggio. Ma si sa come vanno le cose: archiviata la pratica delle regionali in Sardegna c’era da pensare alle elezioni europee. Eppure il ministro dovrebbe occuparsi di fare il suo lavoro, quello per cui lo paghiamo, e non esclusivamente delle sorti elettorali del suo partito.
I lavoratori della Sardinia Green Island non sono gli unici a perorare la propria causa sul profilo Instagram di Virginia Saba.
C’è anche chi ricorda alla fidanzata del vicepremier un’altra promessa: quella relativa alle chiusure domenicali dei centri commerciali. In questo caso però la risposta della Saba è molto meno diplomatica: “parla con una che la domenica ha sempre lavorato“. Che sia per questo che Di Maio ha smesso di occuparsi del problema? La sua ragazza gli ha fatto cambiare idea? Ah, saperlo.
(da “NextQuotidiano”)
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