“ABBONAMENTI DEL BUS TROPPI CARI, NOI LE MULTE NON LE PAGHIAMO”
A ROMA SUL BUS DOVE UN SOLO VIAGGIATORE HA TIMBRATO
Arriva la maxi multa per chi non paga il biglietto dei mezzi pubblici e poichè in questa categoria rientrerebbe secondo i calcoli circa il 20 per cento degli italiani, l’idea è quella di fare un sacco di soldi.
Peccato però che solo il 30 per cento dei multati fino ad adesso ha pagato quanto dovuto. E quindi c’è chi, come l’Aduc, ritiene che raddoppiare le multe significherà solo raddoppiare la percentuale di chi non le paga.
Intanto chi sale e scende dai tram e dagli autobus continua a farlo senza tanti problemi.
Ore 11 di mattina a Roma, linea numero 3 che da piazza Ungheria porta a viale del Policlinico, quattro persone sedute, due in piedi. Un solo viaggiatore fa vedere il biglietto timbrato. Altri alzano le spalle. «Fatti i fatti tuoi». Ok.
Poi c’è Mariana, che quando si sente domandare: «Lei è una portoghese?», risponde placida «no io sono romena».
Una volta chiarita la questione la ragazza (27 anni) ammette: «Si io non pago quasi mai il biglietto, perchè abito verso Torre Angela e troppi ne dovrei pagare per andare e venire da casa al lavoro».
Abbonamenti? «Troppo cari. Faccio la colf e prima la mia datrice di lavoro mi pagava gli spostamenti ma adesso dice che non può più permetterselo e che se voglio il lavoro me li devo pagare da sola».
Si avvicina anche una amica di Mariana, Manuela, anche lei senza biglietto. Spiega che tanto a loro le multe non arrivano. «Io sono sposata e in Romania possiamo prendere il cognome del marito, così io ho una carta di identità italiana con un nome e un indirizzo e quella romena con un altro nome e un altro indirizzo. Quindi le multe non le ricevo mai».
Altra linea (il 61) stesso scenario.
Autobus non affollato e molte persone che salendo non obliterano il biglietto. Pochi rispondono. «Ma chi sei un controllore?». «No, una giornalista. Sa che le multe per chi non compra il biglietto raddoppieranno?». E la risposta è unanime: «Tanto chi le paga».
Una vecchietta con una giacca color ciclamino spiega che lei «ha una pensione minima». «Se pagassi anche il bus cosa mi mangio poi? Il biglietto? Tanto sono vecchia, non ho niente, che mi possono fare?».
Un signore vicino a lei dice che «c’è una sola cosa da fare, rimettere i controllori sugli autobus».
Intanto un gruppo di ragazzini sale senza traccia di biglietto. «A me una volta hanno fatto una multa da 50 euro», dice uno di loro prima di scendere alla fermata successiva. «Ancora non abbiamo il motorino, come dovremmo spostarci?».
Aumenteranno le multe ma anche i controlli e i gestori dei servizi di trasporto pubblico, è scritto nel testo della manovra, «possono affidare l’accertamento delle violazioni anche a soggetti non appartenenti agli organici del gestore, qualificabili come agenti accertatori». E parte il dibattito.
La pensionata dice «che non è giusto, che i trasporti costano troppo, soprattutto per i pensionati». Il signore con biglietto regolare insiste: «Ci vogliono i controllori a bordo».
La guerra contro i «portoghesi» è solo all’inizio.
Maria Corbi
(da “La Stampa”)
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