“ABOLITE I CONCORSI PER I MEDICI, VINCONO SEMPRE I RACCOMANDATI”: LA PROVOCAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ORDINE
“PREVALGONO LE LOGICHE CLIENTELARI E SI SELEZIONANO SOLTANTO I MEDICI CHE HANNO UN’AFFINITA’ ELETTIVA CON IL DIRETTORE GENERALE”
«I concorsi per i medici? Vanno aboliti. Perchè a vincerli sono molto spesso i raccomandati. Ma con i concorsi combinati non si fa una buona sanità ».
È una denuncia che farà molto discutere quella lanciata da Roberto Carlo Rossi, il presidente dell’Ordine dei medici di Milano e provincia, da poco insediato ai vertici dell’organismo che rappresenta 25mila camici bianchi.
Rossi non ha difficoltà a dire che «i concorsi rispondono spesso a logiche clientelari e la professionalità passa in secondo piano».
«Purtroppo è risaputo che i concorsi sono diventati una farsa, ma nessuno ha il coraggio di uscire allo scoperto e dire le cose come stanno – ribadisce Rossi – ma visto che abbiamo toccato il fondo è meglio parlarne apertamente».
Nella prossima seduta del consiglio dell’Ordine, in programma per metà aprile, fra i temi in discussione ci sarà proprio la questione dell’abolizione dei concorsi per medici.
Con l’obiettivo di avviare un dibattito che, da Milano, si estenda a tutte le grandi città e diventi una questione nazionale.
«È vero che non bisogna fare di ogni erba un fascio – precisa Rossi – ma ormai i concorsi ospedalieri sono sempre più mirati a selezionare medici che hanno una affinità elettiva con il direttore generale. Succede al Nord come al Sud. Ma di questo passo si abbassa la qualità della sanità , si penalizzano i medici capaci e non si dà spazio alle giovani leve».
Però abolire i concorsi non basta per far valere la meritocrazia.
«Certo – ammette Rossi – perchè i direttori generali che già oggi hanno, per legge, diritto all’ultima parola sui candidati, avrebbero un potere ancora maggiore».
La soluzione? «Rendere pubblici i curricula di un medico. Così chiunque può andare a verificare chi è stato nominato, che titoli ha, quanti interventi ha fatto. Tutte cose che oggi non è possibile fare».
Rossi squarcia il velo sul tema, caldissimo, dei concorsi farsa, scatenando già le prime reazione nel mondo sanitario milanese.
«Ma non scherziamo. I concorsi sono una cosa seria e vanno fatti – dice Pasquale Cannatelli, il direttore generale del Niguarda, esponente ciellino – è interesse di chi dirige gli ospedali selezionare medici capaci, che sappiano fare il loro mestiere. La gente va a farsi curare dove i medici sono bravi».
Sì, ma le raccomandazioni non contano? «Beh, a parità di merito una segnalazione aiuta. Ma i direttori generali hanno tutto l’interesse a formare squadre con un alto profilo professionale. Con i “medici ciucci” non si va da nessuna parte».
Di parere opposto Giuseppe Negreanu, chirurgo e rappresentante dei medici della Cgil del Niguarda.
«Lo sanno tutti che, da tempo, i concorsi non servono più a selezionare i migliori – spiega – e i medici sono così demoralizzati che spesso, pur avendo le carte in regola per partecipare a un concorso, non presentano neanche la domanda perchè tanto sanno che il vincitore è già stato designato in anticipo, nonostante si facciano le classiche prove scritte e orali».
E aggiunge un medico, che preferisce mantenere l’anonimato: «La prova che i concorsi si fanno anche per selezione politica si vede passando in rassegna le nomine recenti fatte negli ospedali. Tra i prescelti e i direttori generali c’è quasi sempre un apparentamento politico».
Laura Asnaghi
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