AL CRIMINALE LAVROV E’ STATO PERMESSO DI OLTRAGGIARE I MARTIRI DI BUCHA
NONOSTANTE IMMAGINI SATELLITARI E TESTIMONIANZE, SU RETEQUATTRO E’ ANDATO IN ONDA UN IMMONDO MONOLOGO DEL CRIMINALE LAVROV SENZA CONTRADDITTORIO
A Bucha sono stati commessi crimini di guerra conclamati e dimostrati da immagini satellitari che immortalano i corpi delle vittime lasciati in strada durante l’occupazione russa di quel sobborgo alle porte di Kyiv. Immagini e filmati che rendono evidenti le responsabilità delle truppe inviate dal Cremlino.
Ma domenica sera, in collegamento con “Zona Bianca” (Rete 4), il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha propinato nuovamente al pubblico italiano quella narrazione figlia della propaganda di Mosca.
Dopo aver parlato di Zelensky ebreo così come di origini ebraiche era Adolf Hitler, Lavrov prova a (non) spiegare perché – secondo la Russia – il massacro di Bucha sia una messinscena. E lo fa con queste parole:
“La verità è solo una: il 30 marzo, i militari sono usciti da Bucha, il sindaco ha dichiarato la vittoria e che la città era tornata a una vita normale. Poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti. Non voglio approfondire, ma è talmente evidente che è un fake”
Il Ministro russo, dunque, decide di non spiegare e alimenta bufale già smentite. Perché, come abbiamo già visto, le immagini satellitari dei giorni in cui il sobborgo alle porte Nord di Kyiv era in mano russa sono la conferma di uccisioni e crimini commesse in quel periodo.
Per quel che riguarda, invece, la narrazione sulle parole del sindaco di Bucha, Lavrov – nella sua propaganda (alimentata per mesi dai media russi) – non fa riferimento alla denuncia di decine di morti lasciati in strada: “Non possiamo nemmeno raccogliere i corpi perché i bombardamenti delle armi pesanti non si fermano né giorno né notte. I cani stanno facendo a pezzi i corpi per le strade della città. È un incubo”.
Parole che non risalgono ai giorni successivi al 30 marzo, ma che sono state pronunciate da Anatol Fedoruk (sindaco di Bucha) l’8 marzo, quando quel sobborgo era nelle mani dei militari russi. Ma questo, Lavrov, si è dimenticato di dirlo.
(da agenzie)
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