ANM NEL CAOS: NON C’E’ ACCORDO TRA CORRENTI, RINVIATA L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DEI MAGISTRATI
AREA E MI OPTANO PER LA SCHEDA BIANCA… DOPO QUATTRO INCONTRI ANCORA NIENTE DA FARE
Niente da fare all’Anm. Non sono bastati quattro lunghi giorni (due weekend, intervallati da due settimane) per arrivare a una qualsivoglia soluzione condivisa per l’elezione del presidente e della giunta.
C’è una parola, più di tutte, che è stata ripetuta in queste lunghe ore in cui il sindacato delle toghe ha provato, con discussioni lunghissime in cui ci si divideva anche per le più banali questioni procedurali, a darsi un esecutivo, dopo le elezioni finite il 20 ottobre. Quella parola è unità , tra i gruppi associativi.
Unità necessaria per guardare avanti, dopo che la magistratura è stata travolta dal caso Palamara e da tutte le sue conseguenze.
La predicavano in tanti, dagli eletti di Area, l’associazione delle toghe di sinistra, ai rappresentanti di Unicost, corrente di centro, passando per gli eletti nelle liste di Magistratura Indipendente, compagine dei moderati.
Più scettici sul fronte erano stati i rappresentanti di Autonomia&Indipendenza, la corrente di Piercamillo Davigo, e i quattro eletti nella lista articolo 101, un gruppo che rifiuta di essere inserito nello schema dei gruppi associazioni e ha tra gli obiettivi il sorteggio per le elezioni del Csm.
Dopo ore e ore di dibattito la conclusione è che questa unità non c’è, non è stato possibile trovarla. Che una giunta che includa tutte le anime elette al parlamentino dell’Associazione nazionale magistrati non può esistere. Così come non si riesce a trovare quella maggioranza assoluta necessaria per designare il presidente.
Già dalle prime battute della riunione in cui si sarebbe dovuti arrivare alla designazione della giunta, il 7 novembre, era chiaro che l’impresa sarebbe stata piuttosto ardua. Il primo weekend di discussioni si era concluso con un nulla di fatto. Ci hanno riprovato a partire da ieri, quando, dopo la bocciatura di una mozione di Articolo 101 che chiedeva di impedire la presenza dei segretari e dei presidenti di corrente alle riunioni del comitato direttivo centrale. Nel pomeriggio di ieri un gruppo ristretto, al quale non ha partecipato Articolo 101, si era messo a lavoro per stilare un documento con un programma di massima condiviso. In tarda mattinata il colpo di scena. Quando è stato chiaro che i 101 non avrebbero mai votato quel documento ma uno proprio, Autonomia&Indipendenza ha scelto di percorrere la stessa strada. E a quel punto Magistratura Indipendente, preso atto della situazione “radicalmente cambiata,con due componenti che si sono sfilate” ha annunciato la propria astensione “nella speranza che si possa ricostituire una più larga condivisione degli indirizzi programmatici”.
I magistrati progressisti e Unicost, invece, hanno votato a favore. Il documento è stato approvato con 18 voti a favore e 18 astensioni. Una spaccatura netta, che rende l’idea di quanto la strada sia stata in salita. Per l’elezione del presidente, infatti, è necessaria la maggioranza assoluta che, con gli 11 voti di Area e i 7 di Unicost, non si sarebbe raggiunta per un voto.
È ora di pranzo quando si iniziano a fare in chiaro dei nomi per le votazioni. Giuseppe Castiglia, della lista 101, propone il collega Andrea Reale. Nessun altro, prima di rivedersi con il suo gruppo avanza in chiaro altre candidature.
E dopo pranzo arriva un altro colpo di scena. Area, gruppo di maggioranza relativa annuncia, tramite Giovanni Tedesco, che voterà scheda bianca. A quel punto prende la parola Aldo Morgigni, di Autonomia&Indipendenza, che si autocandida “per uscire dall’impasse”. Salvatore Casciaro, di Mi, che aveva annunciato l’astensione dal documento, dichiara che anche la corrente di destra opterà scheda bianca. Segue a ruota Unicost. Nulla di fatto, insomma. L’Anm che dovrà aiutare la magistratura a superare la questione morale ancora non è riuscita a darsi un vertice. “Davvero non si capisce perchè non c’è il coraggio di fare questo nome”, sostiene Giuliano Castiglia, della lista Articolo 101, riferendosi alla designazione del futuro presidente. Si tenterà di trovare una quadra il 5 dicembre. Il nome, intanto, per ora non c’è.
(da agenzie)
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