ARRIVA GIULIANO FERRARA E I TELESPETTATORI CAMBIANO CANALE: IN 10 GIORNI PERDE 4 PUNTI DI SHARE E 1,3 MILIONI DI UTENTI
IMPOSTO DAL PREMIER AL MODICO PREZZO DI 3.000 EURO A SERA, FERRARA TRASMETTE LA VOCE DEL REGIME: RUBY E’ DIVENTATA UNA MARTIRE, I MAGISTRATI DEGLI SPIONI, BERLUSCONI UN PERSEGUITATO POLITICO…MA I TELESPETTATORI DOPO IL TG1 CAMBIANO SUBITO CANALE E TORNANO QUANDO “RADIO LONDRA” E’ TERMINATA
Con il suo eloquio evangelico ha sparato contro Luigi De Magistris e Michele Santoro ed è riuscito a nascondere il vizio nucleare di un governo già pregno di peccati.
In dieci giorni Ferrara ha fatto molto per guadagnarsi i suoi 3 mila euro al giorno e giustificare il contratto triennale con la Rai, però, il pubblico l’ha bocciato: in due settimane ha perso 4 punti di share e 1,3 milioni di spettatori. Qui Radio Londra ha esordito su Raiuno lunedì 14 marzo con il 21,1 per cento di share e 6 milioni di spettatori (e chiuso con una media di 5,9 milioni): durante i cinque minuti del suo monologo, 500 mila italiani hanno cambiato canale.
Giovedì sera il direttore del Foglio ha toccato il punto più basso: 17,06 per cento di share e 4,7 milioni di spettatori.
Venerdì sera ha miracolosamente recuperato perchè il programma è durato 3 minuti anzichè 5 e mezzo (dunque non c’era tempo per scappare) e precedeva la partita Slovenia-Italia che ha stravinto la serata televisiva con oltre 8 milioni di italiani e il 28,6 per cento di share.
Qui Radio Londra va male anche se può sfruttare un momento televisivo fortunato: il Tg1 di Minzolini in tempi di guerra viaggia ben oltre i 25 per cento di share e passa la linea a Ferrara con una media di oltre 7 milioni di spettatori.
Al debutto la Rai aveva spezzato il telegiornale e Ferrara con un blocco pubblicitario di 4 minuti, poi l’ha ridotto a tre minuti e poi ancora di meno. Perchè?
Per evitare la fuga di massa: anche se passano soltanto due minuti, quasi 2 milioni di spettatori cambiano canale mentre Ferrara sta per andare in onda e ritornano appena finisce.
Ogni sera l’Elefantino allontana il pubblico dal primo canale del servizio pubblico e aiuta Striscia la notizia a trionfare su Canale 5.
Forse ai dirigenti Rai non interessa la concorrenza.
L’importante è partecipare, tanto chi vince è sempre lo stesso.
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