BALLOTTAGGI, LE SFIDE DA TENERE D’OCCHIO: LIVORNO, I FORTINI ROSSI E CAMPOBASSO
CHIAMATI AL VOTO DOMENICA 136 COMUNI, 15 CAPOLUOGHI, 3 MILIONI E MEZZO DI ELETTORI
Il derby tutto interno al centrodestra ad Ascoli Piceno, l’unica sfida per il M5S a Campobasso, il tentativo di riprendersi Livorno per il Pd dopo l’esperienza grillina.
Sono 136 i Comuni interessati al ballottaggio di domenica 9 giugno.
Tra questi, sono 15 i capoluoghi: Potenza, Avellino, Ferrara, Forlì, Reggio nell’Emilia, Cremona, Ascoli Piceno, Campobasso, Biella, Verbania, Vercelli, Foggia, Livorno, Prato, Rovigo.
In totale torneranno al voto per il secondo turno delle amministrative 124 Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, compresi i 15 capoluoghi, e 12 con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti. Sono chiamati alle urne complessivamente 3.648.485 elettori in 4.431 sezioni.
Ascoli: duello tutto a destra tra Forza Italia e Fratelli d’Italia
La sfida di cartello è ad Ascoli Piceno, dove si cerca il successore di Guido Castelli. Ed è una sfida tutta all’interno del centrodestra, che si è presentato spaccato: da una parte Marco Fioravanti (38% al primo turno), candidato di FdI, sostenuto dalla Lega e da otto liste civiche, dall’altra Piero Celani (che si è fermato al 21%), candidato da FI e sostenuto da altre sei civiche, già sindaco della città per due mandati, ex presidente della Provincia e attuale consigliere regionale.
Fortini rossi in bilico in Emilia Romagna
Fortini rossi in bilico in vista dei ballottaggi in Emilia Romagna, in una regione che si era svegliata il giorno dopo le elezioni europee con la Lega primo partito ed il Pd in affanno ad inseguire. E’ stato proprio il voto nei Comuni, tuttavia, ad iniettare ossigeno al centrosinistra con Modena ancorata alla sua storia come roccaforte ‘rossa’, già al primo turno.
Sulla scia di questo risultato il Pd stringe le maglie e auspica di resistere agli assalti del Carroccio anche nelle altre grandi città ‘rosse’, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì, Cesena che andranno al ballottaggio sebbene schierate, ai blocchi di partenza, in posizioni diverse.
Ad unirle, comunque, sono le forze in campo: centrodestra contro centrosinistra con un Movimento 5 stelle fuori dai giochi ma possibile ago della bilancia, insieme ad alcune liste civiche ‘indipendenti’, per far convogliare voti all’uno o all’altro dei due blocchi.
Le urne di domenica saranno anche una cartina tornasole in vista delle elezioni regionali, la prossima grande partita tra i due fronti con un centrodestra combattivo e determinato a ribaltare oltre 70 anni di amministrazione di sinistra.
Parte da favorito, a Reggio Emilia, il sindaco uscente del Pd Luca Vecchi, che il 26 maggio si è fermato ad un soffio dalla riconferma incassando il 49,13 per cento delle preferenze. Sfiderà Roberto Salati, fotografo di matrimoni, moda e pubblicità al suo esordio in politica e candidato del centrodestra.
Recentemente, gli è stato regalato da alcune elettrici, forse come ‘portafortuna’, un rosario del venerabile padre Daniele da Torricella, sacerdote per cui è in corso il processo di beatificazione. Miracoli a parte, comunque, i giochi sembrano fatti a patto, però, che il sindaco dem uscente riesca a riportare alle urne gli elettori che lo hanno scelto al primo turno.
Situazione opposta a Ferrara dove Alan Fabbri, uomo forte della Lega, è arrivato ad un passo dal traguardo ottenendo, al primo turno, il 48,44% dei consensi. Già sindaco di Bondeno e candidato governatore nel 2014 è un appassionato di storia (organizza il Bundan Celtic Festival) ed è attualmente capogruppo del Carroccio in Regione.
A tentare il ‘ribaltone’ sarà Aldo Modonesi, candidato nel centrosinistra già vicepresidente regionale delle Acli (dal 1999 al 2004) ed assessore uscente alle attività economiche della giunta Tagliani.
Il centrodestra parte in vantaggio, seppur meno marcato, anche a Forlì con Gian Luca Zattini, medico chirurgo odontoiatra già sindaco di Meldola piccolo paese della provincia, che ha preso il 45,8 per cento delle preferenze al primo turno. Andrà al ballottaggio contro Giorgio Calderoni, rappresentante del centrosinistra, ex giudice del Consiglio di Stato e professore associato di diritto amministrativo alla Spisa di Bologna. In questo caso gli elettori dei 5 Stelle (hanno ottenuto il 10,8% al primo turno) potrebbero fare la differenza.
Infine, partita aperta anche a Cesena con il rappresentante del centrosinistra, l’ex parlamentare Pd, Enzo Lattuca, 31 anni, (nel 2013 fu il deputato più giovane della storia Repubblicana) che con un ‘bonus’ potenziale di nove punti di vantaggio (42,83% contro il 33,81%) affronterà il civico di centrodestra Andrea Rossi, imprenditore ed ‘esordiente’ nella politica attiva. In questo caso a sparigliare le carte potrebbe essere una lista civica “Cesena Siamo Noi” che ha ottenuto, il 26 maggio, il 9,5 per cento delle preferenze.
Al momento, comunque, predomina la linea ‘mani libere’ poichè i civici non hanno indicato una preferenza tra i due candidati.
In Emilia Romagna sono complessivamente 13 i Comuni che andranno al ballottaggio domenica 9 giugno. Oltre alle quattro grandi città Reggio Emilia, Ferrara, Forlì e Cesena, urne aperte anche a Copparo e Argenta, nel Ferrarese; Casalgrande (Reggio Emilia); Molinella (Bologna); Savignano (Forlì-Cesena); Carpi, Castel Franco Emilia, Mirandola e Maranello, nel Modenese.
Proprio nel ‘quartier generale’ della Ferrari, a Maranello, il candidato del centrosinistra, l’assessore uscente Luigi Zironi, è stato ‘costretto’ al secondo turno per una manciata di voti avendo incassato il 49,99% delle preferenze. Il suo avversario, Luca Barbolini, sostenuto da un centrodestra a ‘tandem’, Lega e Forza Italia, cercherà di attrarre i voti raccolti nella prima tornata delle amministrative dal candidato di Fratelli d’Italia anche se ufficialmente manca ancora una dichiarazione ufficiale di apparentamento.
Toscana: la sinistra prova a riprendersi Livorno (ex M5S). Battaglia a Prato
Ci hanno provato fino all’ultimo sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Ma a Livorno e a Prato di apparentamenti con le liste rimaste fuori dal ballottaggio di domenica 9 giugno non ce ne saranno.
Le sfide fra Matteo Biffoni e Daniele Spada (a Prato) e fra Luca Salvetti e Andrea Romiti (a Livorno) – i due capoluoghi di provincia ancora da assegnare in Toscana dopo la vittoria al primo turno di Dario Nardella a Firenze – non vedranno altri nuovi protagonisti sulla scena dopo che nessuno dei candidati è riuscito a stringere alleanze formali.
A Livorno, dove in palio c’è la poltrona di sindaco lasciata libera da M5s dopo cinque anni di amministrazione Nogarin, si sfideranno dunque Luca Salvetti (centrosinistra) e Andrea Romiti (centrodestra). In vantaggio, dopo il primo turno, è il candidato dem che al primo turno ha raccolto il 34,2% contro il 26,6% dell’esponente di Fratelli d’Italia.
E proprio Salvetti, per aumentare il proprio vantaggio, ha provato a “corteggiare” la lista di sinistra Buongiorno Livorno che il 26 maggio aveva raccolto un ragguardevole 14,3%, ma alla fine il matrimonio non si è consumato e il candidato del centrosinistra è riuscito a strappare soltanto una indicazione di voto a suo favore.
Nessun appoggio supplementare anche per Andrea Romiti che in settimana ha contattato la pentastellata Stella Sorgente (candidata M5s e vice di Nogarin) ma senza riuscire ad ottenere risultati.
Situazione analoga, ma a campi invertiti, anche a Prato. Qui ad arrivare vicinissimo ad un apparentamento formale era stato il candidato del centrodestra Daniele Spada che in settimana aveva stretto un accordo con le liste civiche che hanno sostenuto al primo turno Marilena Garnier e Aldo Milone per cercare di recuperare il ritardo accumulato al primo turno (35% contro il 47% del sindaco uscente Matteo Biffoni, che invece fin dal giorno successivo ha dichiarato di non cercare alleanze con nessun altro schieramento).
Proprio in dirittura d’arrivo, però, l’apparentamento ufficiale è saltato e si è arrivati ad un meno impegnativo appoggio esterno.
A Campobasso l’unico ballottaggio per M5S
Nessun accordo politico e elettorale, al momento, per il ballottaggio di Campobasso. Domenica prossima si contenderanno la carica di sindaco, Maria Domenica D’Alessandro per il centrodestra (39,7%) e il pentastellato, Roberto Gravina (29,4%), entrambi avvocati.
Il M5s, anche su espressa indicazione dei responsabili nazionali ha dichiarato di essere disposto a “dialogare con tutti” e, nel contempo, ha ribadito che non ci sono le condizioni di apparentamenti al ballottaggio.
“Si può ripartire dai punti di convergenza che vi sono con altre liste – ha spiegato Roberto Gravina, fratello dell’ex pallavolista – ma i percorsi politici devono restare distinti”. In casa del centrodestra, Maria Domenica D’Alessandro non chiude la porta ad eventuali accordi e, per il momento, lancia l’appello “a tutti i cittadini che vogliono il cambiamento”.
Ago della bilancia potrebbero essere in primo luogo le tre liste di centrosinistra che hanno sostenuto il sindaco uscente del Pd, Antonio Battista, giunto terzo con il 25,9% dei consensi. I dem decideranno la linea nella direzione di domani, anche se alcuni esponenti si sono già schierati per il ‘no’ secco al centrodestra e al candidato sindaco della Lega.
La lista civica Io amo Campobasso (4,7%), invece, ha già annunciato libertà di voto per i propri elettori.
A Potenza la sfida tra Lega e Possibile, fuori il centrosinistra
Ultimi giorni di campagna elettorale anche a Potenza in vista del ballottaggio per l’elezione del nuovo sindaco: la sfida, domenica, sarà fra il candidato del centrodestra, Mario Guarente (Lega) che ha ottenuto il 44,73 per cento dei voti, e il docente universitario Valerio Tramutoli (Basilicata Possibile) al quale sono andati il 27,41 per cento dei consensi.
Fuori dai giochi il centrosinistra, per anni alla guida del Comune, arrivato terzo al primo turo. Sarà una corsa solitaria dei due candidati che hanno detto no ad alleanze ed accordi pre elettorali, in vista appunto del ballottaggio.
Guarente, 35 anni, consigliere comunale uscente, è alla guida di una coalizione di centrodestra formata da sei liste. Diplomato al liceo classico Flacco del capoluogo, sposato, mediatore assicurativo, un paio di anni ha aderito alla Lega. In precedenza aveva ricoperto ruoli all’interno del Movimento per le autonomie e in numerose associazioni potentine. A suo sostegno nei giorni scorsi è tornato a Potenza il leader del Carroccio, Matteo Salvini.
Insegna da oltre 20 anni telerilevamento ambientale all’ateneo lucano, invece, Valerio Tramutoli, 61 anni, decimo di 12 figli. E’ sostenuto da “Basilicata possibile” e “Potenza Città guardino”. Spostato, due figlie, il suo impegno politico è iniziato nel 2003 con la lotta contro il progetto di realizzare in Basilicata il deposito unico nazionale delle scorie nucleari a Scanzano Jonico (Matera). E’ stato il candidato governatore di “Basilicata possibile”, alle scorse regionali del 24 marzo.
Ad Avellino la sfida tutta interna al centrosinistra
Scatto finale in vista dei ballottaggi in 17 comuni della Campania chiamati a eleggere i sindaci. Domenica prossima la resa dei conti soprattutto ad Avellino, unico capoluogo di provincia coinvolto nelle amministrative di questo anno in regione.
Qui, dopo pochi mesi di amministrazione del Movimento 5 stelle, finita in un commissariamento per mancanza di voto sul bilancio, i grillini sono stati penalizzati dall’elettorato e sono rimasti fuori dal secondo turno.
In un contesto di forti divisioni interne tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra, è quest’ultima area politica a portare al secondo turno due suoi esponenti, Gianluca Festa e Luca Cipriano, che hanno raccolto rispettivamente il 28,67 e il 32,43 dei consensi.
Quattro punti di scarto che potrebbero essere colmati con un accordo con i pentastellati al quale sembra propenso Festa.
Sempre il centrosinistra, con il candidato Enrico Franza e il suo circa 20% delle preferenze, ad Ariano Irpino proverà a spodestare Domenico Gambacorta, primo cittadino uscente del centrodestra forte di un 48% dei consensi.
La vicina Castel Baronia completa il quadro dei ballottaggi in Irpinia con la sfida Felice Martone, sindaco uscente, e Fabio Montalbetti.
La provincia di Benevento ha archiviato la competizione elettorale già con il voto del 26 maggio. Si vota anche ad Aversa, Capua, Casal di Principe e Castel Volturno, nel Casertano; e nel Napoletano ballottaggi a Bacoli, Casavatore, Casoria, Grumo Nevano e Nola. Infine in provincia di Salerno, le urne riapriranno a Baronissi, Capaccio Paestum, Pagani, Sarno e Scafati.
Ballottaggi: Piemonte, partite chiave a Biella, Verbania e Vercelli
Dopo la vittoria alle regionali del centrodestra che con Alberto Cirio ha sconfitto il governatore Pd uscente, Sergio Chiamparino, in Piemonte si torna al voto per il ballottaggio in tutti e tre i capoluoghi di provincia piemontesi, Biella, Verbania e Vercelli. A Biella è rimasto escluso dal secondo turno il sindaco uscente Marco Cavicchioli, del centrosinistra, e si sfideranno Claudio Corradino, del centrodestra, che ha ottenuto il 39,95% e Donato Gentile, rappresentante delle liste civiche, che ha avuto il 27,5%.
A Vercelli la sindaca uscente del centrosinistra Maura Forte ha ottenuto il 24,6% per cento rispetto al rappresentante del centrodestra Andrea Corsaro, che si è attestato al 41,8%
Anche a Verbania la sindaca uscente, Silvia Marchionini, del centrosinistra insegue con il 36% lo sfidante del centro destra Giandomenico Albertella, che ha raggiunto il 45 per cento. Risultati che confermano la ‘virata’ verso il centrodestra registrata un pò in tutto il Piemonte, a cominciare appunto dalle Regionali.
Una tendenza confermata anche dal voto nei Comuni del Torinese, in passato roccaforte del centro-sinistra, in cui ora crescono anche se non ovunque i candidati del centro-destra. Non così a Settimo Torinese, dove l’ex vicesindaca Elena Piastra, sostenuta da Pd, Verdi, Settimo al centro, Piastra Sindaca, +Europa e Settimo Futura ha quasi sfiorato la vittoria al primo turno, attestandosi al 44% . Al ballottaggio sfiderà il candidato del centrodestra Antonio Mencobello, sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Ballottaggi: Lombardia, a Cremona la partita più importante tra C.destra-C.sinistra
Occhi puntati su Cremona, in Lombardia, per la sfida tra il sindaco uscente Gianluca Galimberti e il candidato del centrodestra Carlo Malvezzi. Domenica prossima, al ballottaggio, Malvezzi dovrà colmare il gap di cinque punti percentuali in favore del primo cittadino uscente in una complicata rincorsa (al primo round Galimberti con il centrosinistra ha raccolto il 46,65 per cento dei consensi, e Malvezzi, appoggiato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, il 41,18%).
A tirargli la volata, il 3 giugno in città è arrivato anche il leader della Lega, Matteo Salvini. Nelle stesse ore Anonymous ha hackerato il sito internet della Lega provinciale cremonese postando un messaggio contro le politiche migratorie del ministro dell’Interno. A fare la differenza al ballottaggio potrebbero essere anche quel 33% di elettori che non sono andate a votare al primo turno.
(da “Huffingtonpost”)
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