BASTA PIAGNISTEI: CHI VUOLE FARE IL RIVOLUZIONARIO POI NON FACCIA LA VITTIMA
SE SI PARTECIPA A UN CORTEO CON CASCO, PIETRE E BASTONI, FORZANDO I BLOCCHI, CI SI ASSUME LE PROPRIE RESPONSABILITA’… SENZA TANTE PALLE IL GIORNO DOPO
Nessuno in Italia (almeno per ora) vieta di manifestare.
A memoria, le uniche manifestazioni che furono vietate in passato erano di organizzazioni di destra, le uniche “leggi speciali” sempre rivolte agli stessi ambienti.
Da tempo i grandi cortei politici, sociali o sindacali sono sfruttati da frange estreme per creare disordini, lo dice la cronaca: vedi i danni milionari al G8 di Genova per cui sono stati processati alla fine solo pochi delle migliaia di facinorosi che hanno compiuto immotivati atti di vandalismo.
E ogni volta monta la medesima polemica: le forze dell’ordine hanno usato le maniere forti, qualche manifestante è stato manganellato, filmati, denunce, interpellanze.
Un film già visto decine di volte, fino a diventare una replica noiosa da sala di periferia (se esistessero ancora).
Con la solita ipocrisia italica, a seconda della collocazione politica, si deve a priori difendere o i manifestanti o le forze dell’ordine.
Senza fare un ragionamento logico e pragmatico.
Vuoi manifestare contro il governo? Pienamente legittimo.
Chi organizza il corteo concorda il percorso e, se può, garantisce un minimo servizio d’ordine.
Si presume che in un corteo di persone normali si lancino slogan, si innalzino striscioni, rullino i tamburi, si esibiscano bandiere.
Nulla di più.
Esiste una legge che vieta il travisamento del viso?
Bene, allora sono vietati i caschi: dovrebbero essere i manifestanti normali a segnalare i “rivoluzionari del casco integrale” e isolarli dal corteo.
E dovrebbe essere la pulizia a intervenire, identificare e fermare subito costoro.
Invece la polizia si è specializzata nei filmati da usare il giorno dopo.
Le Questure diventano sale cinematografiche dove per mesi si analizzano frame per identificare i soggetti che nel frattempo hanno distrutto intere vie senza che nessuno muovesse un dito, salvo quella della telecamera.
Questa si chiama prevenzione?
Ordini dall’alto dicono che è meglio fare così, onde evitare contatti fisici.
Cazzate, visto che poi i facinorosi attaccano lo stesso la polizia, grazie proprio all’armamento che hanno potuto portarsi liberamente in corteo. senza che nessuno glielo abbia impedito prima che divenissero organizzati.
Esempio emblematico.
Da Santoro un giovane manifestante noioso e petulante ha detto: “Noi studenti avevamo deciso di arrivare sotto il Parlamento e la Questura ce lo ha impedito manganellandoci”.
Un basito Santoro ha replicato: “Ma c’è una legge che vieta di far arrivare i cortei in piazza Montecitorio: che avrebbe dovuto fare la polizia, stendervi un tappeto rosso e farvi passare?”
Imbarazzo dello studente che poi bonfonchia: “in altri Paesi è consentito”: argomento labile direi, visto che ognuno è libero di farsi le proprie norme.
Peccato che nessuno dei presenti gli abbia risposto: “Caro ragazzo, la storia del mondo è piena di rivoluzionari “veri” e di agitatori di popolo che hanno assaltato i palazzi del potere. Qualcuno con successo, molti rimettendoci qualcosa. Vuoi fare il rivoluzionario? Fallo, ma non lamentarti che dall’altra parte qualcuno faccia il questurino. Vuoi violare la legge? Fallo, ma non piagnucolare se qualcuno iè pagato per farla rispettare. Vuoi spaccare il bastone sulla testa di un poliziotto? Provaci, ma non lamentarti poi se ricevi una manganellata tu.
Non è il poliziotto che è venuto a cercare te, sei tu che sei andato a cercare lui, tanto per capirci.
Salvo poi costruirci i presunti “martiri”, come a Genova.
Non prendo le difese di nessuno, chiedo coerenza e dignità : basta col vittimismo.
Se uno poi tanto rivoluzionario non è, ha sempre due alternative: o partecipare al corteo con un comportamento civile o starsene a casa e non rompere i coglioni il giorno dopo.
C’è sempre lo stadio la domenica per sfogare gli istinti repressi.
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