BERLUSCONI, RENZI E L’IDEA DI SOSTITUIRE NCD NELL’ESECUTIVO
MA FINORA “L’OPERAZIONE LASSIE” PER TOGLIERE AD ALFANO LA GOLDEN SHARE DELLA MAGGIORANZA IN SENATO NON HA SORTITO EFFETTI
Berlusconi vuole allearsi con Ncd per i governi regionali o vuole sostituirsi a Ncd al governo nazionale?
Ultimamente pensieri parole opere (e omissioni) del Cavaliere – assai contraddittori – hanno alimentato il dubbio sul suo reale intento: cerca Alfano o aspira a Renzi? Vuole ricostruire una coalizione di centrodestra per battere poi Renzi nelle urne o pensa piuttosto di asfaltare il Nuovo centrodestra per poi allearsi con Renzi in Parlamento? È una domanda che ormai si pongono apertamente anche dentro Forza Italia, siccome gli indizi sono numerosi, tanti quante le impronte che Berlusconi ha lasciato sul telefonino nel corso dell’estate, passata a corteggiare i senatori transitati con Alfano: per Schifani e Bonaiuti – visti i rapporti di un tempo – non ha avuto bisogno di intermediari.
Mentre a Verdini, Tajani, Ghedini e Romani ha lasciato il compito di saggiare la disponibilità degli altri a tornare insieme
Il Cavaliere, si sa, è abile nel toccare le corde giuste, e per ogni interlocutore – da Colucci a D’Alì, da Viceconte a Gentile – ha usato il tasto dei ricordi, il tono struggente dell’amarcord.
Peccato che la cordialità (ricambiata) non abbia fatto breccia, per ragioni politiche e interessi personali.
D’altronde quale senso avrebbe avuto – vista l’offerta che veniva avanzata – lasciare Ncd, passare un paio di giorni all’opposizione e poi tornare per una via diversa di nuovo in maggioranza?
E in più, con Forza Italia in «overbooking» e la vecchia guardia azzurra minacciata dal ricambio generazionale, chi mai tornerebbe in Parlamento?
Così l’«operazione Lassie», voluta da Berlusconi per togliere ad Alfano la golden share della maggioranza in Senato, non ha sortito effetti.
E visto che non riusciva a superare l’ostacolo, il Cavaliere – come raccontava ieri Libero – ha provato ad aggirarlo, puntando a costruire un altro gruppo, nel quale far confluire pezzi di Ncd e di centristi, da unire ad altri parlamentari che militano nel gruppo delle Autonomie.
Ma anche questa iniziativa non è decollata, e Schifani – stufo di vedersi tirato in ballo – spiega che «c’è piena sintonia con Alfano» e che «questi malevoli rumors sono finalizzati a ostacolare l’unificazione di Ncd con l’Udc e i Popolari di Mauro».
Strana storia, quella del centrodestra: di giorno si riuniscono per stabilire come andare insieme alle Regionali, e la sera c’è chi si adopera per soffiare l’argenteria in casa altrui. Il «caso Bugaro» – l’ormai ex coordinatore ncd delle Marche – è emblematico. Non è certo un «selfie» che ha indotto Alfano a porsi l’interrogativo: «Berlusconi vuole ricostruire o vuole vendicarsi?».
Domanda retorica, visti gli indizi, disseminati dal leader di Forza Italia.
Dell’offerta di alleanza fatta in agosto a Renzi, per esempio, c’è traccia nei sondaggi che il Cavaliere aveva commissionato prima dell’incontro, e che pare abbia lasciato in copia sulla scrivania del premier.
È un lavorio frenetico, quello di Berlusconi, che continua a ripetere di aver fatto la «cosa giusta» rompendo le larghe intese con il governo Letta.
Però, mentre le sue parole provano a giustificare quella scelta, le sue azioni rivelano che sta tentando di rimediare all’errore.
Non si spiega altrimenti il modo in cui ha argomentato le sue avances ad alcuni alfaniani, l’idea cioè – in prospettiva – di «farmi promotore di un partito popolare. Capisci, così sarebbe più facile avere un rapporto con Renzi, piuttosto che chiamarci Forza Italia».
È un ripensamento strategico che sta dietro il sostegno al Jobs act e che cova sotto la cenere della riforma elettorale.
Sull’Italicum infatti il Cavaliere tentenna, e coltiva intimamente il sogno di tenersi il proporzionale. Renzi ha fiutato puzza di bruciato.
Così si torna alla domanda: Berlusconi vuole allearsi con Ncd alle Regionali o vuole sostituirsi a Ncd al governo?
Tutto non può avere.
Francesco Verderami
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