BERLUSCONI VA A VEDERE LE CARTE DI RENZI SULLA LEGGE ELETTORALE
LUNGO VERTICE AD ARCORE SUL ROSATELLUM BIS… E GIANNI LETTA DISSE: “SONO CONTRARIO”
Silvio Berlusconi, si sa, è uomo pragmatico e molto più politico di come tende a raccontarsi. E si capisce perchè, dal suo punto di vista, dopo un incontro da mal di testa su numeri e soglie di questa nuova legge elettorale, ha deciso, come si dice in gergo, di andare a vedere le carte, ossia il testo che sarà presentato domani, sia pur senza tanta convinzione.
Anzi, praticamente “costretto” dai capigruppo che sognano di fare il pieno al Nord con questo nuovo marchingegno.
Avrebbe preferito il famoso tedesco, ma comunque si può stare al gioco sul cosiddetto Rosatellum, sia pur con un bagaglio di perplessità e senza esporsi.
Ed è forse questo il vero dato politico. Il “senza tanta convinzione”, in un tentativo che pare un atto dovuto ma che nessuno, al momento, si intesta fino in fondo.
“Ma siete sicuri che quello là faccia sul serio?” ha chiesto il Cavaliere che, dopo aver visto la performance del segretario del Pd a Carta Bianca ha maturato il sospetto che siamo di fronte al più classico dei giochi del cerino.
Ovvero: Renzi si mostra disincantato, ma si augura che la legge si faccia (secondo gli auspici del capo dello Stato); dopodichè, se passa è pronto ad assumersi il merito, se non passa a scaricare la colpa sugli altri, i “signor no”, i “professionisti della palude” e tutto il repertorio di una campagna elettorale già in atto.
La verità è che su questa storia, appena iniziata, e ancora senza un testo scritto, la confusione sotto il cielo pare già essere poco foriera di cose eccellenti: “Neanche si sa se passa — dice un big di Forza Italia — e già rischiamo che la metà dei nostri, il Sud, ce la impallina”.
La tensione è seria, non roba di peones o di seconde file se addirittura si sono trovati su posizioni opposte Gianni Letta e Niccolò Ghedini, il primo assolutamente contrario a una legge che “salvinizza” Forza Italia e il secondo favorevole perchè “la coalizione è competitiva”.
Per tutto il pomeriggio ad Arcore si fa di conto, per provare a capire — unica bussola nel mondo berlusconiano — se conviene o meno.
Più o meno i ragionamenti sono questi: con la legge attuale Forza Italia prende tra gli 80 e i cento parlamentari, tutti “nominati”, con i capilista bloccati.
Col Rosatellum ne prende, di nominati, una sessantina, a cui aggiungere quelli dei collegi. Circola già una stima secondo la quale dal maggioritario ne arriverebbero altri 100 da dividere tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ma è chiaro che al nord, dove la Lega è più forte, Salvini pretenderà di averne di più.
“Guarda che è meglio così che la lista unica”, hanno insistito i capigruppo di fronte alle perplessità del capo.
Numeri del momento, che in politica spiegano molto, ma non tutto. Perchè la politica i numeri li determina, non è una macchina fotografica che li immortala.
Ecco le perplessità di Gianni Letta, la “colomba”, che vede in questa legge un pericolo, perchè mette in campagna elettorale Forza Italia nelle mani della Lega ed è poi difficile agguantare le mani del Pd per un governo di larghe intese.
Perchè ci sarà tutto un blocco di parlamentari che tenderà a fare blocco con Salvini. “Sono contrario”.
Per tutto il giorno la riunione di Arcore è stata aspettata come si attende un oracolo, perchè è chiaro che senza Forza Italia si possono mandare i titoli di coda.
Il testo ancora non c’è, e il rullo dei tamburi sul Rosatellum è già rumoroso: “Orgasmo trasformistico”, l’ha ribattezzato Bersani, “uno schifo” la schietta Meloni, “una legge contro di noi”, per Di Maio.
E alla Camera ci sarà una raffica di voti segreti.
L’altra volta, assieme alla legge, fu affossata la prospettiva di elezioni anticipate il 24 settembre, prospettiva che non c’è più ora che si è arrivati, mese più mese meno, alla fine della legislatura.
Ci sono però le liste elettorali delle politiche e parlamentari inquieti che vogliono garanzie, a maggior ragione se si vota una legge che, ancora una volta, consente di “nominare” il Parlamento.
E guarda caso quelle vecchie volpi di Renzi e Berlusconi, giocano sì, ma senza crederci tanto.
(da “Huffingonpost”)
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