BERLUSCONI, ZOPPO CI COVA?
INCOMBE LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA SU COME IL CONDANNATO DOVRà€ SCONTARE LA PENA.. SERVIZI SOCIALI O FORZATO A CASA?
Un anno dopo il ricovero per l’uveite, nel pieno dei processi Ruby e Mediaset, Silvio Berlusconi è tornato all’ospedale San Raffaele da condannato definitivo per Mediaset. E come l’anno scorso si trova al livello più lussuoso, il “Diamante”, al sesto piano.
Il leader di Forza Italia è lì da giovedì sera per l’infiammazione alla cartilagine del ginocchio sinistro e per una artrosi dovuta all’età .
Potrebbe essere dimesso in giornata, se lo riterranno opportuno il suo medico di fiducia e ospite delle serate di Arcore, Alberto Zangrillo, e l’ortopedico Pietro Randelli del policlinico di San Donato, che lo sta seguendo, come aveva già fatto in passato.
La prima conseguenza c’è già : è stata annullata un’iniziativa prevista a Torino lunedì prossimo. Anche da ricoverato, comunque, fa e riceve le sue telefonate politiche.
Ieri ha chiamato i nuovi vertici del partito in Sicilia e ha scherzato sulla sua salute: “Visto che sono giovane, in questi ultimi mesi ho abusato del mio fisico e lavorando dalle 7 del mattino fino alle 3 di notte, questo è il risultato…”.
Ha pure attribuito agli antidolorifici il suo tono dimesso.
Accanto a lui l’immancabile compagna convivente Francesca Pascale. Sulla sua presenza imperante qualcuno ieri nel palazzo di giustizia ha fatto una battuta: “Berlusconi si è fatto ricoverare per provare a evitare gli arresti domiciliari, ha paura di dover stare giorno e notte con la Pascale”.
Battute a parte, è il consigliere politico Giovanni Toti a respingere sdegnato l’ipotesi avanzata da alcuni giornalisti davanti all’ospedale: non è che il ricovero è un escamotage per far slittare l’udienza del 10 aprile quando il tribunale di sorveglianza dovrà decidere sui servizi sociali?
“Lo escludo categoricamente — ha risposto Toti — semmai penalizza noi per la campagna elettorale”.
Poi, ci tiene a tranquillizzare sulle condizioni del Cavaliere: “Ha un ginocchio che gli fa male ma non è nulla di grave. È sereno e tranquillo, abbiamo parlato del programma per le Europee e dei fronti aperti”. Al San Raffaele sono arrivati anche i figli maggiori di Berlusconi, Marina e Pier Silvio, che davanti alle telecamere dicono di aver visto il padre “benissimo”.
Nessuna traccia di Barbara, invece, possibile candidata alle elezioni europee. Nel colorato e magico mondo berlusconiano c’è però chi maligna un ricovero “diplomatico” in vista del 10 aprile.
Ovviamente la questione è messa in termini difensivi per l’ex Cavaliere: “Berlusconi sta somatizzando questa attesa in maniera drammatica. È normale, comprensibile per un uomo di quasi 80 anni che si ritiene completamente innocente. La botta al ginocchio è arrivata, guarda caso, dopo l’incontro con Napolitano, andato malissimo”
Mancano del resto appena cinque giorno al fatidico giorno del tribunale di sorveglianza e B. non regge lo stress. È la ripetizione dei film già visti con la condanna dell’agosto scorso e la successiva decadenza.
Rabbia, umore nero, voglia di ribaltare tutto. E, già come con la Cassazione, impossibile fare previsioni in un senso o nell’altro.
La Grande Attesa cominciata in un letto del San Raffaele è la metafora perfetta del berlusconismo malato sul viale del tramonto e dell’isolamento.
Al solito, i suoi sono spaccati in mille clan. Adesso, la nota prevalente è che i falchi rinnegati, cioè quelli che spinsero B. alla rottura con il governo Letta, siano diventati moderati filorenziani.
Denis Verdini, infatti, propugna la tesi del rispetto del patto con Renzi, pur tra correzioni e nuove priorità . A spingere invece per un nuovo big bang sono i due capigruppo parlamentari, Brunetta e Romani.
Ha scritto il primo ieri sul Mattinale destinato a deputati e senatori azzurri e visibile a tutti on line: “Basta così. Ultima chiamata. O cambia rotta, o addio”.
Gli azzurri, per esempio, chiedono prima l’Italicum e poi la riforma del Senato.
Ma è fin troppo chiaro che tutto dipenderà dal destino di Berlusconi. Domiciliari o servizi sociali.
E da quando, poi? Il tormentone non si risolverà se non con la decisione dei magistrati milanesi di sorveglianza.
Tutto il resto è fuffa, ormai.
Fabrizio d’Esposito e Antonella Mascali
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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