BERSANI AVVERTE NICHI: “AL GOVERNO NON SI PUO’ FARE COSI'”
D’ALEMA: “SEL SCELTA STRATEGICA PERO’ SERVE UN’INTESA CREDIBILE”
«Non sacrificherò mai Nichi. Mai. Ma anche lui deve capire che per andare al governo ci vogliono le spalle larghe, non può perdersi nelle questioni ideologiche». Pier Luigi Bersani vuole salvare il centrosinistra ma non a costo di avere una linea confusa o, peggio ancora, echi della defunta Unione, con la rissa continua tra massimalisti e riformisti, le minacce di rottura evocate un giorno sì e uno no.
«Anche se vinciamo in maniera netta, tutti dobbiamo sapere, Sel compresa, che il 26 febbraio i problemi non spariscono. La crisi sociale sarà una montagna da scalare pure nel 2013».
Ecco perchè una forma di collaborazione con Mario Monti non può essere esclusa e sta scritta nella carta d’intenti del centrosinistra.
Questa è la posizione del candidato premier.
Dal Pd si affrettano a spedire messaggi rassicuranti al governatore pugliese.
Dario Franceschini è molto comprensivo con i tormenti di Sinistra ecologia e libertà : «Devono pur difendersi. Ingroia li marca stretti. E Monti li mette tutti i giorni sul banco degli imputati».
Dal momento in cui sono nate le liste, la guerra a sinistra si è fatta pesante.
Esclusioni e inclusioni nell’elenco dei candidati hanno spostato, giocoforza, alcuni equilibri in cui Rivoluzione civile si è infilata strappando pezzi di consenso e di classe dirigente ai vendoliani.
Massimo D’Alema, che in Puglia ha un’asse solidissimo con Vendola, trova, proprio da Bari, le parole per chiudere in fretta l’incidente.
«Nichi è strategico nel centrosinistra», dice.
Cioè, indispensabile, irrinunciabile. Motivando, nelle discussioni con gli amici pugliesi, questo assioma: «Dopo il voto potremmo essere obbligati a costruire un’alleanza credibile guidata dal Pd. Ma la sinistra sarà dentro a questo schema perchè il prossimo governo dovrà fare cose di sinistra».
Non si può quindi sbattere la porta in faccia al centro, ma va creata una totale discontinuità con le politiche “moderate” degli ultimi anni.
È la formula adatta per tenere insieme Vendola e la collaborazione con il Professore che sembra segnata nel Dna di queste elezioni.
Ma Sel insiste: è incomprensibile la fretta di delineare gli scenari futuri. «Bersani non capisce che la chiarezza dell’alleanza è anche un valore elettorale? I calcoli, la tattica, la supercazzola sono dannosi per il centrosinistra» avverte Nicola Fratojanni, braccio destro e sinistro di Vendola.
«La campagna elettorale si fa per vincere. Oggi c’è la competizione, quello che succede dopo si vedrà ».
Il punto non è la preoccupazione di Vendola per il brutto calo della lista nei sondaggi: così dice Fratojanni. «Il punto è che Bersani commette un errore che toglie voti a lui e a tutto il centrosinistra».
Ma la verità può essere diversa.
Sel crolla nei sondaggi.
In Emilia, dove ha svolto le “parlamentarie lo stesso giorno del Pd, i militanti democratici hanno visto con i loro occhi i seggi di Sinistra e libertà desolatamente senza code.
C’è un oggettivo appannamento di Vendola che non consente, alla coalizione di centrosinistra, sbandamenti verso la lista Monti.
Ecco perchè, dopo la presentazione a Roma, diventa necessaria una “foto” dei leader pubblica e con la folla dei comizi importanti.
Domenica 17 febbraio Bersani, Vendola, Tabacci saranno insieme sul palco di Piazza del Duomo a Milano.
Un evento simbolico nella regione in bilico fondamentale per le sorti del Senato e quindi per una vittoria assoluta della coalizione. Poi, sarà più semplice un accordo con altri partiti. «Un’intesa per le riforme», precisa Francesco Boccia.
Che sarebbe garantito dall’assegnazione dei ruoli istituzionali: le presidenze delle Camere e la presidenza della Repubblica.
Ma se il centrosinistra avrà la maggioranza in Parlamento, allora il governo avrà un colore preciso. «Governo di sinistra che fa cose di sinistra», come dice D’Alema. La formula più gradita a Vendola.
Goffredo De Marchis
(da “La Repubblica“)
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