CACASOTTO A CINQUEVELI: IL SONDAGGIO IN RETE SCONFESSA GRILLO CHE SI ERA OPPOSTO A UN ASSESSORE NELLA GIUNTA MARINO
I GRILLINI ROMANI SCONFESSANO SE STESSI E LA LORO BASE PER PAURA DI ESSERE ESPULSI: “NON FAREMO NESSUN NOME AL SINDACO”
Quella che andiamo a rendicontare, per usare un termine adatto ai cinquepallisti meno sei (espulsi o dimessisi), una storia emblematica di vita da caserma, con un generale in preda a un delirio di onnipotenza e una massa di soldati cacasotto.
I Cinquestelle romani prima sfidano il leader con un sondaggio online sulla proposta del sindaco Ignazio Marino di un assessore alla Sicurezza indicato dal Movimento, nonostante la scomunica del comico .
Ma in serata sembrano fare una gran marcia indietro.
La Rete gli dà ragione, a quanto dicono, la consultazione vede prevalere i sì alla partecipazione alla Giunta ma alla fine il nome da dare al chirurgo non esce fuori. «Non ci sarà nessun nome per Marino, è finita così. Marino ci ha fatto una richiesta e noi abbiamo risposto», dice il consigliere Daniele Frongia all’uscita da una riunione fiume, quasi sette ore, nell’ufficio del gruppo nel centro storico.
E c’è il giallo di una telefonata in extremis di Grillo che secondo indiscrezioni si sarebbe fatto sentire verso le nove di sera e in vivavoce avrebbe redarguito i ribelli. «Abbiamo sbagliato, ma ti avevamo detto che avremmo fatto il sondaggio», avrebbe detto l’ex candidato sindaco, Marcello De Vito, capogruppo M5S in Campidoglio secondo quanto ha ricostruito l’ANSA.
«Avete sbagliato, non continuate a sbagliare», avrebbe risposto il leader.
Dai consiglieri nessuna conferma. «Sarebbe una dichiarazione di guerra», si sente dire a un tratto dalla riunione.
Di certo c’è che «non hanno inviato curricula» per l’assessorato, fa sapere in serata il Pd di Roma.
La spiegazione ufficiosa è che i 5 Stelle – oltre a De Vito e Frongia, Virginia Raggi ed Enrico Stefà no – non hanno trovato un candidato all’altezza da presentare a Marino, raccogliendo anche alcuni no.
«La sicurezza non è proprio il nostro forte, come invece l’ambiente o la mobilità », argomenta Stefà no, il più giovane con i suoi 25 anni.
La spiegazione ufficiale viene rimandata a un comunicato, che però, atteso per ore, non si capisce se sarà pubblicato stasera o domani.
È il finale farsesco di una giornata convulsa iniziata con il post di Grillo che sul blog nazionale sconfessa l’iniziativa degli eletti romani.
«Il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze – dice il messaggio senza firma – nè palesi nè tantomeno mascherate, con alcun partito, ma vota le proposte presenti nel suo programma. L’unica base dati certificata coincidente con gli attivisti M5S e con potere deliberativo è quella nazionale che si è espressa durante le Parlamentarie e le Quirinarie e quindi il voto chiesto da De Vito on line non ha alcun valore».
Frasi pesanti, che però non fermano il sondaggio .
I consiglieri si incontrano negli uffici distaccati del Campidoglio in via delle Vergini, tra Fontana di Trevi e il teatro Quirino.
E lì va in scena una lunghissima riunione con alcuni attivisti – membri assieme agli eletti della commissione che valuta i curricula dei candidati – e uomini della comunicazione del Movimento.
Facce tese, quando escono per una pausa i consiglieri sono gentili ma non parlano. Appaiono compatti.
A metà pomeriggio fanno trapelare che i sì hanno vinto nel voto online, si prepara il comunicato finale.
Pare che tirino dritto nonostante il diktat di Grillo.
E invece quando escono il nome per Marino non c’è.
E non ci sarà .
Ps. Nessuno che abbia il coraggio di dire al capocomico che il primo a fare alleanze è stato lui a Ragusa, altrimenti col cacchio che avrebbe vinto il sindaco Cinquestelle senza l’apporto di ben due liste civiche, Sel e e la Destra.
Lui può, gli altri no.
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