CALA IL CONSENSO PER IL GOVERNO, MA SILVIO FA FINTA CHE SIA A CAUSA DELLE LITI INTERNE
IL GIUDIZIO SUL GOVERNO PASSA DA UN 50% A UN 46% DI FAVOREVOLI E DA UN 46% A UN 49% DI CONTRARI, DIVENUTI QUINDI MAGGIORANZA… IL GRADIMENTO DEL PREMIER E’ AL 56% (- 2%)… IL PD IN CADUTA LIBERA… SONO LE MISURE DEL GOVERNO CHE CREANO DELUSIONE, SI ABBIA IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA’
“Le liti fanno perdere all’esecutivo 4 punti e 2 al premier”, questo il commento di ampi settori del centrodestra di fronte al sondaggio IPR marketing, peraltro confermato anche dalla anticipazione dello stesso Berlusconi che si lamentava di un calo del 5-6% dei consensi nei confronti del suo governo.
Anche per il premier stessa causa: i recenti distinguo di Fini e le prese di distanza polemiche di Bossi. Da buoni maggiordomi in livrea, altri media e esponenti del centrodestra, si sono incanali verso questa “giustificazione”: l’elettore di destra non ama assistere a liti e quando assiste a discussioni interne si disamora.
Teoria di comodo, ribattiamo noi, perchè l’alternativa al dibattito interno è dare carta bianca al premier e ai ministri, diventare signorsì senza occhi, orecchie e spirito critico.
La verità è l’opposto: proprio per questa impostazione dirigista, dove non è ammesso il dissenso nel merito delle iniziative proposte, si sono inanellati errori su errori evitabili, taluni grossolani.
Ma invece che ricercare le cause del calo dei favori dell’elettorato proprio nelle misure del governo, si preferisce continuare nel balletto delle “liti interne” come origine di tutti i mali.
In realtà il popolo italiano non è stupido e ha compreso perfettamente alcune cose: che il salvataggio tanto decantato di Alitalia è stato un buco enorme per le casse dello Stato e solo un favore a qualche imprenditore, che la social card è stata controproducente, avendone usufruito solo un avente diritto su tre, e gestita tecnicamente come peggio non si sarebbe potuto, che la presunta riforma della scuola era solo un tentativo di tagliare le spese, che il bonus per le famiglie con figli si è rivelato un bluff mostruoso, visto che ne usufruiranno per l’82% pensionati e famiglie senza figli, avendo sbagliato i conteggi dei redditi di riferimento.
Per non parlare dell’assenza di misure serie per ridurre le spese della casta e delle balle raccontate sulla sicurezza, con clandestini che aumentano, invece che diminuire, quelli che commettono reati sempre in libertà e forzature leghiste per imporre leggi demenziali, oltre che incostituzionali, e quindi impraticabili e inapplicabili.
A questo andazzo, di un governo dedito al lodo Alfano, invece che a misure economiche efficaci, a penalizzare Sky, invece che a rilanciare una politica sociale di edilizia popolare, a imporre solo divieti invece che proporre iniziative incisive per le imprese e i ceti medi, si è opposto, coi limiti personali che ben conosciamo, il presidente della Camera Fini che ha voluto sottolineare nei giorni scorsi il ruolo del Parlamento, il divario crescente tra nord e sud, la necessità di un Pdl che non sia l’organo ratificante di una monarchia assoluta, ma almeno di una monarchia costituzionale.
Un Governo, fino ad oggi, troppo sbilanciato verso le pretese leghiste che assicurano alla Lega l’immagine fasulla di partito di lotta e di governo, mentre il Pdl rimane vittima della propria incapacità di fare politica sul territorio e di smarcarsi quando occorre con iniziative proprie.
Si pagano a nostro avviso gli errori elettorali, le alleanze a senso unico, l’incapacità di Berlusconi di sopportare le critiche.
Un esempio per farci capire: se un anno fa, invece che lasciare solo il simbolo della Lega come lista collegata, assicurandole quindi il monopolio di “chi non gradiva votare Pdl”, ci fosse stata anche “La Destra” della Santanchè, pur con tutti i loro enormi limiti, gli storaciani avrebbero raggiunto il 4% dei voti e al nord avrebbero rosicchiano molti voti alla Lega, ridimensionandone l’affermazione. E ora ci sarebbe un maggiore equilibrio, come ci sarebbe ancora più evidente se ci fosse al governo l’Udc di Casini.
Ma o per le ritorsioni caratteriali di Fini o per quelle di Berlusconi, ci si ritrova ora con qualche alleato naturale in meno e qualche arrogante in più.
Questo mentre la sinistra continua a scendere nei consensi in attesa di un dopo-Veltroni ormai vicino e di un possibile ritorno a partiti distinti.
Per fortuna che il popolo italiano, non vedendo una valida alternativa, continua a dare fiducia al centrodestra, ma che accadrà quando la sinistra troverà nuove strade di consenso e recupererà terreno?
Ecco perchè occorrono proprio ora analisi critiche all’interno dell’area di centrodestra, ben vengano le divisioni e il dibattito interno, non è possibile assistere ad un appiattimento filoamericano in politica estera ad es., ma seguire piuttosto la linea europeista di Sarkozy.
Occorrono leggi serie e severe ma condivise, non solo sulla immigrazione, ma anche su fenomeni ancor più pericolosi in prospettiva, come la delinquenza minorile, il bullismo, i modelli di società e di sviluppo.
Se vogliamo sicurezza, occorrono poche leggi applicabili, mezzi, strutture e condizioni economiche migliori per le forze dell’ordine ( e intesa con la magistratura).
E ancora sono necessari aiuti veri ai ceti meno abbienti, soldi veri e spendibili, case per le giovani coppie da costruire subito, invece che promesse e annunci cui non seguono mai fatti.
I campanelli di allarme hanno suonato per il centrodestra, confidiamo che salti qualche tappo dalle orecchie di qualcuno, anche se temiamo che “non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire”. Vorrà dire che suoneremo le trombe…
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