CARCERI ESPLOSIVE: MAI COSI’ TANTI DETENUTI DAL 2013, LE RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO
ACCOLTI META’ DEI RICORSI PER “CONDIZIONI DEGRADANTI”, IN CELLA A 50° SENZA VENTILATORE E TOPI CHE ESCO DAL BIDET
Altro che Mare fuori. Gli Ipm, per la prima volta da anni, scoppiano. Il carcere pure: mai così tanti detenuti dal 2013 a oggi. I ricorsi presentati nel 2023 per condizioni di vita degradanti sono stati 10mila, più della metà accolti. Lo racconta Antigone, nell’ultimo dossier pubblicato oggi.
Gli Ipm sovraffollati
Erano 406 i minori negli istituti penitenziari a giugno del 2023, sono 529 adesso, per 496 posti ufficialmente disponibili, dicono i numeri diffusi dal Garante nazionale delle persone detenute. Sovraffollamento del 106,65%. E i reclusi, aggiunge Antigone, sarebbero anche di più se non fosse per la pratica, resa più facile dal decreto Caivano, di trasferire nelle carceri per adulti chi ha compiuto la maggiore età pur avendo commesso il reato da minorenne, interrompendo la relazione educativa. Pur non considerando la parentesi della pandemia che ha visto i numeri abbassarsi per motivi di eccezionalità (alla fine del 2020 i giovani detenuti erano 278), i numeri delle presenze stanno rapidamente salendo: al 31 dicembre 2019 gli Ipm ospitavano 369 ragazzi. Più della metà sono stranieri, quasi tutti provenienti dal Nord Africa, molti quelli non accompagnati, che incrociano il carcere per la mancanza di strutture di accoglienza esterne che li costringe a una vita di strada. Abbondante l’utilizzo, testimoniato, di psicofarmaci.
Quasi un terzo delle carceri fuori norma
Tra gli adulti il sovraffollamento è del 130,4 per cento (con il record di Milano San Vittore: 224,78%). Perché a livello nazionale i detenuti sono 61.246 per 46.953 posti disponibili. Sono ormai solo 38 su 190 gli istituti non sovraffollati. I dati aggiornati, rispetto a quelli di Antigone, li ha dati in Parlamento il garante Maurizio D’Ettore.
Troppo pochi gli agenti di penitenziaria: l’organico presente è l’84,97% dell’organico previsto. Mentre dalle 88 visite svolte dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi 12 mesi risulta che nel 27,3% degli istituti visitati c’erano celle in cui non erano garantiti i 3 metri quadrati a testa di spazio calpestabile.
Il sovraffollamento però, dice Antigone, non è una calamità naturale. C’è, sostiene l’associazione, una responsabilità politica: “Di fronte ad eventi di cronaca, sempre catalogati come ‘emergenze’, l’attuale governo ha adottato una risposta di stampo securitario e repressivo con l’emanazione di decreti legge o proposte di legge che cercherebbero di risolvere l’insicurezza sociale percepita con l’introduzione di molte nuove fattispecie di reato e l’incremento del ricorso alla custodia cautelare. Misure che colpiscono prevalentemente le fasce di popolazione più vulnerabili (minori, tossicodipendenti, appartenenti a minoranze etniche) e aggravano peraltro il tasso di sovraffollamento carcerario e le condizioni di vita detentive, già al di sotto di standard adeguati”.
Peggio perché, attacca Antigone, alle porte c’è una nuova ondata di affollamento qualora passasse il nuovo pacchetto sicurezza che punisce, tra l’altro, la disobbedienza e la resistenza passiva: verrebbe arrestato anche Gandhi”, sostiene l’associazione
Condizioni di vita degradanti: più della metà dei ricorsi accolti
Con la sentenza “Torreggiani” nel 2013 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea, giudicando che le condizioni di vita dei detenuti inumane e degradanti. In quell’occasione l’Italia ha introdotto un risarcimento (un giorno di sconto di pena ogni 10 giorni di violazione o 8 euro al giorno se non si è più reclusi) per chi ha subito in carcere un trattamento ingiusto. Nel 2023 sono arrivate agli uffici di sorveglianza italiani 9.574 istanze per sconti di pena. Ne sono state decise 8.234 e di queste 4.731, il 57,5%, sono state accolte.
In queste condizioni, nei primi sei mesi del 2024, rispetto allo scorso anno, sono aumentati gli atti di autolesionismo (184 in più), le colluttazioni (+174), le rivolte (+348), i suicidi e i tentati suicidi (17 e 73 in più), le aggressioni alla penitenziaria.
Le storie: “A 50 gradi senza ventilatore. Dal bidet escono i topi”
“Oggi mio figlio mi ha chiamata e mi ha detto che stanno tenendo i detenuti chiusi nelle celle quasi tutto il giorno, con 50 gradi e senza ventilatori e stanotte mio figlio che soffre di asma si è sentito male e nessuno gli ha aperto. La situazione è al limite”, ha raccontato ad Antigone la mamma di un detenuto nel carcere di Milano Opera.
E ancora, da Agrigento: “Siamo tre detenute in cella, il bidet viene usato sia per lavarci che per pulire le stoviglie. Le docce sono in comune e ne funziona solo una su due per 15 detenute in sezione. Siamo invase da blatte e formiche. Dal bidet fuoriescono i topi. I materassi sono pieni di muffa. Spesso e volentieri siamo senza acqua e luce. I ventilatori li abbiamo comprati a nostre spese. Non abbiamo mai accesso alla biblioteca. Non ci sono corsi da frequentare. Non c’è nessuna attività. Noi donne non siamo considerate da nessuno, siamo all’abbandono”.
Nel carcere di Avellino, al momento della visita di Antigone, l’acqua corrente non era disponibile dalle 22 alle 6 del mattino. Nella sezione femminile, le finestre erano schermate dal plexiglass, impedendo così il passaggio d’aria. Nella settima sezione dell’istituto di Regina Coeli le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello; il wc e il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità. La presenza di scarafaggi e di cimici da letto è stata rilevata rispettivamente presso le Case Circondariali di Bologna e di Pavia. In particolare, presso la sezione di isolamento e l’area psichiatrica di quest’ultimo istituto, gli Osservatori di Antigone hanno constatato condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, aggravate dal caldo e dal sovraffollamento.
Le proposte di Antigone
Tra le proposte lanciate da Antigone per svuotare le carceri e riportare la dignità dei detenuti all’interno delle carceri c’è l’aumento a 75 giorni della liberazione anticipata per semestre, telefonate quotidiane, ventilatori in ogni cella, l’assunzione di mille mediatori culturali e altrettanti educatori, moltiplicare la presenza di psichiatri e medici, chiudere le sezioni di isolamento.
(da agenzie)
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