CASE: PREZZI IN CALO E VENDITE A PICCO
NEL PRIMO SEMESTRE 2008 IL CALO DELLE COMPRAVENDITE HA TOCCATO IL 14%, CON PREVISIONE DEL 20% A FINE ANNO… I PREZZI DEGLI IMMOBILI REGISTRANO UN MENO 2,5%… BOLOGNA ARRIVATA A UN MENO 7,7%, MILANO A MENO 5,6%
Prezzi in calo e mercato delle compravendite congelato. Questo il quadro emerso dal terzo rapporto dell’Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma.
Nel primo semestre di quest’anno, il calo delle compravendite nelle 13 grandi aree urbane monitorate dal centro studi è stato del 14%.
Mentre i prezzi, al netto dell’inflazione, sono calati in media del 2,5% nell’ultimo semestre e del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
A risentire maggiormente del calo sono le città di Bologna che registra un taglio medio dei prezzi reali del 7,7% su base annuale, e Milano con un meno 5,6%.
In generale a risentire di più della contrazione dei prezzi sono le periferie delle grandi città , meno influenzati da ribassi risultano invece gli immobili di pregio e di alta qualità .
Ma a preoccupare di più il settore è lo stallo delle compravendite: nel 2008 Nomisma stima che ne verranno concluse meno di 700.000, un dato che rimanda ai livelli, decisamente bassi, del periodo 2000-2001.
Alla fine dell’anno il calo potrebbe raggiungere la percentuale record del 20% pari a 160.000 abitazioni, con una perdita di valore di 24 miliardi di euro.
I tempi di vendita di un immobile si sono contestualmente allungati, con sconti applicati, nella fase di compravendita del 12,5% per le abitazioni usate e del 7% per quelle nuove.
Secondo il centro studi bolognese, le ragioni del crollo dei prezzi e delle trattative va ricercato nella crisi finanziaria che sta investendo l’economia internazionale ( iniziata con il caos americano dei mutui sub-prime), nella scarsa propensione all’erogazione di mutui e finanziamenti, nell’elevato costo del denaro e nella mancanza di fiducia delle famiglie e degli investitori.
In discesa anche gli investimenti nel settore costruzioni. E’ la prima volta che accade da nove anni a questa parte: il meno 1,1% attuale potrebbe diventare un meno 1,5% nel 2009.
Flettono poi le nuove costruzioni residenziali del 2,8% e sono in calo pure gli investimenti in opere pubbliche ( meno 3,7%).
Considerando che il mercato immobiliare vale il 10% del Pil, occorre intervenire, secondo gli studiosi, per contenere questo clima di incertezza agendo a sostegno delle famiglie, incentivando la liquidità , promuovendo l’attrazione di investimenti esteri e lavorando sui veicoli finanziari.
Vanno promossi in particolare strumenti fiscalmente efficienti e competitivi rispetto all’estero, riportando il timone sugli investimenti.
Basti pensare che le erogazioni dei mutui per l’acquisto di abitazioni sono calate del 5,3% in un solo anno.
Per il 2009 si ipotizza un’ulteriore riduzione dei prezzi del 5%, in attesa di una ripresa nel 2010. Resta aperto poi il capitolo delle case popolari da costruire nei prossimi anni: si parla da mesi di un piano governativo in tal senso, ma qui a forza di chiacchiere di strada se ne fa poca.
Anche perchè per sperare di vedere costruita una casa, bisognerebbe almeno scorgerne le fondamenta e fino ad ora siamo sempre al punto di prima, di cemento non se ne vede.
Leave a Reply