CASO DONZELLI-DELMASTRO, LETTA: “MELONI DIFENDE L’INDIFENDIBILE”
M5S: “SI DIMETTA LEI”
«Difende i suoi oltre l’indifendibile». Così il segretario del Pd Enrico Letta commenta la posizione della premier Giorgia Meloni sul caso Cospito e sulle informazioni rivelate alla Camera dal responsabile organizzativo del suo partito, Giovanni Donzelli, e dal sottosegretario Andrea Delmastro.
«Dopo giorni di attesa sono arrivate le parole dell’onorevole Giorgia Meloni», ha spiegato Letta in una nota ufficiale, «pensavamo che fossero le parole di un Presidente del Consiglio preoccupato di comporre l’unità e la coesione del paese in un momento di forte tensione. Ma abbiamo, purtroppo, letto le parole di un capo partito che difende i suoi oltre l’indifendibile e, per farlo, rilancia polemiche strumentali e livorose contro l’opposizione».
E ancora: «Una lettera che riattizza il fuoco invece di spegnerlo». Il segretario Pd insieme alle capogruppo dem Malpezzi e Serracchiani hanno parlato poi di «parole diffamanti da parte di Fdl», definendo «molto grave» il fatto che la presidente del Consiglio «non consideri la diffusione di documenti dichiarati dal Dap non divulgabili come una ragione per le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, Delmastro».
«Grave non aver preso le distanze da uso diffamatorio»
Il riferimento è alla lettera che la premier ha inviato poche ore fa al Corriere della Sera nella quale dichiara di non vedere i presupposti per le dimissioni di Andrea Delmastro. Su questo la nota di Letta continua: «Riteniamo altrettanto grave che non senta il dovere di prendere le distanze dall’uso diffamatorio verso il Partito democratico che il coordinatore del suo partito, nonché vice presidente del Copasir, Donzelli, ha fatto di quelle notizie riservate». Poi le parole rivolte direttamente a Meloni: «Le affermazioni sulla necessità di comportamenti responsabili ci inducono a ricordarle che il Pd ha nel suo dna la tutela della libertà, della democrazia, delle istituzioni repubblicane, dello Stato di diritto ed è e sarà sempre un costruttore di unità e coesione nazionale».
E ancora: «Su questo terreno, Presidente, ci troverà sempre tutti uniti». L’invito alla premier da parte dei dem è quello di rivolgere l’appelo non al loro partito ma a Fdi, «che ha infranto con accuse diffamanti e calunniose questa unità politica proprio in uno dei momenti parlamentari più importanti, il voto per l’istituzione della Commissione Antimafia». Il segretario ha fatto poi riferimento alla storia del partito, «che parla al posto nostro», alla «linearità dei nostri comportamenti» e ai «tanti caduti del nostro campo, vittime della nostra intransigenza nei confronti del terrorismo».
Patuanelli: «Dopo la lettera è Meloni a doversi dimettere»
A commentare le parole di Meloni anche il M5S attraverso Stefano Patuanelli. «Dalla leader che ha accusato il presidente del Consiglio nel pieno della pandemia di tenere “un comportamento criminale”, arriva l’appello a moderare i toni, dopo che i vertici del suo partito hanno tacciato parte dell’opposizione di continuità con la mafia associando fantasiosamente intercettazioni non divulgabili, sospetto ribadito nella sua lettera».
Ma secondo l’esponente pentastellato i toni «si sono incendiati a causa di motivazioni che hanno nomi e cognomi. E leggendo questa lettera, effettivamente, forse non sono Donzelli e Delmastro a doversi dimettere, ma Giorgia Meloni».
(da agenzie)
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