CASSA INTEGRAZIONE: AUMENTATE DEL 70% LE RICHIESTE AD OTTOBRE
IN UN ANNO SONO STATE AUTORIZZATE 4,5 MILIONI DI ORE IN PIU’…NEL 2008 RISCHIANO 131.000 AZIENDE… IL VERO CROLLO CI SARA’ NEL 2009
Il crack della Lehman è avvenuto il 15 settembre, ma gli effetti in questi due mesi e mezzo sull’economia reale già si sono fatti sentire, anche se si attende lo showdown per il 2009.
I dati del Ministero del Lavoro sulla cassa integrazione ordinaria autorizzata nel mese di ottobre sono in tal senso estremamente preoccupanti.
La cassa ordinaria, infatti, rappresenta il primo strumento che un’azienda in difficoltà utilizza per provare a uscire dalle secche. Ne fa richiesta al ministero del lavoro o all’Inps e ne può usufruire per 52 settimane su un totale di 104.
Nel mese di ottobre le richieste sono aumentate del 70% o meglio le ore autorizzate hanno raggiunto quota 11.202.538 contro i 6.832.227 del 2007. Più 70% appunto.
Di contro c’è la cassa integrazione straordinaria. Se ne fa richiesta dopo quella ordinaria, in caso di ristrutturazioni o crisi aziendali, ed è rimasta praticamente sugli stessi livelli del 2007: 11.770.000 contro i 10.816.000 dell’anno scorso.
Risulta evidente che la crisi è nella sua fase iniziale e se gli effetti dovessero continuare in futuro anche le ore di cassa straordinaria dovrebbero raggiungere percentuali di crescita a due cifre. Ma non finisce qui.
Il Governo ha rimpinguato gli stanziamenti per la cassa integrazione in deroga per il 2009 portando il fondo a 620 milioni. La cassa in deroga è concessa a tutti quei settori che altrimenti non ne avrebbero diritto, in primis le aziende con meno di 15 dipendenti, il cuore del tessuto imprenditoriale del Paese.
Soffrono infatti l’indotto, innanzi tutto quello delle auto, e soffrono i distretti, con la miriade di subfornitori e contoterzisti che si trovano strozzati dalla penuria di richieste.
Quello del tessile con Prato, Biella, Como, Lecce, Fermo, Carpi e l’occhialeria di Belluno ( si parla di 30.000 posti di lavoro a rischio nel 2009).
Quello delle piastrelle di Sassuolo, con quasi 4.000 addetti in cassa integrazione in una quarantina di aziende e il calzaturiero, soprattutto nel Fermano, nelle Marche. L’elenco potrebbe continuare.
Se poi esaminiamo le proiezioni delle associazioni di categoria, non c’è da stare allegri.
Vede nero la Confesercenti che parla di un saldo, tra natalità e mortalità delle imprese, di segno negativo in perdita di 131 mila unità , pari al 2,3% del totale già nel 2008.
Nel commercio è previsto un saldo negativo di 43.700 imprese, nel turismo di altre 7.400 unità . Stesso discorso per bar e ristoranti che prevedono un saldo negativo di 350 unità . Il tutto riferito sempre al solo 2008, in attesa dell’onda lunga negativa del 2009.
Molti non esitano a prevedere che già a fine di questo anno le aziende a rischio chiusura siano ben 131.000.
Con le ripercussioni poi sui livelli di disoccupazione e precariato in costante crescita. Un’emergenza a cui l’intera Europa dovrà saper fornire risposte adeguate…
Coi tappulli di strada se ne fa poca.
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