CHE AUTOGOL: IL M5S IN EMILIA ROMAGNA SI ASTIENE SUL REDDITO DI SOLIDARIETA’
ERA IL CAVALLO DI BATTAGLIA DEL M5S, MA QUANDO LA REGIONE FA UNA LEGGE PER ISTITUIRLO STANNO A GUARDARE… L’EX GRILLINA SALSI: “SONO IN CONFUSIONE MENTALE”
Ieri il Consiglio regionale dell’Emilia Romagna ha approvato la legge che vara il reddito di solidarietà (Res), un provvedimento per aiutare le fasce più deboli della popolazione per il quale sono stati stanziati 72 milioni di euro, 35 dei quali messi dalla Regione mentre i restanti invece saranno erogati dallo Stato come Sostegno all’inclusione attiva (Sia).
L’importo del Res varierà da famiglia a famiglia fino ad un massimo di 400 euro al mese andrà a beneficio di tutti i nuclei familiari che hanno un Isee fino a tremila euro l’anno.
Dal Consiglio regionale stimano che potenzialmente sono 35 mila le famiglie che potrebbero beneficiare del Res (circa 80 mila persone) ma solo a condizione che i beneficiari si impegnino — con il sostegno del Comune di residenza e dei servizi sociali — a trovare un modo per uscire dalla propria condizione.
Un aiuto “condizionato”, quindi e non un provvedimento a carattere meramente assistenzialistico che segue la linea dettata dal Governo per il Sia.
Il Ministro Poletti infatti a settembre aveva varato quello che è stato chiamato “piano anti povertà ”, un progetto per il quale il governo ha stanziato 750 milioni di euro che saranno destinati a quei quasi 220 mila nuclei familiari con un Isee al di sotto dei tremila euro l’anno.
Secondo le stime del Governo grazie al Sostegno all’inclusione attiva il contributo medio del Sia dovrebbe essere intorno ai 320 euro mensili.
Anche in questo caso il progetto non costituisce una forma di elemosina ma quello che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce un patto tra servizi e famiglie “che implica una reciproca assunzione di responsabilità e di impegni. Le attività possono riguardare i contatti con i servizi, la ricerca attiva di lavoro, l’adesione a progetti di formazione, la frequenza e l’impegno scolastico, la prevenzione e la tutela della salute. L’obiettivo è aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l’autonomia“.
Queste quindi saranno le linee guida del provvedimento varato in Emilia Romagna che però amplia i limiti del Sia dal momento che il Res non richiede la presenza all’interno del nucleo familiare di un minore, o di un figlio disabile, o di una donna in stato di gravidanza e quindi il provvedimento approvato ieri è destinato a qualsiasi tipo di nucleo familiare, anche composto da una sola persona.
Se la Lega Nord e Forza Italia hanno votato contro la legge che istituisce il Res (forse per paura che possano usufruirne gli stranieri) la posizione del MoVimento 5 Stelle sorprende tutti.
I consiglieri regionali del partito di Grillo hanno infatti coraggiosamente deciso di astenersi e non votare il provvedimento che considerano una “brutta copia” della loro proposta e soprattutto insufficiente a risolvere i problemi della povertà .
Qualcuno potrebbe dire che dopo tante battaglie sul reddito minimo e sul reddito di cittadinanza questo poco che c’è è già qualcosa, ma i Cinque Stelle, fedeli alla loro linea del “monitorare e vigilare” hanno preferito restare alla finestra.
C’è da dire inoltre che nella Livorno a Cinque Stelle il tanto annunciato reddito di cittadinanza è riuscito a soddisfare le domande di appena cento persone a causa della budget messo a disposizione.
A criticare la posizione del M5S in Regione anche l’ex consigliera regionale Cinque Stelle Federica Salsi che denuncia la “confusione mentale” dei pentastellati dell’Emilia Romagna.
(da “NextQuotidiano“)
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