CLOCHARD UCCISO A POMIGLIANO D’ARCO, ARRESTATI DUE SEDICENNI: “AGGRESSIONE IMMOTIVATA E CRUDELE”
NEI VIDEO PUGNI E CALCI IN TESTA ALLA VITTIMA INERME A TERRA… IL SENZATETTO ERA BENVOLUTO DA TUTTI NEL QUARTIERE E NON DAVA FASTIDIO A NESSUNO… SUI SOCIAL DEI DUE GIOVANI CRIMINALI IMMAGINI CHE ESALTANO LA VIOLENZA
Due sedicenni sono stati fermati dai carabinieri per l’uccisione del 40enne ghanese Friederick Akwasi Adofo, il clochard massacrato di botte a Pomigliano d’Arco domenica sera. I due sono accusati dalla procura dei Minorenni di Napoli, che ha emesso il fermo, del reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Il pestaggio, come emerso negli scorsi giorni, era stato immortalato da alcune telecamere di videosorveglianza installate in via Principe di Piemonte. I monitor hanno ripreso due giovani avvicinarsi al 40enne per poi prenderlo a calci e pugni. Quando – lunedì mattina – l’uomo è stato rinvenuto agonizzante era ormai troppo tardi per salvargli la vita: è morto, poche ore dopo, all’ospedale di Nola.
I due sono stati identificati grazie all’incrocio con un monitoraggio sui social. I primi indizi sono stati raccolti attraverso un video acquisito nell’immediatezza del fatto, ma a dare indicazioni più precise ai militari sono stati altre immagini in cui è stato possibile vedere gli indumenti e i volti dei due aggressori: uno dei carabinieri è riuscito a individuarli e, avuto a questo punto nomi e cognomi, i carabinieri li hanno bloccati e fermati. Adesso sono entrambi a disposizione del pm Raffaella Tedesco della procura dei Minorenni.
Nel primo video, raccapricciante, si vedono due giovani avvicinarsi e prendere a pugni Akwasi Adofo: l’uomo cade a terra e i due cominciano a sferrare una serie di calci alla testa. La vittima riesce anche ad alzarsi e a fare qualche passo per poi stramazzare al suolo, lì poi dove verrà trovato moribondo dal 118. Sui loro profili social – dove sono stati pubblicati altri video di violenza, con foto di coltelli e pistole – i giovani vestono indumenti simili a quelli che avevano addosso i due aggressori del ghanese.
Adofo aveva preso la licenza media alla scuola Catullo di Pomigliano d’Arco nel 2012, quando era ospitato, insieme ad un’altra cinquantina di migranti, in un hotel in attesa di asilo politico.
Negli ultimi tempi dormiva in un sacco a pelo in via Principe di Piemonte e spesso era supportato dall’aiuto della Caritas parrocchiale, come ha ricordato il parroco della chiesa San Francesco, don Pasquale Giannino
(da agenzie)
Leave a Reply