“COLPI IN TESTA, MANGANELLATE E SEDATIVI”: IL VIDEO DEL MIGRANTE PICCHIATO DALLA POLIZIA AL CPR DI GRADISCA
IL RACCONTO DEL COMPAGNO DI CELLA E DELL’AVVOCATO: “PICCHIATO PER AVER CHIESTO DI POTER PARLARE CON IL SUO LEGALE”
Manganellate sulla schiena da parte della polizia, sedativi e punizioni. Il video è stato diffuso dalla rete Mai più Lager – NO ai CPR e si riferisce a un episodio avvenuto giovedì 20 aprile all’interno del Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca d’Isonzo, comune del Friuli-Venezia Giulia, nella provincia di Gorizia, dove negli ultimi due anni sono morte quattro persone.
Come appreso da Fanpage.it il ragazzo, vittima dell’aggressione, è M., un 27enne di origine marocchina, trasferito a Gorizia da Milano. Sarebbe stato picchiato per aver chiesto di parlare con il suo avvocato: lo avrebbe fatto in maniera troppo virulenta e per questo un gruppo di agenti lo avrebbe colpito ripetutamente fino a riportarlo nella stanza che condivide con altri cinque uomini. “Gli agenti erano in tenuta antisommossa per una sola persona – spiega a Fanpage.it l’avvocata del 27enne, Simona Stefanelli – denuncerò tutto ai carabinieri, perché questa situazione non può andare avanti così, Gradisca non è un posto sicuro”.
Il 27enne sarebbe stato picchiato dagli agenti con violente manganellate su varie parti del corpo, perché “uscito nel cortiletto presente all’interno della gabbia in cui si trovava” per chiedere spiegazioni “sul fatto che il suo avvocato gli avesse preannunciato la trasmissione della propria nomina da firmare, e questa non gli era ancora stata sottoposta”.
Lo avrebbe fatto urlando e per questo sarebbero intervenuti gli agenti che hanno prima allontanato i compagni di stanza con dei getti di acqua fredda e poi si sarebbero scagliati contro M. colpendolo con dei manganelli.
Le conseguenze del pestaggio sono visibili sulla schiena del ragazzo con evidenti ferite. Nel filmato, diffuso dal compagno di stanza del giovane marocchino, si vede il 27enne sbattuto in cella con violenza da un gruppo di agenti in tenuta antisommossa con caschi, scudi e manganelli. Nonostante le urla e i pianti, mentre alcuni compagni di cella inveiscono contro la polizia, il giovane resta a terra, dolorante, senza alcun aiuto e soprattuto impossibilitato ad alzarsi.
“Sono entrati nella nostra cella, hanno messo tutto sottosopra, non so cosa cercassero, lo hanno picchiato, gli hanno sbattuto anche la testa contro le grate – racconta a Fanpage.it il compagno di cella del 27enne picchiato, O. K. H., che al CPR di Gradisca è entrato quasi due mesi fa – hanno continuato a malmenarlo, poi lo hanno lasciato lì sul pavimento. Ti dico che l’hanno picchiato perché ha fatto casino, perché voleva parlare col suo avvocato. Qui si fa quello che dicono loro quando dicono loro, noi dobbiamo stare solo in silenzio, altrimenti questo è il risultato. Stare qui è una m…, non ce la facciamo più”.
“Negli ultimi secondi del video – scrivono gli attivisti di Mai più Lager – una operatrice nomina la solita immancabile “terapia”, i sedativi somministrati senza lesinare da tutti i CPR, che tanto aiutano a mantenere l’ordine, annebbiando menti e corpi fino a rendere le persone incapaci di ragionare, reagire e protestare”.
Quello di M. non è l’unico caso. Nel CPR di Gradisca, dove negli ultimi quattro anni sono morte due persone, gli episodi di violenza i danni dei migranti trattenuti al loro interno sono tantissimi, così come la mancata somministrazione di cure mediche.
A raccontare ulteriori dettagli dell’accaduto è l’avvocata Stefanelli: “Tutto nasce dal fatto che questo ragazzo ha una compagna che ha sposato con rito marocchino non riconosciuto in Italia – spiega la legale a Fanpage.it – per sposarsi deve rifare il nulla osta, allora io gli ho inviato tramite foto una delega per la compagna così da permetterle di andare in ambasciata, quando gli è stato negato il diritto di vedermi, ha urlato, che è l’unico modo che hanno questi ragazzi per essere ascoltati, e a quel punto gli agenti lo hanno aggredito”.
Secondo Stefanelli, che è avvocata di fiducia del 27enne aggredito, il giovane marocchino è stato trasferito dal CPR di Milano a quello di Gradisca per motivazioni non ben specificate qualche settimana fa: “Quando sono andata in Friuli e ho chiesto di parlare con il mio cliente mi hanno detto di no, c’erano sei agenti intorno a me – conclude la legale – è stata una delle esperienze più brutte mai vissute. Sono stata in tutti i CPR d’Italia e le posso dire che Gradisca d’Isonzo fa paura”.
Dalla rete Mai più Lager, che intanto ha segnalato l’episodio al Garante Nazionale, spiegano che il ragazzo non è stato portato in ospedale dopo l’aggressione, cosa confermata anche dall’avvocato.
“Le poche testimonianze che arrivano da questi CPR – raccontano – da parte di chi riesce a mettersi in contatto dopo essere stato rimpatriato o rilasciato, parlano di veri e propri buchi neri, voragini nelle quali si viene inghiottiti, finendo per diventare vittime quotidiane di violenze fisiche e psicologiche per mano dello Stato. Tenete a mente la schiena di M. quando sentite dire che il Parlamento sta per confermare il raddoppio dei CPR in Italia e l’estensione della detenzione amministrativa anche ad altri casi, come ai richiedenti asilo senza passaporto”.
Secondo la Questura di Gorizia quanto accaduto all’interno del CPR sarebbe un ennesimo episodio di rivolta in cui si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine
(da Fanpage)
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