CON 887 VITTIME ODIERNE, IL GOVERNO ALLA FINE CONCEDERA’ LO SPOSTAMENTO TRA COMUNI, COSI’ AUMENTERA’ LA DIFFUSIONE DELLA PANDEMIA
SPERANZA PER LA LINEA DURA, SOVRANISTI PER FAR DIFFONDERE IL VIRUS IN NOME DELLA “SACRA FAMIGLIA” E DEI PENDOLARI DEL PANDORO, CONTE TENTENNA MA ALLA FINE CEDERA’
Si riapre a sorpresa la partita del Natale. Un effetto domino che parte dal Senato, e che mette in discussione il divieto dello spostamento tra Comuni, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno.
A Palazzo Madama si riuniscono i capigruppo. Il centrodestra vuole mettere in calendario una mozione che chieda che nei giorni di festa siano consentiti gli spostamenti almeno tra piccoli Comuni limitrofi.
Parte la discussione, i colleghi di maggioranza prendono tempo, hanno paura dell’incidente. Significativamente non dicono di no, e rimandano la discussione a lunedì.
È Andrea Marcucci, presidente dei senatori del Pd, a insistere, dopo aver sottoscritto una lettera firmata da venticinque colleghi la settimana scorsa. La richiesta è sempre la stessa: “Il governo deve solo far prevalere il buon senso: modifichi la mobilità nei piccoli Comuni, c’è un’Italia ‘minore’ che non può essere penalizzata”. Italia viva si accoda, i 5 stelle nicchiano.
Miele per le orecchie delle opposizioni, che si infilano nelle contraddizioni della maggioranza. Una norma “assurda”, che il governo “vuole politicizzare”, la “maggioranza fa muro”.
È più tattica per forzare la mano che convinzione. Perchè i segnali che arrivano dalle forze che sostengono l’esecutivo sono contrastanti. Per i renziani il via libera si potrebbe dare subito, il Pd è lacerato, con il capogruppo che guida una robusta sia pur minoritaria fronda, mentre il grosso del partito, da Nicola Zingaretti a Dario Franceschini, rimane ancorato alla linea del rigore.
I 5 stelle faticano a prendere una posizione, fatto non nuovo in questi tempi di assenza di leadership, e si appiattiscono su Giuseppe Conte.
Ed è guardando a Palazzo Chigi che la questione si fa interessante. Perchè il premier non è mai stato un tetragono dello stop alla mobilità tra i Comuni più piccoli. Timide aperture che aveva già palesato nell’incontro con i capigruppo alla vigilia del varo del dpcm.
E, racconta un parlamentare con una certa consuetudine con il premier, anche nelle lunghe discussioni in seno al governo su questo specifico punto si era mostrato aperturista.
Conte ci pensa, le strade per cambiare la norma ci sono, ma sono tutte non semplici. Maria Elena Boschi a sera twitta forzando la mano: “Bene il passo indietro del governo”. Ne approfitta anche Matteo Salvini. Fonti della Lega spiegano che il segretario proverà “a contattare Conte” per ribadire i suggerimenti della Lega, che propone di “consentire gli spostamenti all’interno della Province o in un raggio di poche decine di chilometri dalla residenza”.
Un grimaldello fra le contraddizioni degli alleati di governo. Perchè oltre alla contrarietà della gran parte del Pd, anche Roberto Speranza è assolutamente contrario, gli uni e l’altro presi in contropiede su un capitolo che consideravano chiuso.
“Il ministro non è favorevole, rimane sulle disposizioni già prese”, spiegano fonti del ministero della Salute. In serata a Porta a Porta ribadisce: “Sono per la linea della massima fermezza, abbiamo dati drammatici sui decessi, non possiamo assuefarci a questi numeri, dobbiamo fare sacrifici anche a Natale”.
Un dirigente Pd risponde sconsolato al telefono: “Vediamo la Merkel che piange sconsolata per i suoi concittadini deceduti, e proprio oggi che abbiamo 887 morti ci incartiamo di nuovo sul tema delle riaperture?”.
Osservazioni non peregrine, anche perchè la materia è delicata, e un’eventuale modifica delle norme non si presenta come una passeggiata.
Sarebbe una retromarcia piuttosto clamorosa dopo giorni di braccio di ferro e maratone negoziali con capi delegazione e partiti per definire l’impianto normativo, in secondo luogo darebbe, spiega una fonte di governo, “un messaggio di rilassamento che in questa fase non possiamo permetterci”.
(da “Huffingtonpost”)
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