CONGRESSO PD, INTESA TRA I CANDIDATI: SEPARARE SEGRETARIO E PREMIER
LA DIREZIONE SLITTA A LUNEDI 10
«Non sono amareggiato. Risolveremo tutto, vedrete… ». Epifani mostra ottimismo. Ma è costretto ad ammettere che quanto è accaduto nell’Assemblea democratica di sabato è «umiliante».
«Il Pd non è nel caos ma dobbiamo finirla di dare al paese uno spettacolo che non ci onora: questo tormentone ci umilia».
Garantisce inoltre, il segretario democratico, in un comizio alla festa del partito a Modena, che la data delle primarie sarà quella indicata, e cioè l’8 di dicembre.
E di slittamenti, nonostante le lungaggini delle regole che per l’appunto non si è riusciti a cambiare, non ce ne saranno.
Quindi, stop ai sospetti dei renziani – ma anche dei “giovani turchi”, supporter dello sfidante Gianni Cuperlo – su Bersani
Tuttavia il percorso sarà deciso dalla direzione.
Era convocata per venerdì prossimo, ma slitterà . Marina Sereni, alla quale spetta il compito della convocazione, dice che probabilmente la direzione si terrà lunedì 30. E non sarà una passeggiata.
«Siamo al cortocircuito e dobbiamo venirne a capo», ragiona Roberto Morassut che nel “comitatone” per le regole del congresso aveva proposto diverse mediazioni sulla questione che ha provocato il flop dell’Assemblea, la separazione cioè tra segretario e candidato premier. Voluta dai bersaniani e dalla sinistra del Pd, dopo che l’accordo sembrava essere stato trovato, è stata bocciata.
Ha rappresentato il casus belli. Renzi si è sempre detto contrario. Bindi è scesa in trincea.
Ora i renziani chiariscono il punto: «In direzione ciascuno si prenderà le sue responsabilità », fissa i paletti il renziano Guerini.
Del resto lo Statuto e quindi le regole del partito si possono cambiare solo in Assemblea. Se leadership (del partito) e premiership coincidono, come è sempre stato, così sarà . Spetta sempre a Epifani cercare di evitare lo scontro e la rigidità delle posizioni.
Il segretario pertanto lancia un appello: i candidati segretari – ad oggi Renzi, Cuperlo, Civati e Pittella – non si arrocchino ma aprano.
Quando sarà il momento delle primarie per Palazzo Chigi, abbiano la generosità di cancellare di fatto l’automatismo secondo il quale, e a norma di Statuto, solo il futuro segretario del Pd può candidarsi.
Se Enrico Letta, l’attuale premier, vorrà correre, non sia certo escluso.
Insomma, le modifiche bloccate dal caos dell’Assemblea possono rientrare in gioco «se i candidati alla segretaria – spiega Epifani – sottoscrivessero e si impegnassero a non essere candidati automaticamente alla premiership» una volta eletti alla guida del partito.
L’incertezza è però tanta, e le tensioni crescono.
Letta, chiamato in causa e anche lui accusato di volere intralciare Renzi e perciò di puntare sullo slittamento del congresso, prima di partire per il Canada telefona a Epifani: «Resto fuori dal congresso», fa poi sapere. Lo scontro tra le correnti democratiche e la sorte del governo non siano intrecciati. Però è molto difficile a questo punto che i lettiani nella sfida per la segreteria appoggino il sindaco “rottamatore”.
Paola De Micheli lo dice chiaramente: dopo tutte le bordate di Matteo a Enrico, sarà difficile. Stasera si riunisce di nuovo il “comitatone” per le regole per cercare di salvare il salvabile di un lavoro iniziato a giugno e naufragato.
Giovedì inoltre i bersaniani lanciano la loro iniziativa pubblica a sostegno di Cuperlo.
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply