CRESCITA, TURISMO E AGROALIMENTARE: COSI’ LA SPAGNA SORPASSA L’ITALIA
NEI PROSSIMI ANNI GLI IBERICI SARANNO PIU’ RICCHI
In Spagna il titolo campeggia ovunque con punto esclamativo (e in italiano): «Sorpasso!».
A certificare quello che finora si era soltanto intuito attraverso indicatori, per così dire, informali, come la Champions League o il numero di turisti, arriva ora un dato solido quanto allarmante per l’Italia: gli spagnoli sono più ricchi di noi.
Gli abitanti della Penisola iberica hanno recuperato un ritardo storico, che sembrava consolidato e, quello che è peggio per noi, la distanza è destinata ad aumentare a nostro svantaggio.
Il Fondo Monetario parla chiaro: confrontando i Paesi sulla base della parità del potere d’acquisto, la Spagna sarà il 7% più ricca dell’Italia nei prossimi cinque anni. L’entità della rincorsa è clamorosa, se si pensa che dieci anni fa l’Italia era il 10% più ricca e che la Spagna è stata sull’orlo del collasso negli anni della recessione. Complici del sorpasso, i prezzi spagnoli, che restano sensibilmente più bassi dei nostri e le proiezioni demografiche iberiche più basse delle nostre, con l’effetto di spalmare la ricchezza su meno abitanti.
I paragoni di Zapatero
La competizione tra i due grandi Paesi del Sud Europa non è nuova e svaria praticamente in tutti i campi. Anche per sottolineare presunti trionfi economici, si finiva spesso per sconfinare nel calcio, terreno comune, volenti o nolenti, tra i due Paesi: «Siamo nella Champions League delle potenze mondiali», disse in un famoso, quanto forse improvvido, discorso l’allora premier spagnolo Josè Luàs Rodriguez Zapatero, aggiungendo. «abbiamo superato l’Italia».
Quello del «sorpasso», declinato significativamente in italiano, è stata un’ossessione dei politici iberici. Allo stesso modo, Matteo Renzi, che non ha mai amato l’omologo a Madrid, Mariano Rajoy, soffriva visibilmente i paragoni che vedevano i «cugini» uscire con molto più vigore dalla crisi, sottolineando il tallone d’achille degli altri: «Hanno la disoccupazione superiore alla nostra».
Centrali e spiagge
I terreni di scontro sono stati molti, l’attuale governo di Madrid, per dirne una, ha più volte criticato Enel e i suoi investimenti stranieri, per le sue presunte discriminazioni a favore degli italiani, nella chiusura delle centrali a carbone.
All’elenco si possono aggiungere gli ostacoli posti ad Atlantia nella partita sulle autostrade spagnole.
Altra sfida, per il momento persa, è quella del turismo, con la Spagna che ogni anno che passa batte record su record, l’anno scorso i visitatori stranieri sono stati 82 milioni quasi il doppio della popolazione residente.
Altra partita che ha visto sfidarsi le due nazioni mediterranee è stata quella dell’olio, con tanto di denuncia alla Commissione dei produttori italiani. Ma da quel punto di vista il sorpasso, in termine di volumi, già si era verificato.
Da Madrid emerge ovvia soddisfazione, le buone notizie di questi tempi sono poche, visto che il nodo catalano continua a non essere sciolto e che il partito di governo continua a essere inseguito da scandali imbarazzanti.
In ogni caso, non si esulta pubblicamente: «Siamo contenti, ma non possiamo dirlo – scherza una fonte dell’esecutivo di Mariano Rajoy – l’Italia resta un grande Paese, ma la nostra crescita non si ferma».
A Washington una risposta al sorpasso la danno in molti: le riforme fatte in Spagna e meno in Italia, con i soliti rischi di conseguenze elettorali: «È un problema che non riguarda solo l’Italia, ma anche la Francia e la Spagna. Come dice un popolare politico europeo: il problema è attuare le riforme ed essere rieletti».
(da “La Stampa”)
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