CRESPI E IL VOTO DI SCAMBIO: L’OMBRA DEI RAPPORTI CON ALEMANNO
L’OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE CHIEDE: ALEMANNO CHIARISCA IN QUALE FORMA E PER QUALI CIFRE L’ARRESTATO LAVORAVA PER IL CAMPIDOGLIO”
Ombre anche sull’amministrazione comunale di Roma in margine all’arresto di Ambrogio Crespi, titolare di numerose società di comunicazione che operavano su Roma e fratello del «guru» di Gianni Alemanno, Luigi Crespi.
Con una interrogazione al primo cittadino della Capitale, il consigliere comunale del Pd, Paolo Masini chiede di sapere «se, in quale forma e con quali cifre, le aziende di Ambrogio Crespi avevano rapporti diretti o indiretti con il Campidoglio di Alemanno».
CONDANNATI PER BANCAROTTA
L’opposizione capitolina ricorda che «già in passato Ambrogio Crespi, Luigi Crespi e la moglie Natascia Turato erano stati condannati in primo grado per bancarotta» e sottolinea come sia ora «necessario che il sindaco Almenno faccia chiarezza sull’ennesima brutta vicenda».
La Spin Network, fra le altre «creature» cura nel suo settore comunicazione anche il sito Roma Capitale News.
Più dura Monica Cirinnà , consigliere Pd: «à‰ noto che a realizzare i video per il sindaco di Roma è stata la società “Spin-Network”, riconducibile all’arrestato – scrive -. Ferma restando la libertà del sindaco di farsi realizzare da chi vuole video e altri servizi propagandistici, restano comunque gli interrogativi sulla lunga lista di rapporti inquietanti intrattenuti dal primo cittadino con persone e ambienti troppo spesso inseguiti a vario titolo dai tribunali di mezza Italia».
«MIO FRATELLO INNOCENTE»
Intanto il sondaggista e spin doctor di Alemanno, Luigi Crespi, si dice «sicuro dell’innocenza di mio fratello e del fatto che non si possano trovare prove alle cose che non sono avvenute» e reputa che l’arresto «possa essere quantomeno un equivoco, un errore, una decisione affrettata».
«Le accuse sono di associazione esterna con la ‘ndrangheta, voto di scambio, corruzione – conclude Luigi Crespi – in un periodo nel quale io e mio fratello lavoravamo già a Roma, dove ci siamo trasferiti da qualche anno, e in una campagna elettorale, quella lombarda, in cui non fummo impegnati professionalmente con nessuno».
I VOTI DI SCAMBIO
Quanto alle accuse secondo cui Ambrogio Crespi avrebbe trattato con la ‘ndrangheta «nella consapevolezza di farlo» e raccolto 2500 preferenze a favore di Domenico Zambetti (l’assessore alla casa, ora dimissionario, della Regione Lombardia), per Luigi Crespi «questi 2.500 voti, che comunque non sono oggettivamente nella disponibilità di mio fratello, sarebbero andati a persone che non abbiamo memoria di aver mai incontrato e con cui comunque non abbiamo mai avuto rapporti».
(da “Il Corriere della Sera“)
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