IERI SI RUBAVA “PER” IL PARTITO, OGGI SI RUBA ANCHE “AL” PARTITO
VENTI ANNI DOPO: IDENTITA’ E DIFFERENZE CON LA STAGIONE DI TANGENTOPOLI
E’ vero che la storia non si ripete mai identica, però chi ha vissuto la stagione di Tangentopoli prova il brivido del già visto.
Parecchio è comune a vent’anni fa.
Emerge oggi, come ai tempi di Mani Pulite, un sistema di corruzione diffusa, trasversale (sebbene i partiti al potere siano ovviamente più nel mirino).
Questa corruzione tende ad avvolgere l’intero sistema muovendo di nuovo dalla periferia, dal sottopotere locale verso il centro.
Con una differenza: a pagare i costi smisurati della politica, allora, erano soprattutto le imprese, quelle pubbliche e quelle private; adesso il saccheggio ha luogo nelle istituzioni medesime; vent’anni fa rubavano «per» il partito, stavolta «al» partito. Fatto sta che, ai fini del codice penale, sempre di furto si tratta.
Tanto per cambiare, la finanza pubblica è alle corde, l’Italia passa da una stangata all’altra.
Invece dei «tecnici» Amato e Ciampi, abbiamo Monti e Passera, però sempre di supplenza parliamo e l’analogia fa una certa impressione.
Rovinò al suolo la Prima Repubblica, qui si sta sgretolando la Seconda senza che la Terza sia ancora spuntata all’orizzonte. In entrambi i casi sotto accusa era (ed è) la legge elettorale.
Però, ecco un’altra differenza, oggi si procede in senso contrario, dal maggioritario verso il proporzionale, laddove il passaparola collettivo era: liberiamoci dalla partitocrazia e dalle preferenze (di cui vediamo il grande ritorno).
Eventi di portata mondiale segnano le due epoche.
C’era appena stata la caduta del Muro, epicentro Berlino; parla tedesco anche la crisi dell’euro.
Un senso di trapasso storico accomuna quel passato e il presente, identica la sensazione che un tappo sia saltato, che si possa voltare finalmente pagina.
Berlusconi che ritira la candidatura ricorda tanto Craxi che si dimette da segretario sotto il lancio di monetine, forse addirittura questo passo indietro è più iconico perchè il Cavaliere ha marcato una fase lunga ben 18 anni, Bettino non ci riuscì.
Voglia di aria nuova, ripudio dei vecchi partiti, tanti voti in libera uscita come attestano i sondaggi.
Agenti del cambiamento radicale erano la Lega e i referendari di Mario Segni, adesso va forte l’accoppiata Grillo-Renzi.
E, attenzione, anche nel ’94 sembrava dovesse vincere facile la sinistra con la «gioiosa macchina da guerra», invece spuntò dal nulla un signore di Arcore che possedeva le televisioni…
Anche questo dovrebbe farci riflettere.
Ugo Magri
(da “La Stampa“)
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