CRITICANO LE DONAZIONI DEI RICCHI PER NOTRE-DAME
MAGARI PER I TERREMOTI IN ITALIA CI FOSSERO DONAZIONI ANALOGHE DISINTERESSATE
Per restaurare Notre Dame incendiata è arrivato in un tempo record, meno di due giorni, un miliardo di euro messo a disposizione da privati.
Bernard Arnault, il titolare del marchio del lusso, ha messo sul tavolo 200 milioni di euro seguendo il concorrente Franà§ois Pinault che, alla guida del gruppo Kering, nella sera stessa del rogo aveva annunciato una donazione di 100 milioni di euro.
I Bettencourt-Meyers (che detengono il marchio L’Orèal) hanno messo altri 200 milioni, Total 100, la famiglia di costruttori Bouygues e Marc Ladreit de la Charrière altri 10 milioni ciascuno.
Un miliardo di euro è quanto dovrebbe servire per restaurare la cattedrale.
Il capolista della «France Insoumise» (il partito di Mèlenchon) ha definito questa corsa alle donazioni «un’operazione di marketing sulle spalle dei francesi» alludento a sgravi fiscali.
Pinault, Arnault e gli altri hanno risposto che questi i finanziamenti non verranno defiscalizzati, ma la ridicola rabbia non cambia verso i più ricchi
Forse dovremmo stupirci in Italia.
Non perchè si vuole donare soldi a Notre Dame ma perchè c’è parte del paese nell’Appennino del Centro Italia ancora terremotato, comprese molte chiese, e molti borghi e chiesette richiederebbero somme ingenti.
La mano pubblica avrebbe anche bisogno di aiuto, solo che i restauri tra i monti dell’Appennino non fanno notizia per cui non scatta la corsa alla donazione, tanto meno dei ricchi.
(da agenzie)
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