DA JUNCKER COL 2%: CONTE E TRIA PORTANO L’ULTIMA MEDIAZIONE SUL DEFICIT
I BULLI SI SONO CALATI LE BRAGHE, MA LA TRATTATIVA E’ ANCORA DIFFICILE, L’EUROPA CI CHIEDE L’1,8%
Balla lo 0,2%. Nella borsa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte c’è una proposta: la manovra verrà cambiata, il rapporto deficit-Pil dell’Italia scenderà al 2%. Ma da Bruxelles i segnali non sono positivi: serve l’1,8%.
La differenza è minima: lo scostamento è di circa 3,6 miliardi.
Il premier si infila in aereo con Giovanni Tria, direzione Jean Claude Juncker, con il ministro dell’Economia affinano la linea per convincere i vertici della Commissione a dare il via libera all’asciugatura della legge di bilancio, per evitare l’infrazione.
Un’opera di convincimento che sembra aver fatto breccia nei due vicepremier. Perchè per scendere dal 2,4% previsto servirebbe lo stralcio di appena 3,5 miliardi dal fondo per l’attuazione del programma di governo che ne contiene attualmente 16,7.
Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro della Lega, ha già messo nero su bianco in un’intervista al Corriere il risparmio previsto sul versante quota 100: 2 miliardi.
1,5 arriverebbero dai 10 in cassa per il reddito di cittadinanza (9 più 1 per i centri per l’impiego). Il restante 0,2% si racimolerebbe tra flessibilità sulle emergenze, dismissioni e maggiori tagli di spesa, senza intaccare ulteriormente le misure cardine del testo.
Una configurazione che era già stata messa in cantiere ieri sera da Conte e Tria, ma non aveva ancora il via libera dei due vicepremier, che anzi volevano puntare sul fattore gilet gialli e quindi su un deficit intorno al 2,2 per cento.
Così premier e titolare del Tesoro si sono diretti a Bruxelles con un sostanziale disco verde per trattare. E le voci di una trattativa innestata su questi binari ha già impattato sullo spread, che all’ora di pranzo è sceso sotto la soglia psicologica dei 280 punti base.
(da “Huffingtonpost”)
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