DA MONTESARCHIO A PONTIDA: ECCO ISABELLA, LA NUOVA ZARINA DELLA LEGA
ALLA “FAVORITA” DI MARONI, ISABELLA VOTINO, E’ STATO AFFIDATO IL RESTYLING TOTALE DEL PARTITO… ADDIO FESTE PAESANE E FOTO DI BOSSI, INIZIA L’OPERA DELLA BADANTE DI BOBO SPECIALIZZATA NEL CURARE I RAPPORTI VIP
Liberarsi dei calzini bianchi è stato un attimo.
Più difficile non provare imbarazzo con il sarto.
E che fatica accettare quegli occhiali bicolore.
Ma alla fine Isa, come la chiama lui, ha sempre ragione. Tant’è che quella montatura oggi è diventata il simbolo dei suoi sostenitori.
Come ha trasformato l’immagine di Roberto Maroni, da timidissimo avvocato di provincia a silente e autorevole ministro in grisaglia, presentabile persino come leader capace di sostituire il capo carismatico Bossi, così Isabella Votino ora dovrà cambiare l’immagine della Lega.
A lei infatti il neosegretario ha affidato tutta la comunicazione del Carroccio.
Addio canotte, sigari e cielodurismo. E via anche le foto di Bossi dal sito.
Basta feste padane nel fango di Pontida e sagre in paesini di campagna tra campi concimati.
L’impresa non è facile e il risultato incerto. Lo zoccolo duro degli elettori leghisti difficilmente si libereranno dalla simbologia leghista.
Così Isa dovrà portare l’immancabole tacco dodici tra paesotti sperduti nelle valli del Nord.
Nata a Montesarchio 33 anni fa, Isabella Votino è stata “scoperta” da Pasquale Viespoli che l’ha portata nella Capitale come sua assistente parlamentare.
Poi è passata al ministro Gianni Alemanno, infine a Roberto Maroni, titolare del Lavoro nel 2001.
Sono diventati simbiotici.
Lei c’è sempre. Pure troppo, secondo molti.
Tanto che ormai è soprannominata la “badante” di Maroni, come Rosi Mauro lo era per Bossi.
Però Votino non salirà mai su un battello del Sin.Pa a cantare Kooly Noody assieme a Pier Moscagiuro.
L’elegante “porta silenzi” di Maroni canta e balla sì, ma con Simona Ventura e Luisa Todini.
E adora le feste, ma non quelle di paese.
Ogni anno il 19 ottobre organizza di persona il suo compleanno.
Nel 2011, quando ancora Maroni era ministro con auto blu e scorta al seguito, ne organizzò due: una a Roma e una a Milano.
Nella Capitale scelse l’hotel Majestic, casa dello chef stellato Filippo La Mantia.
Tra gli invitati Angelino e Paolo Bonaiuti, Augusto Minzolini e Luisa Todini, il leader dei Giovani Industriali Federica Guidi con papà Guidaberto.
A Milano, invece, spense le candeline al ristorante da Giannino dove attovagliò Antonio Marano, Giorgio Muli, cantò assieme a Simona Ventura e convinse Paolo Berlusconi a cimentarsi in giochi di prestigio.
L’anno prima scelse la fiaschetteria di via della Croce a Roma, mentre nel 2009 fu la volta del milanese Cavalli Just Cafè con dj Francesco e Simona Ventura a fare gli onori di casa.
Presenti anche il capo della Polizia Antonio Manganelli, il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta.
Qualche scatto della serata finì sui giornali. Lei, riservata, querelò.
Solo nel 2007 e fu costretta ad accettare che i giornali parlassero della sua festa:
le candeline erano 28 e a omaggiarla a palazzo Ferraioli arrivò anche Silvio Berlusconi che si esibì in uno show: presentò la canzone sulla Casa delle libertà (“Sei l’amor mio”) e rilanciò la sua candidatura dicendosi certo che il governo di Romano Prodi, all’epoca in carica, sarebbe durato poco.
“La giovane graziosa portavoce di Roberto Maroni”, la definì l’Ansa in un’agenzia che riportava le dichiarazioni di Berlusconi.
Fu Bruno Vespa, presente alla festa, a svegliare l’animo chansonnier di Berlusconi.
Sarà forse per farsi perdonare che Silvio l’ha poi assunta all’ufficio stampa del Milan. La società le ha anche offerto un’abitazione nel capoluogo lombardo, ma qui è già organizzata nella torre Velasca dove Salvatore Ligresti l’ha ospitata in uno dei suoi appartamenti, vicina di Bruno Tabacci.
Ora sarà la Lega a farsi carico della zarina del Carroccio.
Lei ha già preso il comando: la Padania chiude, rinascerà .
Il sito completamente da rifare, l’ufficio stampa da rifare e lei capo indiscusso di tutto.
A settembre toglierà il velo per mostrare il restyling.
E solo allora ci sarà una festa.
Di sicuro non nel fango di Pontida.
Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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